ELOGIO DELLA TIVU’ LOCALE

Domenica, da semplice spettatore, ho guardato il pomeriggio calcistico su Sky. Immagini in diretta, telecamere ovunque, opinionisti, lavagne tattiche, centinaia di operatori, registi, cameraman: Uno spiegamento di forze senza uguali. Mi chiedevo: ma come abbiamo fatto noi delle tivù locali a reggere a tale potenza di fuoco? Se ci ragionate un attimo, dovremmo essere morti e sepolti da un pezzo. Penso ai tempi andati, quando appena arrivato a Telenuovo intervistai Platini in mutande nello spogliatoio. Penso alla festa promozione con Prandelli e ai gavettoni che ci fecero i giocatori. Penso anche a quando, privati delle immagini dal campo, ci siamo “inventati” la telecronaca dallo stadio. Poi ci hanno tolto anche quella. Fuori dagli stadi, interviste col contagocce, qualche “genio” ha persino inventato le interviste a pagamento per le televisioni che hanno accettato il mercimonio.

Spallate decisive, colpi da ko che avrebbero ammazzato anche un elefante. Invece, come canterebbe il vecchio Vasco, siamo ancora qua… Eh già… Riguardavo i dati della mia trasmissione di giovedì… Sono numeri da impazzire. Con un centesimo dei loro soldi, dei loro studi, dei loro mezzi, la gente preferisce un’onesta trasmissione alle paillets e ai lustrini… Credo che il merito sia della nostra creatività, dell’originalità ma anche, permettetemi della nostra passione che ci fa affrontare e superare mille problemi, solo per il gusto di andare in onda, di darvi qualcosa in più.

E’ una lezione di vita e imprenditoriale, questa, mai sufficientemente tenuta in considerazione dai politici che preferiscono dare soldi a quattro giornalacci ‘fancazzisti di partito che aiutare chi invece collabora fattivamente sul territorio, svolgendo un’azione sociale di rilevanza pazzesca. Oh, sia chiaro… Se li tengano i loro (nostri) soldi… A noi ci basta il vostro affetto e la nostra passione. Come dimostrato: baluardi incrollabili anche davanti alle corazzate che sparano missili non convenzionali.

LA PONTA CHE FRACA

Cacia, Cacia, Maietta. E il derby è andato. Oggi abbiamo capito che cosa vuol dire avere “la ponta che fraca”. Quel giocatore che i vari Pastorello eccetera eccetera eccetera non ci hanno mai portato (episodio di Bogdani a parte), e che a Verona è sempre mancato. Fu l’errore più grande di Bonato, che invece di acquistarne uno forte ne prese tre che fecero solo casino nello spogliatoio.

Ricordarsi il passato per godersi il presente e anche il futuro. Del doman non v’è certezza scriveva Lorenzo de Medici che vedeva la giovinezza sfuggirgli via, ma se hai un attaccante è molto meglio. Dire se Cacia ne segnerà dieci, venti o trenta è impossibile. Di certo però, c’è che un bomber così non l’abbiamo mai visto, o forse era tempo che non si vedeva. Chi ricorda? Boh, adesso non saprei, forse Totò De Vitis, per quella fulminea prontezza con cui batte a rete e quelle verticalizzazioni che tagliano a fette le difese degli avversari. Due palle e due gol. Dopo di che corre l’obbligo di parlare di una prestazione che ancora non convince in pieno, anche se viene da dire, a pieni polmoni: chissenefrega. Se si vince va bene così, però è chiaro come il sole del Menti che qualcosa ancora non gira alla perfezione. Due errori abbastanza madornali (ma personali) hanno tenuto vivo il Vicenza, poi prestazioni così così da tanti gialloblù ancora alla ricerca della condizione.

Da rivedere, a mio avviso (il calcio è bello perchè è un’opinione) Jorginho che non ha ancora la personalità per prendere in mano la squadra dalla cabina di regia. Poi devono crescere Rivas (che non m’è dispiaciuto al contrario di molti…) e Gomez. Ma anche Hallfredsson ha ancora il freno tirato. Per me siamo solo al sessanta per cento e ciò è confortante. Se vinci una gara così e ti manca da esprimere il 40 per cento del tuo potenziale, chissà cosa potremo fare nei prossimi mesi. Intanto godiamoci l’imbattibilità e la zona play-off. E un derby settembrino a Vicenza che è sempre un bel andare.

I RIPES-GATTI

C’è una fiera rivalità tra veronesi e vicentini. Il Derby (rigorosamente maiuscolo essendo l’unico riconosciuto) ha rischiato di non giocarsi. Per la seconda volta nella loro storia i vicentini sono stati ripescati in B, e questo permette di avere una gara che banale e normale non è mai stata. Vigilantes e Brigate, oggi non ci sono più, in passato qualche bel cazzottone se lo sono rifilato. Altri tempi, in cui coltelli e altre stramberie restavano comunque a casa. Sono andato spesso al Menti. Una volta, qualche anno fa, ho avuto anche paura. Mi pare che fosse Coppa italia, ad un certo punto andò via la luce e lo stadio divenne una bolgia. Non bello, vi assicuro, vedere uno stadio al buio durante un derby…
Mi ricordo anche di una passeggiata del Conte Arvedi fin sotto la curva per festeggiare una vittoria. E il Conte che disse a Sky che Ficcadenti era il più bravo allenatore che il Verona aveva mai avuto. Massimo sostiene che da quella gara Cannella si scatenò negli spogliatoio, sobillando alcuni giocatori che poi lo portarono all’esonero. Il suo rammarico è di non aver dato le dimissioni dopo quella partita costringendo Arvedi a scegliere lui o l’uomo di Nocera Inferiore.
Poi è arrivato Mandorlini. Ricordo il dolce tepore del sole che riscaldava il ritorno del Verona in B. Era ancora Coppa Italia, ma quella partita sancì la fine del nostro inferno. Naturalmente vincemmo. L’ultima a Vicenza l’abbiamo persa. In modo incredibile tra l’altro, dopo aver acciuffato con Hallfredsson il pareggio. Una distrazione nei minuti finali. Credo che Mandorlini abbia ancora le balle girate per aver perso quella gara e in quel modo. Tanto è vero che al ritorno diede una piallata ai vicentini che non videro mai il pallone.
Ora si ritorna al vecchio e fatiscente Menti, pieno però di fascino antico. Il calcio è cambiato, ma Vicenza-Verona resta sempre il Derby. Anche se loro sono ripes-gatti…

VI ASPETTO AL…”VIGHINI SHOW”

Ve lo confesso: è sempre stato il mio sogno professionale. Condurre una trasmissione sportiva a metà settimana interamente dedicata all’Hellas Verona. Grazie al mio editore, quest’anno, il mio sogno si sta realizzando. Domani sera andrò in onda con il “Vighini – gialloblù – show”, due ore di diretta interamente dedicate all’Hellas Verona. Per questa prima puntata, grazie anche alla preziosa collaborazione di Fabrizio Cometti, nuovo addetto stampa dell’Hellas Verona, avrò come ospite in studio Andrea Mandorlini. Una partenza con il botto, ma attenzione, perchè il ciclo sarà costellato di numerosissime sorprese.

Non tragga in inganno il nome della trasmissione: si chiama “Vighini- gialloblù – show”, una scelta editoriale che mi responsabilizza ancora di più, in realtà si deve leggere “Telenuovo show”, perchè anche a questo prodotto lavorerà con me l’eccezionale squadra di colleghi che da anni mi affiancano: Luca Fioravanti, Stefano Rasulo, Alessandro Betteghella e Giovanni Vitacchio, senza i quali nulla potrebbe andare in onda, tantomeno questa trasmissione.

Credo che l’editore abbia deciso di dare questo titolo per sintetizzare la passione che gronderà in queste due ore di diretta. La mia passione per l’Hellas che poi è quella di tutta la città, che ho sempre manifestato in questi anni e che, spero, continuerò a manifestare e a darvi anche in queste due ore. Non è banale dirlo: io amo il Verona come amo Verona e odio qualsiasi forma,uomo o cosa, ostacoli questo amore.

Ho un rapporto puro e bellissimo con tutti voi e questo blog è la conferma di una crescita straordinaria che abbiamo fatto assieme. Tutti. Perchè, è questo il segreto, qui hanno trovato spazio tutti, nei limiti della decenza e del buongusto ovviamente.

Per questo vi aspetto numerosissimi giovedì sera dalle 21 in diretta. So che sarete al mio fianco in questa splendida avventura che non esito a definire la più affascinante da quando faccio questo mestiere.

 

E’ INIZIATO IL NOSTRO CAMPIONATO

Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Un successo che non deve esaltare. Il Verona ha dimostrato di avere una cifra tecnica superiore ma di essere ancora in fase embrionale. Tanta acqua deve passare sotto i ponti. E non tutti i problemi sono stati risolti. Molti però sono passati in secondo piano.

Paradossalmente il Verona ha beneficiato delle assenze di Bacinovic e Hallfredsson. Come per incanto la squadra ha ritrovato meccanismi antichi. Alcuni giocatori hanno dimostrato una duttilità che potrà essere utilissima. Martinho e Cacciatore ad esempio, sono stati spostati di qui e di là dal mister, senza che nessuno dei due ne risentisse minimamente. Bacinovic e Hallfredsson adesso torneranno e sarà curioso vedere come sarà il Verona con loro due. Già pensare che i due siano un problema e non un valore aggiunto è una prospettiva di pensiero che non mi piace.

Quello che mi ha più impressionato è stato Cacia. Non ha segnato è vero, ma i due gol portano la sua firma. Erano anni che non vedevo tagli così devastanti. Se imbeccato bene (e il Verona non lo ha fatto benissimo all’inizio), questo giocatore diventerà incontenibile. Ha funzionato molto meglio anche la fase offensiva dove Rivas ha fatto il bello e il cattivo tempo e dove Gomez, continuità a parte, sta arrivando alla forma migliore.

Stasera abbiamo finalmente capito che il Verona è un’ottima squadra e che le prime due giornate erano solo il frutto del duro lavoro fisico che aveva legato le gambe dei giocatori impedendone la corsa e la fluidità. Il campionato dell’Hellas, insomma inizia adesso. E c’è da scommetterci… Ci sarà da divertirsi…

CONDANNATI A VINCERE

Mi piacerebbe dire che questa con la Reggina sarà una gara come tutte le altre, che il risultato non conta, che anche un pareggio andrebbe bene… Ma non direi la verità… E siccome la verità l’ho sempre detta, dopo due pareggi (scialbi) c’è poco da fare. Questa gara va vinta.

Per tanti motivi: se arrivasse un altro pareggio, immaginatevi voi i mugugni. Si aprirebbe inevitabilmente un processo alla squadra e forse anche a Mandorlini. Al mercato, alle scelte, alla squadra che non è ancora squadra.

Non ne parliamo nemmeno se dovesse (qui i gesti scaramantici si sprecano…) arrivare una sconfitta. Già si parlerebbe di crisi della corazzata e gli altri godrebbero come ricci sulle nostre disavventure.

In effetti se ci pensate bene, solo una vittoria scaccerebbe tante titubanze avvertite in queste prime gare. Resto fiducioso anche se so che ci sarà ancora da soffrire in questo avvio di campionato. M’immagino già la gara con la Reggina. Loro cercheranno di giocare sull’aspetto psicologico, facendo leva sulla pressione nostra. Cercheranno di metterci in difficoltà giocando sotto la linea della palla, lanci lunghi, densità a centrocampo. Noi dovremo avere pazienza, tanta, tantissima. Mai come domani, il Bentegodi, deve diventare l’infuocato catino che conosciamo.

I mugugni per favore lasciamoli da parte. Se qualcuno cercava facile divertimento, poteva restare dove è rimasto fino ad oggi. Questo è l’Hellas, la sofferenza è incorporata. Ma dopo sai che bello…

TUTTO RUOTA ATTORNO A BACINOVIC

Non è Tachtsidis… E daghela con ‘sta litania… Bella scoperta… Non è Tachtsidis, Armir Bacinociv. Lo sappiamo, lo sapevamo. E’ un giocatore diverso, ma il problema non è questo. Il problema è capire se questo… sia… Bacinovic. E la mia risposta è no, questo non è Bacinovic. Perciò dobbiamo smetterla di paragonarlo a Tachtsidis. Giocatori come il greco sono un anomalia. E se ci ripensate di questi tempi, il blog grondava critiche nei confronti dell’Oplita. Prendeva palla, sì è vero, ma poi la perdeva in continuazione, non sapeva a chi darla, una cosa buona e cento sbagliate. La pazienza e la fiducia di Mandorlini lo hanno maturato e alla fine abbiamo riconsegnato al calcio un grande giocatore. Senza guadagnarci nulla, peraltro, politica dissenata nel pallone odierno. Ma questo è un altro discorso.

M’interessa di più capire che cosa deve fare Bacinovic e quando deve farlo. A Verona siamo esperti in quel tipo di giocatori avendo visto all’opera due tra i migliori interpreti del ruolo: Vincenzo Italiano ed Eugenio Corini. Ebbene: entrambi eccellevano quando la squadra girava alla perfezione, quando diventano “catapulte umane” che lanciavano sulle fasce i compagni con i loro straordinari cambi di campo. Sia Prandelli, sia Malesani, sia Del Neri, costringevano i due a giocare a due tocchi al massimo, a “imbucare” la palla senza quasi guardare com’era messo il compagno. Qui hanno dato il meglio. Viceversa il loro gioco diventava stucchevole quando non sapevano cosa fare, quando indugiavano a portare palla, incapaci di andare a riprendersela. Un po’ come il Bacinovic di oggi. Che appunto, per funzionare deve diventare il fulcro della squadra, avere la personalità di chiedere il pallone sui piedi, ma anche una squadra attorno che sappia proporsi negli spazi, senza palla, con le sovrapposizioni continue sulle fasce. Bacinovic insomma deve parlare la lingua dell’Hellas e non viceversa come fece in quella surreale conferenza stampa di presentazione dove si presentò con interprete incorporato e poca voglia di parlare. Meglio spiegargli che continuando così, sarà difficile che torni in serie A, a Verona come a Palermo, e che il Chelsea se lo sognerà di notte.

Il Verona oggi è molto lontano da tutto questo. Ed è fisiologico che lo sia, come ho già spiegato. Per mettere in moto alcuni meccanismi serve pazienza. Ed invocare adesso il nome di Jorginho per quel ruolo non credo che sia giusto. Lì abbiamo Bacinovic, signor giocatore ma presunta stella (per adesso) del campionato.

STEMO CALMI

Il secondo pareggio consecutivo non fa primavera. Come una rondine. Significa che non è possibile decifrare adesso l’Hellas. E chi cerca di tirare un sunto su questa squadra incorrerà in errori clamorosi. Si sapeva che l’inizio non sarebbe stato semplice. Mandorlini deve assemblare un gruppo tutto nuovo, creare meccanismi, plasmare il carattere dei suoi. A sprazzi il Verona ha fatto vedere cosa buone. Dal mercato è arrivato ogni ben di di Dio, l’unica cosa che non si può comprare, parafrasando il vecchio presidente del Catania Massimino, è l’amalgama. Ci vuole pazienza, insomma. Roma non fu fatta in un giorno. E questo Verona merita affetto e comprensione, oltre che il giusto entusiasmo. Leggere e sentire giudizi da ultima spiaggia, adesso, dopo due giornate, mi pare fuori luogo. Significa anche non avere fiducia sulle doti di mister Mandorlini, già abbondantemente messe in luce l’anno scorso.
Certo, questo non è ancora il suo Verona, nè potrebbe esserlo, come non fu immediatamente il suo Verona quello del dopo Giannini. C’è da consolidare una conoscenza reciproca con tanti giocatori e continuare a lavorare duramente in settimana.
Questa squadra diventerà protagonista, anche se queste due gare ci hanno detto che nessuna strada è lastricata d’oro e che le vittorie arrivano solo soffrendo, come sappiamo benissimo noi tifosi. Aspettiamo almeno dieci gare prima di dire qualcosa di definitivo. Insomma, come sempre di questi tempi: stemo calmi.

FANTASTICO MR SETTI

Seguire il mercato del Verona a ottomila chilometri di distanza mi ha regalato brividi che non conoscevo. Come un tifoso mi sono collegato avidamente a Tggialloblu.it per avere le news in tempo reale. Alla fine di questo pazzo mercato, un solo commento per il presidente Setti: fantastico. Erano anni che non si vedeva una squadra così forte, dove è stata coniugata qualità e quantità. Il Verona costruito dall’ambizioso imprenditore di Modena è il più forte degli ultimi dieci anni. L’ arrivo di Cacia è la classica ciliegina sulla torta (vedere cosa scrivevo su di lui nell’ultimo blog) e l’attendismo eccessivo è stato compensato dagli arrivi di Cacciatore e soprattutto Bojinov. Non passi sotto silenzio quest’ultimo arrivo. Sono un ammiratore di questo attaccante che seguo con particolare attenzione da tanti anni. Non mi capacito del perché oggi non sia una stella del Real, piuttosto che del Chelsea. La sua esplosione adolescenziale non è coincisa con una grande carriera. È un’affascinante scommessa, ma se dovesse riuscire il Verona avrebbe fatto bingo. È il momento del classico voto di fine mercato. Abbandono ogni titubanza, anche scaramantica: Setti, Sogliano e Martinelli meritano dieci e lode. I tifosi che hanno battuto ogni record di abbonati in B, undici. Ora ragazzi dell’Hellas tocca a voi. Il condottiero Mandorlini farà il resto. Prossima fermata Spezia. Sapete bene cosa significa per noi…