Prima considerazione: alzi la mano chi avrebbe firmato ad inizio mercato affinchè restassero Serdar, Suslov, Duda Coppola e Tchatchoua? E’ il primo dato importante da cui partire per giudicare il mercato estivo del Verona.
Alla luce dei fatti la necessità vitale di fare plusvalenze del Verona si è ridotta alle cessioni di Noslin e Cabal. Due cessioni da cui la società ha tratto il massimo profitto e che ha messo Setti e Sogliano nelle condizioni di alzare l’asticella della valutazione quando gli altri “gioielli” sono stati richiesti. Niente a che vedere con la maldestra campagne svendite di tre stagioni fa.
Questo dal punto di vista tecnico-tattico rappresenta un vantaggio enorme perchè ha dato la possibilità al nuovo allenatore Zanetti di partire in ritiro con la squadra fatta almeno per il 70/80 per cento cosa che non successe nemmeno con Juric costretto a fare i salti mortali sia al suo primo anno, sia al secondo.
Sogliano ha poi “sfrondato” la rosa, tagliando tutti quei giocatori che per un motivo o per l’altro erano inutili e costosi (alcuni costosissimi). Un lavoro immane che ha “rubato” energie ma che ha consolidato ancora di più la “gestione” finanziaria della società, abbassando ulteriormente il monte ingaggi.Alcune cessioni, lasciatemelo dire, sono state dei “capolavori”.
Per quanto riguarda i rinforzi. Sogliano si è concentrato su un dato: il Verona aveva perso i giocatori che avevano portato concretamente alle ultime due miracolose salvezze: Ngonge e Noslin. Ha cercato quindi di ricostituire anche numericamente quel pacchetto. Il Verona aveva perso anche Bonazzoli, Swiderski ed Henry (oltre al giovane Cruz che si è infortunato ma che probabilmente sarebbe stato ceduto) e quindi non è vero che “siamo pieni di attaccanti” come sostiene qualcuno. Tenete poi presente il fatto che il Verona non può prendere attaccanti da venti gol a stagione. Ed allora Sogliano ha pensato che questi gol vanno “divisi” tra tanti giocatori della rosa. E’ una strategia che ha dato già i suoi frutti perchè nell’ultimo campionato sono stati utili tutti. Bonazzoli, Swiderski e persino Henry.
Maggiori critiche ha ricevuto il mercato della difesa. Un mercato che non è decollato. La verità è che Sogliano non ha ricevuto offerte per far “uscire” dei giocatori e al contempo farne entrare degli altri. Al di là di qualche “mal di pancia” espresso da qualcuno ma senza concrete offerte non è stato possibile fare operazioni. L’unico ad uscire è stato Ceccherini ed infatti è entrato al suo posto Daniliuc. Faraoni è rimasto. Con il peso del suo ingaggio e con un ruolo di secondo piano. Se fosse stato piazzato sicuramente anche il mercato dei difensori sarebbe stato diverso. Ora però toccherà al giocatore dimostrare di non essere un peso. Nei suoi confronti non c’è nessuna preclusione e se se lo meriterà giocherà e sarà utile alla causa.
Ultima analisi sulla qualità di chi è entrato: qui siamo nel campo dell’imponderabile ovviamente, ma qualcosa si può dire. Ci sono tre tipologie di giocatori. Le “Grandi Scommesse” a basso costo, come Mosquera e Livramento, le “Scommesse Ragionate” come Tengstedt, Sarr e Alidou e le “Certezze Probabili” come Kastanos e Harroui. Il mix è molto interessante, ci affidiamo all’intuito e al tocco magico di Sogliano, capace di portare a Verona giocatori funzionali alla piazza, che costano poco e che hanno sempre tante motivazioni. Un criterio di scelta che guida il ds del Verona è vedere quanta voglia ha un giocatore di venire a giocare nell’Hellas. Non appena intravvede un tentennamento, ve lo posso assicurare, Sean cambia obiettivo. La fame e la gioia di vestire il gialloblù sono doti primarie, anche a scapito magari della qualità tecnica. Oltre a queste tre categorie ci possiamo aggiungere anche la quarta: “Giovani con l’X Factor” come Sishuba e Loumbarde (costato zero, ci tengo a dirlo. Al Rennes andrà solo il venti per cento di una futura rivendita e alcuni bonus).
Il mio voto alla campagna acquisti, per quello che può valere e ritenendolo un mero e forse inutile giochetto estivo è un sette pieno. Poteva essere anche otto se la società avesse investito maggiormente su alcuni profili che oggi sono “prestiti con diritto di riscatto” formula che non impegna finanziariamente il club ma che impedisce anche un minimo consolidamento perché è più che evidente che eventuali riscatti saranno esercitati solo se questi giocatori avranno un mercato. E questo significa anche ripartire ogni anno da zero. Una “condanna” che potrebbe essere evitata se Setti trovasse finalmente un socio che desse consistenza economica alla società. Altro capitolo. Ma fondamentale.