“Contro la stupidità non c’è difesa” (Dietrich Bonhoeffer).
In via Vitorchiano, a Roma, sede della FIP, sarebbe consigliabile un corso accelerato di matematica. 13 è notoriamente un numero primo, quindi è incomprensibile come possa essere imbastita una formula che garantisca la maledetta fase ad orologio con l’altro girone dove, correttamente, ci sono 14 squadre. Nè si comprende perché non si riaprano i termini di iscrizione alla serie A2. Tentar non nuoce.
Adesso è spuntata anche la bizzarra proposta di Tortona per un campionato a 3 gironi da 9, per cercare di garantire un numero di partite uguale per tutti. E allora perché non 9 gironi da 3 squadre che si affrontano tra di loro e poi giocano una volta (magari tirando a sorte casa/trasferta) con le altre 24? Verrebbe fuori una formula da 28 partite…
E anche LNP non ha brillato per professionalità, con il presidente Basciano che in un’intervista al “Resto del Carlino” aveva anticipato il cambiamento della composizione dei gironi, per poi smentire tutto subito dopo. Ovviamente poi i gironi sono stati fatti come era stato indicato nell’intervista.
Altro capitolo riguarda il credito d’imposta sulle sponsorizzazioni, tanto atteso al punto che le leghe (LBA, LNP, Legabasket Femminile, Legavolley, Legapro, LND) avevano fatto cartello sollecitando a più riprese il provvedimento. Che poi è arrivato nel Decreto Agosto. E la montagna ha partorito il classico topolino.
Cito l’amico Max Sonda, coach artefice della doppia promozione di Riese dalla serie D in C Gold, che lavora in banca e quindi s’intende di numeri.
Dal Credito d’imposta sono escluse le sponsorizzazioni inferiori ai 10.000 euro, ma soprattutto le società sportive con ricavi relativi al periodo d’imposta 2019 inferiori a 200mila euro. L’agevolazione sarà concessa “nel limite massimo complessivo di spesa”, fissato a 60 milioni di euro e con “ripartizione tra i beneficiari in misura proporzionale al credito astrattamente spettante” nel caso di insufficienza delle risorse disponibili rispetto alle richieste ammesse.
In sostanza – cito sempre il coach bancario – avrà un impatto “pratico” assolutamente modesto. Non è dato sapere quante siano in Italia le società sportive con ricavi 2019 superiori a 200mila €, ma poniamo che siano, (molto) per difetto, il 10% di tutte le società iscritte al Registro del Coni (oltre 60mila), quindi 6.000. Se dividiamo 60 milioni di euro per 6.000 scopriamo che ogni società potrà “offrire” ai propri sponsor la bellezza di 10.000 euro di credito d’imposta.
Escluse, ovviamente, le società con ricavi inferiori a 200.000 euro, ossia (questo lo aggiungo io) le realtà più piccole che svolgono un ruolo sociale sul territorio ed in questo momento sono con l’acqua alla gola.
sembra una presa in giro