“…Non usano mai le pistole perché lo sceriffo non vuole. Ma quando quel trio fa il concertino fermarlo nessuno mai potrà”. (Il lungo, il corto e il pacioccone – L. Grosso – G. Kramer)
La legge del più forte. O, anche, la legge di Rosselli e Leunen. Giocatori di altra categoria. Un giocatore in grado di coprire quattro ruoli e un centro che la mette dentro ogni volta che serve, segnando anche dal perimetro. Aggiungiamo l’ennesima prova super di Gio Pini.
La partita d’esordio in campionato ha confermato le indicazioni della preseason: Bologna i favori nel ranking del girone Est, Verona le perplessità sull’integrazione dei nuovi giocatori in un impianto di gioco che contro la Fortitudo ha regalato il record di un solo canestro da due fino all’intervallo (su 7 tentativi). Possiamo concederci il lusso del totem Candussi che gioca a 7 metri da canestro? Possiamo permetterci di buttare via giocate a campo aperto? Possiamo concedere extrapossessi facili facili? E poi l’equivoco di Jazz Ferguson che esce dalla panchina lasciando il posto in quintetto al giovane talentuoso Dieng, forse ancora troppo acerbo. Una scommessa che magari alla lunga la Tezenis riuscirà a vincere, ma che al momento dà l’impressione, evidenziata anche in precampionato, di una certa mancanza di personalità, esclusi gli sprazzi di Amato e dello stesso Ferguson. Attenzione: non è un problema di partire in quintetto o uscire dalla panchina, ma di affinità di gioco e leadership. E una squadra ha bisogno di leader, non solo di esecutori. Ma siamo solo al primo capitolo, ne restano da vivere altri 29.
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