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IL FUTURO DI SOGLIANO E MANDORLINI. I TEMPI SONO MATURI.

L’avevo scritto stamattina sulla mia pagina Facebook: “Ora più che mai Forza Verona. Per la classifica e l’entusiasmo”. (https://www.facebook.com/pages/Francesco-Barana/1421212388102512)

Ero un po’ preoccupato, lo ammetto. Checché ne dica l’amico Gaburro, questa era tutt’altro che una partita anonima (per lui senza Malesani lo sarebbe stata). Malesani, Inzaghi o Di Francesco poco conta: oggi i punti valevano comunque doppio.

Troppe le sfaccettature di questa trasferta all’ex Giglio: la classifica ferma da un po’; Torino, Parma e Milan in rimonta; la percezione di un sogno svanito con la cessione di Jorginho; l’arida prospettiva – corroborata dalle stesse parole di Mandorlini in una recente conferenza stampa (“forse abbiamo perso un po’ l’entusiasmo”) – di una seconda parte di stagione sparagnina e mesta. La vittoria di oggi invece spazza via i cattivi pensieri, rimette il Verona al quinto posto, chiude definitivamente il discorso salvezza, ma soprattutto – per come è maturata – riconsegna a critica e tifosi la sensazione di una squadra che forse non farà i punti dell’andata, ma che certo può chiudere con brillantezza questa bellissima stagione e porre le basi per la prossima.

Che in soldoni significa fare chiarezza innanzitutto sul futuro di Sogliano e cominciare a discutere il rinnovo di Mandorlini. Premesso che l’architrave di tutto è Setti (che non mi è simpatico e che spesso mi son divertito a prendere in giro, ma averlo un presidente così!), chi segue le cose dell’Hellas da vicino sa bene il potere accentratore che ha avuto Sogliano in questo anno e mezzo (e non solo sul mercato, ma anche nel supporto quotidiano al mister). Voglio dire, non stiamo parlando (con tutto il rispetto) del magazziniere, ma del ds, dunque rompere le palle al riguardo e avere delle risposte d’ora in poi non sarà solo un diritto, ma anche un dovere.

La questione Mandorlini invece corre parallela. La trattativa non sarà semplice e nemmeno immediata. Il coltello dalla parte del manico ce l’ha il presidente, che al momento ha anche maggiore potere negoziale. Ad oggi infatti Mandorlini non ha altre offerte di pari o superiore livello. Come sempre accade in simili casi saranno due i punti di discussione: da un lato soldi e durata del contratto (Mandorlini vorrebbe strappare almeno un biennale a cifre maggiori delle attuali), dall’altro l’ambito tecnico (non è un mistero che il tecnico ravennate vorrebbe incidere di più nelle scelte di mercato). Setti parte da princìpi diversi su cui non transige (progetto sui giovani e allenatore che non fa il mercato), mentre c’è spazio di trattativa su durata del contratto e ingaggio. Un accordo si può trovare.

 

 

 

 

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