“Metti in tasca un pezzo di sole, ti farà luce nei momenti di bui” (Anonimo sardo)
Anche l’anno scorso Andrea Diana aveva perso quattro partite di fila dopo la vittoria all’esordio a Montegranaro. Quattro k.o. come in questa stagione balorda (sotto tutti i punti di vista), seguiti alla sofferta vittoria con Mantova.
La striscia negativa infilata dai giganti gialloblù – penultimi in classifica – ha messo a nudo alcune criticità che evidentemente sono state sottovalutate in estate durante l’allestimento della squadra. Eppure mai come quest’anno la Scaligera si era affidata ad un blocco della stagione precedente, senza rivoluzionare il roster come era accaduto quasi sempre nel passato.
Tuttavia il gruppo appare carente di centimetri e di leadership. Phil Greene è un giocatore di talento e con tanti punti nelle mani, però non è un vero leader. Guido Rosselli potrebbe esserlo per carriera e personalità, ma è difficile pretenderlo da un giocatore di 37 anni.
Sotto canestro la Tezenis paga troppo dazio, a maggior ragione con l’involuzione di Candussi, e l’infortunio a Pini ha acuito il problema. Mancano energia, dinamismo, verticalità. Camara e Mobio sono solo gli ultimi esempi in questo avvio di stagione. Pure Severini sta attraversando un momento di flessione, dovuto anche al lungo stop agonistico per l’intervento chirurgico prima dell’interruzione dello scorso campionato.
Poi anche la tenuta mentale lascia a desiderare. Il progresso palesato a Casale (ad di là del risultato finale) è stato spazzato via dagli errori in attacco contro Udine e dal terzo quarto sconcertante, con 13 punti segnati e solo 3 canestri dal campo. E una serie di extrapossessi sanguinosi che hanno marchiato l’allungo decisivo dei friulani. Palle perse ingenuamente e tiri balordi, con Bobby Jones, sul quale probabilmente si sono caricate troppe responsabilità, a 36 anni, e ora indiziato per un eventuale taglio, forse per raddrizzare un organico che sta deludendo profondamente la proprietà.
Diciamola tutta, l’Udine vista all’AGSM Forum è apparsa più forte di Verona. Panchina profonda, rotazioni che garantiscono equilibrio e continuità. E mancava pure Antonutti.
La prima partita del 2021 contro Bergamo (anno nuovo vita nuova, in tutti i sensi) sarà probabilmente lo spartiacque in questo tormentato avvio di stagione. Intanto l’omaggio a Giampaolo Cau, l’osteopata duramente colpito dal Covid, meritava da solo la vittoria.
Buone Feste a tutti, ne abbiamo davvero bisogno.
Innanzitutto mi unisco all'omaggio a Giampaolo Cau!!!!!!!
Scriverei solo per questo omaggio ma visto che ci sono esterno qulche pensiero..
Sulla squadra è difficile dire qualcosa..Sicuramente colpisce la mancanza di "voglia","cuore""garra" chiamatela come volete..insomma solitamente quando in attacco non entra, quando fisicamente si è un po' indietro magari,più bassi, a maggior ragione bisogna "metterci il corpo"!
Stupisce che questo non avvenga vista appunto l'esperienza di molti componenti del roster, visto che i principali giocatori sono quelli dello scorso anno.
Stupisce anche perchè comunque il mercato aveva una sua logica : Pini per Udom, Caroti per Prandin, Greene per Hasbrouck complessivamente non rappresentano sicuramente un indebolimento del roster. Probabilmente Pini sarebbe importante per innalzare l'atteggiamento "da battaglia" e dare un maggior senso a molte situazioni di attacco (janelidze insomma non è ancora a quel livello): però non può dipendere tutto da un solo giocatore. Nel reparto però lunghi si sente la mancanza di un giocatore duttile e generoso come Poletti: janelidze è stato preso per ritornare ad avere un pacchetto di 4 lunghi al rientro di Pini, ma non mi pare che riesca ad essere incisivo (partita con Mantova a parte) e costante in difesa
Non stupisce perchè comunque la squadra di Diana aveva palesato molti sbalzi di concentrazione con molte rimonte subite l'anno scorso.
Le 4 sconfitte dell'anno scorso non sono da paragonare con le 4 di quest'anno secondo me: l'anno scorso la situazione era molto deficitaria sia a livello fisico che morale dei giocatori.
la situazione di Candussi mi sembra invece un equivoco non risolto e non è dato sapere se volutamente o no: è un giocatore che ha determinate caratteristiche tecniche e fisiche e che per questo difficilmente può fare altre cose (tipo giocare solo pick roll in attacco per ricevere in corsa), quindi se lo si tiene lo si deve coinvolgere pienamente, come fatto il suo primo anno qui.
Per Severini spero che si tratti di dover recuperare la piena condizione, ma mi sembra che il gioco della squadra non gli stia consentendo di tirare da 3 sugli scarichi come faceva solitamente e dove può essere importante, e mi pare che spesso debba buttarsi dentro l'area alla cieca, cosa che non fa molto per lui.
Le "colpe" di questo saranno sicuramente di molti, Diana mi sta piacendo molto meno di altri allenatori visti qui, ma mi spiacerebbe se dovesse rimetterci la panchina. Mi auguro solo di non leggere commenti come molti di quelli dedicati al suo predecessore.
Un commento su questi ultimi anni di Scaligera Basket: mi aveva molto appassionato (ma penso moltissiimi) la stagione 2017-2018 e sarei curioso di sapere il perchè non si sia proseguito l'anno dopo confermando quel roster o quasi tutto
Sostanzialmente concordo con questa analisi. Non mi torna però un dato: Candussi, nella valutazione plus/minus, é a + 17 nei 19 minuti in cui è stato in campo. Forse la sua presenza si nota poco, ma è fondamentale.
Volgendo lo sguardo indietro, perché al futuro è difficile pensare e ci sono fior di manager pagati per farlo, anche in ambito sportivo, rimane da dire solo una cosa: in 10 anni di A2, c’è stata un’unica vera chance per la Verona dei canestri, il fatidico 2014/15. Un unico anno in cui il gioco espresso in campo è stato fluido, dominante, sopra le righe, insomma come ogni anno veniva promesso e poi smentito sul campo.
Inizio a credere che ci sia una sorta di “maledizione” (passatemi il termine poco oggettivo) sulla Scaligera Basket, una sorta di condanna che ci obbliga al purgatorio. Quasi mai abbiamo avuto il budget più alto, è vero; ma non conta solo quello. Treviglio (e altre piccole città) insegnano.
La maledizione, a mio avviso, si riassume nella contraddizione tra i proclami da promozione, la presunzione di essere ogni anno tra i candidati per un super campionato, e le delusioni/frustrazioni accumulate sul campo. Insomma, vuoi mettere essere una outsider? Una squadraccia pazza e irriverente, un po’ ignorante ma divertente? E invece, appunto, subiamo la maledizione di puntare al paradiso e fermarsi ogni anno nel purgatorio (quando va bene) dei quarti di finale playoff.
In bocca al lupo, Scaligera!