L’eccesso di sicurezza induce a commettere errori e l’umiltà aiuta a crescere e a migliorare ognuno di noi. La sicumera con la quale noi baskettari spesso guardiamo dall’alto al basso il mondo del volley può portare brutte sorprese. Mente la Tezenis vinceva la seconda partita di fila con 23 punti di scarto travolgendo pacificamente Barcellona nonostante le bizze di Monroe (al quale sarebbe opportuno fare un corso intensivo sui deliri di certi fischietti in A2 Gold), piazza dei Signori accoglieva tanta gente per il gala di presentazione della Calzedonia Volley. Stessa famiglia di sponsor, ma una cornice completamente diversa: per la pallavolo Ilaria D’Amico come madrina, il cantante Giò Di Tonno e le supermodelle dell’intimo di casa, per il basket la solita presentazione in mezzo a mutande e canottiere con una giornalista paracadutata da Sky.
In Scaligera non se n’abbiano a male, ma volley batte basket 3-0, sebbene l’ufficio stampa sia super. E tutti i discorsi sulla superiorità del basket e sulla tradizione lasciano il tempo che trovano; l’esempio al contrario di Trento dovrebbe insegnarci qualcosa. Così come il clamoroso (ancorché un tantino esagerato) ritorno d’immagine generato dal Mondiale di volley femminile. Sotto rete organizzano eventi a nastro, la Federbasket rinuncia perché non ci sono soldi. Ormai i canestri guadagnano spazio sui media solo per le sparate del Poz, manco fosse l’unico coach. Aggiungiamo le mille burocrazie e complicazioni portate da Fiba e Fip e il quadro è completo.
La Fipav ha bloccato le retrocessioni, il basket naviga a vista. Un bambino italiano che ha avuto la sventura di nascere all’estero, per giocare deve aspettare l’ok dalla Federazione del paese dov’è nato. E’ la Fiba, bellezza: la stessa che provò a fare la guerra all’Eurolega. Abbiamo visto com’è andata a finire…meno male che anche il basket ogni tanto s’inventa qualcosa di buono.
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