“Se non credi in te stesso, chi ci crederà?” (Kobe Bryant)
Di fronte alla tragedia che è successa stasera vicino a Los Angeles passa tutto in secondo, terzo e ultimo piano. La sconfitta della Tezenis, le polemiche sull’arbitraggio indecente, il rammarico per l’ennesima occasione mancata.
Il ricordo più nitido che ho di Kobe Bryant non sono i suoi anelli Nba, la partita da 81 punti, le giocate da extraterrestre. David Londero nel periodo in cui giocava a Verona mi raccontò di Kobe bambino, il figlio del grande Joe Bryant che chiuse la carriera giocando due stagioni a Reggio Emilia. Londero all’epoca si era affacciato in prima squadra e svelò un curioso e simpatico retroscena: Kobe Bryant, ragazzino già molto talentoso e dotato, “stella” della squadra Esordienti e poi Under 13 delle Cantine Riunite, chiedeva a Londero non ancora 18enne ma promettente, di fargli vedere come si schiaccia. E David accettava di buon grado, senza immaginare di avere a che fare con un futuro 5 volte campione NBA e bi-campione olimpico.
Probabilmente il piccolo Kobe sarà venuto anche a Verona a vedere il babbo giocare, forse già negli anni precedenti, quando Bryant sr. giocava a Pistoia. Mi piace pensare che abbia calcato il parquet del Palaolimpia per qualcuno di quei tiri che i bambini amano fare a fine partita, sul campo che si è liberato dai “grandi” e il pubblico se n’è andato.
Kobe che considerava l’Italia, legittimamente, la sua seconda patria. Kobe che parlava perfettamente italiano e dopo tanti anni nella Nba, diventando una leggenda, non lo aveva dimenticato. Adesso anche chi gioca nel nostro campionato per tanti anni non spiaccica una parola dell’italico idioma…
Kobe che non si stancò mai di ringraziare l’Italia e la pallacanestro italiana per avere imparato quei fondamentali che lo hanno aiutato a diventare così forte, il simbolo di una generazione di appassionati e non solo. Una leggenda. Spezzata da un destino che sembra essere riservato in modo assurdo ai più grandi. Da Elvis a Jim Morrison, dal Grande Torino a Fausto Coppi, da Drazen Petrovic a Black Mamba. Ti sia lieve la terra e insegna le giravolte agli angeli.
incredibile… uno dei più grandi campioni, una vita dedicata al basket, amato da tutti gli appassionati di basket anche se tifosi di altre squadre… RIP Kobe
Si mi pare fosse venuto già da piccolo a seguire il padre quando giocava a Pistoia contro Verona
Mario sei in silenzio stampa ? perchè ti leggiamo così poco ?