“Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.” (Sir Wiston Churchill)
Le parole di Alessandro Ramagli subito dopo la sconfitta di Trieste sintetizzano perfettamente lo stato d’animo nella Verona dei canestri: dolore e disperazione.
Inutile fare tanti giri di parole: se retrocedi al primo anno in serie A dove eri tornato dopo 20 anni, sportivamente è un fallimento. I bilanci, è cosa nota, si fanno alla fine, e adesso che è finita, purtroppo malamente, è tempo di tirare le somme.
La Tezenis ha vinto 6 partite nel girone d’andata, 3 in 14 partite del girone di ritorno. E con un rendimento così il campo ha detto che Verona merita di retrocedere. In queste ore, nelle quali prevalgono dolore, sconforto, rabbia e, tante, imprecazioni, è già partita la caccia alle cause. Che sono molteplici.
Non si può certo dare tutta la colpa alla fuga dell’innominabile palancaio spalleggiato dal suo compare procuratore, ma è indubbio che lì siano cominciati tutti quei guai che si sono trascinati e sovrapposti per buona parte della stagione.
Vado in ordine sparso: la scelta, coraggiosa, di puntare su due play italiani, uno poi finito un po’ ai margini delle rotazioni e in seguito autoesclusosi; l’involuzione di Holman diventato una sorta di ectoplasma e i ritardi (tra rifiuti e difficoltà varie) a trovare il sostituto; la scelta di puntare su Sanders per rimpiazzare l’innominabile, sebbene l’anno prima con Tortona avesse tirato con oltre il 47% da 3 arrivando alla semifinale dei playoff; sul campo le due sanguinose sconfitta casalinghe all’overtime con Trento e Reyer, sprecando 7 punti di margine nel finale; l’infortunio a Taylor Smith proprio mentre si avvicinava lo sprint per la salvezza.
La fotografia di questa stagione tormentata e zeppa di vicissitudini (Ale Ramagli cit.) è nei due scontri diretti persi nettamente al Palaolimpia con Treviso e Scafati. Il primo tempo di Trieste (che arrivava da 7 sconfitte nelle ultime 8 partite) ha fatto sul resto, eppure la rimonta questa volta si era concretizzata. Ma quando arrivi spremuto al momento topico, poi il rischio di pagare dazio aumenta in modo esponenziale.
Nella ripresa Bortolani e Langevine non si sono mai alzati dalla panchina, 3 minuti l’impiego complessivo del giovane arrivato con il benestare di Milano. Ramagli ha fatto affidamento sui giocatori che gli hanno garantito il (tardivo) cambio di passo nella ripresa: 18’ e mezzo Simon, quasi 19 Davis (migliore in campo), oltre 17’ Cappelletti, 17’ anche Anderson, più di 12’ Casarin. In tutto 7 giocatori utilizzati, con Johnson rotto e Sanders reduce dai 4’ con Scafati.
E se qualcuno ironizza su Bossi “hombre del partite”, purtroppo ho l’età per ricordare il compianto Sergio Rizzi, lanciato al posto di Meneghin nella finale di Coppa dei Campioni nel 1975 ad Anversa, contro il Real Madrid. Segnò 13 punti (mai fatti prima e nemmeno dopo) e Varese vinse la Coppa.
A breve cominceranno le valutazioni su chi va e su chi resta, adesso è il tempo delle imprecazioni. Una cosa è categorica e imperativa: bisogna ripartire dal pubblico che fra tante sciagure ed errori è stato la cosa più bella. E alla proprietà il coraggio delle scelte future.
P.S. L’unica (magra) consolazione è che con la retrocessione non ritroveremo sulla nostra strada l’ineffabile Attard.
Mi piange il cuore, troppe cose sono andate storte. Nello sport, come nella vita ci vuole un po’ di fortuna, altrimenti…….
C’era solo una cosa che poteva farti vincere le partite e sopperire tutta la “sfiga” che ci ha accompagnato per tutto il campionato e la poca qualità (per la categoria) del roster.
A Napoli la chiamano “Cazzimma”, in Uruguay la chiamano “Garra”, altri la definiscono “Gli occhi della tigre”..
E se questa cosa non è nel DNA dei giocatori e dello staff fai fatica purtroppo a costruirla ed allenarla in settimana.
Io obbiettivamente questa “cattiveria agonistica” non l’ho mai vista quest’anno…ma magari è solo una mia impressione.
Comunque Forza Verona sempre!
Egr. sig. Poli, i suoi commenti alle partite sono sempre stati alquanto penosi, più che commenti sono stati benevoli resoconti. Invece di incolpare nelle sconfitte la sfortuna o gli arbitri sarebbero state più utili delle serene e razionali critiche a dirigenti e allenatore. Ai dirigenti per la scellerata scelta degli americani, ben 9 e nessuno meglio dell’altro, inoltre decisioni mai tempestive e sempre in ritardo. All’allenatore per la gestione delle partite e dei cambi (non si può tenere in campo Sanders che quando va bene segna 4-6 punti in oltre 20 minuti e con scarso contributo a rimbalzi e palle recuperate) e per gli schemi adottati ma anche per la scelta degli americani in cui non può non aver messo parola anche lui. Infine a chi incolpare la pessima gestione di Candussi e Imbrò ? In questa stagione da salvare restano i tifosi sempre numerosi e calorosi e il buon rendimento di Cappelletti.
“Ma dove volete andare quando i due lunghi prendono 1 rimbalzo (Pini) in due ? Tomassini lasciato andar via ha messo a segno 14 punti”. Così scriveva, Egregio Alex, all’inizio della scorsa stagione, finita come sappiamo.
Cosa centra quanto scritto lo scorso anno ? Comunque se i due lunghi hanno preso 1 rimbalzo in due non mi sembra un fatto positivo inoltre spesso e volentieri i giocatori lasciati o mandati via da Verona hanno fatto ottime partite soprattutto contro di noi. Non vedo invece una Sua risposta in merito al mio commento sulla stagione 22/23.
La mia risposta semplicemente evidenzia le competenze cestistiche da lei già manifestate a suo tempo. Non merita altro.
Il tempo è sempre galantuomo, sia nella vittoria, sia nella sconfitta.
Non vedo invece io dove stia la sua competenza cestistica, forse consiste nell’entrare gratis al Palasport ? o nell’incolpare gli arbitri per una sconfitta ? Rilevare che prendere i rimbalzi spetta innanzitutto ai lunghi che solitamente giocano sottocanestro e che in quel caso in due ne avevano preso uno solo non mi sembra indice di incompetenza caso mai il contrario. Criticare in modo serio la società la società e/o la squadra è indice anche di passione ed attaccamento alla stessa mentre l’esimersi da critiche e da analisi specifiche è indice solo della ricerca di essere graditi e ben accettati dalla società/squadra. Per sua conoscenza seguo la Scaligera da quando Lei non era ancora nato, conosco Vicenzi, Tirelli, ho conosciuto Fertonani ma anche Marcelletti … ho visto da vicino la rinascita della Scaligera col nome di SanZeno …. Lei prima di sparare giudizi dovrebbe riflettere.
Qua l’unico che spara giudizi è lei, stando seduto sul divano da dove ha seguito questa sciagurata stagione.
Inoltre scrive affermazioni che le fanno fare brutta figura. Non so dov’era lei quando la Vicenzi Biscotti saliva in serie B la prima volta, ma io c’ero. Nel 1977. Come ero a Porto San Giorgio, a Pescara, a Imola. E naturalmente a Madrid, Nicosia e Belgrado. Per seguirla da quando io non ero ancora nato dovrebbe aver cominciato prima degli anni ‘60. Mi rallegro per essere così pimpante nonostante l’età avanzata.
Per completare ho fatto l’abbonamento in tribuna fino all’epidemia covid, non l’ho fatto quest’anno perchè non era difficile prevedere che la squadra era una seria candidata alla retrocessione.
Io c’ero già al primo anno di serie D così come c’ero quando nella Vicenzi Biscotti giocavano GianAlvise Betteli e Ramazzotto e così negli anni successivi. Ovviamente non l’ho seguita all’estero facendo altro lavoro e nelle trasferte in Italia ma per capire certe cose è sufficiente vedere alcune partite non serve vederle tutte.
condivido il commento di alex, la scelta degli americani è stata disastrosa e la mancanza di un secondo play ha fatto il resto
Purtroppo in lega due debuttano i due giovani fratelli dell’ineffabile Attard, verranno sicuramente istruiti a puntino dal nostro
Per completare il commento: perchè non dire che alla squadra di Trieste mancavano due giocatori importanti ? e che più di qualche partita la Scaligera l’ha giocata contro squadre che avevano giocatori infortunati o gli infortuni li ha avuti solo la Scaligera ? Dare colpe agli arbitri è tipico dei perdenti, si notano gli errori solo a nostro sfavore e mai quelli a favore, nell’arco di un anno, salvo rare eccezioni, gli errori si compensano.
Trieste era ampiamente inferiore a noi in questo momento, insieme a Reggio le due squadre più sfortunate (peggio di noi direi). Ha scritto giusto, noi l’abbiamo giocata in 7 loro l’hanno vinta tutti assieme.
Questa retrocessione è al 80% colpa della società, presidente e manager vari. Già il mercato è stato disastroso..inoltre bisognava intervenire a dicembre con nuovi innesti che basta avere soldi si trovano. Nn trovate scuse che era difficile trovare sostituti. Non ci sono soldi e in A1 non serve solo il cuore x vincere. Bisogna investire. Io non farò più l’abbonamento finché rimangono queste persone..
Ci si dimentica la cosa più importante, la squadra è oggettivamente la peggiore della A1 e non è riuscita a trovare altre cose (garra, fortuna…) per sopperire alla cosa. Pazienza, ma certamente non è un caso che a fronte di una promozione non pianificata si è scesi subito (questa non è come la Glaxo che è retrocessa subito). Però….la cosa che manca è un comunicato della società che almeno ringrazi i giocatori ed il pubblico ma specialmente…se si sente “piano triennale” mi sa che si perdono due terzi del pubblico che hanno riconquistato.
Perfettamente d’accordo!
io penso che per competere (e quindi sopravvivere) in serie A serve un roster composto da almeno 8 se nn 10 giocatori forti, nn si può pensare in termini di quintetto con queste caratteristiche e “cambi” di caratura inferiore solo x far rifiatare gli altri e che se mettono tre quattro punti e un rimbalzo a posto, questo può valere al massimo per un paio di giocatori, nn di più… secondo me questo si è rivelato il nostro handicap, tutti bravi ragazzi sicuramente, tutti grande impegno in allenamento – ma troppo poca “garra” abbiamo visto nelle partite – possono capitare giornate storte, per qualcuno c’era inesperienza o difficoltà di adattamento, però le qualità nn sono state sufficienti: partite perse con 10 tiri liberi sbagliati, troppi falli in attacco per blocchi in movimento, entrate a canestro scoordinate, appoggi da sotto che sbattono contro il ferro, per me sono segnali di deficit di qualità tecniche a livello personale… senza offesa per i giocatori, eh, ma allora sei sempre sul filo del rasoio e dici va beh, siamo rimasti con la struttura di una squadra da A2, proviamoci e se poi alla fine torniamo giu pazienza…
Caro Mario , l’encomiabile analisi della stagione disastrosa difetta di un unico grande imputato : Pedrollo alias la società.
Squadra già disegnata orrendamente dall’inizio e poi incapace di mettere riparo con scelte raffazzonate e scriteriate.
Ci sono squadre che si salveranno con budget ben inferiori. Poca competenza e tanta presunzione.
Per il resto la cosiddetta sfiga resta un alibi di secondo piano
Solo una cosa: ieri sera il presidente avrebbe dovuto metterci la faccia. Lasciare solo il coach è ingeneroso
Assolutamente d’accordo. Ramagli ci ha sempre messo la faccia nei momenti bui. La presidenza già ieri doveva intervenire e chiedere scusa ad abbonati e nuovi tifosi. Invece il vuoto . Attendiamo l’ultima inutile partita?
Sottoscrivo tutto. Abbonato per almeno 20 anni, forse di più, quest’anno ovviamente compreso
Intendevo “Sottoscrivo” il commento di Francesco!
Il Dio dei canestri, che avevo invocato nel commento al tuo precedente post, ha purtroppo guardato da un’altra parte, caro Mario. La disamina delle motivazioni che ci hanno portato alla retrocessione si è già fatta, altre ne seguiranno. Dal mio punto di vista la Scaligera ha pagato la mancanza di esperienza, vizio esiziale quando devi competere ad un certo livello. In primis i quadri dirigenziali, deputati a prendere le decisioni, o a non prenderle per mesi, come è capitato a noi prima che l’acqua toccasse el QL. Per altro io non ho mai creduto alla storiella che dipingeva la Scaligera come “non appetibile” a giocatori di un certo livello. Con il portafoglio pronto a dispiegarsi diventa appetibile tutto. Però guarderei anche al bicchiere mezzo pieno. Il ritorno della passione per il basket a Verona e, soprattutto, il pedaggio pagato al Dio dei canestri in questa sciagurata stagione. L’esperienza purtroppo non si compra. Occorre trattare il successo e l’insuccesso come degli “impostori”, lo scriveva Kipling, e rialzarsi dopo le sconfitte, mai definitive. Forza Scaligera.
Ciao Mario e un saluto a tutti. Cerco di essere il più veloce possibile, perché le cose da dire sono tante e purtroppo il tempo è poco, sicuramente qualcuno di voi si ricorderà di me per alcuni miei interventi sul blog qualche anno fa. L’anno scorso non ho mai scritto nulla, perché non ho seguito abbastanza per lasciare un’opinione, dico solo che mi ha fatto piacere per la società e che Ramagli mi aveva stupito in positivo, in quanto, devo essere sincero, non l’ho mai sopportato per più questioni che qui non sto a dire. Per quest’anno lascio agli altri le considerazioni tecniche del caso (arbitri, fuga di Selden, troppi americani, sfighe e via dicendo), volevo soffermarmi solo su un aspetto e, dicendo la mia, spero di non incorrere in problemi di flame e in una cancellazione da parte dell’admin, infatti premetto che il mio sarà solo un intervento senza pretese. Ho sentito parlare più volte di grande pubblico e AGSM Forum (che per me rimarrà sempre PalaOlimpia) pieno, ma ogni volta che leggevo di notizie simili non potevo fare a meno di pensare alla famigerata intervista in cui Pedrollo senior disse, senza tanti giri di parole, che regalava tanti biglietti (difficile quantificarli dopo tanti anni). Quindi io mi sono sempre chiesto una domanda che si sarebbe fatto chiunque: eravamo “guariti” dalla penuria di pubblico o ci è stato presentato un movimento che non era esattamente genuino? Non entrerò nei dettagli (che un occhio ben allenato è in grado di vedere) sulle presenze in curva e su alcuni comporti social, perché non voglio che questo mio intervento suoni come un j’accuse, ma secondo me questa società non è mai stata in grado di dare un’impronta cestistica alla città, non è mai stata in grado di trovare personaggi trainanti e soprattutto non è mai stata particolarmente simpatica. Sono cosciente degli sforzi fatti a livello giovanile e di tante altre attività degli addetti ai lavori, ma, abbiate pazienza, non riesco (anche perché non è umanamente possibile) a paragonare la Scaligera di Fadini e Vicenzi con persone come Williams e Iuzzolino a questa Scaligera, che vende portachiavi e ciabatte col logo societario. Sono cambiati i tempi e me ne rendo conto, è possibile anche che sia passata una mentalità per cui è meglio parlare del presente e non del passato (particolare confermatomi da persone abbastanza inserite e qui non posso andare oltre), ma l’impressione di una persona che ha un minimo di esperienza come il sottoscritto non può non notare alcune cose che non vanno. L’impressione è che la società, essendo cosciente di una mediocrità che poi si è palesata, abbia provato a presentare un PalaOlimpia stracolmo ed entusiasta quando la realtà era un’altra. Vado dritto al punto: quando c’è know how le cose vanno bene e non hai bisogno di mettere sui social che il PalaOlimpia è uno dei palazzetti più pieni d’Italia (quando in realtà vedevi le classiche “macchie di leopardo” nelle foto). Ai tempi di Vicenzi avevamo fan club che nascevano anche fuori Verona, con gente che si incontrava dal vivo ed era parte attiva del movimento. Se non c’è questa conoscenza soprattutto nella valutazione dei rischi e delle misure di sicurezza nell’ambito di acquisti, gestione dei giocatori, allenamento e quant’ altro (la fuga di Selden poteva essere prevista? Che contatti c’erano stati prima della firma del contratto?) ecco che arrivano i problemi (quelli seri) e quindi si deve ripiegare su una realtà social che non rappresenta affatto il movimento fatto, se devo essere onesto, perlopiù da criticoni e rosiconi (se volete metteteci dentro anche il sottoscritto). Se questo mio intervento vi sembra pesante io vi rispondo che è un sentore che hanno molti “vecchi”, che sono sicuro hanno anche chi, eventualmente, mi darà contro (di solito quando scrivo interviene addirittura la curva come se fossi il nemico pubblico n. 1), ma soprattutto ci sono interventi peggiori, ad esempio chi, su Facebook, ha accusato la società di combine dopo la gara contro Venezia (ci dovrebbe essere ancora un commento in inglese). Arrivo alla parte “positiva”: secondo me Verona non starà male in A2, è il posto che le spetta e può migliorare. Spero di avervi dato il quadro completo su quello che pensano in molti a Verona, in modo che forse si possano valutare soluzioni migliori rispetto a quelle del passato. Se posso, prendere il pacchetto “allenatore onnisciente” con qualche referente non ha mai aiutato, da Dalmonte a Ramagli passando ad altri. Ci vuole un organigramma ben studiato di gente esperta e possibilmente qualche giocatore esperto. Io sono un signor nessuno e parlo solo sulla base dell’esperienza, la mia speranza è che qualcuno metta una pezza su alcuni aspetti che possano aiutare di più il movimento. Detto questo mi rendo conto che farò sicuramente incazzare qualcuno, perché la verità fa arrabbiare. Mi spiace e mi scuso se posso essere sembrato offensivo (mai stata la mia intenzione). Auguri alla società e buon lavoro a Mario.
P.S. Se avessi avuto l’intento di fare flame non avrei pubblicato il mio pensiero su un post di un blog che verrà cancellato fra qualche mese. Veramente: non voglio sollevare polveroni, se ho fatto arrabbiare qualcuno scusatemi e lasciate perdere.
Vittorio, il commento rimane sempre online.
Ciao Mario, grazie di avere risposto. Non vorrei essere frainteso: io ho la massima fiducia in te e in Telenuovo. Qualcuno ha sollevato delle critiche che reputo più dettate da un momento di sconforto che da altro. Magari anch’io non sto passando un bel momento e forse la faccio piùgrave di quello che è, ma ho come l’impressione che la città abbia perso la sua anima. Siamo stati testimoni di società che avevano stupito l’Italia intera: l’Hellas dello scudetto, il Chievo dei miracoli e la Scaligera vincitrice di Coppa Italia dall’A2 (o le due Scaligere semifinaliste). Cos’è successo e dove vogliamo andare? In tutto questo, io spero che il basket non cessi di esistere e che si continuerà il progetto. Mi spiace davvero tanto, per i tifosi in primis e anche per voi addetti ai lavori. Andare in A2 fa male, ma credo che faccia ancora più male passare dalla Virtus Bologna a Casale Monferrato. E’ la nostra dimensione? Spetterebbe alla società dimostrare il contrario. Buon lavoro a te, a Vighini, a Rasulo e a tutto lo staff.
al netto di fuga e infortuni vari (che ci hanno sicuramente destabilizzati ma, almeno gli infortuni, son capitati un po’ a tutti) errori ne sono stati fatti, sia in fase di costruzione della squadra – non abbinare da subito ad un 5 atipico come Taylor un altro centro dominante (perché il buon Candu ahimè nn lo era mai stato) e trovare un play adatto a far da complemento alle caratteristiche del Cappe – sia dopo per le sostituzioni, visto che altre squadre di fascia bassa in corso di stagione hanno trovato (quindi da qualche parte c’erano) elementi che poi si sono rivelati un fattore… noi abbiamo inserito un giocatore valido, purtroppo arrivato troppo tardi, altri onesti lavoratori, altri – pur volendogli bene – insufficienti, sia inaspettatamente che prevedibilmente guardando la loro carriera in precedenza… nn so se si poteva fare di più da parte di GM e proprietà, e nn so quanto il coach abbia avuto voce in capitolo sui nuovi arrivi… lo staff tecnico poi in stagione mi sembra abbia fatto il suo, provando e riprovando con variazioni di difese e attacchi, ma se poi spesso nn finalizzano i giocatori, vanificando con fallo in attacco, o 24 sec scaduti, contropiede frenetico o tiri liberi sbagliati diventa dura…
mi rimane anche un aspetto poco chiaro: la gestione Rosselli, è possibile che nn si sia pensato nemmeno a metterlo in gioco qualche minuto nei primi due quarti scellerati delle ultime partite, perso per perso? nn credo siano svanite le sue qualità, cos’è successo allora, rottura col coach, accordi societari, è stato infortunato tutti questi mesi..? se nn ce la faceva fisicamente coi ritmi della serie A, (il che sarebbe comprensibile) nn si poteva pensarci prima? magari utilissimo in allenamento, o come motivatore, chioccia per i giovani, o in prospettiva per poi passare ad un incarico nello staff, benissimo, ma tenere per tutta la stagione occupato un posto a roster laddove invece avevamo disperato bisogno di un’ala forte d’impatto…? invece è stato praticamente “prepensionato” e il tutto passato praticamente in silenzio, nn ricordo dichiarazioni del club in merito né domande della stampa sulla questione…. mah
Caro Sig Alex volevo fare degli appunti sul suo commento. In primo luogo se lei non si fa’ l’abbonamento perché reputa la squadra scarsa non è un tifoso appassionato. Infatti il sostenitore di una squadra si vede nel momento di difficoltà non certo quando si hanno grandi possibilità economiche, come nel caso degli anni Glaxo per intenderci. In secondo luogo il fatto di seguire il basket da più decenni, come il sottoscritto e il Sig.Poli, non la identifica come esperto in materia secondo il mio punto di vista. È un peccato perché avremmo bisogno di sostenitori “anziani” come lei ( mi sono permesso di dirle questo perché se il Sig.Poli non era ancora nato quando frequentava la Scaligera lei dovrebbe avere almeno 90 anni) che tifano la squadra a prescindere dai suoi risultati. Buona giornata
Concordo sia con GG che con Vittorio. Meraviglia il silenzio complice della stampa ed in particolare dell’amministratore di questo blog. Mai una critica verso la società, opportuna in certe situazioni proprio per il bene della società, mai una scomoda domanda su certe situazioni o un rilievo critico ai dirigenti Frosini, Agostinelli, Righetti …. (quanta gente a libro paga !). Fa tristezza vedere certe realtà come Tortona, Scafati … salvarsi ed invece Verona con tradizioni, pubblico e sponsor di alto livello retrocedere anticipatamente. Speriamo che il sig. Sandro Veronesi non si sia stancato di mettere denari in un veicolo pubblicitario che non offre un ritorno adeguato e soddisfacente.
Tortona è 3 in classifica e l’anno scorso mi sembra abbia fatto le semifinali playoff. Mi viene il dubbio che lei scriva a vanvera e sappia poco di basket
Ho solo fatto presente che Tortona per tradizioni ( quanti anni ha fatto in A1 ???) , seguito di pubblico (26.000 abitanti) e sponsor non può essere paragonata a Verona.
Non avrei mai pensato che Tortona spendesse meno di noi. Grazie per l’info
Scafati gioca palesemente in una tensiostruttura mascherata da palazzetto. Diciamo che potremo sempre dire che Pozzecco ci ha portato sfiga (“spero che Verona si salvi”). 😀
Processi a fine campionato servono poco.
L’impegno della proprietà, dello staff tecnico e della squadra ci sono stati.
Gli errori pure, e nel nostro caso sono stati fatali, ma ora bisogna guardare avanti.
Facendo ammenda degli errori, ben visibili a tutti senza doverli rimarcare per l’ennesima volta.
Ciao Armix, senza offesa perché ti reputo un grande conoscitore di basket: non ha senso parlare di processi sul blog di Mario, dal momento che voi del forum “Basket Cafè” avete pontificato sulla squadra per tutto l’anno (spesso con interventi comici, niente che ti riguardi). Il mio discorso è: lasciamo che chi ha da parlare parli, tanto abbiamo capacità decisionale? decidono tutto i Pedrollo! 😀
certo, io stesso riconosco che ora col senno di poi è facile analizzare, credo che la frustrazione per la retrocessione mi porti a voler sviscerare tutti gli aspetti per cercare di capire cosa nn è andato, ma ormai c’è stata e nn si torna indietro…. speriamo che chi di dovere comprenda gli errori e nn li ripeta, magari pensando che essendo stati solo “sfortunati” nn sarà un problema risalire… Forza Scaligera, dai!!
Finalmente Poli un’analisi lucida, da giornalista sapiente quale l’avevamo conosciuto in passato.
Quando dopo vent’anni, più per un insieme di circostanze fortunate che per una reale pianificazione, risali nell’Olimpo del basket, la proprietà ha chiesto a noi tifosi un appoggio incondizionato. Così è stato.
Ovunque in giro per l’Italia abbiamo gridato la nostra gioia per vedere i nostri beniamini lottare con chi solo in tv ammiravamo qualche mese prima.
Per ammissione degli stessi Pedrollo, ho trovato strano che ammettessero che per la prima volta erano gli sponsor a farsi vivi ed a mostrare interesse verso il basket nostrano.
Questo la dice lunga sul senso degli affari e sul saper gestire un’azienda di queste proporzioni e su quanto capiscono di indotto pubblitario e di marketing.
Non ci permettiamo di disquisire sulle fortune sulle pompe idrauliche che giustamente permettono a chi ha fondato l’azienda di sfoggiare una Ferrari fiammante.
Ma nel basket, quando porti la tua squadra in serie A1, rappresenti anche una città. Ne consegue una sorta di dovere morale a fare del tuo meglio.
Anche se, da sempre, Pedrollo senior non ci ha mai creduto. Ne puntato.
Ne sono testimonianza le decine di interviste dove si è apertamente dichiarato sfavorevole a salire. Scafati, Treviso, Napoli, persino Reggio e Trieste insegnano una cosa: puntare sul 5+5 o sul 6+6 ha come comune denominatore una sola regola sacrosanta: 5 titolari e 5 rincalzi che REALMENTE giochino.
E che magari abbiano caratteristiche anche diverse dal pari ruolo, in modo da poter cambiare tattica e non presentare sempre gli stessi spartiti.
Tutte a comprare 10 giocatori. Due per ruolo.
Noi no: quattro di loro non sono mai stati presi in considerazione e hanno fatto solo le belle statuine. vantiamo un record poco invidiabile tra l’altro: nessuna squadra di A1 oltre Verona ha vantato un giocatore sempre portato in panca e mai (mai!) sceso in campo nemmeno per un minuto.
Sarà (e, credetemi, lo è!) un gran prospetto, ma mai utilizzato.
Una considerazione: Ramagli ha sempre preferito Pini a Candussi.
Ma si è parlato con Agostinelli nei caldi mesi estivi dell’estate 2022?
Perchè è follia partire per mantenere la categoria con un solo centro.
Ed umiliare Candussi in panca per intere partite.
Perchè bruciarsi uno slot con un 5 che non ha mai giocato?
Veramente qualcuno sano di mente ha pensato che si poteva affrontare il campionato intero con un solo pivot?
Poi, la farsa del ritorno di Pini, assolutamente incapace di reggere la categoria e finito ai margini persino a Cantù alla corte di Sacchetti.
Inoltre, alla voce guardia, dopo una seconda parte del campionato scorso, fotocopia di quella di quest’anno, dove a immortalare ad imperitura memoria c’è stato quel canestro di Anderson ad Udine che ci ha portato di fatto in A1, veramente abbiam pensato che fosse una guardia all’altezza della massima serie?
Il campo ha detto che sono mancati i suoi punti e la sua leadership.
E, ad inizio campionato chi hai tenuto come cambio a tal guardia?
Udom. Futuribile certo: un bel prospetto certo. Ma assolutamente inadeguato a dar filo da torcere alle difese esperte e non aperte.
Così anche lui ha fatto tanto lo spettatore.
Finchè, nella seconda parte del campionato, fortunatamente è arrivato un altro giovane che deve crescere. E che ha mostrato limiti caratteriali quando la palla scotta.
Dicevamo? Ah si, due per ruolo. Due play li avevamo.
Ma probabilmente (questo ha chiaramente detto il giocatore a Scafati) Imbrò voleva la titolarità del ruolo e qualcuno non era stato chiaro con lui (leggi Agostinelli) al momento dell’ingaggio.
Risultato: costui prende e va a Scafati che, essa si, ha costruito una squadra con 10 giocatori tutti in referto sempre e con un buon minutaggio suddiviso tra i pari ruolo.
Cappelletti resta solo e noi che facciamo? Chiediamo ad un ragazzo come Casarin, che in qualunque scheda ha scritto “guardia / ala piccola), di fare il play.
Abbiamo snaturato il povero Davide chiedendogli di fare ciò che non sa e non vuole fare. Avete visto a Livorno? Pozzecco l’ha impiegato come play?!
Suvvia…. Quindi, anche alla voce “regia” abbiamo spremuto un “signor” giocatore come Cappelletti. Un play con i fiocchi. Che però le altre squadre hanno studiato e capito che, per togliere la luce alla squadra, bastava raddoppiarlo. O aspettare che uscisse esausto.
Selden lo cita a sproposito solo lei, dr. Poli: il giocatore che ha fatto letteralmente pena a Sassari alla seconda di campionato se ne è andato. Eravamo all’11 ottobre del 2022…quasi sette mesi fa.
Abbiamo trovato solo Sanders che MAI ha fatto una partita sufficiente. Mai. Svogliato, avulso e senza leadership, non ha mai preso per mano la squadra.
Di lui si è detto fiumi di parole: occupava un ruolo chiave. Carneade forse verrà più ricordato.
Ma l’ala piccola che doveva sostituirlo, da dicembre (leggere le note di Poli di dicembre…) è arrivata, logora, spompata e in vacanza solo un mesetto fa. Tal Simon che, dopo aver festeggiato per 5 giorni lo scudetto in Australia, ha fatto una capatina in America ed è venuto qui a farci vedere che non sa neppure i fondamentali. Mai visto uno che si perde in se stesso nel mentre fa un palleggio o un terzo tempo. Gran difensore di chi?! Di Logan? O di Okoye (quella si che è una gran ala!)? O di Campogrande? Di Bossi? Di Lockett? Mah…pare un clown che incespica da solo…
La squadra di ieri, Cappelletti a parte, era a tratti quella di A2 con in meno la voglia e le ali dell’entusiasmo. Grazie Ramagli per essere stato il vero ed unico collante di una squadra dove gli ultimi due innesti hanno sono marrivati con MESI di ritardo e hanno fatto letteralmente pena. Hai difeso, anche ieri, una proprietà che a parole ti ha sempre stimato, ma che di fatto ti ha preso inj giro perchè ti ha mandato alla guerra senza armi. RitardaNdo in modo colpevole tra l’altro i rifornimenti.
Grazie a Guido per aver supportato e sopportato in silenzio la troppa panchina (ma veramente non si poteva utilizzarlo per un paio di minuti nelle partite che contavano? Nessuno si ricorda più dei suoi assist? Perchè allora tenere occupato uno slot per un capitano non giocatore?! Evento più unico che raro nel basket moderno avere un capitano che può guidare e leggere gli schemi dalla panca. E che deve stare attento a non alzarsi (vedi nella partita di Trieste) troppo platealmente per scuotere i compagni e non beccare un ingeneroso tecnico. Si è iniziato con troppi uomini stabilmente in panca: Udom, Candussi, Rosselli, Ferrari. In un 5+5 questo sa di pazzia a priori.
Si è poi data la direzione sportiva ad un ragazzo, Agostinelli, che meritava di fare ancora (TANTA!) gavetta. Non dai il tuo gioiello ad un ragazzino che non sa muoversi nel complicato mondo delle compravendite del basket.
Si è visto dove ci ha portato la sua professionalità, in un settore dove devi essere un gattone furbo e saperti muovere sotto traccia, facendo patti con il diavolo.
Non si spiegherebbe diversamente il non essere riusciti a capire che si doveva intervenire MOLTO prima sul mercato. Reggio ha comprato, Scafati a piene mani, si è presa Logan, disoccupato e nemmeno tanto costoso, a campionato ampiamente iniziato. Trieste, Treviso…chiunque ha comunque cambiato e comprato.
Agostinelli è stato colpevolmente alla finestra.
E ci ha trascinati nel baratro di una squadra inizialmente poco nutrita, poi mal assortita.
Con l’ultimo mercenario che non fa un pick n’ roll nemmeno se Cappelletti glielo urla a ripetizione e gli mostra con la manina santa, cosa deve fare un pivot a protezione di un play o di una guardia.
Ma forse l’acquisto di questo mister X Cyril Langevine è stato fatto frettolosamente, perchè la piazza lo chiedeva e si è voluto dare l’illusione che fosse arrivato l’uomo della provvidenza.
Domenica tutti al Forum a ringraziare quei tanti giocatori che ci hanno messo l’anima.
E quel bravo allenatore che la proprietà ha preso in giro e che ha svergognato ed umiliato per l’intero campionato.
Resta quel senso di impotenza che un’azienda puzzi dalla testa.
E che i Pedrollo non siano stati capaci di poter dimostrare all’imprenditoria veronese, agli appassionati di basket, ai tifosi accorsi in massa anche in trasferta, agli sponsor che hanno partecipato a questa bella avventura, cosa significhi la competenza in questo sport.
Ripartiremo dalla A2 con – forse – 400 abbonamenti e con chissà quale altro imprenditore che vorrà sostenerci.
La Caporetto nostrana è servita. Verona amava ed ama il basket.
Non ama chi non fa le cose con criterio e professionalità come i Pedrollo… gente che avrà si messo i soldi, ma altrettanto che ha troppo confidato sulla fortuna e che ha respinto chi non voleva solo tirare fuori “i schei”, come recita quel pozzo di scienza del Presidente, padre e profeta dell’Università del Pianto di un’imprenditoria di vecchio stampo, ma anche chi avrebbe voluto partecipare con un ruolo più importante in società (vedi signor WithU, tanto per citarne l’ultimo).
Se fosse per i Pedrollo, domenica verremo tutti per fischiare una prova maldestra e malriuscita di ciò che non va fatto se ti vuoi salvare.
Viva il basket: torneremo a tifare per i nostri beniamini, sperando di non vedere più quella famiglia tanto (troppo) cara al dr. POLI che mai ha attecchito nel cuore di noi tifosi.
Onorevolmente, dopo averci dimostrato la vostra incapacità totale, pensare di farvi da parte per ricominciare dalla A2 con una proprietà meno ridicola e più competente, cari Pedrollo, perchè non lo prendete in considerazione?
Fate un gesto generoso e vendete la società alla tariffa per cui l’avete comprata.
Grazie per pensarci.
Ottimo intervento in cui hai esplicitato molti aspetti e fatti che per ragioni di tempo e spazio io ho rinunciato a scrivere. Condivido un pò meno le considerazioni sui sigg. Pedrollo perchè mi sembra si siano impegnati e penso anche economicamente e perchè non ci sono tanti imprenditori a Verona che si assumano in prima persona l’onere di gestire una squadra in campionati impegnativi. Sono curioso di vedere cosa risponderà il dottor in storia economica Mario Poli.
Metti che loro venderebbero anche, il problema è trovare qualcuno che abbia voglia di comprare…
Purtroppo gran parte del pubblico era attratto dalla serie e dalle big che passavano si qua. Spero di essere smentito ma il prossimo campionato vedremo in palazzetto pieno la metà quando andrà bene. Pubblico giovane e spesso distratto che si gasa per una schiacciata sul -20 e poi torna a smanettare con lo
smartphone….
Magari è per questo che il social media manager ha caricato 20.000 stories su Facebook e Instagram. Il problema? Come fai ad attirare pubblico, anche giovane, se non poni le basi storiche della società? Intendo a parte ricordare la signora Piotto. Gli attuali helladini tifano Hellas perché i genitori li crescono nel mito dello scudetto. Inoltre parlerei anche del lavoro poco reattivo dello staff sui social (che comunque è un aspetto molto marginale): sono stati bravi a caricare quel poco di bello che si è visto quest’anno, ma non sono stati partecipativi e hanno delegato i gruppi Facebook a fare il lavoro che dovevano fare loro (aggregare persone). A quel punto meglio Ferraro aka La Giornata Tipo che, pur coi suoi limiti, ha organizzato lo Iuzzolino Day.
Mario, te l’avevo detto: porta s…a nominare gariboldo, porta s…a cantare che é bello essere schiavi di roma prima delle partite(pronti alla morte, va ancora peggio).Non so cosa sai di storia contemporanea(e non mi interessa nemmeno, perché hai una concezione “mainstream” con cui é impossibile confrontarsi) ma di sicuro ti riconosco una competenza cestistica superiore alla mia. Circa la passione, penso di avere qualcosa da raccontare anch’io, scrivendoti dal Canton Grigioni, visto che Sutor Montegranaro e Cida Portosangiorgio le ricordo bene. A San Giovanni Lupatoto c’ero, anche in Basso Acquar dopo, in attesa che costruissero il palaolimpia. E ti dirò di più: l’anno dopo aver battuto la Cida(abbiamo perso gara 1, vinto gara 2 lá e vinto gara 3 con molto pathos), ho seguito circa una decina di volte la squadra nel deprimente esilio di Padova(erano di più quelli del posto rispetto ai nostri, quelli che venivano a vedere la “Vicenzi ”). Adesso posso dirtelo: ero talmente emozionato nell’ultima gara della serie con Udine l’anno scorso, che non riuscivo nemmeno a guardare la diretta streaming da quí, continuando a fare la spola dal computer al giardino di casa; ma soprattutto ti confesso che avrei preferito vedere la Scaligera salva, piuttosto che aver avuto ragione nella mia certezza che il ciarpame risorgimentale porta s…a. Con stima per la tua passione sincera per i nostri colori, Luca Bressan
Ciao Luca, stesso discorso per il sottoscritto: con Udine non ero a Verona e aggiornavo compulsivamente Google. Una volta finita la serie sono stato a parlare 2 ore con amici e conoscenti. Adesso che non abbiamo più la massima serie ci dovremo accontentare. Un abbraccio.
Grande Vittorio. Un abbraccio a te. Luca
Certo errori ne sono stati commessi, e sono convinto che chi li ha commessi ne abbia la consapevolezza, più di noi tutti che ci divertiamo a fare gli esperti da tastiera.
Sono però convinto che anche questa volta la famiglia Pedrollo avrà il coraggio di fare esperienza e andare oltre i propri errori, come ha sempre fatto in tutti questi anni.
A noi il compito di sostenere la dirigenza e la squadra.
Alberto caro, nello sport il rialzarsi è sinonimo di carattere.
Abbiamo sostenuto, incitato, apwsttato un lungo intero anno.
Era l’anno della verità e dove ci si arrivava preparati – si pensava – dopo aver rifiutato persino la A1, proposta senza averne il titolo, l’anno prima (botta di fortuna più unica che rara).
Negli uffici della Scaligera questa proprietà bazzica da un decennio e, se fosse come dici (e cioè che dagli errori si impara, come recita il libro Cuore), ora dovremmo essere primi in Eurolega. La verità è che gli stolti non imparano nulla dalle proprie sconfitte.
Assisteremo a quattro scuse del caso, ma la verità è che questi anni non ti hanno insegnato nulla. Quante volte abbiamo sentito parlare di cicli?
L’era “dalmontinana”, dopo quella massacrante esperienza del primo Ramagli, parla da sola. Gli acquisti sbagliati, campioni decotti, mercenari in vacanza (ricordate Vujacic?!), bravi DS mandati a casa (Della Fiori docet) son li a testimonianza del fatto che non puoi inventarti un imprenditore dello sport, se per così tanto tempo hai fallito miseramente ed in modo così plateale.
Ma con che credibilità ora ti presenti davanti a chi “i schei” da sponsor, te li aveva dati quest’anno?
Realmente: questa azienda ha un’arteria vitale e silenziosa che le ha sempre permesso di vivere.
Si chiama Veronesi (Calzedonia-Tezenis….).
Per quanto ancora questa gente crederà di aver affidato una montagna di soldi ad una famiglia, come quella dei Pedrollo, che ha saputo non essere in grado di gareggiare nell’unica classe – quella della A1 – che ti da visibilità (ragione, essa stessa, dell’essere sponsor)?!
In A2 ti guardano quattro gatti (e nemmeno tanto bene, viste le immagini sgranate e poco serie alle quali eravamo abituati negli anni scorsi… benchè qualche giornalista si sia affannato, anche li, a difendere l’indifendibile, eccependo che era gratis e che “a caval donato non si guarda in bocca”…peccato che la professione di chi eccepiva era “fare televisione” che si nutre degli sponsor che ci mettono i soldi se ne vale la pena).
In A2 gli sponsor si dileguano. I tifosi sono restii a credere ancora ai quattro proclami di rito che sentiremo nei prossimi giorni e ci saranno i soliti affezionati (tra cui il sottoscritto) a farsi l’abbonamento.
Era partito, con una A1 insperata (e, senza magari, nemmeno voluta dal paron…che pareva contento come un giudicato che sale al patibolo dopo la promozione), un circolo virtuoso. Come una grande onda che aveva fatto tornare voglia o, se non altro, curiosità, a tanti bambini e ragazzini di prendere un pallone a spicchi e giocare nei (pochi) campetti delle parrocchie cittadine (ricordate la campagna dei 100 canestri istallati da Vicenzi all’epoca?!). Sponsor aderivavano, la gente veniva al Forum, gli appassionati avevano raddoppiato le visite sul tiggì gialloblù, la gente si organizzava per le trasferte. Il basket era tornato sulla bocca di tutti. Ora, tornare, per ben chiare colpe di mercato da parte della società, nel dimenticatoio (e nella bolgia, visto che la A2 sarà in trasformazione nei prossimi due anni), fa tanto male.
Concludo con un pensiero: al presidente senior rispondo tardivamente alla sua domanda che ha posto a Poli in una intervista di un anno e mezzo fa (“ti, Mario, te te godi de più a star in A1 e perdar, o a zugar in A2 e vinsar?!…mi a star in A2 e vincere”). Rispondo così: il giochetto è tuo e nessuno, me compreso ovviamente, ti può impedire di farne ciò che vuoi. Ma, altrettanto, dopo tutte le conseguenze in termini di stima imprenditoriale e di accreditamento come professionista nei tuoi confronti, la città ti pagherà con pari dignità. Hai parlato, hai fatto vedere quanto vali a tutti noi, sponsor in primis. Hai dato prova di governare una nave dentro la tempesta con la stessa perizia di un agricoltore che non sa cosa sia un timone.
La tua nave è affondata. Per prima. Ora, scusaci se saremo un pò prevenuti nei confronti di tutto ciò che, a parole, andrai a dire.
Non ti si può dar torto, hai solo dimenticato di dire che la stampa tutta è stata complice e sempre benevola nei confronti di dirigenti e proprietà. Mario Poli pronto ad intervenire con presunzione ed ironia contro i tifosi che osano criticare il suo comportamento e quello della società, verso i tuoi ed altri commenti preferisce eclissarsi e non pronunciarsi.
Il miglior commento che ho letto online da mesi a questa parte.
Analisi chiara e ben circostanziata dell’annata: basti pensare al motto “restiamo vigili”, con cui la dirigenza ha gestito la fase più delicata in cui qualche cambiamento avrebbe potuto sortire un migliore epilogo.
Una cosa però non leggo da nessuna parte. Lasciamo stare il basket per un momento e guardiamo all’azienda Scaligera Basket Verona SSRL.
C’è la possibilità d’oro di giocare nuovamente ai livelli che città, pubblico, storia hanno sempre meritato. Non diventa più solo una questione di gioco, ma di immagine.
Si mette insieme un pool di signore aziende tipo Calzedonia (poco meno di 2 miliardi di Euro di fatturato), la stessa Pentax (fatturato 60 milioni ) Banco BPM (stato di salute migliore della sua storia, con utili a 700 milioni ), Zenato (altri 45 milioni di fatturato)..
Con queste premesse non si riesce a raccoglie un budget decente. Ma mi domando: è mai possibile una cosa del genere ? Forse un piano programmatico serio, ambizioso ma soprattutto capace avrebbe potuto e potrebbe portare i capitali necessari. Capitali che poi ovviamente bisogna saper gestire. Già qui per me sta un primo errore : hai la possibilità unica di attrare capitali nuovi e non lo fai. (E non mi si venga a dire che nessuno ci mette soldi, altrimenti cominciamo a fare paragoni con chi manco aveva i brand che abbiamo avuto e che in compenso ha salvato la pelle).
Con premesse inferiori, il volley veronese è a livelli di playoff e in passato recente ha giocato in Europa. Non è una barzelletta ? Oppure si guardi anche solo alla lodevole iniziativa locale Clivense, in cui mi pare ci sia gente capace e con le sfere quadrate. Non mi pare girino billions, anzi, crowdfounding e altre iniziative moderne di marketing etc..
Se nelle fasi in cui si sarebbe dovuto agire, la dirigenza avesse gestito opportunamente la crisi, nessuno avrebbe da recriminare (nulla si può contro sfortuna, etc..).
Invece decidi di gestirla così l’azienda: in un momento in cui può valere 100 la gestisci così male da ritrovartela ora a 50.
Se solo fossi uno degli sponsor citati io mi guarderei davvero tanto dall’associare brand così forti a gestioni di questo tipo, sotto gli occhi di appena migliaia di persone in tutta la nazione.
Felice di rincontrare Michele (conosciuto su altri lidi con un nickname diverso, ho riconosciuto lo stile di scrittura, magari sbaglio ma non credo). Salutandolo, volevo dirgli: ma perché, erano più simpatici Fadini e Vicenzi? 😀 Io mi ricordo le cristonate tirate per il braccino corto, il mancato centro (quando ne abbiamo preso uno di qualità e attempato, ossia Gnad, abbiamo vinto la Coppa Korac) e la cessione, mai chiarita del tutto, a Fiorillo. I Pedrollo hanno passione, manca l’esperienza, esperienza che noi avrei chiesto di compensare né a Ramagli (mi risparmio perché so essere amico o almeno conoscente stretto di Mario, io non lo sopporto) né a un virtussino come Frosini (e qua già so che attirerò gli strali di molti :D). Si dice che la vittoria ha moltissimi padri e che la sconfitta è orfana, ma quando la sconfitta ha molti padri? 😀 Un caro saluto, speriamo di rincontrarci, un giorno, chissà.
Non dico che bisogna contestare ci mancherebbe…non vorrei essere frainteso, bisogna sempre sostenere la squadra, ecc…ecc… ma spesso al Palazzetto ho la sensazione che le partite vengano vissute come fine a se stesse. Tanta distrazione e “gasamenti” solo per una giocata o schiacciata, e poi il silenzio. Certo lo sport deve essere una festa e tutte le belle cose che possiamo dirci e scriverci, ma non mi stupirei più di tanto se tanti non sapessero nemmeno che siamo
retrocessi. Ciao ciao
Nota a margine: nello sport, così come nella vita, la gratitudine e l’affetto vanno dimostrati e sono valori che devono emergere “a prescindere”. Dopo aver smaltito la delusione cocente della retrocessione, mi sono abbonato nuovamente alla piattaforma LNP Pass per aggiornarmi sulla qualità della A2 e delle squadre (…tante e blasonate, per giunta) che affrontano i play off di quest’anno.
Ed il cuore mi ha portato a voler vedere Rosselli che con Cento ha sfidato, con un minutaggio da record per la sua stagione, la Fortitudo Bologna dell’altro amatissimo neppur tanto ex, Candussi.
Candussi che, a detta dei commentatori (e del suo allenatore) è il fattore della squadra. I 28 punti in una partita della fase ad orologio sono li a dimostrarlo. Peccato non avergli dato qualche minuto in A1 ed averlo umiliato in panchina, dopo averlo incollato con lo scotch alla panca. Scelte tecniche molto discutibili. Ma già si è detto dell’insensata scelta di tenerlo, se l’intenzione era quella di avere un giocatore non giocante, sempre in panca. Assurdo.
Ricordate la prima nefasta era Ramagli? Per i play off si prese niente di meno che Mike Hall. Uno che nei due anni successivi aveva portato prima Biella, poi Ferrara fuori dall’anonimato. Uno che di basket se ne intendeva eccome. Uno che, sia che lo si amasse, sia che lo si odiasse, non è mai stato in discussione. Anche li, nella vergognosa disfatta delle partite con Agrigento, non lo si è mai fatto entrare.
Ed allora una domanda – la prima – sorge spontanea: ma Ramagli ragiona con la società? Sceglie di comune accordo i suoi uomini o gli vengono imposti? Che senso ha avuto tenere Candussi, molto più uomo da battaglia, quando il gioco si fa duro rispetto ad un anonimo ed assolutamente non all’altezza Pini, se poi non lo si è impiegato, se non per pietà?! Di Udom si potrebbe dire la stessa cosa. Così come di Ferrari (unico dell’intera Lega mai entrato a referto!) o den tanto amato e rimpianto Rosselli.
Già…Rosselli: vederlo giocare (e dispensare assist deliziosi) per più di metà gara, vederlo correre da una parte all’altra del campo come fosse un ragazzino, vederlo saltare a rimbalzo o propiziare assist a chi non conosceva ancora, ha fatto tanta rabbia. Incomprensibile Ramagli, incapace di battere i pugni e dare pane al pane e vino al vino: se non voleva utilizzarlo, doveva essere chiaro con Gianni e Pinotto (leggi: Agostinelli e Frosini) e chiedere un altro giocatore. Lo slot occupato da chi ha fatto, forse 15 minuti in tutto il campionato, grida vendetta.
Ma le cose che mi preme sottolineare di più sono due:
1 – Perchè ne Poli, ne Massimilla, ne ramagli, ne la società (che pure gli aveva dato i gradi di capitano) hanno chiamato per un ultimo, grande applauso ad un grande del basket nazionale come Rosselli?! La Locura, con il suo striscione “scuola Guido” nemmeno un canto le ha dedicato. Abbiamo onorato il bravo Smith di una standing ovation da brividi. Meritata per quel che ha dimostrato in campo. Ma il nostro Rosselli?! Colui che persino L’Arena aveva eletto genio della macchina da guerra dello scorso anno? Colui che, proprio lo scorso anno ha ricoperto il ruolo di play, di ala piccola, di guardia e, qualche volta anche di ala forte? Ci siamo dimenticati di salutarlo, nel disastro della recente disfatta: imperdonabile. MA COME?! Lo si porta sugli scudi per due anni, lo si esalta, gli si da la fascia di capitano e si sapeva che questo sarebbe stato il suo ultimo anno da giocatore e non lo si applaude tutti insieme? Manco una frase, un’intervista con il telefonino mosso e senza audio a cui ci ha abituato Poli? Senza parole: perchè la voglia si è vista a Cento. Ramagli: puoi vincere o perdere. Puoi sbagliare le letture delle partite, ma devi essere uomo vero dentro, se vuoi entrarci nel cuore. Un allenatore è un padre. In questo caso, hai mancato. Occasione sprecata di essere dei signori fino in fondo. Perchè, Rosselli, si è beccato persino un tecnico alla panchina a Trieste pur di incitare i compagni. Perchè Rosselli a Verona ha voluto bene e si è smazzato. A lui il mio augurio, da veronsese, per andare più in la possibile con la piccola Cento.
2 – Aspetto psicologico. Bravo Ramagli: tutti d’accordo. Bravo tecnico con un grosso punto di domanda che aleggia nel suo curriculum. Perchè la costante di tutti questi anni è la mancanza di lavoro psicologico nella testa dei giocatori? Che puntualmente ed inspiegabilmente, sia nel 2015 che alle partite che contavano di quest’anno ha presentato una squadra scarica psicologicamente ed apparentemente svuotata? Lui stesso, da persona pensante qual’è, se lo sarà certamente chiesto? Perchè i nostri non hanno giocato alla morte e non sono saltati fuori dalla trincea con Scafati, con Trieste, con Napoli? Con Agrigento o nei tre tempi supplementari di quest’anno dove, raggiunti alla fine, poi ci siamo sciolti come neve al sole di aprile? Perchè devi lavorare sulle motivazioni, sull’orgoglio, sull’autostima, sull’ambiente che va tenuto carico come una molla (ricordate ai play off con Lombardi?! Andate a risentire l’intervista pre play off quali furono le sue parole). Se pensi che un ragazzo di vent’anni sia psicologicamente maturo e non ti ci metti te, come coach, a prepararlo mentalmente, poi imbarchi acqua ed affondi al primo temporale. Mi spiace Ramagli: ti stimo e mi auguro che tu ci sia anche l’anno prossimo. Ma serve, personalmente ed umilmente, anche se sei uno che caratterialmente pari essere permaloso, che tu quest’estate mediti sulla preparazione mentale del tuo team. Serve toccare le corde più profonde (e diverse persona per persona) dei tuoi giocatori. Udine ed i suoi proclami dello scorso anno sono li a testimonianza di ciò: conta avere gli occhi della tigre e fame quando serve. Conterà arrivare affamati l’anno prossimo ai play-off. Mai nessuna squadra è salita al primo anno dopo la retrocessione. Ce la farai te se, al bagaglio tecnico che hai, ci aggiungerai anche quello psicologico di un allenatore capace di toccare le corde giuste. Allora sarai ancor più bravo. Auguri di una buona estate a tutti; ci rivedremo con la stessa passione di sempre ad ottobre. Ed allora sarà bello tornare a divertirsi con i campioni che verranno. Si spera, con gente da battaglia e che ci mette il cuore…Smith e Cappelletti (che non rimarrà nemmeno per sogno, perchè sarebbe folle per la sua carriera, all’età che ha, ritornare nell’anonimato della A2 dopo aver quasi messo piede in nazionale) insegnano….con il cuore e la passione, unita dal sorriso e dall’essere impavidi, porta lontano….
Arrivederci!
Michele
Ciao Michele, sono contenta di rivederti l’anno prossimo. Mi permetto due appunti:
– Hall ad Agrigento non era a referto. Vero che Monroe non stava brillando ma era stato in pratica l’MVP del campionato. Togliere Umeh sarebbe stato da folli.
– Ferrari qualche minuto l’ha fatto, ahimè in partite ormai chiuse.
– Non ho chiamato l’applauso per Guido perché il 7 maggio non si sapeva cosa avrebbe fatto (e a dire la verità ancora non si sa). Conoscendo Guido chiamare l’applauso avrebbe portato solo a gesti suoi scaramantici…
Ecco che avevo ragione: quando ti ho contestato la faccenda del cosiddetto risorgimento e mi hai detto che devo farmene una ragione, ho messo il dito nella piaga della tua laurea in fandonie moderne(uso un termine bonario per la mistificazione che ha giustificato milionate di morti tra i nostri avi)….. Ebbene, ho ascoltato casualmente il tuo servizio sulle baby gang, e mi hai fatto letteralmente annichilire con “italiani di seconda generazione”…. Ma come parlate? Ma cosa state dicendo? Cosa significa? Giá italiani non vuol dire niente; italiani di seconda generazione, sembra un termine da terrapiattisti(so che avresti scritto terrappiattisti, ma, credimi, le doppie sono inutili e contro la nostra gente). Ti prego, parla di basket e lascia perdere la storia della banda dei 4. É un consiglio spassionato di un austriacante