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RICOMINCIARE

“Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” (José Saramago)

Volete mettere una trasferta a Nardò (con una deviazione sul magnifico barocco di Lecce), la doppietta Udine-Cividale (tra prosciutto di San Daniele, brovada, musetto e frico), tornare nell’amata Trieste, le metropoli Roma e Milano, il clima infuocato del Paladozza di Bologna, la nobile decaduta Cantù, Rimini con il mare d’inverno che mette sempre un po’ di malinconia, Torino tra auto, sindone e bicerìn, Cremona con le 3T, Vigevano (la “Salonicco d’Italia) e Mantova, magari capita un altro sbrocco del presidente o chi per lui? Peccato che Chieti sia retrocessa, un giretto al centro commerciale accanto al Palatricalle avrebbe fatto piacere.
I gironi della prossima A2 sono ancora ignoti, quindi non sappiamo se l’Italia sarà divisa in orizzontale con l’aggiunta delle pugliesi e l’esclusione delle friulane (come la stagione della promozione) o in verticale. Se Verona dovrà sorbirsi un paio di viaggi in Sicilia (Trapani e Agrigento) e soprattutto – con due gironi da 12 squadre – che formula partorirà la Federbasket con la complicità di LNP.
E’ probabile che sarà difficile fare peggio di quest’anno, con il picco raggiunto nell’ultima giornata del concentramento degli spareggi di serie B, a Ferrara.
Le due partite non si potevano giocare in contemporanea (come sarebbe stato opportuno, ma c’era solo un campo), Vigevano già promossa e Orzinuovi che per ritornare in A2 avrebbe dovuto vincere almeno di 11 contro la Luiss Roma. Così nel minuto finale, sul 78-79 per i bresciani, è andata in scena una farsa: autocanestro di Orzinuovi (annullato e punito con il tecnico), tiri liberi sbagliati volutamente dai romani, i bresciani che passano apposta la palla agli avversari. Tutto per cercare (o evitare) i supplementari.
Speriamo che si possa far meglio, immagini comprese. Quanto alla squadra, in casa Tezenis sembrano aver chiarito che si punterà sull’asse Usa play-centro. Ma cominciando dagli italiani, poi si penserà alla coppia americana.

6 commenti - 1.906 visite Commenta

Massimilla

Unico appunto Mario: Nardò gioca a Lecce, quindi in caso la deviazione la si farà a Nardò (o hanno ultimato il palazzetto?).

Alle nominate aggiungerei la bellissima Cento e un weekend romano…Senza per questo poter toglierci la soddisfazione di visitare le saline e toglierci il sassolino nella valle dei templi…

Poi dimentichi Chiusi (a cui i trasfertisti presenti a Trieste sono già iscritti!)

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Per ottobre dovrebbe essere sistemato il palazzetto a Nardò, in ogni caso meglio così. Poi non potevo citare tutti i possibili viaggi…

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Sono io

Quando smetterai di parlare di basket sarà troppo tardi . Una domanda xchè a fine partita sei andato ad intervistare i tuoi amici in curva ? Nn potevi andare in tribuna magari ti rispondevo io così chiedo x un amico . Grazie

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Basilio

Solo uno ne vogliamo. Solo uno: Smith!

Chiediamo a gran voce, chi ci ha fatto vedere cose strabilianti lo scorso anno: verticalità (continuo a credere che con lui in campo fino a fine campionato – invece di quel ” cesso” di Langevine, arrivato a Verona in vacanza, comprato colpevolmente troppo tardi ed indecente a vedersi …vd. Trieste…) – non saremo ripiombati all’inferno di una A2 da dove tutti sperano di andarsene prima possibile.

Ora che tale maledetta serie costa un buon 30% in più, con la visibilità per uno sponsor riservata a pochi intimi e da campionato parrocchiale, pesa eccome non andare in trasferta a vedere del bel basket.

Lasciamo che Poli – a spese della sua emittente (beato lui) – vada a farsi le sue gite domenicali. Chi ama il basket non vede alcun paragone possibile con l’anno scorso ovviamente.

Domanda: ma veramente Agostinelli, dopo quello schifo assurdo dello scorso anno, è stato giudicato ancora la persona giusta per fare la squadra?!
Selden lo abbiamo perso dopo la bruttissima sconfitta di Sassari.
Io ero la con altri 10 tifosi ed un bagno, quello si, nelle bellissime acque di Alghero feci in tempo a farlo: si era ai primi di ottobre.
Agostinelli non ne ha trovato un altro nel panorama mondiale…e intanto le partite si succedevano.

La piazza gridava a gran voce che non c’era un cambio all’unico vero grande play che si era riusciti ad avere (Cappelletti)…e Agostinelli, muto, a costringere Ramagli a inventarsi Casarin come play (lo disse anche Pozzecco che Davide poteva o essere un’ala piccola o una guardia al limite, ma non un play…).
Smith spaccava le difese di A1 (memorabile la sua partita a Varese!) con la sua verticalità e la sua rapidità incredibile e noi quanto ci abbiamo messo a dargli un cambio degno?!
Degno è una parola grossa, visto che l’unico che ha accettato la nostra proposta, dopo mesi di umiliante panchina a Candussi, è stato un Pini che, francamente, la A1 la può vedere solo in tv…in bocca al lupo per la tua avventura nella palestra di Scafati..

Se la famiglia Pedrollo si è fidata, dopo 20 anni di assenza dalla massima serie, ad un incapace (ed inesperto) sul mercato come Agostinelli, dopo che si è ripiombati nel baratro di una A2 che pare ora più un girone dell’inferno dai contorni sfumati, dalle poche idee e formata da reali monocellulari che per capire i gironi ad orologio uno doveva mettersi d’impegno, perchè, mi chiedo, lasciare che a plasmare la nuova squadra sia costui? .
Mah… mistero della fede….

Poli caro: quando te lo si scriveva sui tuoi blog che, per rimanere in A1, si doveva fare come quest’anno (e cioè avere due giocatori bravi per reparto) e tu ci davi dei leoni da tastiera perchè non ti piace essere contraddetto e ti fa comodo tenerti sempre e comunque a braccetto i così detti “manager” di Via Cristofoli, perchè poi ti fanno le anticipazioni, non pensi anche te, che non sia l’anno buono, il prossimo, per smetterla di lamentarti di chi propriamente non la pensa sempre e comunque come te?
E magari cominciare a fare come il tuo collega Vighini che usa l’informazione per quello che dovrebbe essere? E cioè un mezzo libero da padroni?

Scodinzolare meno attorno alle gambe di una società che è tornata nell’anonimato e che quest’anno se la dovrà vedere con un’ambiziosa Udine, una danarosa (e forte) Trieste, una arrabbiata e solida Forlì, una agguerrita Treviglio, una – come la chiami te – “nobile decaduta” Cantù, una rinnovata e motivata Fortitudo, una ricchissima Trapani, una compatta e ben allenata Cividale, una forte Torino ed una Milano 2con il nostro mai dimenticato #6Amato che mi è piaciuto vedere gran dispensatore di assist?
Condiamo il tutto con un paio di società “sorprese” del campionato (bravissima la Cento di un ottimo Tomassini quest’anno) e quelle trasferte “in c. alla balena” che hanno campi “alla Scafati” dove la gente si permette di intimidire gli arbitri senza paura di venire poi fermata… e la frittata è fatta.

Quella costruita fin qui non è certo una squadra che andrà fino i fondo.
Guardate Forlì: vincerle tutte (o quasi) nel campionato scorso appena concluso e poi uscire con un secco 3-0 con Cremona, ti fa dire, a ragione, che contano solo i play off.
Certo arrivarci non sarà facile.
A maggio, come quest’anno, prima della fase finale, tutte andranno a comprare dalle squadre di A1 che hanno terminato il campionato nel frattempo (vedi Imbrò, Logan, Rosselli…). Conta arrivare a maggio pronti a dar battaglia.
E, in quest’ottica, visto che di bei campionati trionfali a Natale e poi, sul più bello, finiti male a maggio, anche Ramagli ne sa qualcosa, perchè questa società che stimiamo tanto e per cui facciamo un tifo sfegatato, non ci accontenta con l’unico vero, grande giocatore che in A2 spaccherebbe? Parlo di Smith.

Non sarà magari pronto per le amichevoli di settembre o a tirare le fila nel ritiro estivo di Pinzolo, ma uno come lui è veramente un fuoriclasse.
Un lusso che nessuna squadra di A2 avrebbe.
Uno con cui il play di turno (massone o Penna del caso) andrebbe a nozze per la sua verticalità, i suoi ganci, le sue stoppate, le sue schiacciate.
Parker? No grazie (vedi Trieste per le sue referenze).
Smith è un lusso che, se non si fosse fatto male, non sarebbe sceso in A2 manco per scherzo. Uno che metà A1 avrebbe scalpitato per prendere.
Se ce lo porteremo a casa, sarà solo perchè viene da un infortunio.
Il basket è pieno di giocatori come lui che sono rientrati (ed hanno letteralmente “spaccato” al rientro) più forti di prima.

E’ da tre mesi che lo chiediamo e che lo vogliamo: solo lui.
Non quell’Anderson che, dall’alto di una A1 che non riusciva a tenere come categoria, a febbraio faceva la sua dichiarazione d’amore e che ora gioca nel campionato della West Asia al confine tra Mongolia, Tibet e quelle terre di nessuno che tanto sanno di “ci vado solo per soldi”.
Non quel Johnson che tanto ci ha dato (ricordate la finale di A2 con la mano rotta o l’entrata in campo a Trieste al posto di un inguardabile sostituto?) e che pare (glielo auguro) destinato a palcoscenici più alti.
Non quel Grant che cresceva bene e che Monaco darà in prestito per crescere un altro anno. Tutti nomi nuovi, o quasi.
Ma uno, Santo Dio, almeno un grande asso nelle nostre mani, la società vuole concedercelo?!

Commento da ultimo colui che ha scritto prima di me come mai Poli fosse andato ad intervistare solo quei soliti noti (ed apprezzati!) della curva. Io la mia risposta la ho.
E penso che anche voi tutti che siete arrivati fino a questo punto la condividiate: non vuole voci fuori dal coro.
Perchè lui è l’organo di informazione della società.
Perchè si deve sempre e comunque far quadrato e non dire invece “pane al pane e vino al vino”.
Essere lavorativamente parlando, onesti e apprezzati, significa anche poter dire la propria.
E accettare le critiche di chi, vede ed ha il diritto, visto che a differenza sua scrive per passione verso il basket nostrano e non per la paghetta che il suo direttore, troppo occupato a scrivere di calcio, con tanta generosità le da.

Andare in gita su e giù per l’Italia, spesato a mangiare i prodotti tipici delle varie zone d’Italia, farci un escursus delle bontà o delle opere artistiche di Lecce (a soli 1200 km..) o della Valle dei Templi di una ancora amara Agrigento, scrivere articoli senza un minimo di approfondimento e non essere poi veramente andati con spirito costruttivo, a scandagliare, domandare i motivi e le ragioni di certe scelte aziendali della società, è un qualcosa che noi ci aspettavamo da un giornalista che si occupa di basket.

Torneremo a sentire i suoi commenti ed a vedere le immagini sgranate e sfuocate che lei ci proporrà? Avrà modo di insultarci durante una di queste future telecronache: tanto li, il diritto di replica non esiste.

Concludo: in un mondo perfetto, la meritocrazia è il metro con cui la società civile sceglie i suoi comandanti ed i migliori di noi.
Nella realtà, invece, fino a giugno 2022 abbiamo visto partite dalle immagini scandalose e, avendolo fatto notare, ci siamo anche sentiti presi in giro con la scusa che tanto era un servizio gratuito.
Come se le partite trasmesse non fossero pagate da sponsor che si augurano di pagare a lei ed al suo cameramen (quando non trasmette con il suo telefonino, a cui non pulisce prima nemmeno l’obiettivo) uno stipendio sulla base del fatto che lo share – e quindi il ritorno pubblicitario – siano accettabili!

Vedremo se quest’anno, almeno in conferenza post partita, oltre che la voce del coach, riusciremo anche a sentire le sue domande, invece di intuirle (esiste, nel 2023, una cosa chiamata microfono di cui dovrebbe dotarsi.
O almeno dare un’occhiata alla qualità del suono, prima di caricare tali momenti.

Auguri a tutti, anche a lei Poli.
Buone vacanze, nelle sue amate Marche.
Mi auguro che l’anno prossimo ci sia la possibilità per tutti, ognuno per ciò che gli compete, di aggiustare, sulla base di necessari feedback che appartengono alle menti pensanti, su ciò che può essere migliorato.
A presto, mi auguro numerosi, al Forum…dove ci sia aspetta delle maglie che abbiano a che fare qualcosa con i nostri colori (o gialle o blu), e non bianco anonimo, che non ci appartiene.

Viva il basket e chi sosterrà i colori gialloblù con rinnovato entusiasmo, anche l’anno prossimo. Che sia nella bolgia di Piazzale Azzarita o nel deserto della palestra di Chiusi, a competere con una squadra di un comune che probabilmente manco lo è.
Perchè l’amore è cieco e va al di la di ogni amarezza e ragionamento.

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alex85

Finalmente uno che come me ha il coraggio di scrivere un commento critico ma azzeccato sul giornalista (?????) Mario Poli, esperto di storia e gastronomia ma senz’altro non di basket. Ovviamente il dr. Poli ha certamente letto il commento ma ha preferito non rispondere per non fare l’ennesima brutta figura.

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Da un po’ rispondo solo a chi entra in casa d’altri (in questo caso la mia, fino a prova contraria) con educazione, senza insultare il lavoro altrui (la critica è una cosa ben diversa), che porta rispetto ai giocatori pur non apprezzandoli. E soprattutto a chi ci mette la faccia, perché certi sproloqui da chi si nasconde dietro la tastiera meritano solo l’oblio.

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