IL PAGELLONE DI SPEZIA-VERONA

SILVESTRI 6.5 Una grandissima parata su Pobega, nell’unica vera fiammata dello Spezia. Il primo tempo lo passa da spettatore ed è quindi ancora più difficile farsi trovare pronto nell’unica vera conclusione che arriva verso la tua porta. Dopo Donnarumma, secondo me, è il miglior portiere italiano.

DAWIDOWICZ 6 Un retro passaggio che spalanca la strada a Nzola verso la porta di Silvestri fa presagire una partita simile a quelle che ci faceva vedere un paio di stagioni fa. E invece si riprende e conduce la nave in porto, nonostante qualche scossone del mare di La Spezia.

MAGNANI 7 Sempre più leader di questa difesa. Bello il duello con Nzola, che è giovane e lotta con lo spirito di un leone. Ma “Magno” lo doma con grande classe, sovrastandolo in lungo e in largo. Fisicamente un portento. Il miglior acquisto durante la scorsa sessione di calcio mercato.

DIMARCO 7 Una partita perfetta soprattutto in fase difensiva. Juric gli chiede grande sacrificio e, soprattutto, la protezione delle fascia sinistra, dove viene concessa più libertà a Lazovic. Fondamentale in occasione di un paio di chiusure quando lo Spezia prova a fare male al Verona.

CECCHERINI 6.5 (dal 30′ s.t.) Una grande chiusura nei minuti finale della partita, evita problemi seri ai gialloblù.

FARAONI 7 Io continuo imperterrito a sottolineare l’importanza tattica di questo giocatore, sempre troppo sottovalutato, anche nei grandi salotti televisivi che dibattono di calcio. Ha una forza fisica capace di supportare il grande sforzo difensivo e la spinta perpetua in attacco. Suo l’assist per la meraviglia che ci ha regalato Zaccagni. Un altro che merita la Nazionale.

TAMEZE 6.5 Inesauribile, soprattutto nel primo tempo, quando riempie anche qualche buco lasciato da Veloso. E’ lui, in più di un’occasione a far ripartire l’azione, prendendosi anche una vagonata di scarpate. Cresce continuamente, ripagando la fiducia di Juric che su di lui ha puntato prima per necessità e poi per convinzione.

VELOSO 6+ Una gara di grande lotta, di sacrificio, magari non adatta ai suoi piedi raffinati. Il campo è pesante e lui questo lo soffre, ma ha grande perspicacia e sapienza nel cercare la giocata più muscolare che artistica. E’ lui ad avviare l’azione che porta al gol decisivo di Zaccagni. Finisce stremato.

LAZOVIC 6.5 Lampi di classe, che ci riportano alla mente quanto fatto vedere la scorsa stagione. Le gambe sembrano girare come ai vecchi tempi e anche la confidenza nelle “sue” giocate si vede, eccome. Con Zaccagni si trova a occhi chiusi ed è su quella certezza che costruisce la partita. Una grandissima occasione nel secondo tempo: una conclusione “a giro” che esce di un amen…

BARAK 6 Al rientro dopo le due giornate di squalifica, fatica a trovare la posizione e la continuità nelle giocate. Secondo me farebbe meglio da interno di centrocampo, perché mi sembra che abbia nelle sue corde la progressione, più che il lampo nel corto di pochi metri. Importante, comunque, che ci sia, perché fisicamente dà un grande peso alla squadra.

ZACCAGNI 9 Pelé, nel film “Fuga per la Vittoria”, pareggia la partita contro i nazisti con una rovesciata talmente bella contro anche il gerarca del führer si alza ad applaudirlo. Il gol di Zaccagni è in fotocopia, anzi, ancora più difficile, perché se la aggiusta col petto di quel tanto che basta per trovare l’impatto perfetto. E soprattutto, questo non era un film, ma la realtà. E’ diventato un vero fenomeno. Con questo gioiello sale la quotazione. Setti si sfrega le mani.

SALCEDO s.v. (dal 42′ s.t.)

KALINIC 5.5 Prendo per buone le attenuanti che derivano dal rientro in campo dopo tantissimi giorni di stop per infortunio. L’impegno c’è, ma quando gli capita l’occasione d’oro, la sciupa maldestramente, a pochi centimetri da Provedel. Finisce quattro volte in fuorigioco e non di poco. Vero, i meccanismi li trovi giocando, ma se pensiamo all’occasione singola, doveva fare meglio.

COLLEY 5.5 (dal 7′ s.t.) Un’occasione clamorosa, sbagliata di almeno cinque metri. Da solo, a pochi centimetri da Provedel, doveva quantomeno centrare la porta.

ALL. JURIC 7 Una partita accompagnata da qualche dichiarazione non proprio serena da parte del tecnico spalatino. Ma quando è il campo a dover parlare, lui non delude mai. Nel primo tempo i suoi dominano la partita, creando occasioni su occasioni. Non è certo colpa sua se si arriva all’intervallo ancora 0-0. Nella ripresa qualche piccola sofferenza in più, ma da grande squadra, Veloso e compagni vanno a prendersi la vittoria nel momento in cui lo Spezia, rimasto in dieci, inizia a barcollare in attesa del montante che lo manda k.o.

IL PAGELLONE DI VERONA-INTER

SILVESTRI 6.5 Super parata, nel primo tempo, su Perisic. In generale sempre attento alle incursioni nerazzurre, non trascendentali comunque. Sicuro nelle uscite alte e a terra. Tenga la testa sul pezzo. Il calcio mercato non lo distragga, per cortesia.

DAWIDOWICZ 6 Bene nella mezz’ora in cui riesce a restare in campo. Poi il muscolo della coscia fa “strap”.

LOVATO 6- (dal 30′ p.t.) Solo un “meno” per il gol di Martinez, che ha il grandissimo merito di aver azzeccato una giocata clamorosa. Per il resto, gara sufficiente. Non so voi, ma a me turbano particolarmente i suoi continui infortuni. Mi auguro per lui che non diventino una costante di questa stagione.

GUNTER 6 (dal 14′ s.t.) Attento a non concedere ad un attacco forte, fortissimo. Entra a freddo, cosa non facile, e pericolosa, ma non si fa spaventare dagli eventi.

MAGNANI 7 La pantera Lukaku, davanti a lui, diventa un micio spaesato, impaurito di ogni cosa. Partita impeccabile, dal primo all’ultimo secondo. Eccezionale nel gioco aereo, non ha paura nemmeno dei corpo a corpo in velocità col belga. Finisce in evidente debito d’ossigeno e mezzo azzoppato.

CECCHERINI 6.5 Questa volta gli tocca Perisic. Lo segue come un’ombra, disinnescandolo uno dei giocatori più talentuosi della squadra di Conte. Sempre sul pezzo, concentrato e dritto all’obiettivo. Come detto altre volte, non ama i ghirigori. Cosa che, peraltro, apprezzo.

FARAONI 6.5 E’ il suo cross a incasinare i pensieri di Handanovic che, cincischiando con Skriniar, serve a Ilic il pallone del momentaneo pareggio. Colpisce la costanza di questo ragazzo, che ha grande capacità di leggere le azioni avversarie una frazione di secondo prima degli altri. In copertura sempre presente. In fase offensiva, idem con patate.

TAMEZE 6 Mezzo voto in meno perché è lui a perdersi Skriniar in occasione del secondo gol. Salta in ritardo, all’indietro e la frittata è fatta. Salva, però, una grandissima occasione di Martinez, lanciato a rete. Peccato davvero per quella sbavatura, perché ha giocato una buona partita.

VELOSO 6- Un po’ compassato, si affida ai piedi buoni, che ovviamente non gli mancano. Spunti da Veloso, ma anche qualche leggerezza di troppo, su tutte quella che spalanca il campo a Martinez, poi frenato da Tameze. Il tour de forçe si è fatto sentire anche per lui, che non è più una matricola.

DIMARCO 6 Grandissima generosità, soprattutto quando non ha più la forza per correre come si deve. Juric, infatti, gli fa finire la partita da mezza punta, retrocedendo Lazovic. Grande corsa per 80 minuti, senza mai risparmiarsi. Davanti ha una brutta bestia come Hakimi e l’imperativo è contenere. Sfiora il gol del pareggio con una punizione che esce davvero di un amen.

 ZACCAGNI 6 E’ stanco, e lo aveva fatto capire Juric durante la conferenza stampa della vigilia. Non la solita brillantezza, però in canna ha un paio delle sue giocate che creano superiorità numerica. Forse oggi più di questo non gli si poteva chiedere e infatti Juric lo richiama in panchina dopo il gol di Martinez.

LAZOVIC 5 (dal 7′ s.t.) Non c’è, purtroppo. E’ la pallida controfigura di chi in realtà è. E sapendo questo, fa ancora peggio vederlo così. Bisogna aspettarlo, lo continua a ripetere Juric, e sono convinto che sia la strada giusta. Però siamo ancora tanto lontani dalla passata stagione.

COLLEY 6- Alterna cose interessanti a passaggi a vuoti probabilmente tipici dell’età. Ha la spavalderia giusta in alcuni momenti e forse insistendo un pelo di più potrebbe davvero fare male. Il processo di crescita è questo. Il tempo gli serve come il pane.

RUEGG 5.5 (dal 7′ s.t.) Era entrato molto meglio a Firenze. Oggi, poca cosa, se non qualche timida accelerazione senza palla a cercarsi lo spazio.

SALCEDO 5.5 E’ durissima quando davanti hai una difesa così forte fisicamente. Prova e riprova, ma fa tanta fatica a tenere su i palloni, cosa che Juric gli chiede a perdifiato. Prende anche un sacco di scarpate, va detto, e l’arbitro spesso gira la testa dall’altra parte. Finisce il primo tempo malconcio, con un taglio alla testa.

ILIC 6.5 (dal 1′ s.t.) Gioca da falso nove e si ritrova sui piedi un cioccolatino gentilmente regalato dalla premiata ditta Handanovic-Skriniar, che non deve fare altro che mettere in gol. Grande sacrificio per la causa, in una posizione che comunque interpreta bene, andando a fare sportellate con tutti.

ALL. JURIC 6 Per 60 minuti, con una squadra incerottata e costretto al cambio di Dawidowicz, riesce a tenere testa all’Inter, creando anche una buona occasione dal gol con Dimarco. Poi, la grande qualità dei nerazzurri emerge, seppur non in maniera così schiacciante. Più di così credo non potesse fare. Preoccupano tantissimo gli infortuni. Fino ad oggi aggirati in qualche modo, ma solo oggi sono due i difensori usciti malconci, con problemi che sembrano seri.

IL PAGELLONE FIORENTINA-VERONA

SILVESTRI 6 Le due squadre si fanno male soprattutto a centrocampo, con poche occasioni da gol, da una parte e dall’altra. Lui resta vigile, attento che non venga fuori qualche pallone sporco nei paraggi della sua porta. Brivido su un colpo di testa di Milenkovic, nei minuti finali, uscito di poco, ma sembrava esserci.

DAWIDOWICZ 6 Davanti si trova Ribery, che non sarà più un ragazzino, ma ha ancora i colpi e le intuizioni del campione. Scomposto come sempre, riesce però a tenere la barra dritta, senza grandi affanni. Il suo rendimento è costante, ormai, e sempre più prezioso per questa squadra e le idee difensive di mister Juric.

GUNTER 6 Un rientro senza infamia e senza lode, perché la Fiorentina, fin quando è lui in campo, non si rende praticamente mai pericolosa. Protagonista suo malgrado in occasione del calcio di rigore fischiato da Forneau per un fallo molto, molto dubbio su Vlahovic. Esce dopo i primi cinque minuti della ripresa. Benzina finita.

MAGNANI 6 (dal 5′ s.t.) Se fisicamente è in condizioni impeccabili, non teme confronti. Perfetto nel gioco aereo, ha anche la furbizia giusta per fermare gli avversari usando bene il corpo. Un acquisto azzeccato, non c’è che dire.

CECCHERINI 6.5 Davanti alla sua ex squadra, aveva tanta voglia di far bene. E ci è riuscito. Ha ingaggiato un duello rusticano con Bonaventura, che di tutta risposta lo ha preso a gomitate in faccia, salvandosi da un’espulsione sacrosanta. La sua forza è l’agonismo e la gran voglia di vincere. Poi, per carità, mica sempre ci si riesce.

FARAONI 6 Si vede poco, ma quando lo noti ti rendi conto che fa la cosa giusta. Più dietro che davanti, perché quando i gialloblù provano a ripartire lui è non è  preciso come sempre. Insomma, una gara normale, in un contesto difficile. La stanchezza si fa sentire e il tour de forçe non è ancora finito.

TAMEZE 6- Il centrocampo sembra una tonnara. La partita si gioca tutta lì, con tantissimi corpo a corpo e qualche colpo proibito. Come si diceva negli anni ottanta, lui si mette a fare tanta legno. E’ poco prezioso in fase propositiva, ma riesca a fare da filtro quando la Fiorentina prova ad andare in velocità.

ILIC 6 (dal 25′ s.t.) Sul pezzo, in una partita brutta, spezzettata, dove la qualità potrebbe faticare. Invece lui ci mette anche il fisico e aiuta la squadra a prendere un punto preziosissimo.

VELOSO 6 Più che una partita, una battaglia tra gladiatori, sporca e in alcuni frangenti troppo nervoso. Non il suo ambiente ideale. Fatica a far correre il pallone per la grande aggressività del centrocampo viola e anche coi lanci lunghi le cose non vanno meglio.

DIMARCO 6 Arriva a Verona come difensore “attaccante”, bravo soprattutto nella metà campo avversaria. Sta invece imparando un nuovo modo di giocare, di grande attenzione dietro. Difficile trovarle disattento, chiude con tante diagonali dal tempismo impeccabile. Ecco, lo ripeto ancora una volta, gli manca l’ultimo passaggio. Tanti cross, poco precisi.

ZACCAGNI 6 Anche i più forti rifiatano. Ma pur non essendo la sua miglior partita di sempre, fa vedere di avere gli spunti e i colpi di maggior qualità di tutta la squadra. Al momento è il riferimento per la fase offensiva del Verona e quando accelera salta l’avversario senza problemi. Ecco, quando lo salta, punti senza paura verso la porta, perché non è certo il tiro a mancargli.

YEBOAH s.v. (dal 33′ s.t.)

LAZOVIC 5.5 Forse la sua peggior partita da quando veste la maglia del Verona. Solo un cross nel primo tempo e nemmeno così invitante. Prima di uscire sciupa un’occasione clamorosa, solo davanti a Dragowski. Poteva fare tutto quello che voleva e invece sceglie la soluzione peggiore. Il Verona ha bisogna tremendamente delle sue giocate. Si ritrovi velocemente, per favore.

RUEGG 6.5 (dal 25′ s.t.) Una gran bella sorpresa. Entra da subito in partita e snocciola un paio di progressioni fulminanti che lasciano sulle ginocchia i giocatori della Fiorentina. E’ veloce e forte fisicamente, nonostante non sia un colosso. Avanti di questo passo, può mettere in difficoltà Juric nelle scelte iniziali.

SALCEDO 5.5 Stritolato tra i tre difensori della Fiorentina, fa una fatica tremenda a giocare palloni decenti. Ottimo lo spunto che porta al calcio di rigore, ma per il resto non riesce a incidere, non solo per colpa sua. I compagni lo cercano sempre col lancio lungo, soluzione ideale per i tre armadi della difesa viola.

COLLEY 6 (dal 1′ s.t.) Aggressivo alla ricerca dei palloni giusti per far male agli avversari. Si mette in mostra in un paio di accelerate che fanno parte del repertorio.

ALL. JURIC 6.5 L’emergenza infortuni continua a mordere ma quelli che vanno in campo fanno di tutto per dargli le risposte giuste. Dietro i suoi rischiano pochissimo e a centrocampo lottano come leoni. Davanti qualche problema in più, ma con Kalinic, Favilli e Di Carmine rotti cosa si può chiedere di più? Pareggio giusto, ma se il Verona avesse vinto non avrebbe rubato nulla.

IL PAGELLONE DI VERONA-SAMPDORIA

SILVESTRI 5.5 Forse non reattivo al massimo sul pur bellissimo gol di Ekdal. Bene invece sul colpo di testa fulmine di La Gumina, messo in calcio d’angolo. Non brillantissimo, come del resto tutta la squadra.

FARAONI 5.5 Un po’ sacrificato nei tre di difesa, rinuncia alla sua solita spinta per proteggere la porta di Silvestri. Eppure qualche volta prova a farsi vedere, ma le gambe non girano come al solito. Capisce che la serata è quella che è e cerca quindi di limitare i danni.

DAWIDOWICZ 6- Vero, il gol del vantaggio doriano arriva dopo un suo rilancio un po’ superficiale, che finisce direttamente sui piedi di Ekdal. Vero anche che in pratica sia l’unica sbavatura che si concede in una gara comunque tutto sommato attenta. Non concordo con i giudizi troppo duri di qualche tifoso, che non gli lascia mai passare nulla.

GUNTER s.v. (dal 42′ s.t.)

CECCHERINI 6 Stava giocando una buona partita, come sempre molto fisica e concreta. L’ennesimo guaio fisico lo costringe a lasciare il campo a circa cinque minuti dalla fine del primo tempo.

LOVATO 5 (dal 39′ p.t.) Da una sua indecisione incomprensibile nasce l’azione che si conclude con il raddoppio della Sampdoria, firmato Verre. Non il Lovato spensierato, ma al tempo stesso sempre sul pezzo di questo avvio di stagione. Troppe sbavature. Gli manca ancora la personalità (e l’età) per essere un leader nei momenti difficili.

LAZOVIC 5 Un unico spunto degno del suo nome, nel primo tempo, quando è bravo ad andare via alla difesa blucerchiata ma si perde poi nell’ultimo passaggio. Ancora lontano dallo strabiliante giocatore che ci ha incantato la scorsa stagione e che finora abbiamo visto solo a sprazzi.

RUEGG 6 (dal 16′ s.t.) Si procura il calcio di rigore che dà un po’ di speranza al Verona, in una serata da dimenticare. Un paio di guizzi per una scossa alla partita che però rimane un’illusione.

BARAK 4 Imperdonabile la sciocchezza che si concede nei minuti finale, scalciando oscenamente La Gumina, per terra e inerme. Un’espulsione che costerà cara a lui (rosso diretto, due giornate di squalifica?) e al Verona. Eppure era stato uno di quelli che meglio aveva fatto, nel grigiore gialloblù. Si faccia un bell’esame di coscienza.

VELOSO 5.5 Anche per lui un serata storta, in un campo osceno che di certo non esalta le sue qualità. Fatica a trovare il ritmo e, va detto, compagni propositivi che si facciano vedere. L’andamento è compassato e questo incide pesantemente sullo sviluppo della manovra, al rallentatore rispetto alle velocità schizofreniche del Verona.

TAMEZE 5.5 (dal 16′ s.t.) A Roma ha incantato, stasera è passato inosservato. Speriamo che a Firenze, se giocherà, gli dica meglio.

DIMARCO 5.5 Continuo a ribadire che la qualità non gli manchi. Anzi, forse è uno dei più dotati di questa squadra. Però troppa imprecisione oggi, tanti cross, ancora una volta, fuori calibro. Ci aspettavamo di vederlo nei tre di difesa. Va invece largo a centrocampo, ma questa volta non incide.

SALCEDO 5 Il suo percorso di crescita va a fiammate: a volte bene, vedi la partita di Roma contro la Lazio, a volte male, come stasera. Probabilmente così deve essere e quello che gli manca è lo scatto mentale. E’ giovane, deve capirlo e non pensare che sia tutto regalato solo perché ha qualità nei piedi.

ZACCAGNI 6 Segna il rigore che ci illudiamo possa regalare un’impresa al Verona. Prova a completare l’opera con un bel tiro praticamente dalla linea di fondo, ma Audero non si fa fregare e mette in angolo. Non pimpante, ma quanto meno non arrendevole, al contrario della maggior parte dei suoi compagni.

DI CARMINE 4.5 Cerco sempre nei meandri della partita ogni tipo di attenuante generica che possa salvare la prestazione di questo giocatore, che però oggi ha fatto di tutto per non essere salvato. A parte le volte che si fa trovare in fuorigioco (situazione che Juric non tollera), spreca goffamente una grande occasione, da solo in area di rigore. Non è lucido quando deve esserlo. A conti fatti, tutti i sacrifici, correndo di qua e di la, non lo aiutano quando la deve buttare dentro.

COLLEY 5 (dal 16′ s.t.) Ci risiamo. Un altro ingresso in campo evanescente, senza sostanza. Se questo deve essere il contributo, meglio che rimanga in panchina. Mi dispiace, ma deve dare di più.

ALL. JURIC 5.5 Lo dice sempre, a mo’ di cantilena: se questa squadra non va sempre a 200 all’ora rischia di perdere con chiunque. Le gambe non girano, e così la testa. Lui cambia qualche interprete di troppo forse. Non capisco come mai Faraoni nei tre dietro. Ma comunque, un passo falso ci sta, assolutamente. E’ andata, testa già a Firenze, ancora uno scontro diretto alla ricerca di punti salvezza.

IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

SILVESTRI 7.5 Inoperoso nel primo tempo, se non per qualche uscita efficace, nella ripresa è attento in un paio di occasioni della Lazio, fondamentale su un colpo di testa di Milinkovic Savic velenosissimo. Clamorosa la parata di piede, in contro tempo, sul tiro deviato di Pereira.  Incolpevole sul gol di Caicedo, che la mette proprio nell’angolino. Credo che sia il caso che Mancini riveda le gerarchie dei suoi portieri, considerando anche la stagione finora disgraziata di Sirigu.

LOVATO 7 Il “bambino” di Juric gioca da 35enne in uno stadio che, seppur senza pubblico, mette soggezione. Nel primo tempo segue come un’ombra Milinkovic Savic lasciandogli le briciole. Questo però non gli toglie attenzioni quando deve essere attento dietro all’arrembaggio della Lazio, alla disperata ricerca del pareggio. Ci ha fatto vedere una serie di chiusure, anche funamboliche, da pelle d’oca.

MAGNANI 7.5 Immobile probabilmente è tornato negli spogliatoi piangendo, o protestando ancora per chissà che cosa con Abisso. Magnani lo cancella dal campo, per 96 ininterrotti minuti di gioco. E’ dominante, coi piedi e con la testa. E, sorpresa per me, anche in velocità. Ha lo spunto che non ti aspetti da uno della sua stazza. Miglior partita da quando è a Verona, in assoluto.

DAWIDOWICZ 7 Il brutto anatroccolo è definitivamente diventato cigno. Perché non sarà elegantissimo da vedere, tutto quello che volete, ma vi sembra ancora lo stesso giocatore di due stagioni fa, o anche più semplicemente dell’anno scorso? Ogni tanto si perdeva in errori clamorosi. Non succede più, perché la testa giusta. E quando la testa va, le gambe non possono fare altro che seguire, senza fatica.

FARAONI 7 Cosa vuoi dire a uno che gioca così. E’ fondamentale per l’equilibrio di questa squadra, che si parli di fase offensiva o difensiva. Suo l’assist nel gol di Dimarco (in realtà autogol di Lazzari) va sul fondo a ripetizione. E senza soluzione di continuità te lo trovi a fare la diagonale difensiva sul malcapitato attaccante laziale.

BARAK 7 In mezzo al campo a fare legna, di fianco al maestro Veloso. Una bella coppia, complementare, che compensa l’uno l’eventuale mancanza dell’altro. Secondo me questo è il suo ruolo, perché qui fa sentire tanto il fisico, crea una diga quando il Verona è chiamato a soffrire.

VELOSO 7 E’ il classico giocatore del quale ti accorgi quando c’è. Mi spiego. Con lui in campo il Verona è un’altra cosa, la manovra più fluida, più bella da vedere. E poi quando scala in difesa per prendere il pallone per far partire l’azione è una meraviglia per gli occhi. D’altra parte la qualità la conosciamo bene. Avevo (sbagliando) ancora dubbi sulla condizione fisica. Ma, giustamente, mi ha spernacchiato.

DIMARCO 6.5 Sono contento per lui, perché al di là della buona partita, ha avuto il merito di sbloccarla, seppur con l’aiuto determinante di Lazzari. E’ uno di quelli che dove lo metti rimane, senza problemi, pronto al sacrificio. Ha qualità, tanta. Ne voglio vedere ancora di più sui cross. Ma arriverà, ne sono certo.

SALCEDO 6.5 A fiammate nella prima parte di gara, si nasconde un po’ forse pregustando quanto avrebbe fatto nella ripresa. Perché quello che si vede in campo nel secondo tempo è un altro giocatore, determinato, dentro ogni azione di attacco. Lotta come un leone ed è lui a crederci quando va rubare il pallone a Radu per l’assist a Tameze, che aggira Reina e la mette dentro.

COLLEY 6 (dal 31′ s.t.) E’ un ghiacciolo corroborante nel caldo torrido degli ultimi minuti di partita.

ZACCAGNI 7 E’ in stato di grazia e lo fa vedere in ogni giocata della sua partita. Perché non è solo pratico ed efficace, ma è anche bello da vedere, con un paio di veroniche e agganci al volo da campione. Si mette una volta in più al servizio della squadra e quando serve diventa il primo difensore. Una crescita che non accenna a rallentare.

LAZOVIC s.v. (dal 43′ s.t.)

TAMEZE 7.5 Stratosferico, tarantolato, per il Verona (e per Juric) probabilmente si lancerebbe anche dalla rupe Tarpea. Due partite fa, contro l’Atalanta, ha chiuso facendo il terzo di difesa. Oggi ha giocato da falso nove, creando non poco scompiglio nella difesa laziale. Spizza di testa il pallone di quel poco per mettere Zaccagni solo davanti a Reina, ma il fantasista gialloblù spreca. Lascia il campo al 23′. Ah scusate, prima segna il grandissimo gol dell’1-2.

FAVILLI s.v. (dal 23′ s.t.)

ALL. JURIC 9 A tutti gli osservatori più superficiali: smettetela di dire che questo Verona sia solo corsa, marcature a uomo e grinta. I gialloblù sono “anche” questo. Ma è una squadra che gioca a calcio come poche altre formazioni in questo campionato. Totale, di qualità e di una maturità quasi inattesa. Sì perché i suoi sanno attaccare quando serve e sanno soffrire quando la partita lo richiede. Si inventa Tameze attaccante e piazza Barak a fare legna in mezzo al campo. Sono i giocatori che determinano il risultato, è vero. Ma fanno esclusivamente quello che dice loro questo eccezionale condottiero.

IL PAGELLONE DI VERONA-CAGLIARI

SILVESTRI 6.5 Praticamente una sola parata degna di questo nome: bella la girata di testa di Pavoletti, lui la devia quanto basta per poi farsi aiutare dalla traversa che nega la gioia all’attaccante sardo. Per il resto, ordinaria amministrazione, perché se è vero che nel secondo tempo il Cagliari è cresciuto, è altrettanto vero che di tiri in porta ne sono arrivati pochi.

CECCHERINI 6+ Sempre il solito guerriero, attento e concentrato. Ha fisico per reggere il campo non eccellente e il ritorno del Cagliari nella ripresa. E’ un po’ difensore d’altri tempi, tecnica buona ma non stellare, ma senso della posizione e dell’anticipo sull’avversario impeccabili.

DAWIDOWICZ 6.5 Primo tempo in grande scioltezza, seppur con un paio di svarioni, agevolati anche dal campo non in perfette condizioni. La battaglia con Pavoletti è d’altri tempi, leale, ma molto fisica. Nella ripresa qualche apprensione in più, ma non abbastanza per mandarlo in confusione. E’ diventato un punto fermo della difesa. Provvidenziale nel disinnescare Joao Pedro lanciato verso la porta nella parte finale della gara.

DIMARCO 6.5 A me lui piace davvero molto e nel primo tempo, in un paio di occasioni, le sue galoppate mi hanno esaltato. Sa essere “bello” ma anche molto pratico. Una cosa ho notato. I suoi cross sono spesso pregevoli per qualità, ma sulla precisione deve ancora lavorare. Vero è che i suoi compagni devono dargli qualche riferimento in più in area, ma anche lui ha i mezzi per fare meglio.

FARAONI 7 Rivederlo in campo ormai da un paio di partite fa capire quanto è mancato a questo Verona. Suo l’assist in occasione del gol, sue le tantissime percussioni in tandem con Barak, ma anche Tameze. E sue sono le tantissime chiusure difensive, le diagonali che tanto ama Juric. Continuo a ribadire che meriti un’attenzione particolare da parte di Mancini e del suo staff.

TAMEZE 6 Un primo tempo tra i migliori della sua stagione, rovinato nei primi minuti della ripresa quando si appisola in mezzo al campo perdendo di vista Marin che va a segnare il gol del pareggio. Evidentemente risentito, Juric lo toglie dal campo preferendogli Salcedo.

SALCEDO 6 (dal 9′ s.t.) Tanta voglia di fare bene e di mettersi in mostra. Una cosa è chiara, quando entra a partita in corso sente che può incidere. Gli mancano un paio di passi in avanti per poterlo fare davvero. Ma la strada è quella giusta.

VELOSO 6.5 Quando è tirato a lucido, in condizione fisica ottimale, guardarlo giocare ha qualcosa di estatico. Fa viaggiare palloni alla velocità che più si adatta alla singola azione. Ha sui piedi lanci da 30-40 metri che vanno sistematicamente sulla mattonella dei compagni. Dopo le noie fisiche, torna a incantare, in un gruppo che sta generalmente crescendo. Nel secondo tempo soffre un po’ il ritorno del Cagliari.

LAZOVIC 6.5 Fuori per colpa di sto dannato Covid, sembra quasi che per lui non ci sia stata pausa dal campo. Ha ripreso come aveva lasciato, fondamentale per questa squadra. Capace di creare la superiorità numerica, in certe situazione sembra quasi che lui, Zaccagni e Dimarco stiano giocando un’altra partita, di un livello stellare. Si trovano ad occhi chiusi, quasi giocassero con una benda. Ecco, quando sarà sicuro anche nell’utilizzo del piede sinistro, fermarlo diventerà davvero un’impresa. Nelle gambe aveva solo un tempo e infatti esce nei primi minuti della ripresa.

LOVATO 6 (dal 9′ s.t.) I dubbi su di lui sono solo fisici, perché per il resto è chiaro che questo sia un giocatore dal grande futuro. Entra in campo quando il Cagliari vive il momento migliore della sua partita. Non perde la bussola e aiuta a tappare qualche falla.

BARAK 6.5 E’ lui ad aprire il campo a Faraoni in occasione del gol di Zaccagni. Un’intuizione figlia di una consapevolezza che cresce di partita in partita. Sempre più inserito nel credo tattico di Juric, sta crescendo tantissimo anche tecnicamente e fisicamente. Probabilmente è un po’ adattato in quel ruolo, ma sta dimostrando di imparare davvero in gran velocità. Anche lui fa il possibile per resistere di fronte alla reazione della formazione di Di Francesco nel secondo tempo.

ZACCAGNI 7 La curva della sua crescita non ha ancora raggiunto il picco, e sono convinto che sia ancora in là dall’arrivare. Perché Zac continua a sorprendere per determinazione e capacità di stare in campo. Juric gli ha costruito un ruolo e lui sta ripagando con la continuità che fino ad un paio d’anni fa non era tra le sue peculiarità. Dopo quello di Bergamo, arriva il secondo gol consecutivo. Finisce la benzina prima del tempo.

COLLEY 6 (dal 22′ s.t) Una gran bella occasione, di testa, che con un pizzico di convinzione in più poteva avere epilogo migliore. Ma ci ha provato.

DI CARMINE 6- Solito enorme lavoro di sacrificio e di corsa. Però c’è un però. E’ vero che è sfortunato e prendere una traversa, ma da quella posizione bisogna segnare, con la porta spalancata. Commette poi l’errore, sempre nella stessa azione, di rientrare in campo in maniera troppo passiva e così quando segna in realtà lo fa da posizione di fuorigioco. Sono piccole sfumature, piccoli dettagli che possono determinare un risultato.

FAVILLI 6.5 (dal 22′ s.t.) Mi è piaciuto molto, anche se gli è mancato un pizzico di lucidità in due grandi occasioni da gol: una che si è costruito da solo, calciando però alto da buona posizione, l’altra mancando l’appuntamento di testa a due passi da Cragno. L’impatto sulla gara è stato comunque buono.

ALL. JURIC 6.5 Un primo tempo eccezionale, sul solco di quanto fatto vedere a Bergamo. La squadra gira e gira bene. Sulle fasce c’è tutto un manifesta dello Juric-pensiero. La ripresa, però, è diversa e i suoi ragazzi soffrono un po’ la reazione del Cagliari, che ha creato un paio di occasione da brividi. Però non c’è stata una resa, anzi. I suoi hanno ribattuto colpo su colpo, sfiorando il raddoppio, non arrivato anche per mancanza di precisione degli attaccanti.

IL PAGELLONE DI ATALANTA-VERONA

SILVESTRI 7.5 Determinante, come spesso è stato l’anno scorso e in questo inizio di stagione. Tantissime parate decisive, due in particolare, da vero fenomeno, sul Papu Gomez e su Zapata. Ma poi molti altri interventi, magari meno appariscenti, ma non per questo più facili. Quando azzecca queste serate (nove su dieci) batterlo diventa un’impresa titanica.

DAWIDOWICZ 6.5 Un primo tempo da tuttocampista, a seguire il Papu come un’ombra. Gli tolgono la marcatura di Gomez e si concentra su Zapata. La vince lui la sfida, sia col primo, sia col secondo. A detta di molti, parte sempre come l’anello debole della difesa ma puntualmente sbugiarda i detrattori. Juric ne parla sempre bene, a ragion veduta.

LOVATO 6.5 Fino a quando è rimasto in campo ha vinto il duello diretto con Zapata. Bravissimo in un paio di chiusure che lasciano il colombiano a bocca aperta. Ha vent’anni ma affronta il suo avversario con grande sicurezza. Fuori per l’ennesimo problema muscolare, probabilmente una ricaduta dell’infortunio precedente.

DANZI 5.5 (dal 31′ p.t.) Costretto a marcare Gomez, finisce dentro una lavatrice con centrifuga al massimo della potenza. Soffre, e non poco. Ecco perché il mister decide di non rimandarlo in campo dopo l’intervallo.

VELOSO 8 (dal 1′ s.t.) Comincia la ripresa al posto di Danzi. Passa una manciata di minuti e col suo sinistro, che sembra uscire da un quadro di Mirò, colpisce la traversa. Passa il tempo e si riprende piano piano quel centrocampo al quale tanto è mancato. Va sul dischetto per trasformare il rigore che dà il vantaggio al Verona e quindi mette la firma nel raddoppio dando un pallone clamoroso a Zaccagni che poi completa l’opera. Avevamo bisogno di te, Miguel. Bentornato.

CECCHERINI 6.5 Per gli attaccanti avversari è un gran rompiscatole. E bravissimo a sporcare le giocate, a usare tanto il corpo a corpo disinnescando le velleità offensive dell’Atalanta. Bene anche in anticipo, difficile fregarlo. Anche lui è costretto ad alzare bandiera bianca per infortunio, anche per lui l’ennesimo di questa stagione stregata.

FAVILLI 6 (dal 28′ s.t.) 6 Dopo qualche settimana di infermeria, torna in campo con tanta voglia e riesce anche a procurarsi un paio di buone occasioni che non sfrutta a dovere, forse anche per un pizzico di goffaggine data dalla condizione ovviamente non ottimale. Ma il suo rientro è importante per Juric e per tutto il Verona.

FARAONI 7 Anche lui è mancato tantissimo a questa squadra, per l’enorme sapienza tattica con la quale sa stare in campo. Non avendo la gamba delle giornate migliori per spingere, visto che è rientrato solo mercoledì scorso a Cagliari, capisce che deve fare bene dietro, e ci riesce con un paio di diagonali da manuale e tante chiusure preziosissime. Da qui riprende la sua rincorsa al sogno azzurro. Lo meriterebbe.

TAMEZE 6.5 Un grandissimo lottatore che dopo un primo tempo nel suo ruolo naturale, a centrocampo, è costretto a fare il difensore, compito a lui sconosciuto. E’ la dimostrazione del grande lavoro di Juric, ma anche della disponibilità sua e di tutta la squadra, disposta a seguire il mister fino in capo al mondo.

ILIC 6 Gioca una caterva di palloni, molti dei quali in maniera poco propositiva, però. Tanti passaggi orizzontali, molti verso la difesa. Gli è mancata la verticalità, che tanto predica Juric. Mi è sembrato un po’ timido, di fronte ad un centrocampo di qualità e quantità internazionali. Un po’ stanco, lascia il posto a Colley.

COLLEY 6 (dal 13′ s.t.) Oh, così mi piace. E’ entrato in campo con lo spirito che si pretende da un ragazzino come lui. Attento e disposto a sacrificarsi per aiutare la squadra in fase difensiva. Questo deve essere l’atteggiamento che gli permetterà di entrare nel grande ingranaggio gialloblù.

DIMARCO 6.5 L’ho trovato più efficace in fase difensiva che nella metà campo atalantina. Tantissimi i cross, molti però non calibrati al meglio e altri sui quali, è giusto dirlo, non si sono fatti trovare pronti i compagni. Dietro è stato impeccabile, bravo nelle coperture e nelle marcature, spesso a uomo.

BARAK 6.5 Cresce alla distanza, diventando filtro fondamentale in mezzo al campo, nel momento in cui il Verona è chiamato a soffrire l’assalto bergamasco. Ha tanta qualità nello sbrogliare situazioni potenzialmente esplosive e dalla sua può contare su un fisico imponente che spesso mette soggezione agli avversari.

ZACCAGNI 8 Basterebbe il gol per spiegare questo voto. Basterebbe guardarlo e riguardarlo in loop per capire quanto grande stia diventando Zac. C’è tutto in quei movimenti e in quel controllo di palla a seguire. A questo si aggiunge il rigore procurato e tantissime altre giocate di livello stratosferico. A fine partite confida di sperare ancora nella nazionale. Giocando così sembrerebbe quasi scontata.

DI CARMINE 5.5 Se ti capita sulla testa l’occasione migliore della partita, solo davanti a Gollini, e la sprechi malamente, senza centrare nemmeno la porta, tutto il resto che fai passa in secondo piano. Perché lui, come sempre, si danna l’anima alla ricerca dei palloni, si prende falli su falli. Ma arrivato al dunque si perde e situazioni così non possono essere sciupate.

SALCEDO 6 (dal 13′ s.t.) Juric lo deve gestire, con bastone e carota. Lui, nel rispetto dello spirito di grande compattezza che si respira nello spogliatoio, accetta e prova a ripagare sul campo. Molto bene ha fatto a Cagliari, bene ha fatto anche oggi nel momento in cui la squadra doveva assolutamente stringere i denti per portare a casa i tre punti.

ALL. JURIC 8 E’ costretto a reinventare il suo Verona almeno tre volte in 95 minuti. Eppure, il risultato è sempre lo stesso: la sua squadra mantiene la stessa qualità, pressing alto con quattro, cinque uomini, e palla subito in verticale, a cercare la porta. Come dicevo già un paio di settimane fa, il fatto che pur cambiando uomini non cambino i risultati, potrebbe diventare la sua croce. Se spendendo poco continua a meravigliare, perché la società dovrebbe sborsare di più? Al di là di queste elucubrazioni, sta facendo qualcosa di inimmaginabile, con mezza squadra infortunata e l’altra mezza che deve gestirsi al meglio per non finire incerottata. E’ semplicemente immenso quest’uomo.

IL PAGELLONE DI VERONA-SASSUOLO

SILVESTRI 6- Nulla poteva fare sul gol capolavoro di Boga che ha azzeccato una parabola divina. Forse qualcosa di meglio inventarsi sul raddoppio di Berardi che, è vero, tira una gran mina, ma la traiettoria è abbastanza centrale. Il Sassuolo è sceso due volte e due volte ha trovato la rete, per una vittoria che rimane comunque immeritata.

DAWIDOWICZ 6 Mezzo voto in meno perché in occasione del primo gol doveva stare più col fiato sul collo di Boga che, comunque, ha pescato il jolly. E’ l’unica sbavatura di una partita giocata a testa alta, senza paura, in un ruolo che per lui è assolutamente inedito. Peccato perché Juric sottolinea sempre la qualità delle sue prestazioni, a prescindere dalla zona del campo che ricopra.

MAGNANI 6.5 Ce lo aveva fatto capire già contro il Milan, ma oggi abbiamo avuto la conferma che questo sia un acquisto di qualità per la difesa del Verona. Impeccabile, sicuro, non elaborato nelle giocate, ma sempre efficace. In un momento di continua emergenza nel reparto arretrato, lui è la vera garanzia.

CECCHERINI 6.5 Conferma di essere un gladiatore, sempre attento quando gli attaccanti del Sassuolo passano dalle sue parti. I piedi non sono raffinati, questo lo sa anche lui, ma compensa con una voglia invidiabile. E meno male che non era in condizioni fisiche perfette. Preoccupa perché esce dal campo zoppicando.

UDOGIE (dal 23′ s.t.) 6 Entra bene e fa il possibile per aiutare i compagni a rimettere in piedi una partita stregata.

DIMARCO 6 “Costretto” a giocare a uomo su Berardi, l’uomo indubbiamente più pericoloso degli ospiti. Deve fare una partita di grande sacrificio, rinunciando alla sue solite sgroppate che, comunque, ogni tanto si concede. Forse leggermente in ritardo nella chiusura quando Berardi fa partire la cannonata che chiude la partita. Sfortunato perché per la seconda volta stagionale (se non sbaglio) centra il palo su un tiro cross.

TAMEZE 6.5 Mi è piaciuto, molto. Forse la sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. A lui Juric affida la bacchetta del direttore d’orchestra, ma oltre a cantare, porta anche la croce correndo come un matto a destra e sinistra. Fisicamente è in grande crescita e mi sembra che anche la fiducia nei propri mezzi sia in aumento esponenziale.

ILIC 6+ Gioca una discreta partita, tanta corsa e tanto sacrificio. Il ruolo di costruttore di gioco non spetta a lui, ma a Tameze, ciò nonostante sono preziose le sue aperture, frutto di una qualità tecnica da tenere d’occhio. Spara un missile al quinto del primo tempo che si stampa sul palo pieno. Esce stanchissimo.

VELOSO 6 (dal 22′ s.t.) Partecipa alla ridicola gara di pali e traverse colpiti. Una punizione spettacolare che si stampa sul legno.

BARAK 6 Ha qualità, e su questo non ci piove. Ha anche il senso del gol (quest’anno ne ha già fatti tre). Oggi però non gli ho visto proprio l’istinto killer sotto porta. In un paio di occasioni avrebbe potuto fare molto meglio. Vero è che gioca molto largo a destra, ma avrei voluto qualcosa di più da lui, che ha tanto da dare. Inoltre, troppo in ritardo nell’aiuto a Dawidowicz sul gol di Boga.

ZACCAGNI 6.5 Primo tempo con un paio di giocate delle sue, divine. Non troppo continue, però. Nei secondi quarantacinque minuti inserisce il turbo e fa vedere i sorci verdi ai difensori emiliani. L’unico modo per fermarlo è entrargli sulle caviglie, ma così sono capaci tutti. In condizioni eccellenti, fisiche e mentali.

DI CARMINE 5.5 Il solito grande lavoro di corsa, voglia di spaccare il campo, di aiutare la squadra a giocare bene. Un bellissimo spunto nel primo tempo con un cross che non trova pronti i compagni in area di rigore. Però, c’è anche una grande occasione non sfruttata a dovere. L’impegno non gli manca mai, ma oggi non è bastato.

SALCEDO 6.5 (dal 33′ s.t.) Fa più lui in un quarto d’ora che Colley in cinquanta minuti. Impatto importante sulla partita, ha sulla testa l’occasione per riaprirla, ma è bravo Consigli a superarsi. In questo momento sembra dietro nelle gerarchie, ma giocando così non può fare altro che scalare la classifica delle preferenze di Juric.

KALINIC 6 Il voto, in questo caso, conta fino ad un certo punto. Qui la differenza la fa il suo infortunio muscolare, l’ennesimo di questa stagione. Si fa male al flessore della coscia sinistra e la sensazione è che non sia una cosa poco. Non stava facendo male, si stava muovendo bene, in affinità con le caratteristiche di Di Carmine.

COLLEY 5.5 (dal 38′ p.t.) Premessa doverosa: non è e non può essere lui a salvare capra e cavoli. Non si può pretendere che le sorti del Verona passino dai suoi piedi. Una cosa, però, gli si può chiedere: più voglia e più concretezza. A vent’anni devi entrare in campo con l’istinto animale, disposto a divorare l’erba che calpesti. Invece l’ho trovato troppo passivo, se non in qualche fiammata.

ALL. JURIC 6.5 Quattro tra traverse e pali. Tante occasioni che certificano una sconfitta immeritatissima, di fronte ad un Sassuolo che ragiona da grande squadra: poco sforzo, massima resa. Mette in campo un 4-4-2 che manda in confusione De Zerbi che per lunghi tratti non sa come contrastare l’Hellas. I suoi ci mettono tutto, lasciano ogni goccia di sudore sull’erba. Se ci fosse stato il pubblico la standing ovation sarebbe stata il minimo. L’unica cosa che non condivido è la scelta di Colley, preferito a Salcedo. Perché questa gerarchia?

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

SILVESTRI 8 L’uomo dei miracoli colpisce ancora. Ne fa tre solo nel primo tempo, su Saelemaekers, Leao ed Hernandez. Nella ripresa ancora un muro su Hernandez e Ibra e ancora su Zlatan, fino a quando è costretto ad arrendersi. Sono parate di istinto, ma anche di grande classe, efficaci e belle da vedere. Dopo anni e anni finalmente il Verona ha un portiere che resterà nella storia di questi colori. Che mi auguro continuerà ad indossare ancora a lungo.

LOVATO 7 Non gioca una partita come tutte le altre, dal momento che di fronte ha la società che lo sta seguendo con particolare attenzione. Dimostra una personalità pazzesca, perché nonostante un paio di volte soffra i movimenti felpati di Leao, non si scompone ma anzi reagisce da “senior”. Non si lascia nemmeno condizionare dal cartellino giallo. Stende in maniera un po’ goffa Kessie, causando il rigore. Ma visto come lo calcia Ibra, lo perdoniamo.

MAGNANI 7.5 Un’eclissi su Ibrahimovic, che sparisce dal campo, soverchiato dal difensore gialloblù. Una serie di anticipi, di testa, di piede, esemplari, che lasciano Zlatan a bocca aperta. Grandissima sicurezza nel condurre la difesa, si spinge anche in territori non suoi, sempre con impeccabile lucidità. Esce zoppicando, si spera solo stretto dalla morsa dei crampi. E quando va fuori lui, fatalità, Ibrahimovic la pareggia.

CETIN 6 (28′ s.t.) Subito concentrato, in una partita che non ha bisogno di alcuna distrazione. C’è da soffrire fino al 95′ e lui non si sottrae, con un paio di chiusure fondamentali in mezzo all’area di rigore. Nel gol del 2-2 è più merito di Ibrahimovic che demerito suo.

CECCHERINI 6.5 E’ un grandissimo combattente e, come sottolineato da Juric alla vigilia della gara, un eccezionale agonista. Sempre concreto, non ama pizzi e merletti e fa le cose che deve senza essere appariscente. Tutta un’altra cosa dallo Ceccherini che aveva iniziato non bene a Firenze. Sta diventando una certezza.

LAZOVIC 6 Deve aiutare Lovato a tenere a bada Leao, che ha colpi da campioncino e velocità da centometrista. Una partita di infinito sacrificio, durante la quale è costretto a dimenticare un po’ la sua grande qualità offensiva.

DAWIDOWICZ 7 Accompagnato in campo da sorrisetti di perplessità, spernacchia chi non crede in lui in quel ruolo (a centrocampo) e risponde presente alla chiamata di mister Juric. Segue come un’ombra Calhanoglu, togliendo al Milan una grande fonte di ispirazione. Prova anche a costruire, ma è costretto a lasciare il campo per una noia muscolare, l’ennesima di questa stagione.

TAMEZE 6.5 (dal 18′ s.t.) Muso duro e bareta fracà. Entra nella mischia con lo spirito del guerriero e si lancia su ogni pallone gli passi a mezzo metro di distanza. Non aveva 90 minuti nelle gambe, ma entrando dalla panchina il suo l’ha fatto alla grande.

ILIC 6.5 Continua a crescere questo ragazzino, anche al cospetto di giocatori, sulla carta, a lui superiori. Ma non soffre, evidentemente del complesso di inferiorità e gioca a testa alta, organizzando il gioco del Verona. Se Dawidowicz è chiamato a fare il lavoro sporco, lui ha la licenza di costruire. Ma la stanchezza, verso la fine, prende il sopravvento.

UDOGIE 6.5 (dal 23′ s.t.) Come è entrato in campo sto ragazzino… Che voglia di mangiare il campo, splendido. Con quantità e tanta qualità, aiuta la squadra nel momento di maggiore sofferenza. Wow.

DIMARCO 6.5 Una partita da sette, alla quale bisogna togliere mezzo voto per un’occasione clamorosa sbagliata, che avrebbe portato il Verona sul 3-1. Fa sorridere imputargli un errore del genere, coi gialloblù che stavano realizzando un’autentica impresa, ma evidentemente ci ha portato ad alzare l’asticella, vista la qualità delle super prestazioni. Stremato, arriva al 96′ senza mollare nulla.

BARAK 7 Quelli che c’erano prima di lui, forse, e dico forse, avevano un briciolo di qualità in più. Ma quella qualità che probabilmente è più appariscente che efficace. Perché sui è dannatamente pratico, e funzionale al gioco del Verona. Segna il terzo gol in due partite sentendosi sempre più a suo agio in questo ruolo. Un dominatore dal punto di vista fisico, ha grande fiuto sotto porta.

ZACCAGNI 8 Semplicemente devastante. Manda letteralmente in confusione tutta la difesa del Milan, a cominciare da Calabria colpito da un persistente mal di testa. Se ne va con una facilità clamorosa, con giocate di qualità stratosferica. Quello che impressiona è la condizione fisica. Ha la forza di uno scatto da velocista anche negli ultimi minuti di gara. Mi meravigliavo del fatto che Mancini non lo avesse ancora convocato nella nazionale italiana. Il Mancio, a casa col covid, si è ricreduto dopo la prima lista e ha inserito anche il nostro Zac. Bravo, bravissimo, un orgoglio per la tifoseria e per la città.

KALINIC 6 Una grandissima occasione, domata dall’istinto di Donnarumma. Non è la sua partita, costretto a soffrire da solo, schiacciato dalla difesa del Milan. Di palloni gliene arrivano pochi e quei pochi cerca di amministrarli al meglio. Deve trovare il gol, lo meriterebbe e gli darebbe grande auto stima.

COLLEY 6 (dal 19′ s.t.) Qualcosa di più da lui me la sarei aspettata. Vero è che quando parte è una spettacolo da vedere. Però in tante occasioni trotterella ciondolante con poco convinzione. Ci vuole di più per convincere Juric.

ALL. JURIC 8 Penso che nessuno sia andato così vicino alla vittoria a San Siro come lui. Il suo Verona va avanti 2-0 e quando il Milan accorcia le distanze dimostra di avere grande capacità di soffrire, compatto e sempre più organizzato. Azzecca la mossa di Dawidowicz su Calhanoglu, ma in generale non rinuncia mai alle sue idee. Non le cambierebbe nemmeno se di fronte si trovasse il Real Madrid. Eccezionale, perché alla fine i suoi escono dal campo con un pizzico di rammarico nonostante, per onestà, il Milan non abbia rubato il risultato finale.

IL PAGELLONE DI VERONA-BENEVENTO

SILVESTRI 7.5 Tre miracoli clamori nel primo tempo, su Lapadula, Caprari e Insigne. Prende tutto quello che si può prendere e mette la firma a fuoco su questa gara. Generalmente meno protetto dai compagni della difesa, ha la forza di mantenere la calma e trasmetterla a chi gli sta davanti.

CECCHERINI 6.5 E’ il più integro della difesa, nonostante anche lui arrivi a questa partita per un pelo. Gioca con una voglia e una determinazione esemplari. Magari i piedi non sono proprio raffinati, ma quello che deve fare lo fa molto bene. Bravo.

GUNTER s.v. (dal 46′ s.t.)

LOVATO 6 Parte fortissimo, anticipando gli attaccanti del Benevento a destra e a manca. Poi qualche errore e un paio di sbavature che sono figlie di una condizione fisica non all’altezza. D’altra parte Juric lo ha recuperato proprio in extremis. Evidentemente qualcosa ancora gli mancava per dare le giuste garanzie. Rimane negli spogliatoi dopo il primo tempo.

MAGNANI 6 (dal 1′ s.t.) Subito due interventi che evitano il peggio. Poi litiga col pallone, apre un’autostrada per Lapadula ma è bravo lui stesso a contrastarlo, evitando il peggio. E’ uno di presenza in mezzo all’area, ma ancora lontano dalla migliore condizione. Si perde il neo peruviano nell’azione che permette al Benevento di impattare la partita.

EMPEREUR 5.5 La sensazione è che fisicamente non sia nelle condizioni migliori, perché regala troppo agli avversari. Una serie di errori poco comprensibile e, soprattutto non consueta per un ragazzo che sa di non essere Maldini e che proprio per questo bada alla sostanza e non ai ghirigori. Insigne lo manda in confusione, ragion per cui Juric lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

DAWIDOWICZ 6 (dal 1′ s.t.) Non è la sua zona di campo preferita e si vede che è un po’ incerto. Tiene però alta la concentrazione e la porta a casa senza danni collaterali.

LAZOVIC 6.5 Nella giornata in cui non è quello che tutti ci aspettiamo, nella partita in cui soffre come non mai quella che dovrebbe invece essere la sua posizione naturale (largo a destra) trova il gol della tranquillità, da vera punta, che dà al Verona tre punti dal peso specifico clamoroso. Gli manca tanto Zaccagni, col quale solitamente si troverebbe anche bendato, ma, in fin dei conti, chi se ne frega, sono i punti che parlano.

TAMEZE 6.5 Tanta corsa e altrettanta lucidità nel creare il gioco quando non riesce ad Ilic. E’ uomo a tutto campo, certo non come ci aveva abituato Amrabat, ma non per questo di minor importanza. Finora non ha mai fatto pentire Juric di averlo messo dentro e più passano le partite più dimostra di aver capito cosa gli chiede il tecnico croato: saper cantare, ma anche portare la croce.

ILIC 6+ Alla vigilia della gara Juric lo ha portato in trionfo, lodando le sue grandi qualità tecniche e fisiche. Ha delle linee di gioco eccezionali e i suoi palloni viaggiano col radar, al millimetro. Deve fare un grande lavoro di copertura su Ionita, che segue passo dopo passo. Un lavoro che lo stanca, in considerazione anche delle tante energie che aveva speso in coppa Italia. Ma a me piace e pure molto. Concordo con Juric, i margini di miglioramento sono pazzeschi

DIMARCO 6.5 Bellissimo l’assist per il gol di Lazovic, quello che regala la sicurezza al Verona e tre punti in classifica pesantissimi. Corre tantissimo e mette dentro palloni davvero interessanti sui quali i compagni, però, non si fanno trovare pronti. Largo a sinistra, o terzo di difesa, rimane una certezza per Juric.

BARAK 7.5 Due palloni, due gol. Lo so, è una forzatura, ma guardate che non ne ha giocati tanti di più. Eppure quelli che gli sono capitati tra i piedi li ha capitalizzati al massimo, con due reti stupende, la seconda da cineteca. Non è uno che ama correre, ma ha qualità e forza fisica. Sta entrando in confidenza con questo ruolo e sono convinto che col passare delle settimane andrà sempre meglio. E se non essendo ancora a suo agio fa due gol così, chissà in futuro.

COLLEY s.v. (dal 46′ s.t.)

ZACCAGNI 6.5 Uomo assist nel primo gol di Barak. Una prima mezz’ora da fenomeno vero, ma in generale una partita da protagonista, anche perché ha più gamba rispetto ai compagni, molti dei quali spompati dalla partita di Coppa Italia contro il Venezia. Deve continuare su questa strada di grande consapevolezza, che lo sta facendo diventare una delle più belle stelle non solo del Verona ma di tutta la categoria.

KALINIC 6.5 Per carità, i voti degli attaccanti spesso sono direttamente proporzionali ai gol fatti. Lui non segna ma fa un grande lavoro, non solo di sportellate, ma anche di qualità tecnica. Non sciupa mai un pallone ed è sfortunato quando solo la traversa, a Montipò battuto, gli nega la classica gioia del gol. Arriveranno, è naturale. Intanto entra sempre di più nei meccanismi di questo Verona che sembra davvero aver trovato la punta della quale aveva bisogno. Bellissimo il tocco col quale libera Zaccagni, uomo assist per il primo gol di Barak.

DI CARMINE s.v. (dal 41′ s.t.)

ALL. JURIC 7 Il suo Verona che sembra più un lazzaretto, visti i tanti giocatori infortunati, ha gli stessi punti di Napoli, Inter e Roma che è addirittura stucchevole stare a dire quanto hanno speso durante il calcio mercato. Sa bene di aver vinto una partita miracolosa, che non meritava. Ma che proprio per questo ha un valore ancora più importante, non solo perché arrivata contro una diretta concorrente, ma anche perché figlia di energia morali con le quali i suoi hanno sopperito alle forze fisiche e atletica. Questa squadra non muore mai.