LA SCIAGURA DEL GREEN DEAL

Di strage comunista aveva parlato Paolo Mieli, ma capisco l’incontenibile desiderio di attribuire questa affermazione al fascista di Zwirner.

Dopo di che il clima: caldo d’estate e freddo d’inverno. L’anno più torrido di sempre è un’invenzione. Fatta perché? Direi per convincerci ad accettare quella sciagura economica per famiglie e imprese che è il Green Deal.

Dopo di che non dubito che Mario’56 ci spiegherà che no, che il Green Deal è un’opportunità stupenda che solo gli ignoranti di destra possono trascurare e condannare a loro discapito.

“CI SONO ANCHE LE STRAGI COMUNISTE”

A dirlo è Paolo Mieli: “Perché nessuno chiama i reati dei terroristi di sinistra “comunisti”? Nessuna sentenza né targa che dica “qui ci fu una strage comunista”, qui i comunisti ammazzarono Aldo Moro”.

Secondo Mieli , oltre alle stragi fasciste come a Bologna, ci sarebbero anche quelle comuniste.

Voi cosa dite?

LE ELITE RUSSOFOBE E UCROFILE

La dichiarazione è dell’ambasciatore di Mosca e mi pare inappuntabile: nessun dubbio che le nostre élite siano schierate contro la Russia e a favore dell’Ucraina.

Quando parli coi cittadini comuni il quadro si fa più variegato

Il problema di fondo mi sembra l’incomparabile spessore politico di Putin rispetto a Zelensky.

Un po’ come se a capo della Russia ci fosse Mario’56 e a capo dell’Ucraina io…

Anche qui c’è un contesto storico. Tutto inizia quando l’Ucraina decide di perseguitare gli abitanti russofili di alcune regioni. La soluzione poteva essere quella di concedere l’autonomia a queste regioni. Ma non fu scelta.

Dopo di che la reazione di Putin può essere ed è spropositata. Ma prendiamo anche qui atto della storia: Hitler non fu vinto con una trattativa di pace ma con la sua totale sconfitta. Piaccia o no succede così in tutte le guerre.

Auguri agli ucraini che hanno un leader impegnato anzitutto a destituire la propria classe dirigente per rimanere al potere.

Lo salveranno i grandi, costanti, abbracci di Meloni e degli altri leader occidentali?

COSA E’ IL VERO GENOCIDIO

Marcello Veneziani ha ricordato l’immane tragedia delle bombe atomiche sganciate dagli Usa.

Hitler era stato sconfitto, il Giappone era in ginocchio. E le due atomiche non furono sganciate sui resti dell’esercito giapponese ma sulle due città di Hiroshima e Nagasaki: una strage, centinaia di migliaia di morti civili. E nessuno né allora né dopo mai ha parlato di genocidio.

La sinistra, che allora esisteva, gridava “yankee go home” di fronte alla guerra del Vietnam. Dovrebbe farlo anche adesso, che sia Trump o che siano stati i presidenti precedenti.

Strage dei civili giapponesi imparagonabile alla tragedia dei 50 mila morti a Gaza (da appurare se ad uccidere è Israele o Hamas).

In ogni caso il termine genocidio ha un significato preciso: significa volontà di eliminare completamente un intero popolo. Soluzione finale ben diversa da una strage per quanto ampia di civili.

Quindi non si tratta di negare le responsabilità – sempre da appurare – ma usare il termine genocidio per quanto accade a Gaza è storicamente inesatto, come ha sottolineato anche la Segre.

Dopo di che resta più illusorio sperare in una pace prossima; dobbiamo purtroppo prendere atto che le stragi continuano sia in Medioriente che in Ucraina.

CHI HA DISTRUTTO MILANO

Sono stati la giunta Sala, gli imprenditori dell’edilizia e gli architetti come Boeri? O e stata la magistratura col suo intervento e la raffica di arresti?

Per me vale senza dubbio la seconda.

Anticipo Mario ’56: quel “fascista” di Zwirner difende l’ottimo operato della giunta Sala. Anche per un motivo ovvio: non puoi essere garantista a corrente alternata, a seconda del colore politico dell’imputato (Meloni dixit).

Poi la riforma della giustizia: la separazione delle carriere, ammesso che arrivi, è solo un passo. Resterebbe fondamentale sanzionare con rigore i magistrati che, per ansia esibizionista, adottano provvedimenti inaccettabili.

Resta indimenticabile l’esempio di Enzo Tortora: il magistrato che lo arrestò invece che licenziato in tronco fu promosso. L’associazione nazionale magistrati avrebbe un problemino interno che pero, da casta, ritiene inesistente.

IL CROLLO DELLA NATALITA’

L’Istat dice che nel 2050 ci saranno 5 milioni di italiani in meno, il 41% delle famiglie sarà composta da single: crollo verticale della natalità, per altro annunciato, in atto, da tempo.

Perché non si fanno più figli? Inutile evocare il reddito: nei Paesi poveri di Africa e Asia si generano figli a raffica. Da noi col relativo benessere, evidente in confronto ai Paesi citati, sempre meno nati.

Che sia il lavoro femminile ad ostacolare la maternità?

Mi pare chiaro che il problema sia anzitutto culturale, di scelta di vita; se vogliamo anche di mancato dovere verso la comunità, verso il proprio Paese.

Capisco che è improponibile parlare di dovere di fare figli. Restiamo al problema culturale, alle scelte di vita.

Per me i miei figli sono e restano la più grande soddisfazione della mia vita. Altri hanno diverse priorità: pensare al fisico, a mantenersi giovani; magari le donne ad evitare la gravidanza che ti invecchia, ti procura rughe, meglio qualche ritocchino…

E chi mai oggi può impedire queste scelte? Comunque vi chiedo: esiste una possibilità di invertire il crollo della natalità? O siamo avviati all’estinzione e alla sostituzione etnica sempre più consistente ed inevitabile?

 

NOTIZIE E VERITA’ RIVELATE

Le notizie non sono mai verità rivelate. Non quelle dei quotidiani e delle reti televisive, schierati a destra o a sinistra. Quindi cautela nel considerarle.

Anche le news che arrivano dal Medioriente, da Gaza, perché le forniscono due soggetti contrapposti: Hamas e Israele. Non c’è un ente terzo che le verifichi prima di divulgarle perché tutti sono schierati, in gran parte verso i palestinesi.

Ci sono anche dati storici. Non stupisce che oggi la Chiesa, Papa Leone compreso, stia con la Palestina, dopo che per secoli e secoli ha sostenuto che ad ammazzare Gesù non furono i romani ma gli ebrei…

Direi che  – al di là delle indubbie responsabilità di Israele nella risposta data all’aggressione di Hamas –   dovremmo stare attenti che non torni un antisemitismo diffuso che fu uno dei pilastri del nazifascismo.

In ogni caso in questo momento, in cui tanto si discute e si polemizza su ciò che succede a Gaza, ritengo che servano cautela e riflessione prima di asserire che siamo di fronte a verità rivelate e inconfutabili.

Che il fine vita, di cui dovremmo anzitutto preoccuparci, non sia quello della nostra cultura.

I DAZI E L’EVASIONE DEI SUDDITI

Partiamo dal problema storico: la larga maggioranza degli italiani non pagano le tasse. Quindi i nuovi dazi gli fanno un baffo.

Che arrivassero era scontato. L’hanno smenata per settimane quando era ovvio che sarebbero arrivati, al 15%, e avrebbe deciso Trump.

Siamo sdegnati perché ha deciso lui? Ma scusate da quando, dalla liberazione in poi, non è un presidente Usa (non dico il vituperato Trump, ma un presidente Usa d qualsiasi colore politico a comandare su un governo italiano di qualsiasi colore? Chiamiamoli col giusto nome: i nostri sono i governi dei sudditi.

TRUMP, ESEMPIO DA SEGUIRE?

Trump è uscito da tutto: dall’Unesco, dall’Oms, dall’associazione internazionale per la giustizia. Che sia da imitarlo? Pochi dubbi che, se facessimo un referendum sull’uscita dall’Unione Europea, i favorevoli travolgerebbero i contrari.

Poi qualunque premier arrivi alla Casa Bianca, Trump gli apre la porta e lo fa entrare. Da noi invece e la banda che suona e i militari schierati e i rituali insulsi prima di farli entrare a Palazzo Chigi.

Altro esempio di come gli Usa sono efficienti e noi invece schiavi della burocrazia anche nei rituali di accoglienza degli ospiti internazionali.

VIETARE CONCERTI E…MINISTRO

Niente concerto alla Reggia di Caserta per il direttore d’orchestra russo Gergiev. Vietato perché lui è apertamente schierato con Putin. (Anche se non ha partecipato alla guerra né ucciso qualcuno)

Si fosse schierato con Zelensky il concerto si faceva e in prima fila doveva esserci anche Mattarella.

Questo è il punto: divieto o no a seconda di dove si schiera politicamente l’artista.

Artisti che, per altro, sono soliti inneggiare al dittatore. Nel Ventennio trovarne uno di artista italiano che non fosse entusiasta del Duce e inneggiasse all’Anpi.

Nel Paese della democrazia, dove la libertà di opinioni anche sgradite dovrebbe essere garantita, vige la censura verso chi è appunto sgradito, mentre fioccano gli appalusi a chi ha idee politiche condivise.

Se non sbaglio diversi cantanti italiani hanno criticato Giorgia Meloni (con l’accusa inedita di essere fascista) e sono stati applauditi non certo sanzionati.

Non bastasse Caserta censurato anche a Bologna il concerto del pianista ucraino che, pur essendo appunto ucraino, sta con Putin e non con Zelensky.

E poi abbiamo un ministro della Cultura(?), Giuli, che ha condiviso in pieno il divieto a Gergiev.

Direi che, oltre ai concerti, andrebbe abolito anche un cosiddetto ministro della Cultura che ignora perfino la libertà d’opinione.

Sarei curioso di sentire cosa ne pensa Giorgia Meloni.