MELONI, CHE DUE MELONI!

Tutto si può dire ma non che a Giorgia manchino i meloni: è riuscita nell’ardua impresa di essere l’unico premier europeo a non essere penalizzato, ma anzi confermato alla grande dagli elettori.

Contrariamente a Macron ammazzato dal voto, a Schultz azzoppato tanto da ipotizzare un voto anticipato tedesco, a Sanchez superato in Spagna dalla destra; al premier belga che si è dimesso per disperazione.

L’Europa ha subito uno tsunami di destra. Ridicola la Von der Leyen che fa finta non sia successo nulla, che pensa di essere rimasta lei l’ago della bilancia di un’Europa moderata che non esiste più.

Ovvio, piaccia o non piaccia, che l’Europa ha drasticamente voltato a destra. Con lei e con la Le Pen. Torniamo alla copertina dell’Economist che già settimane prima del voto le aveva indicate come le donne guida della nuova Europa.

Chiaro, ripeto piaccia o non piaccia, che sarà Giorgia a dettare le carte, a comandare nella nuova Europa. Olanda a destra, perfino Cipro, arduo trovare elettori di qualunque Paese che non abbiano svoltato da questa parte.

Ottimo, inaspettato, il risultato della Schlein che ha detto a Giorgia “sto avvicinandomi”. Ma nulla cambia negli equilibri italiani. Mentre c’è una svolta storica, senza precedenti, in quelli europei: il nuovo king maker, la nuova regina, si chiama Giorgia dai due meloni mai visti prima…

UN REFERENDUM TUTTO NOSTRO

Il voto europeo sarà certamente un referendum, come ha detto la Meloni, ma pensare che sia un referendum per cambiare l’Europa è pia illusione.

Sarà un referendum tutto nostro, cioè sul voto italiano. Referendum tra Meloni e la Schlein, referendum anche tra Lega e Forza Italia. Per gli altri la scommessa di arrivare al 4% per entrare nel consiglio europeo.

Ma pensare che servirà a decidere un’Europa più attenta ai singoli stati è appunto più illusione. Certo che servirebbe un Europa davvero federalista. Basti pensare all’enorme differenza che esiste tra i Paesi del Nord Europa e quelli mediterranei (appena dimostrato con le normative sulle case green).

Ma purtroppo l’Europa resterà centralista come è sempre stata da decenni.

Inutile invocare l’esempio degli Stati Uniti americani, dove si decide diversamente su ogni singolo stato e poi c’è la politica estera comune.

Da noi la politica estera comune è impedita dalla storia: millenni di guerre e differenze tra i singoli stati che tuttora risultano insuperabili.

Quindi prepariamoci a votare per il nostro referendum. Perché, come dice giustamente lo spot istituzionale, se non decidiamo noi decidono gli altri.

E poi attenti alle preferenze perché, con le nuove regole, c’è il rischio di invalidare i voti.

Comunque sabato e domenica prossimi speriamo che siano tanti italiani ad andare alle urne.

PROFESSORI NELL’INFERNO DI DANTE

Mandarli subito all’inferno questi professori che consentono agli studenti islamici di non leggere e studiare la Divina Commedia.
Sono i tipici infiltrati che favoriscono l’invasione islamica del nostro Paese. Dimenticano anche che la fondazione Dante Alighieri diffonde la cultura italiana nel mondo. Autolesionisti che odiano la storia e la cultura italiane. Siamo arrivati perfino a polemizzare sulla statua dell’alpino a Padova. Dobbiamo criticarli o lodarli gli alpini?
A parte invertite come i partigiani favorirono l’arrivo degli alleati a liberarli, così questi favoriscono l’arrivo degli islamici a conquistarci. Le chiese sono vuote, gli oratori anche. Ma il cardinal Zuppi, presidente della conferenza episcopale italiana, invece di occuparsi del crollo senza precedenti della sua religione. Ha il buon tempo di blaterare su premierato a autonomia…
Come se la Meloni, invece di cercare di affrontare i problemi del Paese, si mettesse a blaterare sul sacerdozio femminile. C’è anche un comune sentire che va nella direzione opposta, che non gradisce l’invasione islamica. Ma temo che non basti.
E allora, senza perdere tempo, tanto vale che ci convertiamo subito all’islam. Che dite?

QUATTRO GATTI DI STUDENTI

Avessimo un’informazione seria ci avrebbe detto fin dall’inizio che ad occupare le università e a manifestare per la Palestina sono quattro gatti di studenti. Invece ce l’hanno presentato come un evento nazionale. Che, a guardare i numeri. È invece un evento di quartiere, di piccolo quartiere: cento incontrati da Mattarella, 60 ad impedire al ministro Bernini di svolgere l’attività politica.
Vergognoso che il Senato accademico dell’antica e gloriosa Università di Padova abbia avuto il buon tempo di dialogare con questi quattro scalmanati. Anche Mattarella poteva risparmiarselo. Che poi, da vecchio democristiano, ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte, invece di dichiarare solo che l’antisemitismo va condannato senza se e senza ma.
Per fortuna abbiano centinaia di migliaia di studenti ai quali, diciamo così, non gliene frega niente né di Israele né della Palestina né di Hamas. Vorrebbero studiare, dare esami, laurearsi e crearsi una prospettiva di vita. Invece è impedito loro da quattro gatti.
Cambieremo il registro? No, perché il Declino dell’Occidente è stato profetizzato e oggi è in pieno corso sia nel nostro Paese che nel resto del mondo occidentale. Prenderne atto ed amen, senza coltivare vane speranze.

SIAMO INVASI DALLE “CIMICI”

Siamo invasi dalle “cimici” che ovviamente non sono gli insetti ma le apparecchiature per le intercettazioni. Tutte le indagini in Liguria sono basate su anni ed anni di intercettazioni. Divulgate.

Questo è il punto e la regole è, o dovrebbe, essere chiara. Ribadita anche dal ministro Nordio. Nessuno dice che le intercettazioni non vanno fatte: essenziali per le indagini. Ma non devono, non dovrebbero, essere divulgate prima del confronto tra accusa e difesa in tribunale.

Invece nel caso dell’inchiesta in Liguria sono state tutte divulgate prima. Col risultato che, chi le legge o le ascolta, deduce che Toti e il suo entourage vanno condannati non all’ergastolo ma ai lavori forzati. Questo accade con il circuito mediatico-giudiziario.

Salvini ha osservato che se mettessimo le “cimici” negli uffici o a casa dei magistrati scoppierebbe il caos. Aggiungo che, se le mettessimo a casa nostra, con tutte le accuse, le minacce, le fesserie che diciamo, servirebbe un mega superbonus per costruire carceri in ogni quartiere…

Arriveremo mai ad usare in maniera appropriata le intercettazioni, cioè a non divulgare prima del confronto accusa-difesa in tribunale? Mai. Altrimenti dovremmo rinunciare ad avere una giustizia da quarto mondo.

NICOLA PASETTO ALLA GOGNA

Nicola Pasetto è uno storico esponente di Alleanza nazionale, morto 27 anni fa in un incidente stradale, fu anche deputato. La giunta di Flavio Tosi decise di dedicargli un lungadige con una targa alla sua memoria dove ogni anno i politici a lui vicini pongono una corona alla sua memoria.

Ogni volta ci sono polemiche. Ma quest’anno Gianni Zardini, leader del Circolo Pink, ha preso la corona e l’ha gettata in Adige.

Gesto applaudito e condiviso anche da esponenti di centrosinistra della giunta Tommasi: l’assessore comunale Jacopo Buffalo e la vicepresidente del consiglio comunale Veronica Atitsogbe. Non contenti del plauso se ne sono anche vantati sui loro siti.

Forse ritenevano di aver compiuto un gesto eroico di protesta antifascista, tipo prendere il busto di Mussolini, che staziona sulla scrivania di La Russa, e averlo gettato in Adige.

Già sconcerta aver gettato via la corona di Nicola Pasetto, ma anche vantarsene è d’avvero incredibile.

Va detto che sono stati criticati anche da esponenti di sinistra come Nadir Welponer che l’hanno definita una vigliaccata.

IL sindaco Tommasi invece, forse occupato a seguire gli ottimi risultati dell’Hellas, non ha profferito verbo, evitando di commentare “l’impresa” dei suoi.

Quindi mettere alla gogna, insultare la memorie di Nicola Pasetto, oggi per questi veronesi di centrosinistra è diventata la nuova frontiera dell’antifascismo. Alto livello della loro azione politica.

DUE COSE SU VANNACCI

Due osservazioni sul generale Vannacci.

La prima: se non condividi il suo pensiero fai meglio a stare zitto. Criticarlo infatti serve solo ad aumentare la sua visibilità.

Esempio classico Scurati: aver parlato per giorni di lui, anche criticandolo, è servito solo a garantirgli l’Oriente Express per l’Europa.

Meloni insegna: le critiche portano solo voti in più.

E in questi giorni sta accadendo lo stesso con Vannacci. Cosa serve che anche Roberto Marcato abbia detto ai 4 venti che non lo vota, che non condivide il suo pensiero, che non rappresenta il Veneto. Anche per Vannacci Oriente Express verso l’Europa.

Poi il generale criticatissimo per aver detto che servono le classe differenziate per il disabili. E qui arriviamo al punto. Il politicamente corretto impone di affermare che siamo tutti uguali in nome della lotta alle discriminazioni. Affermazione folle.

I disabili, nella fattispecie, lo sono nell’apprendimento e, mandarli in una classe comune, serve solo a non far loro apprendere nulla. Mentre una classe ad hoc, ammesso di avere insegnati all’altezza, magari a qualcosa servirebbe.

Gli esempi della fesseria di considerare tutti uguali si moltiplicano. Vogliamo integrare gli immigrati insegnando loro l’italiano? Niente corsi differenziati per non discriminarli, mettiamoli semplicemente nella pubblica istruzione come tutti.

E in sanità? Se uno ha l’influenza lo curiamo per questo o come se avesse un tumore? Possiamo avere i reparti di pediatria e di geriatria? No: reparto unico per non discriminare bambini e anziani!

Se vuoi davvero aiutare i diversi devi trattarli in quanto tali, altrimenti fai loro solo danni.

Non possiamo nemmeno più dire handicappati. Che significa aver un handicap, una mancanza. Io ad esempio ho un handicap nell’udito che mi costringere ad usare le cuffie quando conduco Rosso & Nero. Ma non posso definirmi un handicappato dell’udito ma un disabile nell’udito.

Il punto è che questo politicamente corretto che impone di trattare tutti allo stesso modo serve solo a renderci ancora più stupidi (come se ce ne fosse bisogno).

GLI O-SCURATI NON MANCANO CERTO

Questo scandalo senza precedenti che ha infiammato il fine settimana è la conferma che gli o-scurati mentali non mancano certo. A partire da lui.
Lo scrittore fin’ora conosciuto solo in ambito intellettuale. Adesso invece non c’è portinaia e posteggiatore anche straniero che non abbia sentito parla di Scurati. Di cosa si lamenta? Dovrebbe ringraziare gli oscurati della Rai che, censurandolo, lo hanno reso un eroe, un martire, il nuovo Matteotti dell’antifascismo.
Che poi la censura della Rai è un autentica vergogna. Scurati, infatti, aveva pronta una dichiarazione senza precedenti che avrebbe sconvolto il quadro politico: “Giorgia Meloni è una neofascista, vuole riportare il fascismo in Italia”.
Lei, la Meloni, che sa come vanno le cose ha subito pubblicato la sua dichiarazione, spera che le arrivi uno Scurati al giorno. Perchè sa che il suo consenso, la stima internazionale di cui gode, le derivano oltre che da una dimostrata capacità politica, anche da queste accuse da asilo nido del confronto politico.
Ma scusate, se Elly Schein andasse al governo diremmo che è arrivato il comunismo in Italia, che vuole portare il nostro Paese a fianco della Cina? O verrebbe criticata per le misure adottate, per il programma annunciato dal suo governo?
Se gli oscurati dell’opposizione e dell’informazione volessero nuocere alla Meloni dovrebbero proclamare che è un’antifascista senza precedenti, che Giorgia deve essere nominata subito presidente emerito dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia!
Ma sono o-scurati. Aprissero gli occhi…

MADE IN ITALY A FRONTIERE CHIUSE

Certo che il Made in Italy è la nostra ricchezza, il nostro patrimonio con prodotti d’eccellenza che non hanno paragoni. Patrimonio che va tutelato ad ogni costo come ha ribadito anche Giorgia Meloni. E, dato che la premier ha parlato al Vinitaly, pensiamo solo all’Amarone che non può essere equiparato nemmeno allo Champagne.

E tutelato come? Ovvio con i controlli alle frontiere che, naturalmente, l’Unione europea si guarda bene dal fare. Possibile che debbano andare gli agricoltori al Brennero a bloccare ogni nefandezza di falso Made Italy prodotto in ogni Paese e che entra tranquillamente Italia. Ricordo solo un tir pieno di falsi prosciutti prodotti chissà dove e spacciati come italiani.

Se ci pensate è esattamente come con i migranti. Se sai governarli (non dico bloccarli che è impossibile) fai entrare chi è serio, utile e benvenuto nel nostro Paese. Altrimenti entra chiunque: dagli spacciatori ai delinquenti. Stessa cosa con il via libera a qualunque prodotto, come i Made in Italy contraffatti.

E dopo dovresti essere entusiasta di questa Unione che tutto fa fuorché tutelare i singoli Paesi europei, consentendo la violazione sistematica della sovranità nazionale.

Se vuoi, se vorresti, tutelare il Made in Italy dovresti prendere a calci la Ue. Giorgia Meloni per prima. Altrimenti al Vinitaly è venuta solo a fare chiacchiere inutili.

CON MAOMETTO NIENTE PATATINE

I cattolici veri, i pochi rimasti, si sono indignati per lo spot che mostra le patatine mangiate da suore e preti, addirittura messe nel calice al posto dell’ostia. Lo hanno definito sacrilego.

Piano con i complimenti agli autori. Questi sono solo furbetti, sanno che lo spot, per quanto indecente, funziona. D’altronde quanti ce ne sono di spot assurdi, ridicoli: utilizzando donne discinte, ovviamente interpreti di colore. Ma funzionano, la gente compra e mangia. Il che ci offre la conferma di quanto sia precipitato il nostro livello culturale medio….

Dopo di che agli autori dello spot è stata lanciata una bella sfida: fatelo non con le suore e i preti, ma con Maometto che mangia le patatine! Non lo faranno mai: perché sanno che un minuto dopo autori e interpreti verrebbero sgozzati!

Altra conferma: dileggiare la religione cattolica (specie con questo Papa…) è della serie “vile tu uccidi un uomo morto”. Mentre la religione islamica è viva e vegeta.

Ed è questa appunto l’ultima conferma che ci arriva dallo spot: c’è una religione moribonda, la nostra; ed una ancora piena di vitalità, quella islamica. Diciamo che oggi Maometto batte Cristo 6 a 0.