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CIAO ROLLY

“La mente è tutto; i muscoli sono pezzi di gomma. Tutto ciò che sono, lo sono grazie alla mia mente” (Paavo Nurmi)

Ci sono figure, all’interno di una squadra, che non fanno canestro, non schiacciano né stoppano, non prendono rimbalzi, non allenano, non ingaggiano giocatori. Però sono ugualmente importanti nell’equilibrio di una squadra. La famosa chimica. Rolly Gazzieri, che si è spento nella notte dopo una malattia con la quale combatteva dalla scorsa estate, era una di queste figure.
Prodigioso nella capacità di rimettere in sesto i muscoli acciaccati di tanti giocatori e di raccogliere e condividere confidenze e sfoghi. 40 anni di attaccamento alla Verona dei canestri, con qualche breve interruzione (Archetti l’anno dell’esilio a Padova, Agostini la stagione del ritorno in A2 con Bertacchi), ma le vittorie – Coppa Korac e Coppa Italia comprese – sono secondarie rispetto al lavoro certosino, all’attaccamento alla società, alla famiglia Vicenzi e a tanti protagonisti nella lunga ed esaltante epopea della Scaligera Basket.
Fallimento e rinascita compresi. C’era lui, accanto al dottor Claudio Pistorelli, negli anni delle “minors” con la Sanzeno. Se adesso siamo qui a contare i giorni che ci separano al ritorno del campionato di A2 e alle speranze di rivedere Verona al top lo dobbiamo anche alle mani pazienti di Rolly.
Il ruolo del massaggiatore – come ha detto Sandro Boni – non è solo avere cura dei muscoli dei giocatori, ma anche di ascoltare i problemi, dare consigli, ridere insieme, raccontare aneddoti. E Rolly (magari incespicando un po’ nelle parole), era sempre pronto con un sorriso e una battuta. E con grande umanità.
Custode dei segreti dello spogliatoio, parafulmine dei giocatori, ma pure capace, nella sua semplicità e con la proverbiale bonomia, di aggirare divieti imposti in certe trasferte, come in Israele, dove è proibito mescolare carne e latticini nello stesso pasto. Così tra prosciutto (portato rigorosamente da Verona, come la pasta e il parmigiano) e mozzarella, Rolly osservava La Torà a modo suo, con una cucina Kasher in salsa gialloblù. E il “re del lettino” diventava il principe delle cucine degli alberghi di mezza Europa.
E adesso fa piacere vedere la commozione di tanti giocatori di diverse epoche. Ti sia lieve la terra, Rolando.

Un commento - 3.078 visite Commenta

Giuliano

Credo che sia un po’ riduttivo definirlo semplicemente “massaggiatore della Scaligera”. Penso ai tanti giocatori e giocatrici delle minors cui ha dato una mano, anzi due, considerando la sua attività. Grazie di cuore, Rolly!

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