Non c’è solo il metadone di Stato, come la Meloni ha chiamato il reddito di cittadinanza. C’è anche il metadone di quota 100, le pensioni anticipate volute da Salvini.
Come noto durante il Conte uno vi fu uno scambio di cortesie: la Lega approvò il reddito di cittadinanza voluto dai 5 Stelle e loro approvarono le pensioni anticipate volute dalla Lega.
Il costo economico del metadone di Stato, con tutti gli abusi nell’elargizione, è relativamente facile da calcolare. Quello di quota 100 è più complesso: non è infatti solo un costo economico ma anche sanitario.
Il perché è, dovrebbe essere, ovvio: tutti ormai fanno attività sportive, jogging, palestra nella giusta convinzione che se vuoi rallentare l’invecchiamento fisico, restare giovane, devi muoverti. Ma lo stesso vale per l’invecchiamento cerebrale, assai più preoccupante di quello fisico (se sei lucido di mente puoi anche accettare la carrozzella, se sei rincretinito è la fine). Ecco che il lavoro, un impegno, qualcosa da fare e da pensare è il jogging delle facoltà mentali.
(Quota 100 doveva servire ad aiutare ad uscire dai lavori usuranti; e infatti ne hanno approfittato anzitutto gli statali, notoriamente i lavoratori più usurati di tutti…)
Di liberi professionisti non ce n’è uno che vada in pensione. Chi ci va in anticipo rischia di passare il tempo sui siti e convincersi che i no-vax sono i veri scienziati…
Il direttore del Corriere Luciano Fontana ha sottolineato le contraddizioni di Conte e Salvini. Il primo ora critica il decreto sicurezza dimenticandosi che quando fu varato si fece fotografare assieme al suo ministro degli Interni con tanto di cartello entusiasta in mano. Il secondo adesso vuole cancellare il reddito di cittadinanza dimenticandosi che da vicepremier gli diede via libera…
Luciano Fontana ha scritto e spera che i cittadini elettori non dimentichino queste assurde giravolte e che, al momento del voto, puniscano sia Conte che Salvini. Mi associo all’auspicio dell’esimio collega.