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DISTINGUERE RAZZISMO DA XENOFOBIA

Quanto successo a Macerata è razzismo autentico. Non siamo di fronte alle parole, ai buuh rivolti negli stadi ai giocatori di colore, ma ai fatti, alle azioni: lo stesso autore del raid, Luca Traini, ha ribadito che voleva ucciderli tutti perché erano neri.
Resta da capire se sia un episodio isolato o se il razzismo, dei fatti, dilaghi nel nostro Paese. Va comunque distinto il razzismo dalla xenofobia, dalla paura degli stranieri che può essere giustificata o meno.
E’ assurdo che oggi Libero scriva che “un governo incapace provoca il razzismo”. Ma è un fatto che l’incapacità di governare l’integrazione alimenta la xenofobia.
Qualunque modello di integrazione adottato in Europa, da quello francese molto rigido a quello inglese molto liberale, non ha dato risultati soddisfacenti.
Prendiamo atto che i migranti dall’est europeo – fatta la pesante tara dei predoni – quelli arrivati per lavorare non hanno problemi ad integrarsi, ad accettare le nostre regole e i nostri modelli di vita. Mentre non è così per certi africani e per gli islamici in particolare: anche quelli che lavorano mantengono usi e costumi che confliggono pesantemente con i nostri.
Si prospetta dunque una progressione inquietante: se non si riesce ad attuare una vera integrazione, la xenofobia è destinata ad aumentare col rischio che sfoci anche in azioni razzista. Azioni che sicuramente vanno condannate, ma che non basta condannare per fermare.
Dopo di che la xenofobia ha radici nella realtà, cioè nell’incapacità di tutelare in modo adeguato specie le fasce più deboli della popolazione che vivono nelle periferie e nelle case Ater.
Non si può arrivare al paradosso di affermare che o sei accogliente a 360 gradi, e senza remora alcuna, oppure sei un razzista.
Vogliamo togliere alla Lega il brodo elettorale in cui sguazza? L’unico modo è un governo più efficace dell’immigrazione. Vaste programme…

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