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SENSO DELLA RESPONSABILITA’

Matteo Da Ros si prese una caterva d’insulti per aver scritto ironicamente un tweet, dopo l’eliminazione della Tezenis contro Agrigento, che queta volta era stata colpa del custode.
Emanuele Rossi non ha mai giocato a Verona, è stato allenato da Crespi a Casale nella prima parte della stagione 2007/2008, poi se ne andò a Treviglio. Dove è tornato l’anno scorso dopo due stagioni a Omegna e altrettante a Chieti. Ha aspettato otto anni per ritrovare Crespi, vincere e attaccarlo su facebook.
Se volete leggere cosa ha scritto lo trovate sul sito.
Al di là della correttezza o meno di rendere pubblico uno sfogo del genere (dopo otto anni lascia il tempo che trova), l’intervento di Rossi tuttavia alimenta le perplessità sul clima dello spogliatoio veronese e sulla tenuta mentale della Tezenis.
Nessuno mette in discussione la competenza di Crespi (lo ha ammesso perfino Rossi), però sono emerse criticità che sembrano imputabili anche dell’accessiva agitazione del tecnico, dietro la quale potrebbe nascondersi una sostanziale insicurezza.
Ecco qualche cambio di giocatori che avevano appena segnato, ma “colpevoli” di un errore difensivo. Ecco la mancanza di lucidità necessaria per gestire finali punto a punto.
Marco Crespi sostene giustamente che la valutazione della performance di un atleta professionista ha tre livelli: un quoziente di energia, uno di responsabilità e quello di saper riconoscere il proprio ruolo. È il quoziente di responsabilità che dobbiamo migliorare.
E dal suo punto di vista Giorgio Pedrollo ha ragione nel credere “ciecamente” nel sostenere il progetto affidato a Crespi. La squadra è stata costruita ad immagine e somiglianza del suo allenatore, cambiare potrebbe essere complicato.
Ma è anche vero che ci sono dei segnali che non vanno ignorati. Pedrollo jr. lo ha capito e ritiene che saranno superati. Il campionato è lungo. Resta da vedere se il tempo sarà galantuomo. Dopo tutto c’è chi ha aspettato otto anni…

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