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LA VERONA DEI CANESTRI, LA NAZIONALE, LA SERIE A E IL PALATO FINE

Beati monoculi in regno caecorum. Per dirla più facile: in mezzo ai ciechi il guercio è re. L’Italia del basket ha vinto il quadrangolare organizzato a Verona per ricordare Mario Vicenzi, ma tra la “sperimentale” azzurra (imbottita di giocatori di serie B), l’Ucraina e la Repubblica Ceca, non è ci fosse un fiorire di stelle. Siamo onesti: nessuno si sarebbe azzardato a sperare in un Palaolimpia mezzo pieno; il problema è che nella tre giorni veronese non è stato nemmeno mezzo vuoto. Mille spettatori di media, ad essere generosi; pur riconoscendo l’impegno degli organizzatori.
Mario Vicenzi, grande uomo e grande dirigente della Scaligera Basket meritava molto di più, però questo periodo della stagione non si poteva offrire molto di meglio. La sfortuna ha pure tolto di mezzo Giorgio Boscagin, negando all’unico giocatore veronese di serie A di esibirsi davanti al “suo” pubblico. Ha richiamato più attenzione la comparsata di Danilo Gallinari che sei partite di scarso interesse; l’unica vera novità è stata il coinvolgimento dei bambini del minibasket accanto ai giganti delle nazionali.
E alla fine della tre giorni con la Nazionale una cosa resta incisa sul parquet del Palaolimpia: la Verona dei canestri ha ancora il palato fine. Ma anche questo lo sapevamo già. Il pubblico del basket gialloblù è stato abituato troppo bene, e per un’altra stagione dovrà accontentarsi ancora della B2.

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