LETTERA AI FRATELLI GIALLOBLU’

 Cari fratelli gialloblù,

tante ne abbiamo passate in questi anni. Abbiamo visto passare di tutto sotto i ponti dell’Adige. La nostra sofferenza ci ha rafforzato. E siamo diventati più fratelli, nonostante tutto. Uniti dai nostri colori, da un’insana passione che non conosce confini e che ha poca attinenza con la logica umana. Siamo nella sfera delle emozioni e quindi dell’irrazionale imponderabile. Altri si chiedono come sia possibile: come sia possibile essere in migliaia a vedere uno spareggio per non andare in C2, in migliaia su tutti i campi della Prima Divisione e in decine di migliaia domenica per trascinare la nostra squadra.

Non capiscono e non si danno nè pace nè ragione. Dicono di noi che viviamo di ricordi. E lo dicono con il disprezzo di chi non ha mai avuto un sogno e non ha mai provato una vera e romantica passione come la nostra. A noi basta guardarci negli occhi dopo un gol, abbracciarci felici.  E’ la nostra felicità, probabilmente effimera davanti alla serietà della vita, ma questa passione ci aiuta comunque a credere in qualcosa, a emozionarci. 

Ora dopo tante traversie forse siamo davanti ad un piccolo grande traguardo. Per arrivarci è sufficiente che la squadra giochi con il nostro spirito e si faccia trasportare dalla nostra forza. Se i ragazzi di Remondina lo faranno, se in quei 90 minuti riusciremo tutti insieme a ricreare il magico collante tra squadra e pubblico credo che vedremo il nostro Verona giocare su altri campi il prossimo anno.

Forza Hellas

ANTENNE DIRITTE

 E’ l’Italia, bellezza. Quindi non scandalizziamoci troppo se dopo mille paste e biscotti è arrivata anche Lazio-Inter. E se questo è il massimo campionato del belpaese, figuriamoci gli altri. Per esempio la Lega Pro…

Domenica, oltre a Verona-Portogruaro, si giocherà Real Marcianise-Pescara. Sarà quest’ultima una gara regolare? Dobbiamo dubitare? O assisteremo ad un’altra farsa? Tutti sappiamo che in caso di vittoria del Verona col risultato minimo di 1-0, per passare direttamente in B il Pescara dovrà segnare almeno sette gol. Sette gol a zero sia chiaro perchè ad ogni gol subito il bottino di reti fatte dovrà essere superiore.

Detta così sembra fantascienza. Ma se non ci scandalizziamo per Lazio-Inter o per un pareggio vergognoso fatto a gennaio, perchè non dovremo pensare che il Pescara possa vincere con questo scarto in un campionato dove la Lega, cioè l’organizzatrice del campionato, non è stata mai nemmeno sfiorata dall’idea di organizzare un servizio on-line di aggiornamento dei risultati, come fanno da anni e splendidamente il basket e la pallavolo?

Noi avremo le orecchie aperte e le antenne diritte, comunque. Servirà anche a poco ma intanto lo facciamo. Sperando di non non dover denunciare l’ennesimo scandalo del calcio italiano…

IL SOGNO

 Ce la giocheremo. Forse era destino che andasse così. La sofferenza, dice il mio santino di Padre Pio che tengo nel portafoglio, è il segno certo che Dio ci ama. Vuol dire che a noi dell’Hellas ci vuole un bene dell’anima, il padreterno. Nessuno è in grado di soffrire più di noi. Non c’è mai nulla di semplice: sembra di stare su una montagna russa. Giù fino in fondo poi su su su, e ancora giù giù, senza mai un momento di tregua. Adesso abbiamo questi 90 minuti in cui ci giochiamo tutto. Se vinciamo siamo in B. Se non vinciamo ce la giocheremo ancora e ancora. Non è la fine del mondo, è una partita di calcio. Così come era una semplice gara di calcio quella con lo Spezia. Lì abbiamo dato una lezione di vera civiltà sportiva all’Italia e al mondo intero. Ben lontani dall’indegna gazzarra che hanno creato oggi a Rimini. Meglio non pensarci: in questo momento voglio solo pensare allo stadio Bentegodi, al mio stadio, pieno zeppo di gente, tutta lì per credere in questo sogno. E undici ragazzi che giocano come nel secondo tempo di oggi, a testa bassa, con la grinta di una grande squadra, con la rabbia in corpo. E’ un sogno lo so. Ma a volte diventano realtà…

E ORA VEDIAMO SE SIAMO I PIU’ FORTI

 Io non ho dubbi: il Verona ha la squadra più forte del campionato. E per capirlo non vado a vedere la squadra titolare. Mi basta scorrere la panchina di domenica scorsa: Ingrassia, Massoni, Garzon, Dalla Bona, Colombo, Di Gennaro, Farias. In tribuna c’erano Rantier, Bertolucci, Campisi, Burato. Quale altro allenatore di questa categoria ha tante frecce al proprio arco, tante possibilità di modificare l’assetto, una panchina tanto lunga e tutta di potenziali titolari? Nessuno probabilmente. Io non ho dubbi. Martinelli ha consegnato a Remondina una Ferrari, con l’obbligo di vincere. Che non è mai facile, ma magari è più semplice al volante di una fuoriserie. I patemi d’animo di quest’ultimo periodo (diciamo due mesi…) sono assolutamente ingiustificati. Ma siccome l’acqua passata non macina più (anche se alcuni valutazioni la società dovrà per forza farle dopo il nove maggio…), è meglio guardare ai 180 minuti che abbiamo davanti. Perchè dovremo avere paura di Rimini e Portogruaro? Perchè dovrebbero essere loro le favorite? In 180 minuti, due gare appena, il Verona ha la possibilità di fare veramente vedere il suo valore. Altissimo, come detto. Sono partite che si risolveranno con un colpo d’ala, un gioco di magia e il Verona ne ha tanti di giocatori che possono risolvere il match. Sono due gare da giocare a forza mille, senza fare calcoli, senza giocare al risparmio. E’ il momento di fare vedere che siamo veramente i più forti.

PANCHINA LUNGA, USIAMOLA BENE

 Io credo che Remondina debba inventarsi qualcosa se vuole arrivare alla B. Oggi il Verona ha vinto e quindi viva il Verona. Ma la sensazione che la squadra sia sulle gambe, incapace di dare il ritmo alla partita è evidente. E se invece del Taranto, ormai spento e demotivato ci fosse stato il Portogruaro che verrà qui per giocarsi tutto in una partita le cose sarebbero andate in altro modo. Ma il Verona ha, per fortuna, molti vantaggi da mettere in campo.

Per prima cosa giocherà quella gara nel catino bollente del Bentegodi che sarà zeppo di gente. E poi nessuno come Remondina ha una panchina così importante. E questo a 180′ dalla fine è la carta migliore da sfruttare. La distribuzione degli sforzi è fondamentale.

Penso a Dalla Bona, a Garzon, a Farias, a Campagna , a Di Gennaro, a Rantier, che dovrebbe tornare in gruppo già da martedì. Gente che da sola potrebbe far fare il salto di qualità in qualsiasi delle nostre avversarie. Sono loro a farci guardare in avanti con speranza.

IL CAMPIONATO NUOVO DI REMONDINA

 Apprendo felice da mister Remondina che "per il Verona è iniziato un campionato nuovo".

Il mister mi ha spiegato oggi che ha "visto evidenti miglioramenti nella squadra". Ho cercato di dirgli che mi è stato difficile vederli. "Se non li hai visti è meglio che cambi mestiere" mi ha replicato Remondina che si riferiva nella sua analisi alle gare di Pescina e Marcianise. Se penso a quel Verona effettivamente devo dare ragione al mister. Del resto fare peggio del nulla sarebbe stato difficile.

Ho respirato aria convinta. Ma anche un pelo di nervosismo, comprensibile. Il Verona si gioca tutto in tre partite. Venti giorni per non buttare via il campionato. Il paracadute c’è e si chiama play-off. Ma è quel tipo di paracadute che può anche non aprirsi.

Intanto bisogna battere il Taranto. Spero di vedere in campo dall’inizio Dalla Bona. Secondo me Sam può giocare anche zoppo in questa categoria. A tre giornate dalla fine è arrivato il suo turno, anche per non far cadere in farsa il suo arrivo a Verona.

Servono forze fresche. E anche qualche idea nuova. Selva può essere un buon corroborante. Rantier sarà preziosissimo nel finale. Ricordo che questa squadra era stata definita una Ferrari e ad un certo punto dopo gli acquisti di Di Gennaro e proprio Dalla Bona, addirittura biturbo. E’ tempo di accelerare, sperando che la benzina basti.

 

SEI DELL’HELLAS? ALLORA DEVI SOFFRIRE

A questo punto è difficile dire se il Verona andrà direttamente in serie B. Si può essere ottimisti e si può essere pessimisti. Francamente faccio fatica a iscrivermi al primo partito. Il Verona ha buttato via troppi punti in questo campionato e solo l’insipienza delle avversarie gli ha permesso di restare al comando. Ancora una volta, contro la Spal, il Verona si è ritrovato tra le mani il campionato. Il gol di Selva, nonostante una partita insipida della squadra, permetteva all’Hellas di riprendersi la vetta della classifica e soprattutto era l’iniezione più importante per il morale. Quel gol di Meloni al 45′ ci ha rimesso la testa sotto acqua e ci costringerà ad affrontare in apnea le ultime tre giornate.

D’altro canto ancora nulla è stato scritto. Proprio la gara del Portogruaro con il Foggia, la più facile e più scontata della giornata ci ha detto che tutto è possibile. Ma il Verona non può più pensare di vivere con i regali altrui che prima o poi finiranno. La vittoria manca ormai dal 29 marzo (1-0 con il Giulianova). Nelle ultime sette gare abbiamo segnato la miseria di 4 gol. Eppure siamo ancora lì a tenere viva la speranza, perchè quella è l’unica cosa che non deve mancare. Anche se si fa sempre più fatica. Ma lo sappiamo: sei dell’Hellas? Allora devi soffrire.

VINCEREMO A SPAL

 Una volta, tanto tempo fa, il Verona partecipò alla Coppa Uefa. Dopo aver superato i trentaduesimi di finale (32°, allora si partiva da lì…) vincendo in due straordinarie partite contro la temibilissima Stella Rossa (1-0 all’andata, 3-2 a Belgrado, per la cronaca), la squadra di Bagnoli affrontò lo Sturm Graz, squadra austriaca di onesti pedatori. All’andata la partita, bellissima ed emozionante finì 2-2 con una rete di Galderisi ad acciuffare gli austriaci. In quella straordinaria serata, nonostante l’amarezza del pareggio, la gente del Bentegodi e una meravigliosa Curva Sud, s’inventò il famoso coro: "Vinceremo a Graz". Era un modo per caricare quei ragazzi, dire loro che ci credevamo ancora e che avremo fatto un altro gigantesco serpentone per l’Austria. Al ritorno finì 0-0, purtroppo e sebbene imbattuto in Europa, il vecchio Hellas venne eliminato. E nonostante la delusione, comunque, eravamo tutti grati all’Hellas, per l’impegno e per le emozioni che ci aveva fatto vivere.

Oggi mi piacerebbe che urlassimo ancora e perchè fermamente convinti come lo fummo allora quel "Vinceremo". Stavolta a Spal, pardon a Ferrara, dove passa il nostro campionato. Perchè l’importante è crederci. Noi, come la squadra. Che, se ancora non l’ha capito, dal pubblico di Verona riceverà comunque applausi se avrà sputato sangue e messo in campo gli attributi. Come successe, se non sbaglio, caso unico nell’italico paese, anche quando retrocedemmo in serie C. 

RIFLETTIAMO BENE

 Sono appena tornato dalla sede del Verona. Credo che quello che è successo domenica sera non ha necessità di commenti. L’imbecille assassino che ha tirato quel sasso che ha rischiato di ammazzare qualcuno nel pullman della squadra non è degno di essere chiamato " tifoso del Verona". Non può essere un ragazzo gialloblù, uno di quelli che amano il Verona. Quel sasso, paradossalmente che poteva fare molto male, ha oggi il potere di essere un toccasana.

A patto che generi una seria riflessione collettiva anche sul nostro essere tifosi. Siamo in preda ad un generale psicodramma che rischia di affondare la nave e con essa anche noi. Ci sta un mugugno, un coro di dissenso, un commento su un blog. Anche forte.

Ma questo non può essere la licenza di uccidere in mano a qualcuno. Il Verona è nostro, dobbiamo riprendercelo. Lo dico ora, prima che sia tardi. Siamo primi in classifica, non ultimi, il campionato è nelle nostre mani, la società è forte e decisa, la serie B è ancora lì a due passi. Farci del male da soli è un gioco da veri deficienti autolesionisti. E qui, francamente non c’entra niente Remondina. Qui c’è in ballo qualcosa di molto più grosso. La vita stessa della nostra società che dipende dalle nostre azioni. 

LA DIFFICILE SCELTA DI MARTINELLI

 

Mio figlio Robertino ha sei anni. Se gli avessi detto oggi: "Vai allo stadio a giocare con la maglia dell’Hellas", sicuramente avrebbe avuto meno paura di chi è sceso in campo oggi. Avrebbe almeno tirato qualche scarpata a qualcuno.

La paura è un sentimento che hanno i perdenti. Non esiste aver paura di uno stadio così. Nè di questa maglia. La situazione che si è creata è solo frutto dell’incapacità di lor signori di chiudere il campionato. Nessuno si sogni, ora di usare come alibi un coro (giusto) e un giramento di balle (altrettanto giusto).

Non capisco se la squadra è "cotta". Se lo fosse sarebbe gravissimo e investirebbe in pieno il settore tecnico. Se invece il problema è mentale, beh che volete? Uno psicologo?

Quanto è responsabile Remondina? Tanto, essendo lui il pilota. Purtroppo vedo il mister disorientato. Non sa dare bene una spiegazione a quello che stiamo attraversando. Stiamo male? E perchè? Remondina sa dare spiegazioni su quello che servirebbe: certo, la vittoria ci farebbe benissimo. Ma come ci arriviamo se giochiamo un primo tempo come quello di oggi?

La gente ha perso la pazienza. Spero che la società prenda la decisione giusta. Tenere Remondina se è veramente convinta che l’allenatore possa risolvere questa crisi. Cambiarlo se ha il dubbio che il tecnico sia arrivato al capolinea.