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LA SINDROME DI TAFAZZI

In questo Europeo che per merito della capillare copertura di Sky ha coinvolto tanta gente, anche non fedelissima del basket, il rammarico degli appassionati veronesi per il quinto posto degli azzurri viene un po’ mitigato dal premio di Mvp assegnato a Leonardo Totè nell’All Star Game Under 18 giocato a Lilla.
Spiace dover tornare sull’argomento, ma grida vendetta al cospetto degli dei cestistici vedere lontano dai colori gialloblù un siffatto talento, veronese Doc, cresciuto in una piccola società (Carlo Steeb), passato in Scaligera e poi finito alla Reyer Venezia.
Mi si perdoni il paragone un po’ “grossier”, ma è come se dopo aver frequentato una bellissima e disponibile fanciulla la lasciassimo cadere nelle braccia di un altro senza batter ciglio.
Totè è stato inserito al 18°posto nel ranking Nba dell’annata ’97 ed in questo precampionato con Brescia è stato impiegato con una ventina di minuti di media. Invece in riva all’Adige si è preferito puntare su un cavallo di ritorno, ma non è questo il problema, visto che ogni allenatore è legittimato a costruire la squadra che ritiene più adatta al suo gioco e agli obiettivi che vuole raggiungere.
Il problema è che una società con la storia e le ambizioni della Scaligera non doveva lasciarsi scappare un giocatore come Totè. Non ci sono giustificazioni: ce l’avevamo in casa e l’abbiamo lasciato andare. Un autolesionismo degno del miglior Tafazzi.
E la lista può allungarsi con i gemelli Czumbel di Pescantina, ma c’è la possibilità di rimediare: sono solo in prestito a Trento…

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