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FALLIMENTO

Nello sport i conti si fanno alla fine. Ed il buzzer di gara-4 a Porto Empedocle ha detto che la Tezenis è fuori. Stagione finita. Non è esagerato parlare di fallimento, visto che questa squadra era stata costruita per conquistare la serie A e invece la Verona dei canestri resta con il cerino in mano, acceso sulla fiammella della partecipazione all’Eurochallenge (grazie alla vittoria in Coppa Italia), magra consolazione ed unica chance per cercare di trattenere uno sponsor che non potrà certo prendere bene l’ennesimo obiettivo mancato.
C’è bisogno di fare un riassuntino? Prima stagione: retrocessione. Seconda stagione: fuori dai playoff. Terza stagione: primo turno dei playoff, senza infamia né lode. Quarta stagione (l’anno scorso): fuori in semifinale senza rientrare in serie A nemmeno dalla finestra del ripescaggio.
Spiace per i tifosi che si sono riavvicinati al basket, ed il ritorno d’interesse è dimostrato dai tanti commenti, ancorché talvolta esagerati o fuori registro, in questo momento di sconforto. Spiace per la magnifica dozzina scesa fino in Sicilia per la doppia sfida con Agrigento e che ha incitato e sostenuto la squadra fino all’ultimo; i veri tifosi sono così. Spiace per coach Ramagli, che ha guidato Verona al domino in regular season, alla sofferta quanto emozionante conquista della Coppa, e adesso si ritrova bersaglio delle critiche, alcune davvero ingenerose. Però nei playoff è stato surclassato da coach Ciani. Spiace per capitan Boscagin, che ha sempre dato tutto, anche nelle partite sotto tono di questa serie. Spiace per Luca Gandini, pronto a dare l’anima quando veniva chiamato in campo. Spiace per chi ha lavorato dietro le quinte in una società che si è già data una struttura organizzativa da serie A. Spiace perché è troppo facile parlare e criticare quando tutto è già finito, sparando giudizi trancianti e spesso insensati.
Le regole dei playoff sono queste. Inutile contestarle. E non dimentichiamo che Trento l’anno scorso è salita facendo lo stesso percorso.
Adesso in casa Scaligera tutti tremano. Cosa farà mr. Tezenis? E Pedrollo, assai poco incline a metabolizzare sconfitte così crudeli? Per questo prego (assieme a tutti i tifosi della Verona dei canestri) che entrambi non mollino.
Il vaticinio del “triplete” del presidente (Coppa Italia-primo posto-promozione) abortisce sul traguardo più importante. La sua Tezenis bocciata dall’umile Agrigento, squadra costata decisamente meno.
E pensare che quest’anno sembrava andare tutto per il verso giusto: una neopromossa nei quarti, il “rischio” di incrociare la pericolosa Torino eventualmente solo in finale. Una volta di più si dimostra che in certi casi il silenzio non è solo opportuno, ma anche di rigore. E’ sempre rischioso fare i “ganassa”.

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