Semplicemente Vito. Ma chi lo avrebbe detto quando Galli lo ha preso dal Taranto che le speranze di salvezza del Verona sarebbero state legate a questo ragazzone nato a Trani (compie oggi, 25 anni, auguri)? In redazione quel giorno ci siamo guardati in faccia: Di Bari? Di Bari chi? Ma dai, la solita bufala…
Poi è arrivata la gara con il Legnano: eccolo lì Di Bari. Liscio, controliscio, liscio con fagotto. Di Bari, appunto la solita bufala. Certo il Bentegodi per uno che è sempre stato in C1, è capace di ammazzare chiunque. Quando dal campo vedi la gente lassù e dici, oggi gioco per il Verona: se appena ti affiora un dubbio, zac… sei fregato.
Se poi Sarri ti ha appena ripassato quei duecento movimenti, se le gambe ti tremano, se… Ficcadenti mi ha sempre detto: “Non è che tutti possono vestire la maglia del Verona. Per venire qui ci vuole anche un grande carattere e una grande personalità”. Ecco, Vito Di Bari per me era catalogato lì: uno di quelli che la maglia del Verona la doveva solo collezionare.
Ma a Busto Arsizio ho avuto il primo ripensamento: il gol, la prima vittoria esterna, la faccia pulita di questo ragazzone che nelle dichiarazioni quando gli dici che gioca per il Verona, gli brillano gli occhi e il sorriso diventa da Durbans…
E poi quell’intervista rilasciata al nostro Alberto Fabbri la scorsa settimana, la sua sincera (quasi demodè…) fede in Dio (vedi l’intervista), accanto ad una feroce determinazione, me lo ha fatto diventare simpatico.
Sì, è giusto così: Di Bari è stato premiato, ha segnato il gol del successo di Monza (ancora al 92′!), ed oggi è il vero simbolo di questo Verona che cerca di non crollare all’inferno.
Un giocatore sconosciuto, arrivato in gialloblù chissà per quali vie, battezzato “brocco”, ma orgoglioso e onorato di essere qui. Bravo Di Bari: per me sei un esempio. E spero che il nuovo Hellas, rinasca partendo anche da gente come te. Stamattina, (lunedì) mi hai appena confessato in diretta a Radio Adige, che il tuo sogno è continuare a vestire la maglia del Verona. Lo spero, fortemente, anch’io. E scusa se ti pensavo solo una bufala…