HALLOWEEN PER LADRI E VANDALI

Mai come quest’anno Halloween è stata anzitutto la festa di ladri e vandali. Ladri che approfittano per depredare indisturbati le case quando chi ci abita esce a festeggiare. Vandali che lordano le città. Altroché dolcetto o scherzetto…
Coi ladri cosa facciamo? Non usciamo più? Restiamo chiusi in casa a vigilare h24? O è preferibile non esserci quando arrivano i predoni?
Potessimo almeno scegliere: meglio i nomadi che rubano e basta, piuttosto dei predoni dell’Est che magari aggiungono il pestaggio se non trovano abbastanza, se neghi di avere la cassaforte che non hai…
Stiamo a blaterare su una legittima difesa da rivedere; quando nulla è più illegittimo di uno Stato che non ti difende, che lascia vagare indisturbati per il Paese, ed entrare nelle nostre case, sia i predoni che i nomadi.
C’è poi l’altro aspetto. Vandalismo e bullismo dilaganti. Ragazzi ubriachi e/o fatti di droga che devastano vetrine, auto, facciate delle case. Ogni occasione è buona: da Halloween ai sabato sera in discoteca.
Perduto qualunque senso civico, non si capisce come riprendere un percorso educativo. Anche perchè la parola d’ordine è “vietato vietare!” Vista la loro maturità manca solo di dargli il voto a 16 anni.
Dopo il caso bestiale della figlia diciassettenne che ammazza la madre perchè, a fronte dei suoi disastri scolastici, le aveva tolto computer e telefonino, ho sentito uno di questi pseudopsicologi affermare, in un talk nazionale del pomeriggio, che non si può più vietare qualcosa ai ragazzi, che bisogna dialogare con loro e convincerli…
Quindi colpa della madre calabrese che non ha studiato la nuova psicologia d’accatto: per questo la figlia l’ha ammazzata!
Nemmeno i nostri padri, i nostri nonni, avevano studiato psicologia. Ma usavano il bastone e quasi sempre funzionava. Insegnava il rispetto per i genitori e le regole del vivere civile.
Adesso ai figli diamo sempre carota e solo carota. E, se osi toglierla, si ribellano. Arrivano ad ammazzarti se provi ad educarli, se vieti loro qualcosa.
Scusate la banalità dell’analisi, ma nemmeno io ho studiato psicologia.

VISIBILITA’ CON PROFUGHI E ANZIANI

Se accogli i profughi (da protagonista) hai una grande visibilità mediatica; se invece assisti i nostri anziani – per dirlo brutalmente – nessuno dei media ti caga.
La conferma viene da don Luca Favarin, giovane prete 2.0. E’ in prima linea nell’accoglienza; grande, infaticabile organizzatore: a Padova e provincia ha promosso centinaia di accordi con i privati per “l’accoglienza diffusa” che sostiene essere la vera soluzione rispetto alla concentrazione di centinaia di profughi ad Avesa, alla Prandina o a Cona.
Lo sostiene con straordinartia abilità dialettica anche nei confronti televisivi. Lo ha fatto a Telenuovo con un avversario che non è “farina da far ostie”: il leghista Roberto Marcato. Sono rimasto ammirato per come don Luca l’ha – non dico messo nell’angolo – ma contenuto alla grande.
Un amico che ha visto la sua performance televisiva mi ha chiesto, maliziosamente, come mai don Luca non profonda lo stesso impegno e la stessa passione per assistere i nostri anziani.
Risposta ovvia: perchè nemmeno lontanamente avrebbe la visibilità (e la conseguente soddisfazione) che gli garantisce dedicarsi all’accoglienza ai profughi.
Che lo ha reso una star. Per averlo ospite a Telenuovo l’abbiamo rincorso per oltre un mese. I talk nazionali se lo contendono. I quotidiani lo intervistano quotidianamente.
Data l’età guardo con più attenzione ed interesse alle case di riposo, mia destinazione prossima ventura. Dove c’è una situazione incomparabilmente più drammatica dei centri di accoglienza.
Nei centri vedi giovani che possono avere un futuro incerto. Ma vivi e vitali: vanno in giro, telefonano, mangiano e bevono senza bisogno di badanti.
Nelle case di riposo il futuro semplicemente non c’è. Donne e uomini a fine corsa; dopo una vita di lavoro e di impegni famigliari hanno bisogno di un’assistenza a 360 gradi: per vestirsi, per muoversi, per mangiare, per cambiare il pannolone. Non ce n’è uno che sia autosufficiente.
Abbiamo chiuso le geriatrie. Chiuso le lungodegenze. Trasformato le case di riposo in cronicari senza trasferire i mezzi, le risorse, il personale sanitario presenti negli ospedali per gli anziani.
Eppure qui, nelle residenze, lavorano persone serie e impegnate. Ci sono anche animatori professionali che organizzano giochi e piccole competizioni, fondamentali per mantenere vigile l’anziano, per contrastare il degrado psichico più insidioso ancora di quello fisico.
Ma nessuno, fuori dalle case, li conosce. Non esiste che vengano invitati ad un talk nazionale. Se vuoi diventare una star mediatica devi operare nell’accoglienza ai profughi.
Cosa volete farci: quando è moda è moda. I profughi son di moda, i nostri anziani sono dimenticati. Punto.

VIVERE PRIMA CAUSA DI MORTE

Come ha ricordato Filippo Facci, vivere è la prima causa di morte. Puoi fare tutte le diete, la palestra e lo jogging, ma comunque alla fine tiri le cuoia.
Paradossalmente la prima causa di diffusione dei tumori sono proprio queste pratiche salutiste che (forse) allungano la vita: infatti più a lungo vivi più è probabile che il tumore ti colpisca.
Se la vita media è di 40 anni, come tutt’ora è in alcuni Paesi sottosviluppati, la possibilità di contrarre questa malattia è molto inferiore rispetto a Paesi come il nostro dove (fortunatamente) la vita media si aggira sugli 80 anni.
Fin’ora si diceva che l’Onu, di cui l’Organizzazione mondiale della sanità è emanazione, è un ente inutile. Adesso bisogna aggiungere che è un ente delinquenziale. Adesso che l’Oms ha lanciato questo allarme delirante contro carni rosse, insaccati e wurstel che provocherebbero il cancro.
Allarme delirante perchè non supportato da alcuna prova scientifica. Ente delinquenziale perchè mette a rischio migliaia e migliaia di posti di lavoro: pensiamo ai nostri ottimi prosciutti, ai salumifici, ad aziende come l’Aia. Con l’ansia salutista che pervade la nostra società è scontato un crollo nella vendita di questi prodotti.
Senza aggiungere che una delle poche cose dimostrate è il rapporto tra diffusione dei tumori e ansia per il posto di lavoro a rischio. Quindi l’Oms, mettendo a rischio posti di lavoro, provoca il cancro.
Da anni uso le pastigliette di aspartame nel caffè. L’Aspartame causa il cancro! Ho sentito anche questa. Peccato che la relazione esista se ne assumi un chilo al giorno, non mezzo grammo con 5 o 6 pilloline…
Parlo di relazione, perchè è l’unico dato appurato. Nessuno infatti è ancora riuscito a comprendere cosa di preciso scateni la riproduzione anomala delle cellule che causa il tumore. Ma è provata una relazione: ad esempio la maggiore incidenza di tumore ai polmoni e alla laringe tra i fumatori.
Il buon senso suggerisce che il problema sia la quantità: magari vale per le carni, come per le pizze, come per le verdure trattate con gli anticrittogamici. D’altra parte anche se fai jogging 20 ore al giorno, invece che guadagnarci in salute, rischi l’infarto.
E’ demenziale, è criminale che l’Oms abbia lanciato questo allarme sulle carni e i salumi senza nemmeno soffermarsi sulle quantità, come se un etto alla settimana equivalesse a un chilo al giorno. Come se un bicchiere di vino producesse lo stesso effetto di una damigiana.
Interfacciata alla follia dell’Oms c’è poi l’ansia salutista che prende per buono qualunque allarme. Ignorando che l’unico dato inconfutabile è la vita media che continua ad allungarsi. Fermo restando che alla morte non si sfugge.

RENZI, LA CASA E TOTO’ BERSANI

Si può discutere sul fatto che Renzi sappia governare, ma pochi dubbi che sappia comunicare. Ultima dimostrazione la definizione che ha dato della minoranza dem guidata da Bersani: “Sono come Totò, contestano a prescindere…”
Contestano anche l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Se essere di sinistra vuol dire essere popolari, questa misura è infatti estremamente popolare: non solo oltre l’80% degli italiani ha la casa di proprietà, ma il 90% di questi proprietari appartengono al ceto operaio e impiegatizio. Più popolare di così.
Autenticamente da Totò è poi l’argomento con cui Bersani contesta l’abolizione dell’Imu dicendo che sarebbe “incostituzionale” (in quanto non legata al reddito del proprietario). Argomento da azzeccagarbugli e/o da pseudointellettuali alla Rodotàtà; del tutto estraneo al comune sentire per cui il cittadino si domanda se la ricaduta di una certa misura sia positiva o meno rispetto alle sue esigenze e aspettative; non certo se è costituzionale o incostituzionale (diciamo che non gliene può fregar di meno).
A prescindere dal fatto che la nostra Costituzione prevede sì la tassazione progressiva, ma solo per il reddito delle persone fisiche, per l’Irpef (dove si continuano a pagare anche i redditi dei fabbricati in base alla loro rendita catastale), non per tutte le altre imposte.
Altrimenti, come ha spiegato sul Corriere Michele Ainis, ognuno dovrebbe presentarsi al distributore o a fare acquisti accompagnato dal commercialista, per modulare accise o Iva in base al proprio reddito!…
Prescindendo da questo “dettaglio” da fiscalista, è la pochezza delle argomentazioni di Bersani ad ispirare una certa tenerezza.
Non che non si possano contestare le politiche di Renzi. Ma bisognerebbe saperlo fare con altri argomenti che facciano ben altra presa sull’opinione pubblica, sui cittadini elettori.
Totò quantomeno faceva ridere, Bersani fa una certa tenerezza più vicina al pianto che al riso.
Per carità: è un dramma per chiunque venir rottamato e spedito tra i pensionati della politica. A volte però, forse, bisognerebbe riuscire a guardasi allo specchio; e rassegnarsi.

MAIALINO IMPURO A ROVERETO

Rovereto è qui, a due passi dal nostro Veneto, col vantaggio di essere nella provincia autonoma del Trentino; con tante risorse in più, da destinare anche alle scuole materne e ai loro giardinetti.
E così, in una materna di Rovereto, nel parco giochi c’è anche un bel maialino a dondolo, di plastica rosa, che piace tanto ai bimbi entusiasti della Peppa Pig.
Ma, di plastica o di carne che sia, resta il fatto che è un animale impuro per gli islamici come stabilisce una Sura del Corano. E così i genitori maomettani – numerosi anche a Rovereto, specie alle materne, i bimbi stranieri spesso di religione islamica – i genitori, dicevo, ne hanno chiesto la rimozione.
Al momento il maialino rosa non è finito nella discarica della plastica, ma è stato collocato in un angolo nascosto del giardinetto per non urtare la sensibilità dei “diversamente religiosi”.
Sia chiaro: nessuno obbligava i bimbi islamici a salire in groppa al maialino a dondolo. Ma, solo vederlo, pare fosse intollerabile.
E qui nasce un vasto problema, che riguarda tutte le sagre di paese e di quartiere, dove il maiale non è di plastica ma di carne: parliamo delle costine ai ferri, protagonista di tutti i menù.
Anche in questo caso non si tratta di farle ingurgitare agli islamici ma, se il solo vedere questa carne impura, risulta loro disgustoso e intollerabile. Un insulto ai dettami della loro fede. Che facciamo? Si adeguano loro o ci adeguiamo noi?
Cambiamo radicalmente il menù di tutte le sagre? Mettiamo al bando le costine di maiale? O proviamo a convicerli che, in una società libera e tollerante, ognuno pratica le proprie usanze.
Nessuno si sogna di dire che nelle abitazioni dei musulmani deve esserci il crocefisso o il presepe. Ma possiamo o no continuare ad averli nelle nostre scuole che loro (liberamente) frequentano?
Possiamo tenere il maialino a dondolo nel parco giochi?
In questa vicenda, apparentemente banale, della materna di Roverto è riassunto il nodo centrale dell’integrazione, della società multietnica e multireligiosa: è l’ospite che si adegua o è il padrone di casa che deve farlo? (Calando le braghe della propria cultura e civiltà…)

METICCI SERVI O PADRONI

Noi italiani: o meticci o scomparsi. Il tutto nel giro di 50 anni.
Lo sostiene uno studio sull’andamento demografico pubblicato sull’ultimo numero dell’Espresso. Il tasso di natalità è ai minimi storici (1,39 figli per donna. Quando, per mantenere costante il livello della popolazione, ce ne vorrebbero almeno 2 per donna).
Quindi fermare i migranti – da noi sono e saranno anzitutto africani – oltre che difficilissimo, sarebbe un danno enorme; non solo per l’economia ma anche per la demografia.
Questi studi vanno presi con le pinze. Difficile calcolare tutti i fattori e gli andamenti dei prossimi 50 anni. Ma nessun dubbio che la tendenza sia questa: magari gli stranieri non arriveranno al 50% della popolazione italiana, ma saranno moltissimi più di adesso.
Anche perchè fermarli è impossibile. Non c’è solo Viktor Orbàn in Ungheria che costruisce il muro. Stanno facendolo in Tunisia, in Arabia Saudita, in Kenya, in Estonia. Uno studio ha calcolato che di muri nel mondo ce ne siano ben 65. Servono a catturare voti più che a fermare migranti. Nel senso che sembrano dare una risposta alle popolazioni che, comprensibilmente, non vorrebbero subire invasioni. Ma i migranti passano ugualmente: la risposta, al tratto di muro costruito dagli Usa alla frontiera col Messico, sono stati 150 tunnel…Nemmeno il muro storico, quello di Berlino dove si sparava a raffica, fermò la migrazione dalla Germania dell’Est.
Ma il problema vero non è diventare meticci. Inevitabile. La mescolanza con altre razze non ci spaventa, anzi ci attrae: “Faccetta nera, bell’abissina”…
Il problema vero è di capire se diventeremo meticci da servi o da padroni. Resteremo padroni a casa nostra, cioè saremmo capaci di imporre a chi arriva le nostre regole di vita, di civiltà, di democrazia? O ce le faremo imporre, o finiremo sottomessi?
La società multietnica è il futuro. Inevitabile, La società multiculturale è il disastro, il caos, il ritorno alla legge della giungla.
A guardare i precedenti non c’è da essere ottimisti. Non tanto e non solo per come abbiamo “governato” negli ultimi decenni l’immigrazione, all’insegna del buonismo più sbracato e irresponsabile.
C’è un dato storico nei secoli desolante. Tutti gli stranieri che sono arrivati in Italia – spagnoli, francesi, austriaci, americani – ci hanno dominato e sottomesso. Ed erano occidentali; mentre i prossimi venturi sono africani e musulmani.
Quindi meticci di sicuro, servi pressoché scontato.

I TEDESCHI DIVENTATI…ITALIANI!

Va finire che questi tedeschi tolgono a noi italiani la corona di principi del tarocco, dell’imbroglio, della furbizia… Vuoi vedere che abbiamo trovato degli scugnizzi più scugnizzi di noi?
A leggere i giornali emerge palpabile questa soddisfazione. Questa illusione…Lo scandalo delle emissioni dei motori Volkswagen non è infatti, come giusto, la fine del mito della grande casa automobilistica. Lo abbiamo trasformato – tout court – nella fine del mito tedesco. Fine del confronto, per noi così imbarazzante, con la loro serietà, il loro rigore, la loro capacità di attuare riforme vere, il loro senso dello Stato.
Allegria! I tedeschi sono diventati…italiani!
Le leggi vanno rispettate. Anche quelle sull’inquinamento. Ed è grave, gravissimo, inaudito che la Volkswagen non l’abbia fatto.
Dopo di che si impone qualche confronto: è più grave taroccare le emissioni dei motori o taroccare i concorsi pubblici come regolarmente facciamo noi?
Chi bandisce e gestisce i nostri concorsi pubblici ha già deciso e scelto in partenza la gran parte dei vincitori. Lascia solo libera qualche casella per fingere che sia tutto regolare…
Nasce qui la demolizione del rapporto tra lo Stato e i cittadini, sostituita dai rapporti “amicali” (o vogliamo chiamarli paramafiosi?): se conosci qualcuno in comune, in ospedale, in tribunale, all’ufficio imposte, tutto bene. Se non lo conosci, buona fortuna.
Notiziola dal sito di Repubblica: in Piemonte arrestati due medici che taroccavano certificati di falsa invalidità per consentire, dietro pagamento di tangente, a una torma (forse tremila) di docenti e pubblici dipendenti di ottenere la pensione anticipata. In Piemonte non in Sicilia.
Le centinaia di migliaia di falsi invalidi italiani da dove arrivano se non da medici compiacenti (e tangentati) che emettono certificati taroccati? Quanti falsi invalidi ci sono in Germania? Raffronto insignificante. Concentriamoci sul numero delle auto Volkswagen col software tarocco.
Ripeto. Non si tratta di sottovalutare la portata dello scandalo vw, ma di mantenere il senso delle proporzioni. Siamo noi quelli dei contributi per l’olio d’oliva, senza che ci siano né olive né oleifici.
Inutile che prosegua con gli esempi per altre dieci pagine. La cosa assolutamente ridicola, tipicamente italiana, è lo scugnizzo che si fa moralista: noi che pretendiamo di giudicare (e condannare) tutti i tedeschi.

LA CONTRORIFORMA DELLE BOTTEGHE

Non sarà la luce in fondo al tunnel, sarà un lucignolo; una ripresina e non la ripresa. Ma c’è. E, se abbiamo quantomeno iniziato ad uscire dalla crisi, è perché sono ripresi i consumi interni. Esigenza prioritaria invocata da tutti gli economisti.
Per consumare devi poterlo fare; cioè avere quante più opportunità possibili di acquistare. Invece – tipico paradosso italiano – ripartono i consumi e subito parte la controriforma delle botteghe.
Uno dei pochi buoni provvedimento del governo Monti era stata la liberalizzazione degli orari. Che, come dice il nome, sono diventati liberi e non coatti: chi vuole tiene aperto, chi non vuole chiude. Il che pone fine in partenza alla discussione se sia vantaggioso o meno per gli imprenditori del commercio: chi pensa di guadagnarci apre, chi è convinto di perderci chiude. Stop.
Ovvio che i dipendenti devono adeguarsi. Lo fanno persino i dipendenti privilegiati, come noi giornalisti, che accettiamo sia turni serali che festivi. Come tante altre categorie che non sto nemmeno ad elencare. Varrà anche per le commesse o no?
La controriforma. Parlamentari di 5 Stelle, Pd e Forza Italia hanno firmato un disegno di legge che impone la chiusura forzata in dodici giorni festivi. Sono le feste principali, quelle che vedono il pienone nei centri commerciali.
Secondo alcuni calcoli (Confimprese) queste giornate valgono il 4% del fatturato annuo. Commesse e commessi sono così benestanti da poter rinunciare al 30% delle retribuzione festiva?
La controriforma piace alla Chiesa e ai sindacati.
La prima nutre la pia illusione che, chiusi i centri commerciali, la folla si riversi nelle chiese. Negli anni ’60 gli stadi di calcio, allora strapieni, erano ritenuti responsabili dell’inizio del calo delle presenze alla messa. Poi gli stadi si sono svuotati, senza per questo riempire le chiese sempre più deserte…
Quanto ai sindacati il loro compito è far guadagnare i lavoratori, vigilando che la festa venga corrisposto il 30% in più, o è quello di farli lavorare meno possibile?
Ma la vera follia è la controriforma: ripartono i consumi, le botteghe devono chiudere. Follia made in Italy.

AD ANGELA RISPUNTANO I BAFFETTI

Per anni è stato un luogo comune rappresentare Angela Merkel con i baffetti alla Hitler: un dittatore che vuole imporci le sue dure regole. Improvvisamente, con la dichiarazione di essere pronta ad ospitare 500 mila profughi, è diventata l’emblema della democrazia accogliente e umanitaria. Da Nobel della pace.
Senonché, di fronte alla fiumana che irrompe incontrollata in Germania, Angela chiude i confini con l’Austria. Le sono rispuntati i baffetti?
Bisogna organizzarsi, capire come gestire l’accoglienza, dove dislocarli (nei lager?…), valutare l’impatto sociale. La Germania ci prova, ma fatica a riuscirci. Noi nemmeno ci proviamo, convinti che basta scopare la montagna di polvere sotto il tappeto.
Ha ragione il leader della Lega Matteo Salvini quando dice che stiamo facendo quello che ha chiamato “il risiko degli idioti”: come se tutto il problema fosse spostare chi arriva dalle caserme agli hotel, dalle parrocchie alle case private. E via da capo in un continuo gioco dell’Oca.
Ignorando il punto cruciale: sappiamo distinguere i profughi veri dai clandestini? E di profughi veri quanti possiamo accoglierne?
Ha torto invece Salvini quando sostiene che la soluzione è “aiutarli a casa loro”.
Facile a dirsi. Ma con quali risorse? Pensiamo che basti donare un euro da cellulare o due da telefono fisso? Dove troviamo le enormi risorse necessarie? Risorse – direbbe lo stesso Salvini – che non abbiamo neppure per aiutare i tanti italiani in difficoltà…
E poi, anche ammesso di trovarle, che fine farebbero le risorse destinate a Paesi dilaniati dalla guerra del Califfato?…
E, anche i Paesi africani che in guerra non sono, hanno dei governi seri, una classe dirigente che garantisca l’utilizzo degli aiuti a vantaggio della popolazione? O finiremmo solo per alimentare la corruzione e le contese tribali?
Varrà qualcosa il piccolo esempio italiano: il fiume di denaro che destiniamo all’Alto Adige è un fiume, di cui però vediamo i frutti; mentre quello inviato da decenni al Sud semplicemente scompare. Se disseta, disseta le mafie.
Secondo voi i Paesi africani da cui arrivano i migranti sono più simili all’Alto Adige o alla Sicilia?…

RICORDATE I DIECI COMANDAMENTI?

La rincorsa (disperata?) di Papa Francesco alle esigenze della società moderna lo ha indotto, da ultimo, a varare l’annullamento lampo del matrimonio in risposta al divorzio breve.
Ma mi domando come sia possibile per una donna e un uomo dell’Occidente – fondato sul diritto alle libertà individuali – professarsi ed essere cattolico nei comportamenti quotidiani, con tutti i divieti e e le prescrizioni che la religione comporta.
Base di partenza i dieci comandamenti che scarico a ricordo vostro e mio:

Io sono il Signore Dio Tuo:

Non avrai altro Dio fuori di me

Non nominare il nome di Dio invano

Ricordati di santificare le feste

Onora il Padre e la Madre

Non uccidere

Non commettere atti impuri

Non rubare

Non dire falsa testimonianza

Non desiderare la donna d’altri

Non desiderare la roba d’altri

Già il divieto di avere un altro Dio, limita la libertà di scegliersi quello (eventualmente) gradito. Ma le difficoltà vere stanno per iniziare.
Le feste direi che tendiamo a santificarle più al mare, ai monti e ai centri commerciali o allo stadio, che in chiesa.
Il padre e la madre li onorano in Sicilia. Pochissime le badanti, ed un autentico disonore per i figli liberarsi dei genitori anziani mettendoli in casa di riposo: se ne fa carico la famiglia allargata.
Chi di noi è disposto a sacrificare ferie, tempo libero, partita a tennis, per tenerseli in casa e essere pronto ad onorarli cambiando loro il pannolone?
Non uccidere. Già: speriamo che i predoni rispettino il comandamento; e che si accontentino di derubarci.
Quanto agli atti impuri, Viagra (ora pure femminile) per commetterne il più possibile, anche nella terza età.
Non rubare. Se vivo il “disagio sociale” sono autorizzato a farlo. E giustificato.
I sondaggi sono ormai inattendibili, perchè perfino qui diamo “falsa testimonianza”.
Alzi la mano chi, attratto da una collega o un collega di lavoro, si è bloccato ricordando l’obbligo di “non desiderare la donna (o l’uomo) d’altri”…
Quanto al desiderio della roba d’altri, soddisfarlo è la prima spinta ai consumi.
E qui si ferma la rincorsa di Papa Francesco.
La contraddizione sembra insanabile: i fedeli credono che la vita gliela abbia data Dio, e che Lui solo possa garantire loro la salvezza se rispettano i suoi comandamenti. Gli altri pensano che la vita appartenga a loro, e che la “salvezza” la garantiscono le diete, il footing e la prevenzione.
La conclusione è di Marcello Pera: “Se respinge la modernità la Chiesa trova sempre meno interlocutori; se accetta il dialogo con la modernità incontra sempre meno credenti”.