Ve lo ricordate il “ghe la femo” che ci accompagnò durante la battaglia play-off in serie C? Era diventato un mantra… Sorrento e poi Salerno, quattro gare una peggio dell’altra, trappole ovunque. Ghe la femo, ghe la femo… Era una speranza, una domanda che tutta la città in quel momento si faceva. Ghe la femo? Si doveva uscire dalla palude della serie C, non si vedeva lo sbocco, l’anno prima c’era stato Portogruaro all’ultima giornata e poi Pescara, Martinelli, la delusione, milioni di euro buttati via. L’annata era iniziata malissimo, Giannini non ne azzeccava una, arrivò Mandorlini per una incredibile mano del destino, e pian piano quel Verona divenne una bella favola. Ghe l’emo fatta.
Oggi siamo a pochi passi dalla meta. Ma proprio pochi. Eppure non ghe l’emo ancora fatta. E la domanda resta sempre quella di quel maggio del 2011: ghe la femo? La prospettiva è di un’ultima grande battaglia da giocare. A Empoli, in trasferta, per dare concretezza al nostro sogno di salvezza, per chiuderla qui. Guardarsi indietro adesso è perfettamente inutile. E’ andata così. A fine stagione quando si fanno i conti arrivano i rimpianti per tutti i punticini lasciati per strada che adesso sarebbero preziosi. Penso alle due gare con il Milan perse immeritatamente, penso alla gara casalinga con il Cagliari, penso alle sconfitte di misura di Lecce e ancora di Cagliari.
L’esito di questa ultima grande battaglia dipenderà soprattutto dal Verona che andrà in campo. Se sarà quello che ha perso con i sardi in casa, non c’è scampo. Butteremo via la serie A. Ma se in campo ci va quello del secondo tempo che abbiamo visto con il Como, orgoglioso e a testa alta, sebbene ancora impreciso sino all’autolesionismo sottoporta, allora non c’è dubbio: ghe la femo.
Prepariamoci ad un’altra vigilia di sofferenza, di tensione, di ansia. Ma anche di grande fiducia. Il meraviglioso Bentegodi che ancora una volta si è unito ai ragazzi gialloblù, giocherà in massa anche a Empoli. Andiamocela a prendere. Senza paura.