IL METADONE DI QUOTA 100

 

Non c’è solo il metadone di Stato, come la Meloni ha chiamato il reddito di cittadinanza. C’è anche il metadone di quota 100, le pensioni anticipate volute da Salvini.

Come noto durante il Conte uno vi fu uno scambio di cortesie: la Lega approvò il reddito di cittadinanza voluto dai 5 Stelle e loro approvarono le pensioni anticipate volute dalla Lega.

Il costo economico del metadone di Stato, con tutti gli abusi nell’elargizione, è relativamente facile da calcolare. Quello di quota 100 è più complesso: non è infatti solo un costo economico ma anche sanitario.

Il perché è, dovrebbe essere, ovvio: tutti ormai fanno attività sportive, jogging, palestra nella giusta convinzione che se vuoi rallentare l’invecchiamento fisico, restare giovane, devi muoverti. Ma lo stesso vale per l’invecchiamento cerebrale, assai più preoccupante di quello fisico (se sei lucido di mente puoi anche accettare la carrozzella, se sei rincretinito è la fine). Ecco che il lavoro, un impegno, qualcosa da fare e da pensare è il jogging delle facoltà mentali.

(Quota 100 doveva servire ad aiutare ad uscire dai lavori usuranti; e infatti ne hanno approfittato anzitutto gli statali, notoriamente i lavoratori più usurati di tutti…)

Di liberi professionisti non ce n’è uno che vada in pensione. Chi ci va in anticipo rischia di passare il tempo sui siti e convincersi che i no-vax sono i veri scienziati…

Il direttore del Corriere Luciano Fontana ha sottolineato le contraddizioni di Conte e Salvini. Il primo ora critica il decreto sicurezza dimenticandosi che quando fu varato si fece fotografare assieme al suo ministro degli Interni con tanto di cartello entusiasta in mano. Il secondo adesso vuole cancellare il reddito di cittadinanza dimenticandosi che da vicepremier gli diede via libera…

Luciano Fontana ha scritto e spera che i cittadini elettori non dimentichino queste assurde giravolte e che, al momento del voto, puniscano sia Conte che Salvini. Mi associo all’auspicio dell’esimio collega.

 

CALABRIA, REGIONI DA ELIMINARIE

Tornato dalla vacanza in Calabra. Splendida: non tanto per il mare quanto per i paesini arroccati in collina con chiese, monumenti, storia millenaria. Per dire vicino al castello di San Michele ho visto un ponte a sesto acuto, unico in Italia, costruito dai Templari…

Peccato che la Calabria bruci; roghi, incendi ovunque. Ripartendo sono passato per l’entroterra della Campania, molto simile a quello calabrese, ma qui nessun incendio. Come mai? E’ la bellezza dell’autonomia regionale!

Non serve avere lo statuto speciale. Puoi comunque assumere come ha fatto la Calabria frotte di forestali, più che sull’intero arco alpino; puoi strapagare le aziende che mandano l’elicottero a gettare acqua per spegnere. Più aumentano i roghi, più aumenta il business.

E arriviamo al punto cruciale: non è che queste folli spese pubbliche, decise dalla loro regione le paghino i contribuenti calabresi; ricadono sulla fiscalità generale.

Per capirci i privilegi, le nuove competenze, che anche la nostra regione rivendica, non prevedono l’obbligo dell’autofinanziamento. Lo si annuncia, ma nessuno l’ha mai attuato nemmeno le regioni a statuto speciale.

La buona sanità veneta non è finanziata con le tasse dei veneti, ma dal servizio sanitario nazionale; col risultato che altrove la sanità è indecente.

Credo che se ami il tuo Paese, devi impegnarti a far sì che dalle Alpi a Lampedusa ci sia la stessa qualità sanitaria, lo stesso regime fiscale, identica amministrazione della giustizia. Se vuoi tentare l’impresa (forse impossibile) dell’unità d’Italia devi eliminare questo obbrobrio delle regioni; non certo aumentare i loro poteri e competenze.

Altrimenti avanti con l’autonomia regionale, che così la disgregazione completa del nostro Paese è garantita.

 

D’ACCORDO CON MARCATO. AL 6 SETTEMBRE

Silvestro, mi spiace deluderti ma sono totalmente d’accordo con Roberto Marcato. Tra l’altro Durigon mi pare anche mona: come ha fatto a non capire che, con il parco da intestare fratello di Mussolini, offriva un’arma perfetta ai suoi avversari politici?…

Comunque, sempre se Silvestro lo permette, non ostante il poco rispetto per le nobili associazioni umanitarie e i loro spot esemplari coi bimbi moribondi, andrei qualche giorno in ferie.

Da fascio-leghista adoro la Calabria

Riprenderò la gestione del sito lunedì 6 settembre. Ad allora gentili frequentatori.

PENTAGONO PEGGIO DELLA CASALINGA DI VOGHERA

 

“Diritto & Rovescio” è la rubrica che ogni giorno Italia Oggi pubblica in prima pagina.

Sabato ha ricordato Alberto Arbasino che aveva inventato la “massaia di Voghera” come esempio dell’italiana media che era un deposito di buon senso appreso dalla vita.

Italia Oggi scrive che il Pentagono Usa non ha avuto nemmeno il buon senso della casalinga di Voghera.

Cito: “Un organismo dotato di mezzi immensi, che impiega decine di migliaia di specialisti, che ha traduttori da ogni dialetto, che, per sua ammissione, è in grado di ascoltare anche un bisbiglio in una grotta. Ebbene, avendo programmato lo sganciamento dell’Afghanistan, non ha realizzato, nei mesi precedenti, il rimpatrio in sicurezza dei suoi cittadini, di quelli dei Paesi alleati e del personale locale che, avendo lavorato per loro; adesso rischiano la vita. L’esodo poteva essere realizzato prima del disimpegno totale. Usciti i civili, potevano sgombrare i militari.”

Impossibile non condividere l’analisi di Italia Oggi: Pentagono peggio della casalinga di Voghera.

Impossibile anche non essere d’accordo con quanto ha scritto Vittorio Feltri: prima dell’inizio di ogni partita di calcio, tutti dovrebbero inginocchiarsi e pregare per la salvezza delle donne afghane.

ESPORTARE LA DEMOCRAZIA: UN DOVERE

 

Molti intellettuali e politici sostengono che l’errore cronico commesso con l’Afghanistan è stata la pretesa di esportare la democrazia. Non sarebbe giusto pensare di imporre un modello occidentale a popoli e nazioni che hanno tradizioni e costumi diversi.

Quindi non si può pretendere di imporre ed ottenere il rispetto dei diritti, delle libertà, della parità di genere, dell’istruzione, ect.

Galli della Loggia sul Corriere ha giustamente osservato che, se è così, diventa inutile continuare ad insistere con l’Egitto perché processi gli assassini di Regeni o liberi dal carcere il povero Patrik Zaki. Pretenderemo mica di convertire alla democrazia il regime egiziano?…

Altra osservazione interessante di Galli della Loggia: invece di decidere noi che la democrazia non va esportata bisognerebbe chiede ai diretti interessati se la vogliono no.

Pensiamo a cosa sta succedendo in Afghanistan con la presa del potere dei talebani: donne ridotte alla sharia, capo della polizia ucciso nel modo più barbaro, manifestanti che protestano presi a fucilate. Ovvio pensare che milioni di afghani sarebbe felici di scegliere la democrazia, cioè di veder garantito il loro diritto alla libertà.

In conclusione Ernesto Galli della Loggia spiega che cercare di esportare la democrazia è un dovere. La fesseria è giustificare la nostra impotenza sostenendo che non va nemmeno tentato di farlo.

 

L’AVVOCATO DEI TAGLIAGOLA “DISTENSIVI”

 

“L’avvocato dei tagliagola”, così Libero definisce Giuseppe Conte. Non c’è quotidiano, di destra o di sinistra, che perdoni la sua affermazione che bisogna trattare coi talebani perché sono “distensivi”. Di Maio per primo gli ha replicato che vanno valutati per le loro azioni non per le chiacchiere e l’ostentazione di buoni propositi.

La scena delle donne afghane che gettano i loro figli al di là del muro e del filo spinato per affidarli ai soldati americani pregandoli di portarli via è di una drammaticità che ricorda solo la Shoah. Si vede che anche i nazisti erano “distensivi”.

Immagino siano soddisfatti e distesi gli iscritti al Movimento 5S che in rete si sono scelti un leader di tale spessore. Di certo li porterà a trionfare alle prossime politiche.

Ovviamente una nuova guerra non si può fare perché siamo pacifisti, cioè incapaci di vincerla. Ma essenziale quantomeno è garantire tutti i corridoi umanitari che servono per permettere agli afghani non talebani, cioè nuovi ebrei, di non finire nei campi di concentramento.

 

SPOT COI BIMBI E FANATISMO

 

Gentili frequentatori del sito, nel penultimo post avevo posto tre questioni: la certificazione del bilancio delle associazioni umanitarie, l’utilizzo di bimbi moribondi e macilenti negli spot per ottenere le donazioni, il pacifismo nei confronti dei talebani.

Vi siete occupati anzitutto della prima questione. Questione delicata perché un conto è avere come i Medici con l’Africa Cuamm un bilancio certificato dal Sole 24 ore, il più serio quotidiano economico del nostro Paese; altro conto è se la certificazione te la procuri da un terzo la cui attendibilità è ardua da verificare…

Ma, comunque le altre due questioni, ancor più preoccupanti, mi pare meritino una risposta; e ve la chiedo.

Tutti, tranne il Cuamm, da Emergency a Theleton, da Unicef a Medici senza frontiere e via cantando; tutti usano gli spot con bimbi africani e non moribondi, macilenti, disabili, per spingere i telespettatori a donare. Spot che vanno in onda anche e anzitutto sulla televisione di stato.

Tenete presente che a noi giornalisti è proibito mostrare le immagini di un qualunque minore coinvolto in una separazione, in un litigio, in un delitto, in qualunque notizia di cronaca; il volto va oscurato.

Loro invece ti mostrano in primissimo piano negli spot i bimbi moribondi e malati gravi. Come li giudicate? Una vergogna che meriterebbe la denuncia per sfruttamento a fini di incasso dei bimbi macilenti? Oppure un esempio di grande civiltà che cerca in ogni modo di raccogliere fondi per i più disperati e bisognosi?

Altra questione, il pacifismo nei confronti dei talebani. Uno degli esempi peggiori di fanatismo religioso che impone la sharia, non certo la democrazia. Ma hanno vinto, ha detto la Ue, e quindi trattiamo con loro.

Ma non c’è solo il fanatismo religioso, c’è anche quello politico come dimostrato nel secolo scorso. E se in un qualche Paese tornassero al potere nazisti o comunisti e volessero imporre il loro stile di vita e di governo; compreso i Gulag o i campi di sterminio. Cosa dovremmo fare? Trattare anche con loro, perché anche loro hanno vinto e noi, da pacifisti, non possiamo pensare di combattere per imporre democrazia, civiltà, diritti delle donne?

Alla finestra a guardare inermi le stragi che già hanno cominciato a fare i talebani in Afghanistan. Loro che dicono: non accoglieremo terroristi! Cioè escludono di accogliere se stessi?…

I TALEBANI E L’AMNISTIA DI TOGLIATTI

 

La guerra scatenata in Afghanistan da Usa e Occidente è durata vent’anni. Praticamente quanto il regime fascista in Italia.

Alla fine, nel giugno 1946 l’allora ministro della Giustizia Palmiro Togliatti varò l’amnistia: basta guerra civile, basta vendetta sui tanti ex fascisti. Togliatti era in assoluta buona fede. Ma ciò che successe lo ha raccontato e documentato il grande Giampaolo Pansa nel ”Sangue dei vinti”: vendette, omicidi, una strage dei vinti proseguita per anni.

Ora può darsi (?) che anche i leader talebani siano in buona fede quando dichiarano che non ci saranno vendette, che tutti saranno perdonati. Ma è scontato che ci vorrebbero cento Paolo Pansa per raccontare quanto sangue degli afghani vinti per aver collaborato con gli invasori, di quante donne ree di essersi liberate dalla Sharia, quanto sangue verrà sparso.

E noi occidentali? Affacciati alla finestra a guardare i risultati della guerra sciagurata cui abbiamo partecipato (da servitori cortesi degli Usa). Anzi l’Unione europea già dice che con i talebani bisogna trattare…Trattare su cosa? Sui limiti della strage che sta per consumarsi in Afghanistan?…

 

DUE OSSERVAZIONI SU GINO STRADA

 

La morte di Gino Strada è stata giustamente ricordata e rimpianta da tutti. Che sia stato un grande personaggio non ce dubbio. Però mi permetto due osservazioni, che riguardano non solo lui.

I Medici con l’Africa Cuamm di don Dante Carraro è l’unica associazione umanitaria che presenta un bilancio, certificato da terzi, dove risulta che oltre il 90% delle donazioni pubbliche e private servono a curare gli africani; meno del 9% servono a mantenere la struttura. Mentre né Emergency ne tutte le altre associazioni presentano una simile certificazione, e quindi non si sa che fine facciano le donazioni.

Inoltre Medici con l’Africa Cuamm è sempre l’unica che – per buon gusto e civiltà – non confeziona spot mostrando i bimbi moribondi e macilenti per indurti a donare. Tutte le altre, vergognosamente, lo fanno per indurre alla pietà e spingere a donare somme (che non si sa che fine facciano).

Altra questione. Tutti o quasi hanno ricordato e condiviso il pacifismo di Gino Strada, il suo rifiuto di tutte le guerra. E qui viene spontanea una domanda: dovevamo o no fare la guerra a Hitler e al nazismo? Oppure dovevamo promuovere anche in quel caso una convivenza pacifica come si propone di fatto ora con il nuovo enorme pericolo del fanatismo e del terrorismo islamici? Oppure dovremmo sterminare i talebani proprio come abbiamo fatto coi nazisti?

L’impressione è che, quando sapevamo vincerle, eravamo guerrafondai; mentre ora che le guerre sappiamo solo perderle siamo diventati pacifisti…

AFGHANISTAN PEGGIO DEL VIETNAM

 

Un po’ tutti stanno facendo il paragone tra la batosta militare degli Usa in Vietnam e adesso in Afghanistan. Ma quanto successo in queste ore a Kabul è molto più grave e preoccupante di quanto accadde a Saigon.

Allora ci furono molti profughi vietnamiti, ne arrivarono anche in Veneto: brave persone che non crearono alcun problema di integrazione e ordine pubblico. Adesso stanno già arrivando profughi dall’Afghanistan. Ma – al di là del fatto che non esiste una politica europea né di accoglienza né di ridistribuzione, come ha sottolineato anche Massimo Cacciari  –  il problema non sono i profughi, ma il trionfo nel fanatismo e del terrorismo islamici.

La caduta di Saigon non segnò il trionfo del comunismo. Mentre ora in America sono già molto preoccupati per come i terroristi islamici si apprestano a “celebrare” l’anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre…

Sul Corriere Angelo Panebianco ha sottolineato che la Cina ha dato il pieno appoggio e aiuto ai talebani. E’ la real politik: i cinesi puntano a conquistare il mondo anche alimentando fanatismo e terrorismo islamici. All’asse Cina-talebani non si può rispondere con l’asse tra Usa e un’Europa che militarmente e politicamente non esiste.

Servirebbe – ha scritto sempre Panebianco – l’asse Usa-Russia, ma gli americani pensano che Putin non sia abbastanza democratico per fare l’alleanza. Loro, gli americani, che hanno appoggiato e foraggiato i più biechi dittatori del Sud America, adesso si interrogano su quanto Putin sia o no democratico…

Il risultato certo è che il terrorismo islamico dilagherà in Europa e nel resto dell’Occidente.

Ripeto e chiudo: il tremendo problema derivante dall‘apocalisse afghana non sono i profughi ma il fanatismo e il terrorismo islamico. Basterà un ddl Zan per evitare alle donne occidentali l’obbligo del burqa?…