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MARTELOSSI THINK

Alberto Martelossi ha ragione nel voler coinvolgere tutti i suoi giocatori, lasciando ad ognuno la responsabilità di prendere un tiro importante. E’ successo con Banti, ma soprattutto è stato Jack Mariani a marchiare con le sue triple un paio di successi di peso al Palaolimpia.
Poi, altrettanto logicamente, il coach gialloblù lascia a Porta l’ultimo tiro per la vittoria, come contro Ostuni.

Il problema di questa stagione di “up & down” della Tezenis resta la mancanza di personalità, che viene puntualmente a galla in trasferta. Di Giuliomaria è l’unico vero, grande lottatore; ma non ha il talento di Porta (o di Renzi), altrimenti sarebbe in pianta stabile in A1.
Dagli altri arrivano solo sprazzi. West regala schiacciate ad ogni partita, magari difende alla grande sul terminale più pericoloso, però non becca neanche un rimbalzo (come a Forlì). McGrath finora non ha mai mostrato le qualità di tiratore di striscia di cui Verona avrebbe assolutamente bisogno. Si tira la coperta da una parte e ci si scopre da un’altra. Lo ha detto proprio coach Martelossi con una sintetica e lucida analisi dopo la sconfitta di Forlì: la squadra sistema un problema e ne spunta fuori subito un altro.

Così la Tezenis traccheggia, tra colpi d’ala e di cuore al Palaolimpia, e pause sconcertanti. Lo scontro diretto con Veroli è una partita-chiave, ma comunque andrà a finire, bisogna sperando che il futuro non sia legato agli umori del patròn Pedrollo. Spesso tra alti e bassi come la sua Scaligera.

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