LA STELE DI ROSETTA

Dopo oltre una decina d’anni, ieri ho scritto una lettera, con la stilografica, su carta speciale che detenevo da secoli.
Un inizio imbarazzante, una specie di “orror vacui”, uno spazio bianco-giallino da riempire senza la possibilità di commettere errori e fare cancellature.
Era una lettera importante, densa di riflessioni che DEVONO restare, e chi la riceverà potrà girarla e rigirarla tra le dita cercando e ricercando le cose più significative senza dover fare F4 o che ne so un Ctrl + Alt + #, che non so cosa significhino (bravi voi che lo sapete!).
Però verso la fine della lettera ho usato alcuni aggettivi che non mi piacevano e per non riscriverla tutta ho fatto due righe orizontali sulla parola, scrivendo sopra ciò che mi sembrava più idoneo.
In tal modo la destinatariA della lettera avrà la possibilità di capire qualcosa di più, ne sono certo.
Però ho fatto un simpatico, almeno io lo credo, “post scriptum” per spiegare il motivo delle due cancellature.
Adesso l’unica cosa che temo è di ricevere una risposta telefonica!

p.s.:
Se qualcuno si chiede cosa c’entri la Stele di Rosetta, provi a pensare alla propria calligrafia e alla possibilità che venga compresa senza l’uso di una Stele idonea alla traduzione.
Vai, vai, vai avanti tu, che a me mi vien da ridere…
🙂

VERSO LA META’ DEL SECOLO VIVREMO CENT’ANNI. AH SI’? E CHI SE NE FREGA…

Ho letto di sfuggita, non ricordo dove, che tra non molto vivremo 100cento100 anni.
Ricordo solo che il primo pensiero che ho fatto è stato: e allora?
Poi ci ho pensato un po’ sopra e mi sono domandato che cosa NEI FATTI QUOTIDIANI cambierebbe.
Non sono un “duro”, e nemmeno tra quelli che un giorno da leone era meglio di cent’anni da pecora (anche se non è una sciocchezza).
Ed ho cominciato a farmi le domande più banali che mi venivano in mente, tipo:
a) faccio già fatica a salire i gradoni del Bentegodi e spesso, anche un po’ per celia, sono costretto a chiedere un aiuto: “atenti che riva el nono, no feme cascar…”.
Vuol dire che mi toccherà vedere il Verona seduto in tv o entrare un’ora prima allo stadio per salire con un po’meno d’affanno le scale?
No grazie!
b) mi piace molto giocare a tennis e ho cominciato a notare con fastidio che quando gioco con qualche bravo giovanotto, questi evita accuratamente di farmi le “smorzate” (palle corte) per un’ insopportabile, educata, forma di rispetto, nel senso che non arrivo più a prenderle come avveniva SOLO una DECINA D’ANNI FA.
No grazie!
c) sono stato un discreto ciclista, specie in salita. Adesso mi capita che quando faccio qualche uscita con dei trenta-quarantenni, per una buona mezz’ora si sta insieme, anche quando la strada comincia a salire, poi ad un tratto ecco la MALEDETTA: “…Gazza ti dispiace se facciamo uno “scattino”… e poi me li ritrovo che in discesa ciondolano a pedali fermi per aspettarmi”.
No grazie!
Fino a questo punto il differenziale insopportabile (per me) appartiene alla fisicità.
Poi ti dicono che nella vita c’è ALTRO.
Ah si la mente, l’intelletto.
Bene anche qui comincia a capitarmi che quando cazzeggio con qualche ragazzotto sveglio, con la metà dei miei anni e, probabilmente, anche la metà della mia “conoscenza”, mi trovo in ritardo su quello che è sempre stato un mio punto forte: la battuta e la ribattuta ironica e tagliente. Spesso mi occorre tempo per trovarne una adatta e talora mi viene in mente, magari bellissima, quando il discorso ha preso altre vie e sarebbe totalmente ridicolo ritornare indietro per dirla.
Oltre al ridicolo ci andrebbe di mezzo l’insopportabile PATETICO.
Tralascio altri importanti temi come l’aggravamento di bilancio per lo stato e connessi.
Certo esiste il diritto dovere di curare le malattie invalidanti o mortali, e qui il “discorso” si fa piuttosto complesso, e io glisso.
La chiudo così, cercando di usare il massimo cosciente d’onestà:
ho vissuto, con soddisfazione, già una settantina d’anni.
Diciamo che me ne mancano CIRCA (?!) una dozzina per rivedere certi luoghi, musei, chiese, monumenti, di cui a suo tempo non ho ben compreso la loro importanza per un puro deficit intelettuale.
Tutto qui.
Amen.

p.s.:
Del sesso non ho parlato volutamente perchè di “giochini” divertenti, partner consenziente ovviamente, ne posso fare anche oltre i cento.
Anni.
🙂

IDIOCRAZIA

Non è una novità, anche storicamente.
Le cose brutte superano le belle, il peggio supera il meglio, talora anche l’orrendo domina sull’ammirevole.
Pessimista?
Non lo so, non ne sono sicuro.
Per oggi, a testimonianza di quanto sopra e a “giustificare” provateci voi se ne siete capaci, segnalo:
1) la Piazza di Palermo deserta durante la commemorazione di Borsellino;
2) Zaffiri, vicepresidente del consiglio regionale delle Marche, no un pinco palla qualunque.
Ed al peggio non c’è mai fine.

p.s.:
voglio sperare fortemente che il Meglio che c’è tra noi rimanga sommerso solo perchè NON HA BISOGNO di pubblicità.

LA MAGLIA NERA…di Malabrocca. E quella dell’HELLAS-VERONA…

Luigi Malabrocca, per la maggior parte di voi, è un Signor Nessuno.
Ma per i “suiveurs” del Ciclismo d’un tempo che fu, è molto noto, al punto tale da divenire per molto tempo un modo di dire popolare: “…ma tasi tì che te sì come Malabroca…” (sempre ultimo).
Sì, proprio così.
Per alcuni anni al Giro d’Italia esisteva la “maja nera” per colui che si classificava ultimo al Giro (con premio in denaro!).
E il Malabrocca era un volpone ad inventarsi finte forature, molta pipì da fare, bar sempre pieni -solo per lui- che doveva riempire le borracce per i migliori della squadra, da buon gregario, ed altri svariati trucchi.
Acqua (e pipì) passata.

Il NERO attuale per una buona masnada di Giallo e Blu (‘azzo c’entra col nero, ma l’è stesso) è rappresentato da una delle due maglie (non ho ancora capito se sarà la seconda o la terza).
Sì perchè c’è anche quella color “arioma” (termine in uso molti anni fa per indicare il colore giallastro delle feci dei neonati con probabile gastroenterite).
Comunque sia la MAJA NERA l’è bela!
Ma come?!?… dice “uno” con la memoria lunga.
Ma se per quell’altra maglia nera (con assurde righine gialle trasversali) hai piantato un casino della maronna, per il suo significato “politico” (…).
Diciamo che ALLORA avevo le mie “fonti sicure” per affermarlo, e il “taglio” di un’intervista del Vighini che suggeriva le risposte al poro Loma, per negare quella “teoria”, in realtà non fece che darmi maggiore “conferma”.
Acqua passata anche quella.
Invece QUESTA MAJA NERA mi piace, che quasi quasi, se non costasse quasi una mia mezza pensione, me la comprerei.
MA COME?!?!?!?… e il “dato politico” dove va a finire?
Dove vada a finire non ne ho idea, ma questa:
a) senza le righine è più bella;
b) il colore è di quelli che “smagrano”, lo sanno tutti/e i/le non politicizzati/politicizzatE;
c) per ultimo, ma più importante, si SPORCA MENO di quella bianco-angelico-british-college.
E per un single quale sono e sarò, fare le lavatrici, break the balls!
Che mica sono una donna io, che a farle si diverte un casino!
Oh, oh, a pian era, almeno le mie “fonti” così mi hanno assicurato…
🙂

p.s.:
questo è il primo Topic che andrà avanti.
Siccome stasera ho tempo, lancio un SECONDO TOPIC che andrà avanti in parallelo.
E la “paga” di Telenuovo l’è SEMPRE QUELA…
🙁

ORROR VACUI 2

La numero 1 e di qualche anno fa.
La pagina che state leggendo è quindi da considerarsi bianca.
Non mi viene un’idea neanche a tirarla con la pinza.
E se le idee fossero estinte?
E sì che basta apriere un quotidiano, il magazine allegato, il magazine specialistico allegato all’allegato, ce ne sarebbero.
Ma sono idee?
L’opinione non è un’idea, o forse lo diventa?
Io ci avrei anche provato, cercando di distinguere tra “contenitore” e “contenuto”, ma il successo è stato pari allo zero, quando non “noioso”.
Ci srebbe il cinema, la musica, la bellezza, la bruttezza (di certe cose), ma diventano “opinioni”.
No, cari lettori, no.
Per oggi non ci sto.
Segnalo, ma solo di sfuggita (dal sen, suo) una frase che oggi ho sentito al bar (grande luogo di forma-informa…) : “…qui ci vorrebbe una BELLA (?!?) guerra, altrochè…”.
Boh, sarà che tra piccole e medie ce ne sono così tante e uno non ci riflette sopra.
Oppure sarà perchè assomigliano pochissimo a quelle che ci hanno raccontato, la Seconda, piena di film “eroici” film di seconda mano e qualcuno “troppo intelligente” e pertanto fuorviante, la Prima, così lontana, ma che deve essere stata l’orrore degli orrori.
E la prossima? Ci sarà una prossima?
E qui purtroppo l’orrore del vuoto si va riempiendo.
Fine della pagina bianca.

JEP GAMBARDELLA e la “verità”

Si dice che ci siano molti modi per dire la “verità”, che forse non sono poi molti.
Esempi:
– COME dirla…
– QUANDO dirla…
– SE non dirla… (lasciando che siano le proprie azioni a lasciarla intendere…)
– SE dirla “scherzando”… (pare che fosse più in uso una volta)
– SE dirla e basta (senza repliche).

Chi volesse partecipare a questo (non facile) Topic, sarà OBBLIGATO a GUARDARE la CLIP che posterò nel MIO PRIMO POST.
Benchè sia tratta da un film, è una scena che vive di “luce” propria, e non è strettamente necessario aver visto il film.
Probabilmente sarà capitato a qualcuno che qui legge di trovarsi in una situazione analoga a quella di JEP.
Come vi siete comportati?
Come vi sareste comportati in una situazione analoga?
Al momento opportuno dirò, ovviamente, la mia.
Chi c’è c’è e chi non c’è…
Non cambia molto della “verità”.
Mentre non bisogna MAI dimenticare che la VERITA’ (senza virgolette) è sempre e solo UNA.
Quale?
Quella in cui le cose si sono verificate realmente.
🙂

p.s:
provo a fare due tentativi di postare qui la clip…se non ci riesco le “verità” possibili sono:
a) il sistema del web non lo permette;
b) non conosco il sistema;
c) sono un informatico maldestro e un po’ ignorante.

>>> http://www.youtube.com/watch?v=8IrqoviP5Jw
>>> https://www.youtube.com/watch?v=8IrqoviP5Jw

LA GRANDE BELLEZZA…

E’ vero.
Paolo Sorrentino ieri sera era al Teatro Romano a parlare dei suoi film (forse occorreva una interlocutrice che lo mettesse un po’ più sotto pressione, se dico “stimolasse” viene fuori quel che non deve-n.d.g.).
E io sono un po’ “Jep Gambardella”, il protagonista della GRANDE BELLEZZA, un po’ cinico, un po’ sentenzioso, e se non sei Celine o Oscar Wilde, la qualcosa, talora e talquando, può anche imbarazzare.
A proposito di cinismo, come è andata la juve a Berlino?
Ha trovato un giudice, come disperatamente cercava il mugnaio di Potsdam che aveva subito un grave sopruso?
No era perchè a Berlino ci sarà pure un giudice, magari di origine spagnol-catalana, che fa un po’ di giustizia.
Hei ragassuoli, è importante saperlo, perchè qua le Pilsner Urquell sono finite, mezza bossa di Jim Beam pure, e quello zuccone del mio compare voleva aprire una bossa (nova, anzi novissima) di Four Roses, ma non sa che è “dedicata” e non si può aprirla.
Allora mi volete dire com’è andata a Berlino, sì o no hostjòn?!?
Una GRANDE BELLEZZA sì o no?!?
😀 😀 😀

Minuto 92 e 27 secondi: ANNUNCIAZIONE (Della Scala), noi saremo sempre là…

Ho appena finito di rivere l’intera partita di ieri, e in particolare il volo dell’Angelo Juanito Gomez Taleb.
Maraveja!
Chi capisce di balòn non dimenticherà il “gesto tennico” di un giocatore semplice e perfetto.
Quindi semplicemente perfetto, e quindi indimenticabile.
Sul resto: la conferma che allo stadio si sviluppa la passione, ma non si capisce quasi un casso di ciò che accade VERAMENTE sul campo.
I “rigori” (su Juanito el Angelito e su Llllorente)?
La mia opinione è o tutti e due, ma più probabilmente nessuno dei due.
Sul resto delle decisioni arbitrali niente di particolarmente (…) scandaloso.
Fideve.
Quindi GAUDEAMUS IGITUR! (andemo a godarse-traduzione libera, libertaria e liberatoria).

p.s.:
La vergogna per i ripetuti cori “Heysel” è collettiva, anche per chi come me ha provato un totale, pesante, insopportabile disagio.
Ma riguarda una tifoseria troppo spesso spesso “carica” (fuori luogo) e piena de alcool, mai la città di Verona.
Amen.

FISIOnOMICA

Lasciate perdere, o voi che siete entrati, la FISIOGNOMICA è una “bullshit”, una sciocchezza, anche se scritta correttamente e nel corso di alcuni secoli ha avuto pure dei sostenitori di nome, pure un veronese che di nome faceva LOMBROSO Cesare, forse perchè non rideva mai, o non aveva nulla per cui ridere, tranne la sua “teoria”, quella sì un po’ foolish.
Prima di cimentarmi, vi comunico che per oggi violerò la promessa che mi ero fatto in un mio post: usare parsimoniosamente l’anedottica personale.
Prima d’ogni altra cosa vi informo che mi sto cimentando, con un successo ancora tutto da dimostrare, con una delle morali evangeliche Gesùcristiane (con qualche piccolo adattamento):
non giudicare con disinvoltura se non vuoi essere giudicato con gli stessi parametri (…o giù di lì).
Niente di meglio (?!) per un esperimento sul campo che avere cinque o sei ore di attesa in uno degli aereoporti, ormai, tra i più internazionali del mondo: il “famigerato” Ataturk di Istanbul (chi segue da almeno un anno questo Blog può capire il perchè di questo attributo).
Ero molto stanco, la tratta Mombasa-Istanbul non era stata molto tranquilla: i vuoti d’aria e relativa “dance” non sono di norma un gran problema, volo da molti anni e non ho timori,
Tranne quando ciò accade quando sei nella microscopica toilette col tuo “cosino” in mano e cerchi di essere educato e centrare il water.
Vi giuro che sono esattamente ” ‘azzi acidi”.
Mi sono sentito come il tenente Frank Drebin, sì il rimpianto Leslie Nielsen.
Il getto andava in ogni dove tranne, appunto, il DOVE dovrebbe andare.
Essendo poi una personcina educata, ho pulito TUTTO! (il mio, e con non poca fatica, anche l’altrui).
Ma ci è voluto tempo, quindi quando sono uscito dalla toilette c’era una bella fila, e le occhiatacce erano inequivocabili.
Che fare? (lo diceva pure Lenin)
Provateci voi ad abbozzare una SPIEGAZIONE, dai che mi diverto io.
Tutto un “sorry de qua, sorry de là” e uno mi ha pure sibilato un “sì ‘a soreta”, e io ho fatto l’inglese perchè fare “l’indiano” non mi sentivo molto credibile.
Bon, aereoporto dunque.
Migliaia, migliaia, migliaia di passeggeri in transito, controlli feroci, mica per Papa Francesco e gli Armeni, macchè, hanno problemi loro ed è il più grande aereoporto aperto ad Oriente e dintorni, penso si capisca da sè.
Insomma il tempo passa e il gigantesco tabellone elettronico NON indica il mio “gate” e non mi fido più a chiedere indicazioni perchè mi avevano già fatto fare DUE VOLTE il periplo dell’aereoporto, a vuoto.
Boooni, il mio Inglese è moolto migliorato (il loro no!).
E allora?
Allora comincio a chiedere “aiuto” a Lombroso (Cesare) e alla FISIOGNOMICA: chi possono essere gli italiani?
L’incrocio di lingue e dialetti in un assordante brusio rende IMPOSSIBILE distinguere la lingua parlata, inoltre comunico subito che abbiamo perso ben DUE RECORD MONDIALI:
1) camiseta verta (almeno fino al villo pettorale, con variante catenona d’oro)…ho seguito ben due turchi e un russo così conciati e non erano diretti a Milano;
2) i “jumpers of steps or line” (saltatori di coda o ostacoli direzionali) ormai è universale…, qui ho seguito un Kazako che non era diretto a Milano.
Il politicamente corretto mi ha impedito di usare segni come il naso adunco, colore dei capelli et similia.
Il tabellone elettronico indica finalmente Milano!(ma non il numero del “gate”, che sono oltre trecento e chi viaggia mi capirà) e manca un’ora e mezza alla partenza.
E lì il “genio italico”(??) mi viene in aiuto:
SOLO gli italiani e le ITALIANE sono “CARBONIZZATI/E” dal solealtrimentinessunocapiscecheseistatoinAfrica e portano t-shirts molto “blusanti” ( no, niente a che fare con J.L Hooker o Muddy Waters), diciamo fuori dai pantaloni, e via che ti seguo giusto-giusto.
Tralascio l’avventura col poliziotto turco addetto al controlo passaporti, da me definito “microscope” durante la coda (40 minuti per sette controlli) che mi si rivolge in corretto e gentilissimo italiano (!!) ed io, che ciacolone sono e lo si sa, ho smesso di cazzeggiare solo dopo il montante brusio alle mie spalle.
E la FISIOGNOMICA?
Beh, tu vedi il Presidente Setti al’aereoporto Ataturk, lo segui con fiducia esteriore e fisiognomica, e ti trovi…IN ALBANIA!
Poi ci sono quelli bravi, col passaporto elettronico e sanno fare l’auto check-in sulle apposite colonnine elettroniche.
Eee Vai Gazza!

HEARTS OF DARKNESS

Topic rapido.
Il 30 Aprile è stato il cinquantesimo anniversario (termine – forse – inadeguato, almeno per un europeo) della fine della “Guerra del Vietnam”.
Per la verità quella è la seconda guerra della storia contemporanea, ma quella precedente (contro i francesi) è ricordata, più comunemente, come “Guerra d’Indocina”.
Stop.
Ho “rinfrescato” a modo mio l’evento:
a) riguardando per la terza, quarta volta, “Apocalypse Now” (versione “Redux” con una quarantina di minuti aggiunti con le scene tagliate nel montaggio del precedente film);
b) guardando per la prima volta (!!) il documentario sul film “Hearts of Darkness” (splendido!), praticamente un terzo film nel film;
c) mettendo sul comodino il libro di Conrad – “Cuore di Tenebra” – dichiaratamente ispiratore (…) del film stesso.
Non faccio nessun commento, nè ideologico, nè filmico.
Vi dico solo che vale la pena perdere un po’ di tempo per cercarli o farseli prestare, questo vale per i miei coetanei e per i più giovani ( con un pelino di “sale in zucca”).
Perchè?
Perchè dentro ad a), b), e c), c’è praticamente “tutto”.
Molto oltre l’evento storico.
E allora?
Allora ne riparleremo, “a volendo”, con quelli cui interesserà parlarne.