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RICORDANDO MARIO VICENZI

“Take care of your memories for you cannot relive them” (Bob Dylan, “Nothing Was Delivered”: Abbi cura dei tuoi ricordi perché non puoi viverli di nuovo).

Mario Vicenzi era un uomo buono e semplice. Se n’è andato troppo presto; magari in questi anni un po’ tormentati avrebbe potuto dare un consiglio prezioso, pur restando nell’ombra, come faceva spesso. Un passo indietro rispetto al fratello Giuseppe, che nel 1972 rilevò da Andrea Piotto la Scaligera Basket appena promossa in serie D.
Il pioniere della pallacanestro veronese sapeva giocare con abilità su più tavoli, così oltre alla Scaligera c’erano l’Arena e la Cestistica, quest’ultima tutt’ora viva e vegeta , presieduta dalla quasi 90enne moglie Maria Benedetti Piotto (insignita dal presidente Petrucci della Targa d’oro della Federazione Italiana Pallacanestro) e favorita per la promozione in C Gold.
Giuseppe e Mario Vicenzi hanno rappresentato un pezzo importante non solo del basket, ma dello sport cittadino, ed è giusto ricordare un dirigente- coproprietario che non si tirò mai indietro per sostenere la Scaligera. La sua grande amicizia con Praja Dalipagic è emblematica ed uno dei ricordi più affettuosi e struggenti che conservo di quella epopea è la carezza che Mario Vicenzi negli spogliatoi del Pionir di Belgrado diede al grande campione (che per una stagione illuminò i tifosi gialloblù), affranto per il trionfo della Mash nella finale di Coppa Korac contro la Stella Rossa di cui era d.s.
La 7ª edizione del “Memorial”, posticipata rispetto alla collocazione tradizionale, arriva dopo le polemiche e le tensioni societarie estive, ma conferma la vicinanza di Giuseppe Vicenzi al basket gialloblù. Le cui sorte adesso sono affidate alla famiglia Pedrollo. Non si deve dimenticare che si deve a Vicenzi se la fiamma dei canestri rimase accesa dopo il fallimento, con la Sanzeno presieduta dal nipote Luca, figlio di Mario.
E non bisogna mai dimenticare chi siamo e dove eravamo. Soprattutto se ci si vuole rialzare dopo una caduta.

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