Occasione persa. E a Frosinone è arrivata la Befana gialloblù. Il k.o. all’overtime è duro da mandare giù. La Tezenis aveva il poker in mano e se l’è lasciato sfilare da Veroli con l’acqua alla gola. Le motivazioni hanno fatto la differenza. Inutile recriminare per i falli non fischiati; piuttosto pesano i tecnici figli di un nervosismo che non ha motivo d’essere quando si è avanti nel punteggio e si gioca in trasferta.
Cuore e coesione, che erano state le armi per infilare la striscia di tre vittorie consecutive, sono venute un po’ meno. Emblematico il gap a rimbalzo al cospetto della peggiore squadra del campionato sotto i tabelloni. Ma non si può dare la croce addosso a Waleskowski, né pensare che Porta debba essere sempre e comunque il salvatore della patria. La gestione dell’ultima palla è un esempio eloquente. E se Renzi riceve pochi palloni la colpa non è certo del centro, ma del play che non lo cerca.
Una sconfitta non cambia il giudizio sulla squadra, come tre successi in fila non dovevano montare la testa a nessuno.
P.S. Non ho mai detto che a Waleskowski dovrebbe già essere prolungato il contratto fino alla fine della stagione. Ma tra lui e Edwards non ho dubbi su chi assicura più affidabilità e continuità, Wale tutta la vita. Il problema è un altro: se andava bene, tanto valeva confermarlo la scorsa estate. Poi la regola dei quattro “under” va per conto suo.
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