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LA STAR GABANELLI E IL PINCO TOSI

Ovviamente fa molto discutere, a Verona in particolare ma non solo, l’ultima puntata di Report che la Gabanelli ha dedicato a Flavio Tosi.
Silvestro mi chiede se ho cambiato idea. No: per me resta la dimostrazione del modo vergognoso di fare inchieste giornalistiche. Resta il “metodo Gabanelli”, per Silvestro invece è il “metodo Tosi”. Ovvio: ennesima riprova che le convinzioni personali (o i pregiudizi) fanno agio sulla realtà.
Alcune cose però vale la pena di dirle sul metodo Tosi, dove noto un fatale errore tattico-strategico. Chi fa politica (e non solo) deve infatti sempre aver presente chi tiene il coltello dalla parte del manico. Nella fattispecie non certo un sindaco di Verona, anche se è segretario veneto della Lega, lo tengono i magistrati e le star del giornalismo nazionale; spesso intrecciati nel famoso circuito mediatico-giudiziario
Quindi è una follia (Berlusconi docet) attaccare o criticare un magistrato. Bisogna sempre lisciar loro il pelo e proclamare l’assoluta fiducia nella giustizia. Poco importa che un italiano che nutra questa assoluta fiducia non lo trovi nemmeno col lanternino. Loro, i magistrati, hanno il coltello dalla parte del manico. Già possono farti il culo, se li critichi te lo fanno doppio.
Stessa regola vale nel rapporto con le star del giornalismo. Milena Gabanelli aveva chiesto a Tosi un intervista, lui l’ha rifiutata. Oltraggio alla corte! Ma come osa – ha pensato la Milena – questo pinco del sindaco di Verona rifiutare un’intervista a me, che se mi dessero il premio Pulitzer sarebbe ancora poca cosa?!
Non bastasse Tosi aveva anche preventivamente diffuso quei filmati che dimostrano il metodo cash di fare inchieste giornalistiche usato da Report. Altro, ancora più grave, oltraggio alla corte! Ma cosa crede, questo pinco, di potermi sputtanare a me, la Lady di Rai e Corsera?! Mo glielo faccio vedere io…
E infatti ce l’ha fatto vedere lunedì sera: un astio verso Tosi che tracimava a nascondere la pochezza dei fatti, cioè delle accuse concrete raccolte.
Accuse che, anche fossero concrete, resterebbero tutte da dimostrare. Ma vuoi che non ci sia – ha pensato a ragione la Gabanelli nazionale – almeno un magistrato pronto a cogliere la palla al balzo? A quel punto parte il circuito mediatico-giudiziario ed il gioco e fatto. Quel pinco è finito, così impara.

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