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PANCHINA LUNGA E PEDALARE

“Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non vedere l’amara luce”. (“Goal” – Umberto Saba) 

Cos’è cambiato dall’impresa con Montegranaro alla doppia sconfitta nelle ultime due trasferte? Non solo il ritorno a prediligere il tiro da 3, talvolta incaponendosi dalla distanza invece di cercare di servire i lunghi nel pitturato. E’ vero che sia Roseto per il devastante atletismo dei suoi giocatori, sia Udine con la coppia Pellegrino-Mortellaro erano clienti difficili per i lunghi gialloblù.

Altra questione riguarda invece il “down” prima di Amato e poi di Ferguson, quest’ultimo tra l’altro ha dato l’impressione di uno stato un po’ conflittuale con il coach, ma le situazioni critiche in una stagione, come in una singola partita, non mancano. Tuttavia è evidente che la Tezenis non può permettersi di avere 2 punti dal giocatore americano, così come gli immediati suggerimenti ad un cambio con Henderson lasciano il tempo che trovano, giacché non puoi prendere un Amarone se devi cambiare una bottiglia di Soave che sa da tappo e un menu di pesce.

Invece LDM ha fatto un’onesta autocritica spiegando che le rotazioni dovranno essere allargate e allungate. I playoff lo impongono, ma nelle ultime due trasferte la Tezenis in sostanza ha giocato con sette uomini.

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