NON VOGLIO CREDERE AD UNA REGIA OCCULTA

Io non so se dietro i due rigori assegnati al Verona dall’inizio del campionato sino ad oggi ci sia una regia. Nonostante un calcio, specchio fedele del paese, voglio continuare a vivere il mio sogno e pensare come se fossi un bambino che tutto sia regolare e che l’arbitro può sbagliare, come sbagliano i giocatori, i giornalisti, i presidenti.

Non voglio credere che la geopolitica del calcio non voglia il Verona in serie A, solo perchè Verona in A è già rappresentata da una squadra.

Non voglio pensare che la Nocerina ha battuto qualcosa come 14 rigori, praticamente uno ogni volta che ha giocato in casa, mentre l’Hellas ne ha battuti solo due.

Non credo che la Nocerina abbia passato più tempo in area di rigore avversaria rispetto al Verona che è nelle zone alte della classifica. E non credo che sia possibile che il Sassuolo tutto difesa di Pea abbia già usufruito di otto penalty, molti decisivi. Voglio pensare che alla fine tutto si compenserà e che ricorderemo il mancato rigore  per il fallo di Buscè su Ferrari come un semplice episodio.

Una clamorosa topica di un arbitro mediocre, speriamo non in malafede. Ma comincio a pensare male quando annoto che gli highlights che ci spedisce la Lega sono orfani dell’episodio chiave della partita, messo in risalto ampiamente da Sky. Che gioco è questo? Perchè nascondere quell’errore? E’ censura preventiva? E’ vergogna? E’ solo ignavia di un tecnico che non sa di calcio?

Boh, io alla casualità non ci credo. Perchè nascondere questo rigore come si nascose quello, enorme, su Gomez a Nocera? Pochi appunti da fare stasera al Verona. Novanta minuti in attacco, decine di occasioni, gol sbagliati di un soffio. L’unico che è mancato all’appuntamento è il signor c… che se n’è stato a casa sua in altre faccende affacendato. Ma giocando così, credetemi andremo lontano. E il nostro sogno di bambini innocenti forse prenderà vita.

LA SALITA SUL MONTE CALVARIO

Non sta scritto da nessuna parte che il Verona debba ammazzare questo campionato. E se qualcuno lo ha pensato si sbaglia di grosso. Il Verona arriva dalla Lega Pro, ha un budget inferiore di due, tre quattro volte rispetto alle altre squadre che le stanno davanti, è la vera sorpresa del torneo.
Capisco la delusione per certi risultati, ma ci vuole un po’ di equilibrio. Ho letto critiche e considerazioni che non tengono minimamente in conto ciò che di grandissimo il Verona ha fatto fino ad oggi. Questa squadra, credo, un po’ di credito e di fiducia, se la merita.
Anche il tentativo di ricondurre ad un unico motivo le sconfitte in trasferta, non ha senso. Ogni gara ha avuto una sua storia. A Pescara e a Sassuolo mancavano uomini fondamentali, a Nocera l’arbitro ne ha fatte più di Bertoldo, a Crotone siamo andati sotto per due autoreti incredibili. Credo che solo a Genova con la Samp e a Brescia, possiamo dire che ci ha penalizzato l’atteggiamento. Peraltro il tutto è compensato dal fatto che in casa il Verona non conosce rivali. Arrivando all’aspetto tecnico: ci sono dei giocatori in questa squadra imprescindibili.
Lo abbiamo detto tante volte. Se da una parte la fortuna del Verona è avere una rosa ampia, dall’altra ha in tre elementi l’ossatura che regge tutto il corpo. Quando, per un motivo o per l’altro questa ossatura viene meno ne risente il rendimento di tutta la squadra.
A Crotone è successo questo. Maietta è finito nel tritacarne psicologico della contestazione. Ne sarebbe sicuramente uscito se non avesse avuto la sfiga di fare le due autoreti. Hallfredsson gioca da un po’ di settimane non al top. Lo stiramento ai muscoli addominali è fastidioso e non lo fa lavorare bene. Mandorlini, a ragione secondo me, lo schiera ugualmente, perchè comunque, anche se non continue, le sue giocate fanno sempre la differenza.
Infine Gomez. A mio avviso Juanito è un giocatore straordinario. Come tutti i giocatori sopra le righe vuoi da lui sempre il massimo. Quando giudichi Gomez non puoi avere lo stesso metro che usi per Russo. Gomez, certe volte (Genova, Crotone), trova la giornata storta e non rende per quello che vale. Non è una colpa, è una constatazione.
Aggiungete a questo trio anche Jorginho, che a volte viene inghiottito (con Tachtsidis) nella mediocrità, e la situazione è più chiara. La verità è una sola, in sostanza. Arrivare alla promozione non è una passeggiata, ma una lunga e sofferta via crucis. E chi, più di noi tifosi del Verona, è abituato a salire sul Monte Calvario?

GLI ULTRAS DEL GENOA E LA LEZIONE DI TIFO DEI VERONESI

Lo sport, per definizione è due cose: rispetto delle regole (c’è una “battaglia” ma questa avviene dentro un recinto fatto di regole e di fair play cavalleresco) e accettazione della sconfitta. Se non accetti la sconfitta non è sport. E’ altra cosa. Non si sa cosa, ma non è sport. Ciò che è avvenuto ieri a Genova è esattamente il contrario dello sport. Gli ultras che bloccano una partita perché la loro squadra sta perdendo e che impongono l’umiliazione della restituzione delle magliette escono dal recinto sportivo ed entrano in altri ambiti, anche sociologici (stiamo portando dentro gli stadi il malessere sociale? E’ una contrapposizione con le forze dell’ordine?).

Oggi il direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti, finendo il suo articolo, dice: “… Ieri in Inghilterra, che fu patria degli hooligan, il glorioso Wolverhampton è retrocesso. I tifosi hanno salutato la squadra con le lacrime agli occhi, sventolando sciarpe arancioni e nere. I colori della loro fede. Ci hanno ricordato che il calcio è gioia nella vittoria e passione nella sconfitta. A quando anche da noi?”.

Giusto, giustissimo, tranne la domanda finale. Se qualche volta si fosse guardato a Verona al di fuori dei soliti stereotipi (beceri, razzisti, cattivi) ci si sarebbe accorti che l’Hellas Verona è retrocesso in serie C tra gli applausi commossi dei propri sostenitori. Venticinquemila persone che sbandieravano i loro vessilli e che diedero a tutta l’Italia una vera lezione di tifo e di accettazione della sconfitta. Ma questo purtroppo non fa notizia. Almeno a Verona.

UN RIGORE A PORTA VUOTA

Abbiamo sbagliato un rigore a porta vuota. La rabbia della sconfitta di Crotone, di cui parlo tra qualche riga, è legata soprattutto ai risultati che sono maturati sugli altri campi. Il clamoroso ko in casa del Sassuolo contro il Gubbio ultimo in classifica, il pareggio del Torino a Bari erano occasioni da sfruttare. Il Verona ha sbagliato un match-ball importante. Non determinante. La gara con il Crotone è stata pesantemente condizionata dagli errori di Mimmone nostro che ha sentito oltremisura questa partita.

Era dura raddrizzarla, soprattutto dopo il clamoroso 3-0. Però è da apprezzare che il Verona ci abbia provato. Oggi, di sicuro, la fortuna che altre volte ci ha dato una mano (vedi proprio la vittoria con il Crotone dell’andata…), ci ha girato le spalle. E’ raro vedere due gollonzi come quelli che hanno portato il Verona sul 2-0 ed è raro anche vedere l’Hellas sbagliare tanti gol sotto porta.

E’ stato apprezzabile comunque l’impegno e la voglia di tenere aperta la partita e questo è un segnale di vivacità. Insomma il Verona non è morto, anzi. Se volessimo essere positivi ad ogni costo diciamo che ci poteva andare anche peggio. Ci sono delle note negative, certo: mi preoccupa l’involuzione fisica di Hallfredsson che è minato da quell’infortunio muscolare all’addome di qualche settimana fa. Ammiro Gomez al Bentegodi e non lo ritrovo in trasferta. Idem Jorginho, sontuoso col Bari, un po’ sperduto e impreciso oggi. Non parlo di Maietta perchè è più evidente che la sua gara è stata un episodio. Guardiamo avanti: Venerdì c’è l’Empoli. E si torna al Bentegodi…

CAMBIARE LA STORIA

Il 17 aprile 2011 il Verona perdeva a Sorrento 2-0. I play-off erano quel giorno un po’ più lontani. Il 18 aprile 2010 nella trasferta di Ferrara contro la Spal, il Verona di Remondina pareggiò incredibilmente per 1-1. Una partita che costò carissima. Probabilmente quel giorno il Verona perse la B. Il 19 aprile 2009 arrivò uno scialbo pareggio contro la Pro Patria per 0-0. Il 20 aprile 2008 Il Verona pareggiò 1-1 a Pagani. Un pareggio che servì ad arrivare allo spareggio di Busto Arsizio. Quattro anni fa. Lunghi come l’eternità. Ora il 21 aprile 2012 l’Hellas Verona andrà a far visita al Crotone per giocarsi la serie A. Storicamente è una gara cruciale questa di fine aprile. Non determinante. Ma molto importante. Scorrendo questo elenco e tornando con la memoria a questo recente passato è pazzesco pensare a dove sia arrivato oggi il Verona. Tutto meritato, sia ben chiaro. Crotone è uno degli ultimi ostacoli tra noi e un sogno. Andiamo a vincere ragazzi. E la storia cambierà. Per sempre.

FACCIAMO I CALCOLI (E NON DICIAMOLO A MANDORLINI)

A che quota il Verona potrebbe essere promosso direttamente? Non ditemi che il giochino, forse banale, forse stupido, non l’avete mai fatto. Certo, magari fuori ce la raccontiamo. Andiamo avanti senza fare calcoli giocandoci gara per gara, partita per partita. Ma nel chiuso del nostro ufficio, lo so benissimo perchè mi sembra di vedervi, non ce n’è uno che chiuso a chiave nel proprio cassettino non abbia una sua personale tabella di marcia con i pronostici da qui alla fine. Magari non lo diciamo per scaramanzia e perchè a Mandorlini viene il fumo alle orecchie solo a leggere di queste cose.

Però noi siamo tifosi e in quanto tali vogliamo avere il diritto al sogno. Pur senza proferire la prima lettera dell’alfabeto, un tabù da dieci anni a questa parte, è appunto dieci anni che pensiamo di poter ritornare laddove dobbiamo stare. E adesso che a questo obiettivo mancano sette partite, è logico che ci venga quel friccicorino allo stomaco (che poi in realtà è proprio un sommovimento tendente alla chiusura del medesimo organo). E’ indubbio che il Verona ha un buon calendario. Altrettanto ovvio che le insidie ci saranno dove meno te lo aspetti e che magari partite che sulla carta sono più difficili ci possono dare grandi soddisfazioni.

Nessuno di noi immaginava che dopo Genova avremmo visto la meravigliosa gara di Torino. Ecco perchè, magari, potrebbe essere di pareggiare una gara al Bentegodi, e vincerne una fuori tra quelle ostiche (Crotone e Reggina). Ragionevolmente il Verona potrebbe essere promosso a quota 78. Ne aggiungiamo uno per avere la sicurezza e siamo a 79. In questa tabella (la mia) è il Sassuolo che può crearci i maggiori grattacapi.

Per questo la gara tra Torino e Sassuolo è una chiave del campionato. Vincesse la squadra di Pea sarebbe un guaio. Il pareggio sarebbe il risultato migliore ma anche ipotizzare una fuga del Toro a noi potrebbe andare bene. In sostanza mancherebbero 13 punti da qui alla meta. Ci troveremo, da qui a breve a tifare per squadre impensabili (persino per la Nocerina che all’ultima giocherà contro il Pescara…). La speranza è che più squadre possibili restino attaccate ai play-off. Oltre alla Sampdoria e al Brescia, anche la Juve Stabia che avrà il Sassuolo all’ultima giornata.

Uno degli arbitri di questa volata sarà il Padova che deve giocare contro il Pescara, il Sassuolo e il Torino. Buon calcio a tutti.

Ps: forza presidente Martinelli. Vincerai anche questa battaglia e con te anche il nostro Hellas…

CHE DRAMMA!

Come si fa? Come si fa a parlare di Verona-Bari? Io non ho voglia. Scusatemi. Non si può morire così. E’ stata una trasmissione devastante. Vedere un ragazzo morire in diretta è lacerante. Vola in alto Piermario. Oggi le bandiere, le squadre, i colori, le vittorie, le sconfitte, non hanno nessun senso.

VAMOS A GANAR

Arrivati a questo punto sarebbe stupido non crederci. Ne mancano otto alla fine, il Verona ha il calendario migliore sulla carta. Un anno fa, di questi tempi, iniziava la nostra scalata fuori dall’inferno. Nessuno ci credeva allora. O almeno ci credevano in pochissimi. Il 17 aprile il Verona andava a Sorrento. E lì perse 2-0. Se fossimo andati ai play-off, ci chiedevamo, come avremmo potuto vincere lì? Un solo uomo, alla fine di quella partita, disse che lui voleva tornare là a giocarsi la promozione: Andrea Mandorlini. Andò così.

Il Verona eliminò il Sorrento e poi la Salernitana e approdò alla serie B. Il campionato iniziò e noi eravamo solo felici di essere di nuovo in serie B. Ancora una volta, un uomo ci scosse: “Con il Padova volevo giocarmi il primato”. Era ancora lui, mister Mandorlini che ci ricordava che si può e si deve giocare sempre per vincere anche se noi eravamo già contenti per non andare più a Lumezzane.

Poi venne la Coppa Italia: e anche lì Mandorlini ci disse che le imprese sono possibili. Eliminammo il Vicenza, il Sassuolo e in una magnificata serata in cui si celebravano le Brigate gialloblù, anche il Parma. Fummo estromessi dalla Lazio che era seconda in classifica in serie A e che mise in campo tutti i suoi big per avere la meglio, ma solo dopo una gara leggendaria e una serata da favola all’Olimpico.

Arrivarono anche le otto vittorie e di fila e una classifica che si faceva sempre più incredibile. A ridosso dei play-off… Dentro ai play-off… Secondi…Insomma un’escalation pazzesca e inimmaginabile. Adesso siamo a 63 punti e c’è, inevitabile la paura di perdere questo sogno. Ma il Verona, questo Verona non può avere paura. Ce lo hanno insegnato Mandorlini e i suoi ragazzi in questi mesi di dolce follia. Vamos a ganar. Il resto non conta.

DI FATAL VERONA CE N’E’ UNA SOLTANTO

Non è per fare polemica: è solo per mettere i puntini sulle i. Non capisco perchè ogni volta che il Milan viene a giocare a Verona, e non contro l’Hellas, si debba parlare di Fatal Verona. Questa assurda commistione tra la storia dell’Hellas e quella del Chievo comincia a stufare. Passino (ma non troppo) i cronisti Sky/Mediaset che si sbagliano e scambiano il Chievo col Verona…, sorvoliamo su chi paragonava Eriberto a Fanna e Pellissier a Galderisi (purtroppo anche giocatori e tecnici dell’Hellas che fecero quella leggendaria storia…), ma adesso è ora di dire basta.
Lo si deve fare per rispetto della storia veronese e anche per quella del Chievo.
Il Chievo col Milan ha quasi sempre perso. E non è mai stato Fatale. Semmai lo è stato per l’Inter (vittoria a San Siro nell’anno di Cuper e pareggio al Bentegodi, due gare che costarono probabilmente il tricolore ai nerazzurri di cui il presidente clivense è tifoso…). Appunto: un’altra storia…

VENERDI’ DI PASSIONE

Ogni volta è così: ogni volta che il Verona va in campo col calcolatore, che gioca col freno a mano tirato, che, anche inconsciamente, si mette a speculare sul risultato finisce malissimo. Quella di Brescia è una beffa atroce. Perdere una gara di questo tipo fa malissimo. E speriamo davvero che questi punti non ci manchino al termine della regular season. Abbiamo in pratica buttato alle ortiche un’occasione d’oro.

Gli altri campi ci offrivano sul piatto d’argento l’occasione di allungare.

Invece noi abbiamo giocato per il segno X, anche in quei tre quattro contropiedi che ci potevano portare ai tre punti. Se una lezione va tratta da una gara simile e da una sconfitta di questo tipo è che il Verona mai più deve giocare per il pareggio. Siamo qui, stiamo vivendo un fantastico sogno, ma proprio perché è un sogno, non dobbiamo renderlo un incubo. Mandorlini era giustamente incazzato nero. Ha ammesso la sconfitta, ha detto che stavolta bisogna fare il mea culpa. Siamo d’accordissimo, anche stavolta, con lui.

Il nostro venerdì di passione per fortuna è finito. E la Pasqua (di resurrezione) è più vicina… Anche perchè tornerà Hallfredsson. E solo Dio sa quanto il Verona soffre senza di lui…