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NAPOLITANO E IL GIOCO DELLE TRE CARTE

 

Con questa storia dei rifiuti il presidente Napolitano tenta di fare il gioco delle tre carte, nel senso che mescola e confonde due realtà assolutamente indipendenti: i rifiuti urbani e quelli tossici o speciali. Infatti, anche ammesso che gli atti parlamentari dimostrino che la Campania è stata subissata di rifiuti tossici di provenienza nordista, questo nulla toglie né tantomeno giustifica la conclamata incapacità degli amministratori locali campani di farsi carico di una questione del tutto distinta, cioè della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani.

Cosa che invece hanno fatto tutti gli altri comuni e le altre regioni, non solo del Nord. Compresa la Puglia di cui si è parlato in questi giorni per la scoperta di una mega discarica abusiva di rifiuti tossici e speciali: ma questo, appunto, non ha impedito agli amministratori pugliesi di procedere allo smaltimento dei rifiuti urbani.

Solo col gioco delle tre carte si può utilizzare uno scandalo aggiuntivo, quello dello smaltimento abusivo dei rifiuti tossici, per inventarsi responsabilità di terzi sullo scandalo del mancato smaltimento dei rifiuti urbani. Responsabilità che sono invece tutte degli amministratori campani, ai quali gli amministratori del resto d’Italia non debbono alcun risarcimento. Né alcuna accoglienza di monnezza (ammesso che fosse questo il secondo fine del presidente Napolitano)

Quanto ai rifiuti tossici, non c’è dubbio che ci sono imprenditori privi di scrupoli (se vogliamo l’imprenditore con scrupoli è quasi un ossimoro, un po’ come le cosiddette banche etiche…) Ma proprio per questo esistono i pubblici poteri chiamati a controllarli, a impedire loro di comportarsi da capitalisti selvaggi. Pubblici poteri che spesso intervengono sollecitati dai cittadini: nel nostro Veneto non dico le discariche abusive, ma perfino quattro sacchetti di rifiuti abbandonati, vengono segnalati dai cittadini al loro sindaco, si invoca l’intervento dell’Arpav, si scatenano le varie Legambiente.

E come mai invece in Campania tutto taceva e tutto ha taciuto per decenni? Come mai imprenditori senza scrupoli che producono o che fanno finta di trattare i rifiuti tossici hanno potuto andare ad imboscarli proprio in Campania? Non è dovuto al fatto che i pubblici poteri e la stessa società civile in Campania sono conniventi con la criminalità organizzata che lucra su questi traffici illegali?

Mi sembra che come minimo vadano divise le responsabilità tra chi ha portato i rifiuti tossici e chi ha permesso che venissero accolti e coperti dall’omerta. Nemmeno in questo caso è accettabile il gioco delle tre carte di una responsabilità tutta nordista.

 

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