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BENE, BENE, BENE

“Non chiederti cosa i tuoi compagni di squadra possono fare per te. Chiediti cosa tu puoi fare per i tuoi compagni di squadra.” (Earvin “Magic” Johnson)

Azione, reazione. Chi temeva di vedere una Tezenis tremebonda e in difficoltà dopo il k.o. con Montegranaro è stato immediatamente smentito. La Verona dei canestri “green line” è così: può fare grandi cose e incappare in serate storte o in black-out scellerati, come quello all’esordio a Jesi, dopo avere giocato baldanzosamente fino all’intervallo.
Un altro piccolo capolavoro di Dalmonte e Gandini che hanno preparato la partita con perizia certosina in ogni dettaglio. Togliere l’aria a Candussi nel pitturato, al punto che il totem mantovano s’è ritrovato a produrre più dall’arco che dentro l’area. E ancora far sentire tutta l’aggressività addosso a Bobby Jones, l’eclettico americano costretto ad errori a ripetizione.
La “trasformazione” di Udom (il “falso cinco” di Dalmonte) e dello stesso Amato nella ripresa è la fotografia della voglia di riscatto del gruppo. Una squadra coesa, che cerca di ottenere il massimo da ogni elemento. Emblematico l’impatto sulla partita di Curtis Nwohuocha. E in panchina finalmente si è accomodato Leo Totè, con la speranza di rivederlo quanto prima in campo. Altro auspicio la maturazione di Ricky Visconti, che paga ancora un po’ d’inesperienza e il maggiore tonnellaggio degli avversari che si trova di fronte.
E’ stata una bella partita, divertente, spettacolare, densa di cambi repentini e colpi di scena. La più bella in questo primo scorcio di stagione. Aspettiamocene altre.

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