E’ sufficiente la prestazione di Firenze, pur in assenza del risultato, per dire che il Verona ha finalmente “svoltato” come avrebbe voluto Zanetti dopo la gara tutta cuore con la Roma?
Ovviamente la gara con la Fiorentina non è nemmeno lontanamente paragonabile con la debacle di Bergamo e la successiva partita giocata in preda al terrore e alla paura di Lecce. Ma non è, purtroppo, nemmeno il passo in avanti che era auspicabile.
Dopo un buon/ottimo primo tempo, il Verona è tornato a commettere vecchi errori, ricadendo nei suoi vizi. Preso il secondo evitabilissimo gol per il solito errore in marcatura (al netto che Kean in questo momento segna anche quando sbadiglia), il Verona non è stato più in grado di leggere la partita, di ribattere colpo su colpo, l’uscita di Serdar ha peggiorato le cose, facendoci capire un volta di più quanto sia imprescindibile. Stavolta chi è entrato non ha portato niente, nè verticalità, nè adrenalina, nè freschezza. La Fiorentina poteva dilagare, i viola hanno avuto tre palle gol nitidissime (una con Colpani, due con Kean), in un modo o nell’altro il Verona ha trascinato il 2-1 sino alla fine.
Il tentativo di provare il tutto per tutto nel finale, si è interrotto con il perfetto rinvio di De Gea e il contropiede di Kean su cui è letteralmente rimbalzato il povero Belahyane, esile e piccolino davanti alla straripante forza dell’attaccante con il balletto incorporato.
Siamo alla partita numero 12, ormai certi errori fanno parte del Dna di questa squadra. La pochezza difensiva è davanti agli occhi di tutti, sia essa frutto del modo di stare in campo, o dei limiti degli interpreti. 27 gol presi sono un’enormità a cui Zanetti non riesce a mettere un freno e rischiano di tramutarsi in un peso che ci può tirare a fondo. Poiché non è possibile andare sempre oltre i propri limiti come contro la Roma, perché anche emotivamente quella situazione è super stressante, urge trovare rimedi.
Dunque, siamo guariti? Purtroppo no, direi che siamo solo convalescenti, di certo la sofferenza non è finita. Peccato. E’ stata solo un’illusione.