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GRAZIE DOTTORE

“Take care of all your memories…For you can non relive them – Abbi cura di tutti i tuoi ricordi perché non puoi viverli di nuovo”. (Bob Dylan)

Se la Scaligera Basket è diventata la Verona dei canestri, sei i giganti gialloblù ci hanno regalato emozioni indimenticabili e trionfi esaltanti, se siamo ancora qui a divertirci e a sperare in grande lo dobbiamo soprattutto e sopra a tutti a due persone: Giuseppe Vicenzi (che assieme al fratello Mario rilevò la Scaligera da Andrea Piotto nel 1972) e Mario Fertonani.
La luce si è spenta sull’illuminato manager che trasformò la passione per il basket (mantovano di origine, giocò – manco a dirlo – sotto Piotto con la Vini Sartori) in mecenatismo di eccellenza assoluta e da presidente di Glaxo Italia portò in dote una sontuosa sponsorizzazione, con tanto di compartecipazione societaria, che condizionò con un lungo contratto la multinazionale farmaceutica a sostenere la Scaligera Basket anche quando Fertonani lasciò la Glaxo, creando i primi grattacapi ai fratelli Vicenzi nella gestione della società ad alto livello.
C’era lui ad alzare sul parquet di piazza Azzarita a Bologna la Coppa Italia vinta nel 1991 e il marchio Glaxo era presente anche nel 1996, quando la Mash conquistò la Supercoppa. Sotto la sponsorizzazione Citrosil e Glaxo la Scaligera è salita due volte in A2 e due volte in A1, nella stagione del trionfo in Coppa Italia, con quella che non noi veronesi, ma la “Gazzetta dello sport” ribattezzò “diciassettesima squadra di A1”.
L’ultima volta che ho scambiato due parole con il dottor Fertonani fu in occasione della rimpatriata organizzata una sera con la squadra che conquistò la Coppa Italia, c’erano già i primi segni della lunga malattia, ma era chiaramente felice di aver contribuito, in modo determinante, a quella memorabile e irripetibile impresa.
Fra le sue tante dichiarazioni ne ricordo una in particolare: “Io sono un imprenditore di spettacolo. Allestisco una squadra che gioca, il tifoso paga il biglietto e deve vedere bel gioco e la squadra vincere”. Aggiungiamo due parole: se possibile. Infatti Mario Fertonani era convinto che chi più spendeva doveva vincere per forza e per questo pretendeva la vittoria. Gli sia lieve la terra dottore, è stato un Grande.

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