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GIUSTO COSI’

Non voglio citare Pistorius e chi, come lui, afferma che chi vive sperando muore ….sappiamo come.
Però Ostuni va ai playoff, mentre Verona resta a guardare. E con Marcelletti, retrocesso un anno fa con la Tezenis, giocheranno i playoff tutte le neopromosse o ripescate che dir si voglia: Brescia e Piacenza, esclusa Sant’Antimo che però salvandosi è come se avesse vinto lo scudetto.
La Tezenis è rimasta fuori. La Verona dei canestri non è mai stata saldamente con due piedi nella zona playoff e per lungo tempo ha dovuto badare a guardarsi le spalle, più che a puntare alto. Il presidente Pedrollo voleva i playoff, magari sarà stata anche una sparata estiva per caricare l’ambiente, ma il bilancio è negativo: la stagione si è chiusa con l’obiettivo minimo. La salvezza.

Pedrollo è uno che non si accontenta. Vuole sempre vincere e adesso si apre la stagione dei bilanci e delle scelte da compiere. Anche Sandro Veronesi, il “signor Calzedonia”, probabilmente non starà esultando per il risultato minimale di questo campionato.

La Scaligera ha regalato imprese esaltanti contro le grandi al Paloolimpia, ma ha perso partite imbarazzanti a Sant’Antimo e Forlì; ne ha buttate via con Veroli e Jesi. In trasferta ha vinto solo due volte con Ostuni e Barcellona. La partenza è stata disastrosa: tre sconfitte e coach Garelli esonerato. E’ arrivato Martelossi che ha fatto 12-13, però ha mancato i playoff. Sul fronte della squadra anche quest’anno gli americani non hanno convinto: Shane Edwards è uscito di scena per infortunio dopo 9 partite con un bilancio 3-6, è tornato Waleskowski (9-10).

E i tifosi si chiedono legittimamente perché tutte le squadre hanno almeno ujn paio di realizzatori di rilievo, mentre il primo americano della Tezenis è il trentesimo realizzatore e sta dietro a gente come Prato e Brkic. Re delle schiacciate e delle palle recuperate, ma a cosa serve lo show-time se mancano concretezza e vittorie?
Vukcevic è stata la croce di questa stagione tormentata. Verona non ha mai avuto un tiratore di striscia (lasciamo perdere l’evanescente McGrath), così alla fine Porta è rimato l’unico leader della squadra, con tutto il peso addosso. Capitan Boscagin ha fatto quello che ha potuto, Renzi non è mai decollato e per tutto l’anno gli è rimasta incollata la scimmia dell’impegno con la Nazionale agli Europei. Dalla panchina zero. Non è un caso che alcune partite importanti siano state vinte quando Mariani è andato in doppia cifra. Troppo poco. Non poteva bastare. Giusto così.
Ora è il tempo di altri processi. Come un anno fa.

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