La personalità uno non la può costruire in allenamento. O ce l’ha, oppure niente. Alessandro Ramagli sta forgiando una squadra che oltre ai mezzi tecnici vuole pescare fino in fondo sul carattere dei singoli giocatori. La reazione di Trieste è emblematica. Con un particolare: rispetto all’osceno match d’andata al Palaolimpia c’era Charlie Westbrook.
Lasciando perdere vecchi luoghi comuni (una rondine non fa primavera…anche perché siano in autunno) il suo debutto è stato decisamente confortante. Per di più con Ghersetti sui legni per 40 minuti.
Ma con l’addizione americana i giganti gialloblù hanno messo anche carattere, hanno tirato fuori le palle, proprio come aveva auspicato Matteo Da Ros nell’autocritica che ha fatto il giro del web. Assumersi le responsabilità senza dare la colpe a qualche altro è già una grande qualità. Mi piace ricordare il titolo del libro autobiografico di Paolo Sollier, calciatore ribelle nel Perugia dei record: “Calci, sputi e colpi di testa”.
Poi La Gazzetta indica Verona nel poker di favorite per la promozione? Per due anni non si è mai parlato di semplice salvezza e sappiamo tutti com’è andata a finire. Quindi tocchiamo ferro, nella speranza che abbia ragione Pedrollo quando dice che è una fortuna non avere la promozione diretta. Ai playoff non sempre vince la più forte.
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