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MAIALINO IMPURO A ROVERETO

Rovereto è qui, a due passi dal nostro Veneto, col vantaggio di essere nella provincia autonoma del Trentino; con tante risorse in più, da destinare anche alle scuole materne e ai loro giardinetti.
E così, in una materna di Rovereto, nel parco giochi c’è anche un bel maialino a dondolo, di plastica rosa, che piace tanto ai bimbi entusiasti della Peppa Pig.
Ma, di plastica o di carne che sia, resta il fatto che è un animale impuro per gli islamici come stabilisce una Sura del Corano. E così i genitori maomettani – numerosi anche a Rovereto, specie alle materne, i bimbi stranieri spesso di religione islamica – i genitori, dicevo, ne hanno chiesto la rimozione.
Al momento il maialino rosa non è finito nella discarica della plastica, ma è stato collocato in un angolo nascosto del giardinetto per non urtare la sensibilità dei “diversamente religiosi”.
Sia chiaro: nessuno obbligava i bimbi islamici a salire in groppa al maialino a dondolo. Ma, solo vederlo, pare fosse intollerabile.
E qui nasce un vasto problema, che riguarda tutte le sagre di paese e di quartiere, dove il maiale non è di plastica ma di carne: parliamo delle costine ai ferri, protagonista di tutti i menù.
Anche in questo caso non si tratta di farle ingurgitare agli islamici ma, se il solo vedere questa carne impura, risulta loro disgustoso e intollerabile. Un insulto ai dettami della loro fede. Che facciamo? Si adeguano loro o ci adeguiamo noi?
Cambiamo radicalmente il menù di tutte le sagre? Mettiamo al bando le costine di maiale? O proviamo a convicerli che, in una società libera e tollerante, ognuno pratica le proprie usanze.
Nessuno si sogna di dire che nelle abitazioni dei musulmani deve esserci il crocefisso o il presepe. Ma possiamo o no continuare ad averli nelle nostre scuole che loro (liberamente) frequentano?
Possiamo tenere il maialino a dondolo nel parco giochi?
In questa vicenda, apparentemente banale, della materna di Roverto è riassunto il nodo centrale dell’integrazione, della società multietnica e multireligiosa: è l’ospite che si adegua o è il padrone di casa che deve farlo? (Calando le braghe della propria cultura e civiltà…)

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