FACCIAMO I CALCOLI (E NON DICIAMOLO A MANDORLINI)

A che quota il Verona potrebbe essere promosso direttamente? Non ditemi che il giochino, forse banale, forse stupido, non l’avete mai fatto. Certo, magari fuori ce la raccontiamo. Andiamo avanti senza fare calcoli giocandoci gara per gara, partita per partita. Ma nel chiuso del nostro ufficio, lo so benissimo perchè mi sembra di vedervi, non ce n’è uno che chiuso a chiave nel proprio cassettino non abbia una sua personale tabella di marcia con i pronostici da qui alla fine. Magari non lo diciamo per scaramanzia e perchè a Mandorlini viene il fumo alle orecchie solo a leggere di queste cose.

Però noi siamo tifosi e in quanto tali vogliamo avere il diritto al sogno. Pur senza proferire la prima lettera dell’alfabeto, un tabù da dieci anni a questa parte, è appunto dieci anni che pensiamo di poter ritornare laddove dobbiamo stare. E adesso che a questo obiettivo mancano sette partite, è logico che ci venga quel friccicorino allo stomaco (che poi in realtà è proprio un sommovimento tendente alla chiusura del medesimo organo). E’ indubbio che il Verona ha un buon calendario. Altrettanto ovvio che le insidie ci saranno dove meno te lo aspetti e che magari partite che sulla carta sono più difficili ci possono dare grandi soddisfazioni.

Nessuno di noi immaginava che dopo Genova avremmo visto la meravigliosa gara di Torino. Ecco perchè, magari, potrebbe essere di pareggiare una gara al Bentegodi, e vincerne una fuori tra quelle ostiche (Crotone e Reggina). Ragionevolmente il Verona potrebbe essere promosso a quota 78. Ne aggiungiamo uno per avere la sicurezza e siamo a 79. In questa tabella (la mia) è il Sassuolo che può crearci i maggiori grattacapi.

Per questo la gara tra Torino e Sassuolo è una chiave del campionato. Vincesse la squadra di Pea sarebbe un guaio. Il pareggio sarebbe il risultato migliore ma anche ipotizzare una fuga del Toro a noi potrebbe andare bene. In sostanza mancherebbero 13 punti da qui alla meta. Ci troveremo, da qui a breve a tifare per squadre impensabili (persino per la Nocerina che all’ultima giocherà contro il Pescara…). La speranza è che più squadre possibili restino attaccate ai play-off. Oltre alla Sampdoria e al Brescia, anche la Juve Stabia che avrà il Sassuolo all’ultima giornata.

Uno degli arbitri di questa volata sarà il Padova che deve giocare contro il Pescara, il Sassuolo e il Torino. Buon calcio a tutti.

Ps: forza presidente Martinelli. Vincerai anche questa battaglia e con te anche il nostro Hellas…

CHE DRAMMA!

Come si fa? Come si fa a parlare di Verona-Bari? Io non ho voglia. Scusatemi. Non si può morire così. E’ stata una trasmissione devastante. Vedere un ragazzo morire in diretta è lacerante. Vola in alto Piermario. Oggi le bandiere, le squadre, i colori, le vittorie, le sconfitte, non hanno nessun senso.

VAMOS A GANAR

Arrivati a questo punto sarebbe stupido non crederci. Ne mancano otto alla fine, il Verona ha il calendario migliore sulla carta. Un anno fa, di questi tempi, iniziava la nostra scalata fuori dall’inferno. Nessuno ci credeva allora. O almeno ci credevano in pochissimi. Il 17 aprile il Verona andava a Sorrento. E lì perse 2-0. Se fossimo andati ai play-off, ci chiedevamo, come avremmo potuto vincere lì? Un solo uomo, alla fine di quella partita, disse che lui voleva tornare là a giocarsi la promozione: Andrea Mandorlini. Andò così.

Il Verona eliminò il Sorrento e poi la Salernitana e approdò alla serie B. Il campionato iniziò e noi eravamo solo felici di essere di nuovo in serie B. Ancora una volta, un uomo ci scosse: “Con il Padova volevo giocarmi il primato”. Era ancora lui, mister Mandorlini che ci ricordava che si può e si deve giocare sempre per vincere anche se noi eravamo già contenti per non andare più a Lumezzane.

Poi venne la Coppa Italia: e anche lì Mandorlini ci disse che le imprese sono possibili. Eliminammo il Vicenza, il Sassuolo e in una magnificata serata in cui si celebravano le Brigate gialloblù, anche il Parma. Fummo estromessi dalla Lazio che era seconda in classifica in serie A e che mise in campo tutti i suoi big per avere la meglio, ma solo dopo una gara leggendaria e una serata da favola all’Olimpico.

Arrivarono anche le otto vittorie e di fila e una classifica che si faceva sempre più incredibile. A ridosso dei play-off… Dentro ai play-off… Secondi…Insomma un’escalation pazzesca e inimmaginabile. Adesso siamo a 63 punti e c’è, inevitabile la paura di perdere questo sogno. Ma il Verona, questo Verona non può avere paura. Ce lo hanno insegnato Mandorlini e i suoi ragazzi in questi mesi di dolce follia. Vamos a ganar. Il resto non conta.

DI FATAL VERONA CE N’E’ UNA SOLTANTO

Non è per fare polemica: è solo per mettere i puntini sulle i. Non capisco perchè ogni volta che il Milan viene a giocare a Verona, e non contro l’Hellas, si debba parlare di Fatal Verona. Questa assurda commistione tra la storia dell’Hellas e quella del Chievo comincia a stufare. Passino (ma non troppo) i cronisti Sky/Mediaset che si sbagliano e scambiano il Chievo col Verona…, sorvoliamo su chi paragonava Eriberto a Fanna e Pellissier a Galderisi (purtroppo anche giocatori e tecnici dell’Hellas che fecero quella leggendaria storia…), ma adesso è ora di dire basta.
Lo si deve fare per rispetto della storia veronese e anche per quella del Chievo.
Il Chievo col Milan ha quasi sempre perso. E non è mai stato Fatale. Semmai lo è stato per l’Inter (vittoria a San Siro nell’anno di Cuper e pareggio al Bentegodi, due gare che costarono probabilmente il tricolore ai nerazzurri di cui il presidente clivense è tifoso…). Appunto: un’altra storia…

VENERDI’ DI PASSIONE

Ogni volta è così: ogni volta che il Verona va in campo col calcolatore, che gioca col freno a mano tirato, che, anche inconsciamente, si mette a speculare sul risultato finisce malissimo. Quella di Brescia è una beffa atroce. Perdere una gara di questo tipo fa malissimo. E speriamo davvero che questi punti non ci manchino al termine della regular season. Abbiamo in pratica buttato alle ortiche un’occasione d’oro.

Gli altri campi ci offrivano sul piatto d’argento l’occasione di allungare.

Invece noi abbiamo giocato per il segno X, anche in quei tre quattro contropiedi che ci potevano portare ai tre punti. Se una lezione va tratta da una gara simile e da una sconfitta di questo tipo è che il Verona mai più deve giocare per il pareggio. Siamo qui, stiamo vivendo un fantastico sogno, ma proprio perché è un sogno, non dobbiamo renderlo un incubo. Mandorlini era giustamente incazzato nero. Ha ammesso la sconfitta, ha detto che stavolta bisogna fare il mea culpa. Siamo d’accordissimo, anche stavolta, con lui.

Il nostro venerdì di passione per fortuna è finito. E la Pasqua (di resurrezione) è più vicina… Anche perchè tornerà Hallfredsson. E solo Dio sa quanto il Verona soffre senza di lui…

L’ ISOLA DEL TESORO

Il Verona ha un tesoro. E non è più un tesoro nascosto. Si chiama Gomez, si chiama Jorginho, si chiama Hallfredsson. Tre giocatori che al mercato, pur in tempi di vacche magre, anzi magrissime, possono procurare un bel pacchetto di milioni al presidente Martinelli. Quanti? Beh, qui i prezzi li fa il mercato, ma suppergiù siamo a più di nove milioni di euro, a voler star stretti. Quanto tempo era che il Verona non aveva simile ricchezza? Ci fosse il signor Pastorello sapremo già che fine farebbero i tre al termine del campionato. Per fortuna abbiamo Martinelli e al massimo (ma non credo se si andasse in serie A) il sacrificio sarà la cessione di uno di questi (Hallfredsson?). C’è una notizia che è passata sotto traccia in questi giorni. La società ha messo sotto contratto (triennale) Alba, promettente ragazzino della Primavera. Ecco, queste sono le cose da fare. Niente da dire: sotto questo punto di vista Martinelli, Siciliano, Gibellini e Ghisleni meritano un applauso.

BU BU SETTI

Non mi appassiona la nuova telenovela che si affaccia all’orizzonte. Setti si, Setti no, manca solo la firma. Però c’è una scaletta dettata dalla cronaca che ci impone di fornire le notizie. E questa ci racconta che Setti, vicepresidente del Bologna, anche venerdì sera al Bentegodi. Non solo: pare che sia anche interessato all’acquisto del Verona. L’ha detto lui stesso e smentite non ce ne sono state.
Martinelli ha parlato con questo Setti come ha parlato con mille altre persone. Ora, visto che il Verona è una società molto ambita (soprattutto fuori di qui…) è logico che le notizie escano. Si dice: questo crea turbativa. Rispondo: la turbativa la creano altre cose. Finchè Martinelli continua a fare il suo dovere, l’unico che un presidente deve sempre fare (pagare regolarmente stipendi e premi), state certi che non succederà niente.
Piuttosto c’è da pensare al futuro. E qui non v’è certezza. Non tanto per i soldi (in caso di promozione ne arriveranno molti da Sky e da Mediaset) quanto sui programmi. La serie A è proprio un’altra roba rispetto alle categorie che pratichiamo da dieci anni. E se non fosse serie A, sarebbe anche peggio. Perchè in B dovresti seriamente progettare un piano e non so quanta forza/voglia abbia Martinelli di farlo.
Detto questo, io spero che Setti o chi per lui, se seriamente intenzionati ad acquistare il Verona non la tirino tanto per le lunghe facendo il solito stucchevole teatrino a cui da tempo siamo abituati. Sappiano che siamo una piazza smaliziata, attenta, feroce nei confronti di chi ci prende in giro. Alle parole (già troppe per i miei gusti…) facciano seguire i fatti. Altrimenti restino dove sono.

LA FORZA DEL GRUPPO

Tutti utili, in pochi indispensabili.

Beh, se c’era bisogna di una prova, ecco l’ennesimo riscontro.

Il Verona non vince perchè ha il miglior attaccante o il miglior difensore: Vince perchè ha un’ottima rosa , e perchè, le cosiddette riserve, riserve non sono.

Il Verona è un’ottima squadra perchè Berrettoni entra e fa la differenza, perchè Pugliese entra e fa la differenza, perchè D’Alessandro entra e fa la differenza, perchè Russo entra e non fa rimpiangere un totem come Hallfredsson.

Eccolo qui il segreto. La ricetta è semplice e quel grande mister che risponde al nome di Andrea Mandorlini questo l’ha capito da un pezzo e prima di tutti noi.

Poco importa se noi cronisti diventiamo matti a indovinare la formazione il giorno prima.

Il mister annusa l’aria, guarda i suoi ragazzi in allenamento li sprona, li studia. E poi sceglie al meglio.

Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che tutti quelli che a sorpresa entrano in questa squadra sono sempre i migliori. Da Pichlmann a Lepiller, passando per il superprofessionista Ceccarelli, il Verona dimostra di essere un monolite quasi indistrutibile.

Un gruppo eccezionale che ci sta regalando un lungo sogno. Lungo come questo sorprendente campionato. Lunghissimo come le nove finali che mancano da qui alla fine. Ah proposito: Ghe la femo?

TUTTI UTILI, POCHI INDISPENSABILI

Mi ferma un amico: e Gepy come mai non gioca? Poi un altro: e Pichlmann? Un terzo: e se… Un quarto: ma Galli? Un quinto: Doninelli? Sparito? Un sesto: meglio Cangi di Abbate. Un settimo: ciao Vigo, ma che fine ha fatto D’Alessandro? Dio mio ragazzi… Certe volte sembra che tutto quello che di buono sia stato fatto in questo campionato l’abbia fatto un’altra squadra e non il Verona… Premessa: o ci fidiamo di Mandorlini o non ci fidiamo. Che dite? Ci fidiamo? Beh direi di sì. Vivaddio, allora le scelte le faccia lui, visto che abbiamo sessanta punti e che siamo la vera sorpresa calcistica della serie B. Lo sa benissimo anche il mister che uno come D’Alessandro verrà utilissimo da qui alla fine, e lo sa anche lui che Bjelanovic fino ad oggi ha reso molto sotto a quello che ci aspettavamo e che Pugliese è un buon giocatore. Ma se fino ad oggi Mandorlini ha dimostrato una dote è proprio quella di non aver avuto preclusioni per nessuno. Oh s’intende: il mister ha le sue idee, tecniche e tattiche e ha ragione a portarle avanti. Ma mi pare che in un gruppo così numeroso tutti hanno avuto la loro chance e il loro quarto d’ora di gloria. Ce l’ha fatta persino quel simpaticissimo francesino che arrivato con i chili di troppo ha conquistato a suon di serietà (e di gol più assist) il mister. Insomma, Mandorlini agirà ancora una volta per il meglio e la lezione è una e una soltanto: tutti sono utili in questo Verona, in pochi davvero indispensabili. E’ il nostro segreto, non l’avete ancora capito?

IL CAMPIONATO AUSTRIACO

“Fatemi per favore giocare nel campionato austriaco…”. Mi sto domandando perchè si arrivi a pronunciare una frase così. Una provocazione evidente che però racchiude un disagio sempre crescente, un senso di nausea e impotenza senza confini, infine una ribellione a tanti troppi soprusi. Una semplice partita di calcio porta lontano. Porta a considerazioni politiche-sociologiche probabilmente più grandi di noi, ma che ci lanciano un segnale chiaro: Houston abbiamo un problema.
Il problema che nascondiamo come polvere sotto il tappeto non è tanto la questione meridionale, il Ti amo terrone di Mandorlini o le trite e ritrite accuse di razzismo che il Sud fa al Nord. Questo nodo inestricabile che provoca tutto questo conflitto si chiama “legalità”. È quella che tiene un paese unito, è quella che oggi alza un muro tra Nocera e Verona, tra noi e loro, se ci può essere in un discorso del genere un “noi” ed un “loro”. Perchè la legge dovrebbe essere “uguale” per “tutti”.
All’andata, tanto per fare un esempio, ci furono arrestati in entrambe le tifoserie. I giudici che lavorano a Verona ritennero quei soggetti pericolosi e lì lasciarono in galera qualche mesetto. A Nocera, invece, il giudice mandò tutti a casa il giorno dopo, pur essendo simili i reati di cui erano accusati. Giusto? Sbagliato? Perchè questa applicazione così disomogenea della stessa Legge?
È questa costante disparità nell’applicazione delle regole che innesca il conflitto. Se fossero stati i veronesi a rubare uno striscione sono certo al cento per cento che non sarebbe ricomparso in Curva. C’è poco da fare: quello è uno sberleffo bello e buono non tanto ai veronesi ma alle forze dell’ordine che lo hanno cercato per giorni, e quindi allo Stato italiano.
Quell’affermazione di poter agire, appunto, in un’illegalità perenne che poi sfocia nell’accusa generica: “voi siete terroni” e la risposta classica: “razzisti”.
Qualcuno dal Sud mi ha rimproverato di non aver raccontato la verità nell’ormai famoso dossier che abbiamo pubblicato su Tggialloblu.it.. Nessuno si è sognato di dirmi, solo per capire, se è normale che un tecnico abbia due poliziotti che lo scortano in panchina. Se è normale che parta una sassaiola da dentro lo stadio sui tifosi ospiti, se è giusto che un giocatore provochi gli avversari dopo un gol. Dove sono le falsità? Cosa c’è di non vero in quelle immagini?
C’è stata invece quasi una sorpresa che un media del nord applicasse per primo quella che nel ’68, chiamavano anche “contro informazione” quasi che quel settore fosse un monopolio esclusivo. In effetti quando la Rai, cioè la tivù pubblica, arriva a censurare nel servizio sulla partita l’episodio del calcio di rigore non concesso a Gomez, delle domande bisogna pur farsele anche su chi ha il potere dentro i mezzi d’informazione nazionali…
C’è un’ultima domanda che mi tortura: sono equi i trentamila euro di multa alla Nocerina, cioè gli stessi dati al Verona per due razzi lanciati da un solo spettatore (uno su 17500…) in un derby? È lo stesso concetto di legalità che viene applicato? È questa la mano fermissima promessa da Abodi al presidente Martinelli a cui la Lega ha chiesto un impegno in prima persona con la propria tifoseria?Bah, secondo me è proprio il contrario. Qui si allontana ancora di più il Sud dal Nord, dove sempre meno gente è disposta a farsi fare la morale da gente così…