TONI…AMOCELO STRETTO

Spero che Luca Toni dedichi un altro anno al Verona. E’ stato fantastico vedere e lavorare con un campione del genere. Mai una parola fuori posto, il sorriso sempre stampato sulle labbra, una professionalità straordinaria. E’ stato amore a prima vista tra Luca Toni e Verona. Non serve dire tante parole quando c’è questo feeling. E’ come se Toni avesse sempre giocato qui. Toni è stato il simbolo della nostra rinascita, ci ha fatto sentire importanti dopo gli anni di Morante, Ferrante, Da Silva e compagnia bella. Ma noi abbiamo visto anche Nanu, Paolo Rossi, Elkjaer, Zigoni, Bui, Penzo, Inzaghi, Mutu. E dunque Toni ha riallacciato i fili con il nostro passato, quello più nobile e di successo. Ora si parla di un suo calo. Io non ci credo. Toni ha ancora tanto da dare al Verona. Per prima cosa deve battere il record di segnature in A che è lì ad appena due gol. E poi all’orizzonte c’è sempre la nazionale. Ma se non dovesse andare in Brasile, Luca sa che qui sarà sempre il NOSTRO bomber. E che alla fine, per noi veronesi, la nazionale si chiama Hellas…

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CHE SENSO HA?

Campedelli è liberissimo di alzare i prezzi. Il Bentegodi quando gioca il Chievo è casa sua. Avrebbe potuto anche mettere le Curve a 100 euro se avesse voluto. Non è questo il problema. Chiedo però che senso ha tutto questo: Campedelli cerca un facile incasso, visto che spesso quando gioca il Chievo gli spalti sono deserti e che anche la campagna abbonamenti (dati mai comunicati)  pare non essere andata benissimo (nonostante i prezzi, in questo caso quasi da saldo…)? Beh di questi tempi e con la crisi che morde le caviglie della gente, dubito che un ragioniere attento come il presidente del Chievo potesse sottovalutare il fatto che in molti non andranno alla gara. L’incasso non ci sarà (a parte i 30 euro della Curva, la Tribuna superiore è a 45…) e lo stadio presenterà i soliti imbarazzanti vuoti quando gioca la squadra di Corini. Ed allora? Si tratta di un dispetto? Di una provocazione? Al Verona? Ai suoi tifosi? Alla città? Non riesco davvero a capire. Ma come ho scritto ieri sera su twitter, Campedelli pare sempre di più il bimbo ricco che si porta via il pallone quando perde la partita.

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SE TONI VIENE MASSACRATO

Abbiamo sempre detto: ci sta di perdere ma la squadra deve dare tutto. Il punto è questo: ha dato tutto con Parma e Inter? Rivedo con calma le due partite. Col Parma due gollonzi e un secondo tempo buono. Con l’Inter la possibilità di riaprire il match (gol di Moras sbagliato) e un finale orgoglioso (doppio miracolo di Handanovic). Troppa gente si fa condizionare dal risultato. Io non ho visto un Verona senza motivazioni. Ho visto un Verona che se l’è giocata a viso aperto ed ha perso. Avessimo 21 punti, sicuramente queste due gare le avremmo giocate con spirito diverso, magari facendo barricate. Fareste cambio? Io no. Mi tengo i 40 punti e la salvezza a marzo con la possibilità di programmare il futuro, di testare i giovani (visto Sala?), di intavolare con calma trattative e rinnovi. Certo, è un peccato fallire il salto di qualità. Credo che questa squadra abbia ancora delle risorse ed è giusto mantenere alta la richiesta di onorare il campionato. Sarebbe un peccato essere stata la rivelazione del campionato e finire male la stagione.

Sono assolutamente in linea con quanto detto da Mandorlini su Luca Toni. Per primo ho denunciato il cambio di atteggiamento degli arbitri nel valutare i falli sul nostro attaccante dopo le parole di Leonardi. Toni va tutelato. E con lui va tutelato il Verona. Lascio stare l’episodio del rigore (per me c’era, Ranocchia lo aggancia non una ma due volte) tanto qui siamo nel campo dell’opinabile e basta che tre moviolisti decidano che non c’è per condizionare l’opinione pubblica (e quello su Montolivo era rigore? E la mano di Vidal a Genova è rigore e a Verona no?). Non è questione di essere “piangina”. E’ questione di non essere “mona”. E qui non lo siamo. Ok, il Verona è salvo, ma gli arbitri non devono danneggiarci per questo. Toni viene sistematicamente fermato usando di tutto: braccia, gomiti, spalle, botte. Siccome è alto quasi due metri gli danno sempre contro. Non è giusto. Fermato Toni (in quel modo) al Verona viene impedito di giocare. Anche per questo Mandorlini deve cercare una soluzione alternativa (le due punte? il trequartista?). Le squadre avversarie ci conoscono di più, preparano la gara bene e sanno che fermato Toni (in modo lecito o illecito) il Verona perde tanto potenziale.

Si torna a parlare della questione Jorginho. E’ chiaro che il Verona ha perso tantissimo cedendolo. Credo che la società lo abbia venduto proprio per i punti fatti e perché la salvezza era acquisita. Abbiamo sempre detto che dal punto di vista razionale/economico quella cessione andava fatta, ma che dal punto di vista sportivo era un peccato. Attenzione però: ora questo argomento rischia di diventare un alibi. Jorginho è un ottimo giocatore ma non Messi. Lì ci sono tre giocatori con caratteristiche diverse ma che tante squadre si sognano. E’ ora che facciano vedere il loro valore. Fino ad oggi, purtroppo, non l’hanno fatto. E Jorginho non c’entra.

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RAGAZZI, NON ROVINIAMO TUTTO

Io non ho visto un Verona in vacanza contro l’Inter. La squadra m’è piaciuta, ma come a Parma abbiamo preso due gol frutto della svagatezza. La partita è stata buona, vedo giocatori che ancora s’impegnano, ma che forse hanno tolto il coltello dai denti e a volte impugnano un ago per ricamare. La fame non può essere quella di inizio stagione ma adesso questo campionato va onorato fino in fondo. E’ un obbligo non solo da affermare nelle interviste, ma anche nei fatti. Questo è un campionato eccezionale, ma non va rovinato con prove mediocri. C’è ancora il tempo e le gare per non cadere nel grigiore.

“CONDANNATI” A STUPIRE SEMPRE

Non sarà facile trovare ad ogni stagione un Toni su questi livelli, un Iturbe o un Romulo. Ma il Verona lo dovrà fare. Perché sarà sempre condannato a stupire come ha fatto in questa stagione. Certo, è ovvio, la salvezza viene prima di tutto. Ma, diciamocelo chiaro: solo con campionati di questo livello si riesce a innescare un meccanismo virtuoso per le casse della società.

La sfida che attende il Verona è difficile e affascinante. Mettere insieme equilibrio di bilancio e risultati. Ogni anno ci saranno cessioni dolorose. La speranza è che la squadra non venga ribaltata come un calzino. Ma queste cessioni ci saranno solo davanti a campionati monstre come questo. La mediocrità non si coniuga con l’interesse mediatico e con la valorizzazione dei giocatori. Esempi ne abbiamo sotto gli occhi ogni giorno.

Se il Verona ha attirato tanto interesse è perché sta disputando un campionato eccezionale. Che ha messo in evidenza Jorginho, Romulo, Iturbe, i più spendibili sul mercato, ma anche tanti altri da qui alla fine (si spera). Per questo Setti non si potrà mai accontentare solo del piccolo cabotaggio (tipo il Chievo, giusto per fare un esempio).

Il Verona è condannato, per questo, a stupire sempre. Ma anche a crescere. Il programma è ambizioso. Il consolidamento porterà ad avere giocatori di proprietà, le plusvalenze saranno sempre più importanti, e man mano che gli anni passeranno, il Verona potrà alzare il tiro degli obiettivi. L’unico baluardo che non si potrà MAI superare sarà il monte ingaggi. Perché nel calcio una stagione storta può sempre capitare e a quel punto bisognerà accendere tutti i paracaduti possibili per non cadere nel vuoto.

Essere partiti al primo anno di A in questa maniera è qualcosa di eccezionale, vorrei ribadirlo ancora una volta. La plusvalenza di Jorginho, quella di Iturbe e (forse) quella di Romulo, permetteranno al Verona di abbreviare la strada verso il consolidamento. Ma il prossimo anno sarà, in assoluto, il più difficile. Perché non avremo perso ancora del tutto il ruolo di possibile contendente per la salvezza, ma non ancora assunto quello di una media grande. E tutti si aspetteranno di bissare questa stagione. Servirà pazienza, abilità e fortuna.

SOGLIANO RESTERA’ AL VERONA. ECCO PERCHE’

Sogliano non andrà al Milan. Non quest’anno, non adesso. Nonostante Galliani abbia alzato la cornetta. Sogliano ha deciso. Forse qualche mese fa. Per carità: fino ad oggi nessuna smentita ufficiale, ma è chiaro che il ds scaligero, soprattutto dopo Gennaio, si è rimboccato le maniche e s’è messo a lavorare ancora di più a testa bassa per il Verona.

Vuol dire che Sean ha chiuso la porta al Milan? No, non sto dicendo questo. Un giorno può darsi che ci andrà. Ma non quest’anno. Le valutazioni di Sogliano sono due: la prima: cosa vado a fare in questo momento al Milan? La seconda: non posso entrare in una società dove, al di là delle apparenze, è in atto una guerra strisciante e logorante tra la proprietà (Barbara Berlusconi) e uno dei suoi uomini più rappresentativi (Galliani).

Comunque la giri, comunque ti schieri, rischi di essere triturato da questo duello. Sogliano non è Braida. E’ un operativo vero, uno totalizzante. A Verona decide persino chi deve parlare a fine gara o in settimana. A Milano in questo momento hanno bisogno di un’altra figura. Un Braida giovane che possa lavorare al fianco di Galliani per cercare di mettere nel mirino tanti Iturbe. Da qui il pensiero che porta a Sogliano, ignorando ciò che Sean in realtà è: un manager a 360°, che viaggia con staff incorporato (il fido Dibrogni, Gemmi) e che ama lavorare in profondità. Cosa che oggi al Milan non è possibile.

Certo, se stamattina Barbara Berlusconi, dopo l’umiliante 4-1 preso dall’Atletico annunciasse il licenziamento di Galliani, allora lo scenario cambierebbe. Ma sappiamo benissimo che quando ci ha provato si è trovata davanti a due ostacoli: il primo affettivo, visto che il padre è legatissimo al manager che col Milan ha vinto tutto. E l’altro economico visto che Galliani aveva annunciato che si sarebbe fatto da parte ma previo pagamento di ricchissima buonuscita che in questo momento Arcore non può pagare, attanagliato da crisi, guai giudiziari, sentenza Mondadori eccetera.

Infine, particolare non trascurabile, Sogliano è legato da un contratto sino al 2015 al Verona. E a Parma Setti ha detto chiaro e tondo che per lui, a marzo inoltrato, la questione è chiusa, visto che fino ad oggi nessuno s’è fatto vivo. Sean resterà e continuerà il buon lavoro fatto al Verona. Dove le sfide, tra l’altro, non mancheranno. Se questo era l’anno zero, il prossimo sarà l’anno doppio zero, con una squadra che dovrà essere rafforzata, migliorata e cambiata nei ruoli chiave.

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DUE GOLLONZI E LA QUESTIONE CIRIGLIANO

Il Parma è forte e non sta scritto da nessuna parte che il Verona debba vincere ovunque. La gara di oggi non l’abbiamo persa perchè “la società non vuole l’Europa” come si comincia a mormorare da qualche parte. E’ stata persa perchè abbiamo preso due gollonzi, frutto, forse di un po’ di superficialità e perchè a centrocampo, purtroppo abbiamo giocato un tempo con un uomo in meno. La questione Cirigliano è molto delicata da affrontare. C’è chi lo ha già bocciato impietosamente. Chi non lo ritiene all’altezza. Secondo me c’è un piano oggettivo (quello della gara di oggi) e un piano prospettico (quanto può migliorare, diventerà un grande giocatore) di giudizio. Oggi Cirigliano non è stato all’altezza. In debito fisico, di idee, di lucidità. Visto così non è pronto per giocare con continuità nel Verona e nel campionato italiano. Con onestà intellettuale, devo ammettere (ancora una volta) che Mandorlini ha sempre ragione. C’era un motivo se non lo voleva far giocare. Il rischio di “bruciarlo” era evidente e Cirigliano non era pronto. Credo però che l’argentino meriti una prova d’appello. Almeno ci mettiamo l’anima in pace. Se non è lui l’erede di Jorginho, Sogliano sa che dovrà cercare fin da subito un sostituto all’altezza.

Ragionare con i giovani non è mai semplice. A volte c’è bisogno di tempo, ma nessuna società ne ha all’infinito. Tra qualche anno, magari Cirigliano esploderà, ma quel momento non pare oggi. Mandorlini e la società devono capire se vale la pena puntare su di lui oppure no. Ballano anche due milioni e mezzo di euro. In questo momento, dispiace dirlo, ma Cirigliano non li vale. Può restare, ma non a queste cifre.
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LA RIVELAZIONE E’ IL VERONA (MA QUALCUNO NON SE N’E’ ACCORTO E CONTINUA A CRITICARE)

Ve lo dico ora perchè se lo dicevo prima avrei potuto offendere qualcuno. Domenica sera dopo aver finito di lavorare, verso le due di notte, sono andato a letto. Siccome non riuscivo a prendere sonno ho preso in mano l’Ipad e sono venuto a leggere qualche commento sui social network… Pensavo che sarebbe stato tutto un commento positivo, una festa, quaranta punti , obiettivo salvezza raggiunto al 2 di marzo… Invece no. E’ incredibile ma è così. Si parlava di Cacia, di Jankovic, della società che tirava indietro, eccetera eccetera. Se l’avesse letto qualcuno da Marte ci avrebbe preso per pazzi. E’  davvero stucchevole, incredibile al limite del farsesco che qualcuno si possa essere dimenticato tutto quello che è successo a Verona in questi anni. Io davvero non riesco a capire come si possa non godere di questo eccezionale momento. Qualcuno, lo capisco poveretto, ha bisogno di crearsi sempre un nemico pur di poter vivere ed essere qualcuno. Ma francamente, attaccare la società, Setti, Sogliano mi pare essere un po’ fuori di testa… Non ne parliamo poi di chi ce l’ha con Mandorlini… Qui siamo nel campo della coglionaggine pura.

Ieri ero a Parma ed ho avuto la stessa sensazione che ha avuto Mandorlini lunedì dopo la sua riunione con gli arbitri a Coverciano. Ho parlato con Ghirardi, con amici bolognesi, giornalisti: tutti all’unanimità ritengono ciò che ha fatto l’Hellas fino ad oggi UN VERO MIRACOLO. Sottolineo questa eccezionalità perchè non mi pare che tutti la stiano apprezzando. E’ un miracolo sportivo vero e proprio che ha delle basi concrete. L’organizzazione societaria, prima di tutto. Poi la bravura di Andrea e l’intelligenza del gruppo. E’ bene anche dire che non sarà sempre così. Che ci saranno campionati in cui la nostra dimensione sarà diversa. In cui magari ci ritroveremo a questo punto al quint’ultimo posto o al quart’ultimo. Ed allora cosa faremo? Spareremo palle incatenate contro Setti, contro l’allenatore, contro i giocatori o staremo al fianco della nostra squadra, come quando era in Lega Pro?

Mi piaceva pensare a tutte le traversie che abbiamo passato in questi anni come una sorta di traversata purificatrice nel deserto, un nuovo punto di partenza per ripresentarci in serie A molto più maturi e molto più consapevoli. Invece, purtroppo, molti non hanno capito che il Verona stava per sparire e che qualcos’altro era pronto all’orizzonte. Secondo me se ci ricordiamo da dove arriviamo, andremo molto lontano. Ma se facciamo gli smemorati e imitiamo quei tifosi di altre squadre, da cui abbiamo sempre preso le distanze, abbiamo poche speranze.

 

SALVEZZA RAGGIUNTA: GRANDE RISULTATO

Raggiunta quota 40. Non vorrei che passasse sotto silenzio questo grande risultato del Verona ottenuto all’inizio di marzo. Sembrava scontato, visti i grandi risultati ottenuti, ma solo oggi che abbiamo tagliato questo traguardo possiamo affermarlo a voce alta. Certo, il pareggio con il Bologna non è stato granchè. Una partita così così, in cui si è sentita la mancanza di Luca Toni è indubbio. Ha giocato Rabusic (che non mi è dispiaciuto) mentre Cacia è apparso fuori ormai dal progetto. E’ un peccato che il bomber della scorsa stagione sia rimasto in panchina oggi, capisco anche il suo sfogo con Sogliano a fine gara. Ma è chiaro che il Verona in questo momento non può guardare al particolare ma pensare al bene “comune” e al domani. Rabusic è il domani, Cacia in scadenza di contratto non resterà a Verona.

Il Verona ha centrato il primo obiettivo. Non accorgersi di quanto sia importante ciò è veramente miope. L’Hellas ha bisogno di consolidarsi, non ci sono Paperoni nè sceicchi alle nostre spalle. Solo una società che vuole fare bene il proprio lavoro e il passo secondo la gamba. Adesso si può pensare al domani, senza naturalmente rinunciare a rincorrere quell’Europa League che sarebbe un sogno.

GUARDARE AVANTI

Cosa vuol dire “guardare avanti“? Esattamente quello che spiegavo un mese fa quando fu venduto Jorginho al Napoli. Dissi allora: la cessione è giusta se i soldi verranno reinvestiti per cercare nuovi talenti. La differenza, semplice, banale, chiara sta tutta lì. Un mese dopo, questa società conferma quanti lontani siano i tempi pastorelliani. In grande anticipo e battendo un’aspra concorrenza Sogliano ha messo già le basi per il prossimo calciomercato. Prima Ionita, poi Chanturia, infine Maksimovic, sono tre colpi per il Verona che “guarda avanti”.

Più passa il tempo più Setti, Gardini e Sogliano segnano la differenza con il passato. Tanto che ormai in molti dicono che “una società così non c’è mai stata”. Setti sta dimostrando quando la capacità imprenditoriale possa essere abbinata alla passione calcistica. E’ il punto di equilibrio che abbiamo sempre cercato in un dirigente. Il resto, lo spin fondamentale per far girare le cose, lo abbiamo sempre avuto sotto gli occhi: si chiama Verona. Il suo pubblico, la sua gente, una città meravigliosa che spesso, troppo spesso, proprio i veronesi dimenticano di avere.

Forse l’occhio di un “esterno” come Setti ha visto ciò che neanche i veronesi hanno visto. Le potenzialità di una piazza e di una tifoseria che non ha eguali in Europa. Quella stessa tifoseria vorrei ricordarlo a costo di fare il grillo parlante, che qualche ufficio marketing di qualche importante azienda veronese, indicava (a mio avviso come alibi per spiegare il proprio immobilismo…) come il freno per acquisire il Verona. Follie. Dopo Balotelli, dopo altre mille prove, i veronesi hanno dato a Livorno un’altra grande lezione a chi immaginava banali guerriglie urbane. Sempre avanti. Appunto…

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