Forse, chissà, con un Presidente come PARENTELA vincevamo un altro scudetto, hai visto mai…

La “gaffe” del Presidente Setti sull’origine del nome Hellas (Verona) è una “gaffe” bella e buona.
Punto.
Ma sedendo e mirando (?) interminati post e sovrumane cazzate scritti contro l’attuale società (che non ho mai risparmiato, vedi anche qualche Topic fa…), io nel pensier mi fingo…che ghe n’è un fracazzo che si meriterebbero il buon Parentela & Company.
Fermo restando che della “company” abbiamo conosciuto (fortunatamente) il solo Mr. Mandorlini era…
😐

FATTORE “J”

Ti puoi immaginare se mi imbarcavo sul celebre “fattore K-komunizm” di Ronchey.
E poi saranno trent’anni che non vedo un comunista “vero” di una certa rilevanza (e io ne ho conosciuti di veri, e ho allaciato qualche -raro- rapporto d’amicizia-conoscenza-stimabile.
Quelli di voi sotto i cinquant’anni ne hanno sentito parlare solo quando il Cavalier Berlusca, sdraiato sul divanetto psicanalitico, parlava delle sue ossessioni fanta-dreams.
Torniamo alle cose serie, con la premessa che, Dominus o non Dominus, ne parlerò da semplicissimo fruitore (beeh, inzomma, giù di lì).

Negli ultimi quaranta giorni, fatalità o meno, ho visto-rivisto quanto segue:
– The Doors:
dove il “maudit” Maestro di Pensiero è “J”im Morrison.
A suo tempo il film non mi piacque granchè, ma rivisto a distanza di tempo, meno influenzato dall’idea che “obbligatoriamente” ti fai di un mito della tua gioventù, c’è qualcosa che vale, al di là delle loro canzoni e del loro essere “topòs-luogo rappresentativo”;
– Walk the Line (orrendamente tradotto “Quando l’amore brucia l’Anima”):
è un film che narra la storia dell’infanzia, degli esordi e del primo successo, del giovane “J”ohnny Cash.
E’ un film che mi sento tranquillamente di consigliare a TUTTI gli appassionati di musica, indipendentemente dai gusti.
L’interprete di “J”ohnny Cash è il bravissimo “J”oaquin Poenix.
Qui apro una delle mie note sub-ordinate al tema principale.
“J”oaquin Phoenix ha una deformazione labiale detta volgarmente “labbro leporino”.
Ci sono almeno altri due famosi attori americani con lo stesso, evidente, difetto e non sempre coperto dai baffi: il grande “J”ason Robards (indimenticabile “Cheyenne” di C’era una volta il West) e l’apprezzato Stacy Keach (splendido ne I Cavalieri dalle Lunghe Ombre, ottimo western post Guerra di Secessione, dove interpreta i fratello maggiore di “J”esse “J”ames).
Non mi viene in mente un attore, non americano, con quell’evidente difetto fisico.
Forse qualcosa vorrà dire, ma non ho tempo adesso.
– All is by My Side:
Il film, parzialmente noiosetto, ma narra la storia (leggermente romanzata) di un anno di vita, da ignoto a mito, di “J”imi Hendrix.
A mio parere il film va visto da tutti quelli che amano “J”imi ( 😀 …) e per l’incredibile bravura di chi lo interpreta, una rassomiglianza fisica quasi impossibile e, soprattutto, il modo in cui imita “J”imi nel suonare la Stratocaster.
Vorrei ricordare ai non aficionados che “J”imi era mancino e quindi non basta saper suonare la chitarra da destro per fare la parte di “J”imi.
Una curiosità che nemmeno io ricordavo, e che nel film è rappresentata magnificamente, è che l’idolo di “J”imi era Eric Clapton, e il timido e pigro “J”imi accetta di andare a Londra solo dietro la promessa che gli verrà presentato il suo idolo.
Poichè il film non è facilmente reperibile, ve la riassumo:
Siamo all’interno di un mini locale londinese, sul palco sono in tre, Clapton e Ginger Baker riconoscibili (quindi sono i Cream), il manager di “J”imi va da Clapton chiedendogli se alla fine delo spettacolo può presentargli un suo talentuoso fan. Clapton accetta. “J”imi incoraggiato chiede al manager se Clapton accetta di fargli suonare un paio di “pezzi”.
Al “perplesso”, ma positivo assenso di Clapton, “J”imi sale sul palco e chiede a Clapton se conosce alcuni brani che lui cita. Avutane una risposta negativa “J”imi si rivolge a Clapton e, senza ironia alcuna, gli dice: “Eric tu sei il dio del blues, devi conoscere questo pezzo…seguimi…”.
E attacca un riff della madonna santissima e beata, al che Clapton, staccando la sua spina dall’amplificatore e se ne va dal palco.
Raggiunto dal preoccupatissimo manager di “J”imi, Clapton gli si rivolge così: “…ma chi cazzo è questo?!?…ma tu che lo conosci, è davvero così bravo…FUCK!…”.
Pare che la cosa sia autentica.
Di sicuro nacque tra i due una certa rivalità, ma “J”imi continuò a considerare Clapton un “dio” del blues.
Così le cronache mixate con le leggende;
– Get On UP:
Un film “biografico” su Sua Maestà “J”ames Brown.
L’ho visto in Inglese senza sottotitoli, dei dialoghi ci ho capito quindi il solito 30/40%, ma sicuramente è un film che aspetto al varco.
E di “J”ames Brown, come dire, che cazz’ vuoi aggiungere?!
– Nowhere Boy:
i film narra dell’infanzia e gioventù di “J”ohn Lennon, e tu non capirai mai perchè i Beatles divennero i Beatles.
Però ho più d’una sensazione che “J”ohn Lennon sia stato il vero “cranio” dei Fab4.
Specialmente dopo aver (pure…?) visto il docu-film (su Sky): “U.S.A. vs. John Lennon.
Sì, Lennon aveva una testa fina.
La caratteristica che accomuna film e personaggi così diversi tra loro è che non abbiano respirato una buona “aria” esistenziale, comunque era la loro, ed ho la forte sensazione che spesso fosse una scelta, pesante, ma una scelta.
Quindi non ho nulla da eccepire, almeno per come sono oggi abituato a vedere le cose.

– …scusa Gazza e in Italia?
– in Italia dici?
…beh Enzo “J”annacci, “J”ovanotti, Fabrizio de “J”andrè e “J”orgio Gaber…
😎

CE LO ANTICIPO’ IL GINO NEL 1963: SAPORE DI SELTZ, UN GUSTO UN PO’ AMARO. TRANQUILLI, NE BERREMO FUORI. E LE STELLE?USCIREMMO A RIVEDERLE…

Ci sono alcune licenzione poetiche, me le concedo (Dante e Gino mi perdonino).
Domani capirete, se i più accorti non l’hanno già fatto e vogliono cimentarsi.

L’ANGOLO DELL’INCOMPETENTE
E’ una nuova rubrica che parte oggi, che sarà ripetuta, e riguarda i Colori Unificanti.
Quello di Sua Maestà Rafa Marquez ERA RIGORE!
Un rigore strano, un rigore PILIFERO.
Sì, come un ramo levigato di ebanite sfregato con la lana, Rafa Marquez …NON TOCCA Peres, ma gli crea sui peli delle gambe un effetto elettrico, e il Bruno Peres, fulminato, ti fa un carpiato che Klaus di Biasi se lo sogna.
Ne vedaren delle belle.
Ancora.
Aspettando il Sa-Violino, che personalmente mi onora solo perchè veste la nia maLia e non ha ancora protestato per la panca.

MY PRAVDA: LA SENSATION D’IMPOTENZA Y LA NODVENDIGHED DIE VASTUSTAA

La mia verità: la sensazione d’impotenza e la necessità di resistere.
Fregatevene se in lingua francese il termine “sensation” si attribuice ad una percezione fisica.
Aggiungeteci “conscience” ed allora la sensazione sarà sia fisica che mentale.
Forse uno dei pochi momenti di vera unità del nostro essere.
Uno che, sebbene molti anni fa, ha perso un po’ (poco…) di tempo con la sociologia e la psicologia, non dovrebbe neanche porsi il problema (si fa per dire).
Il “sentimento d’impotenza” lo studiò, lo descrisse (benissimo per quei tempi dove Freud spopolava), Eric Fromm, circa ottant’anni fa, e mi/ci convinse in molti, hoddhio in molti proprio no, allora c’erano quelli straconvinti che la Rivoluzione del Popolo e delle Masse fosse come le due famose compresse d’Aspro: “…le prendi eeee…PASSA TUTTO!” (questa pubblicità era fissa e martellante al vecchio Bentegodi di Via Battisti e diede subito origine alla facile e celebre battuta (allora): “…e se ancò ciapemo trì pétole…?”, risposta: “…semplice te ciapi du pastiLie de Aspro e te passa tuto…”; la controrisposta era invariabilmente “ma va in cul semo…” e tutto finiva lì, per ripetersi qualche settimana dopo).
Dicevo che quella teoria di Fromm fece presa, almeno allora, in modo più complesso e personale.
E oggi?
Basta sfiorare i quotidiani, basta avere nelle orecchie l’eco di qualsiasi notizia dal mondo attraverso le TV, basta avere la “disavventura” (…) di ascoltare alcune conversazioni in quei luoghi pubblici, un tempo di puro svago, chiamati bar, per avere due tipi di reazione:
a) ma va là, sono tutti d’accordo (?!?) e po’ non me ne frega niente perchè io me la caverò sempre;
b) a me pare una catastrofe senza fine, dico la verità ho paura, non ci capisco più niente, tutto mi sembra rovesciato (però non spiega quando la parte, per lui, era “dritta”), alla fine perderemo tutti tranne “loro” (su quel LORO si potrebbe aprire un Topic da solo).
In realtà anche questi due atteggiamenti che appaiono nettamente contrapposti, in realtà convivono nella stessa persona (sempre Fromm che scrive).
E allora?
Allora dimentichiamo, insomma mettiamolo per un attimo lì l’ottimo Erich, e VASTUSTAA fino all’ultimo respiro.
Può bastare questo “sciocco” elemento esortativo?
Io lo uso, in forme svariate, ma lo uso.

p.s.:
si fa ammenda fin da ora per l’uso dei dizionari on line.
In alcuni casi l’effetto potrebbe risultare involontariamente ridicolo.
Ma io non sono “per caso” El Gazza, per “impotenza” ho usato l’Italiano, hai visto mai che in altre lingue me la traducevano con quella “coeundi o copulandi”.
Non stava bene.

YET JET…?!?

Ma allora ditelo cock!
Devo aver letto da qualche parte (noto quotidiano italiano) che uno dei pochi incrementi, percentualmente significativi, della produzione industriale italiana e mondiale, e quella degli aerei personali, detti volgarmente jet.
Ma non siamo in crisi?
Ahhhn, alora el g’à resòn el Prof. Titari, noto economista del me Bar Cameno, ch’è uso tormentare tutti noi avventori col suo testo fondamentale: “I Siori i g’à solo crisi de emosioni” (Ed. Tipografia Sciòpeto, 1969- quinta ristampa).
Personalmente non ho elementi esaustivi per supportare le tesi del “noto quotidiano”, qualcuna in più per quelle del Prof. Titari.
Ma non mi dilungo.
So solo che Domenica scorsa, andando a peote in direzione del Marcantonio Bentegodi, ho visto un omo, più o meno della mia età (e configurazione fisica), scendere da una Porsche ultimo modello con non poca fatica: tre tentativi di slancio corporeo per uscire dall’abitacolo della vettura.
A quel punto mi sono detto, vuoi per autoconsolazione, vuoi perchè personalmente scelgo d’essere ridicolo solo quando voglio, che già mi infastidisce fare lo sborone col mio Burgman 400, che io un Jet non me lo comprerei mai!
Anzi, se la Moto Guzzi, che ha pure un nome beneaugurante che non disturbaaanzi, rimettesse in produzione il mitico “Galletto” (Guzzi si abbina da dio al gallo-rooster-arrappato-n.d.g), color crema, da noi ciòfani chiamata a suo tempo “la moto dei veciòti”, me la comprerei subito.
E’ una questione di update and suitable instrument to move, correlata alla panza, alla riduzione (graduale) di nimbleness, ed all’affievolirsi della appetibilità sessuale da conformazione anziano-classica, che NON VA FORZATA! con simboli attrattivi moralmente degradanti.
Uè, cari lettori, guardate che la penso davvero così.
Dick!
😎

DID WE MEET SOMEWHERE BEFORE… (maa, ci siamo per caso già incontrati da qualche parte…- l.t.g.)

Premesso, e spero condiviso, che la parte più significativa del presente Topic sta in quel acronimo “l.t.g.” del titolo, punto.
A capo.
“L.T.G.” non significa altro che “libertina.traduzione.gazziana.”.
Eh sì che è importante, lo anticipo senza che nessuno mi abbia rivolto la domanda ” ma è importante?”, che magari uno pensa e non chiede, che può anche succedere che uno peggio risponde.
Guardate che capita.
E allora?
Allora LA MORTE.
Dunque: io penso che se ne possa parlare, prima o dopo, più dopo che prima, con discreta serenità.
O quantomeno è una delle mie massime aspirazioni ed aspettative d’oggi.
Lo dico quasi mezzo secolo dopo aver assistito, basito, al “racconto” (…) di una coppia di genitori che alcuni mesi prima avevano visto uccisi, in autostrada, i loro due figli, di sette e dieci anni.
Vedendo la loro “calma disperata”, ricordo di aver pensato, del tutto inopportunamente, che stessero seguendo una terapia sedativa, oppure che fossero in una sorta di “anestesia emotiva” da shock.
Niente di tutto ciò, ma una cosa ancora più complessa e gordiana, come il nodo.
Erano una coppia Cristiana, praticante, e carica di Fede.
Per anni ho sostanzialmente rimosso la cosa, avevo “del mio” da fare.
Da qualche anno, invece, quell’evento è un mio “luogo della memoria” ed una sorta di “laboratorio sperimentale” della mia mente.
Vedo che ho parlato della Fede senza saperne in realtà un granchè, anche perchè la Fede, paradossalmente, non è una cosa che si può ASTRARRE, tantomeno da un sicuro non credente.
So unicamente che ne sono privo, anche se talora mi “esercito” a guardare l’effetto che mi farebbero certe cose se avessi anche quella sorta di visuale e di “vaccino universale”.
Mi rendo conto che il termine “vaccino” potrebbe risultare offensivo per un credente, ma garantisco sul mio onore che non è così.
Il solo pensarlo mi porterebbe al livello di “quell’idiota” che, in quanto coperto da copiose polizze assicurative, si comporta incoscientemente, cioè da idiota, in ogni dove.
La Fede Religiosa ha un costo altissimo per chi la pratica, quotidiano ed esistenziale.
Ed a quello va il mio rispetto.
Da ateo di fede pretendo altrettanto.
Debo far finta d’essermi perso per chiudere ‘sto Topic che non avrei mai dovuto/voluto scrivere, ma è tutta colpa di MaXXX e dei suoi sinceri tormenti (vedi Topic precedente).
In sostanza, quella del mio pensiero, l’amico MaXXX, di fronte ad un evento per lui luttuoso, ha fatto parlare esclusivamente i sentimenti.
Quando un certo tipo di ragionamento su quei sentimenti li renderà “meticci” e più forti, è quasi certo che la distanza tra un uomo di Fede, qual’è MaXXX, ed un ateo, quale io sono, non sarà poi così abissale.
Per ora “Il Paradiso Può Attendere”.
Il titolo del presente Topic è il titolo di una canzone che Paul McCartney scrisse per il film sopracitato, ma che poi non venne inserita nella colonna sonora.
Ed allora chissà caro MaXXX e cari Amigos di questa Piasseta, in un altro luogo, in un’altra vita, in una diversa porzione dell’Universo, chissà…