“La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa” (Karl Marx)
“Che coioni ‘sta mascherina e tutte queste limitazioni”. Il commento, severo ma comprensibile, colto da un tifoso in attesa di entrare all’Agsm Forum per la prima partita ufficiale della stagione, rende l’idea dello stato d’animo di molti appassionati.
321 tifosi paganti hanno assistito alla gara di Supercoppa. Sarebbero potuti essere il doppio, ma evidentemente la gente ancora non si fida. Probabilmente c’è chi ha ancora paura e non vuole correre il rischio di un possibile contagio, ma anche le prescrizioni imposte dai rigidi protocolli sanitari possono contribuire a tenere lontano il pubblico dai palasport.
Confido che non è stato facile fare una telecronaca indossando per un’ora e mezza la mascherina, tant’è…
Già il giorno del raduno l’impressione era di tristezza. Un sentimento che stride con la comprensibile voglia di rivedere in campo i giganti gialloblù, di ritornare al basket giocato. Ma in che modo? Senza contatti, con gli allenamenti a porte chiuse, con il pubblico distanziato e ridotto ai minimi termini.
Il limite di 200 spettatori (e quello successivo di 700) è ridicolo per un impianto come l’AGSM Forum. La quota di pubblico ammessa dovrebbe essere calcolata sulla capienza dell’impianto. Ecco perché LNP ha sollecitato ripetutamente il via libera al 25% della capienza. Il presidente Basciano, parlando delle ripercussioni economiche sul 91 club di LNP, si è lasciato andare a stime forse esagerate: 700mila euro di mancati introiti per le società di A2 e 200mila per quelle di serie B, minori sponsorizzazioni comprese. Ma il danno comunque c’è, ed è pesante. Basta pensare alla situazione allarmante di club come Fortitudo e Pesaro in serie A.
Tuttavia nessuna risposta è arrivata dal governo e dal Comitato Tecnico Scientifico. Anzi, proprio in queste ore si è rafforzata l’ipotesi di un giro di vite anche allo sport nel prossimo Dpcm, riferito a quello amatoriale.
Vedremo come andrà a finire. Comunque sia, questa non è pallacanestro, almeno per come dovremmo intenderla, ossia con il pubblico e con il calore dei tifosi, dando il giusto riscontro all’impegno dei giocatori e dello staff tecnico e agli sforzi della famiglia Pedrollo e degli sponsor.
P.S. Intanto buona la prima. Il basket giocato non dve passare in secondo piano. E il debutto con Orzinuovi ha mostrato spunti interessanti nella rotazioni decise da coach Diana.
Non penso che i 321 paganti siano “figli” del timore del contagio. Al primo posto metterei le norme di comportamento (senza voler giudicarle). Il tifoso Tezenis medio va al palasport in parte per la partita (e francamente Orzinuovi di suo non avrebbe attirato grandi folle), ma soprattutto per stare assieme, rimpiangere con il vicino abbonato i “bei tempi” di Dal Monte quando si tirava tanto da 3 (ora ovviamente si tira troppo poco… 😉 ), prendersela con i Pedrollo che no i tira fora i schei, esaltarsi per un assist di Guidone o per una stoppatona del Candu, bersi una birra in compagnia, lasciare che i figli corrano nei settori poco occupati, farsi un selfie con Jones a fine partita… restare due ore, senza potersi muovere, senza nessuno davanti e con due posti vuoti per parte non credo possa attirare molte persone.vedremo cosa succederà SE ci sarà il campionato.
Bel punto di vista Pippo!
Sono d’accordissimo con te
Grazie!
Purtroppo sono d’accordo con Pippo…lo sport è un rito sociale. Se viene a mancare il “rito” è più difficile trovare interesse.