Negli Stati Uniti il presidente nei momenti più duri come ad esempio una guerra, diventa “il comandante in capo”.
E’ un’assunzione totale di responsabilità in cui il presidente eletto rappresenta tutta la nazione e ogni componente di quella, comprese le forze armate, rispondono a lui.
In un’azienda, il titolare, cioè colui che detiene la proprietà, è sempre un “comandante in capo”. Le scelte e l’indirizzo dell’azienda dipendono dalle sue decisioni. Sta alla sua bravura, alla sua sensibilità, al suo fiuto “delegare” alle persone giuste, fette della propria responsabilità. Ma la decisione, finale, spetta sempre a lui.
Per questo la settimana scorsa contestavo lo striscione “Pecchia Vattene”. Pecchia è un falso problema, il problema vero, l’unico nodo che oggi si deve affrontare, è relativo alla società. C’è un upper level, un livello superiore, ed è quello della proprietà del Verona, che deve essere affrontato. E’ Setti che ci deve dire se è contento di questo Verona, se siamo in linea con le aspettative e soprattutto con gli investimenti, e quindi se si va avanti con Pecchia. La questione è molto semplice e la ripeto da tempo: o si pensa che questa squadra sia molto più forte di così ed allora Pecchia deve essere cacciato subito, oppure, molto più semplicemente si prende atto che il Verona è stato costruito al risparmio e quindi si rafforza Pecchia. La società deve assolutamente prendere una di queste due decisioni. Dicendo che Pecchia non è il problema (cit. Fusco a fine gara), mi pare chiaro che la seconda opzione sia quella che la società ha sposato. Pecchia allena semplicemente una squadra inadeguata, con un organico all’osso, con troppe scommesse. E quindi resta al suo posto. Lo doveva dire Setti, però e non Fusco.
Ora dirò cosa penso della gara di Cagliari. A parte la considerazione tattica e tecnica, la squadra è molle, senza anima. Giocare una partita del genere quando persino il fato si mette dalla tua parte (gol in apertura, rigore sbagliato) è un gravissimo allarme. Non riesco veramente a capire come si possa essere ottimisti in questo contesto e come si possa girare la frittata dopo aver perso una gara chiave. Si dirà: il campionato è lungo, tempo di rimediare ce n’è. Si ma sono passate dodici partite in cui si è vinto solo con il Benevento (e a fatica) ed è troppo poco. Qualche barlume s’è visto con Chievo, Atalanta e Inter, ma Cagliari ci rituffa nel baratro. E resta lo zero in classifica dopo queste quattro sconfitte. Per ora il Verona non è adeguato alla serie A, ma non ha neppure le armi per lottare con umiltà. Setti, dopo averci detto che la società spende più di quanto incassa (Perchè? magari andava chiesto…), deve dirci adesso il suo pensiero. Prima di diventare il primo presidente fantasma dell’Hellas Verona.