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IL PAGELLONE DELL’ANDATA

WESTBROOK – A 23 anni e all’esordio fuori dagli States difficile attendersi di più. Non è Bullock, tanto per chiarire, ma nessuno si aspettava che lo fosse. Sembra in crescita. Voto: 6,5.
LAWAL – Non oso pensare cosa farebbe se avesse anche solo un movimento sotto canestro. Re delle schiacciate, abbonato alla “doppia doppia”, ha una proiezione di oltre 19 rimbalzi per gara sui 40 minuti. E’ il perno della difesa di Ramagli. Voto: 9.
DE NICOLAO – Classe ’93 e già questo basta per essere punto accondiscendenti. Talvolta ha mostrato di fare fatica, altre si è ben comportato. Voto: 6+.
BOSCAGIN – Ultimo ad essere confermato, ha fatto una scelta di cuore (probabilmente anche nella consapevolezza che altrove le garanzie economiche sarebbero state assai meno sicure…). Finora ha stentato molto. Uomo spogliatoio, come dev’essere un capitano. Voto: 5.
BOZZETTO – Utilizzato 31 minuti, ragazzo utile per dare qualità agli allenamenti. Voto: non giudicabile.
GHERSETTI – Buona partenza, poi in calo. Proverbiale lottatore, nelle ultime partite ha dato poco: segna quasi sei punti meno della scorsa stagione a Brescia (8,9 punti contro 14,7), in lieve calo anche a rimbalzo (5,4 contro 6), ma c’è Lawal. Voto: 5,5.
CHESSA – Limitato prima dal tour de force con la Nazionale (Renzi docet) e poi dall’infortunio, non è ancora esploso come dovrebbe e come ci si dovrebbe attendere da un azzurro. Voto: 6.
GANETO – Si è infortunato tre volte, compreso l’ultimo accidente con Forlì. Merita l’oscar della sfiga. Ho mostrato solo pochissimi sprazzi di quello che può dare. Voto: non giudicabile.
DA ROS – Mi piace molto, non fosse altro per la straordinaria autocritica dopo il k.o. casalingo con Trieste al Palaolimpia (“Ho fatto cagare, faccio schifo”) e per la pronta risposta con un ventello pochi giorni dopo. Mi domando peraltro come un giocatore nell’orbita della Nazionale possa avere una partenza in palleggio così difettosa, che lo porta commettere spesso infrazione di passi. Pecca di continuità. Voto: 6.
MCCONNELL – Sembra il fratello meno furbo del giocatore visto a Jesi. E’ nettamente peggiorato in tutte le statistiche rispetto alla scorsa stagione (eccetto nelle triple, passato dal 33,3 al 41,2), con un crollo di 15 punti nei tiri liberi e 6 punti secchi in meno per gara. La società ha provato a tagliarlo, ma si cambia solo per uno che cambia la vita alla squadra. E in giro, compatibilmente al budget, il mercato non offre granché. Voto: 4,5.
RAMAGLI – Il coach ha plasmato una squadra a sua immagine e somiglianza, tutta cuore ed energia, da bravo “cagnaccio” livornese. La Tezenis ha nettamente la miglior difesa del campionato (l’unica sotto i mille punti subiti), qualità che ha permesso di erigere un bunker al Palaolimpia e di tenere botta con il terzo peggiore attacco del campionato (dopo Veroli e Imola), evitando forse l’ultimo posto grazie agli 89 punti segnati contro Forlì. Ha fatto bene con una preparazione azzoppata, ma l’impressione è che manchi un’identità di gioco e per questo forse si fatica così in trasferta, dove c’è stata solo la vittoria a Imola. Verona è quinta in classifica, nel girone di ritorno dovrà arrivare la continuità di rendimento. Tanto poi si deciderà tutto nei playoff. Voto: 6,5.
ALESSANDRO GIULIANI. Il nuovo general manager ha preso i giocatori che doveva prendere. L’unico impiccio è quello di McConnell; gli infortuni non sono colpa sua, il gioco “up & down” nemmeno. Risponde a tutte le domande, con rapidità, anche quando è dall’altra parte dell’oceano. Ha pescato Shane Lawal. Un dirigente preparato, che ama il nostro sport. Una persona perbene. Voto: 7,5.

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