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PUGNALATA

“Una pugnalata alle spalle. Ciò mi dà una forza che tu nemmeno immagini”. (Alberto Bevilacqua, “Il gioco delle passioni”)
Svegliarsi. E’ quello che chiedeva coach Diana e la risposta dei giganti gialloblù c’è stata. Determinazione, continuità, concretezza. La difesa a tratti lascia ancora a desiderare, visti i 93 punti subiti, ma non c’è ricordo di un’avversaria che ha tirato con il 68% da 3, toccando l’88% nella ripresa.
Insomma, Casale ha fatto canestro ogni volta che ha alzato la mano, a volte allo scadere del possesso; canestri sanguinosi che hanno pesato sulle energie mentali spese dai giocatori della Tezenis, sebbene qualche giocata talvolta è apparsa evitabile. Così al Palaferrari si è consumata una “pugnalata” (Andrea Diana cit.)
In casa Scaligera resta da risolvere il “mistero Candussi”: 10 punti nel primo tempo con presenza nel pitturato, 5’ in tutta la ripresa restando in panchina dopo due tiri sbagliati. Una scelta tecnica di Diana che ovviamente è legittima, anche se Verona ha pagato dazio in centimetri in una serata storta di Jones e con il 19enne Camara che si è fatto valere non poco.
E qui viene a galla l’altra perplessità. Da Biella a Casale, da Berdini a Sirchia, da Bertetti a Camara, la Tezenis si è trovata come competitors dei ragazzi, anche under 18, che hanno dato sostanza alle rotazioni avversarie, tenendo il campo con personalità ed energia anche con minutaggi sostanziosi. Al di là dei vari ruoli e del diverso contesto, è altrettanto legittimo chiedersi se Guglielmi, Cervi (al debutto a Casale, utilizzato 2’20”) o Colussa devono servire solo per gli allenamenti o se possono essere utili anche nelle partite, allungando un po’ le rotazioni.
Intanto gli altri giovani giocano e portano mattoni per costruire la vittoria, i nostri per ora stanno seduti in panchina. E il calendario adesso riserva il doppio big match con le prime due in classifica, ma con la convinzione che anche sconfitte così beffarde, anche le pugnalate danno la forza per la riscossa.

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