SAPPIAMO SOFFRIRE

Nessuno ha avuto il coraggio di dirlo. Ma in un seppur piccolo angolo del nostro cuore in questi giorni aveva trovato un po’ di spazio la paura che la sconfitta contro l’AlbinoLeffe avesse lasciato un segno, qualche scoria che andava assolutamente cancellata. Avevo già avvertito i primi mugugni. I primi segnali di incertezza, di timore. "Non siamo lo squadrone che sembriamo", "ci manca un terzino destro, Legati non lo può e anzi non lo deve più fare", "come si fa a lasciare fuori Cacia proprio adesso che ha trovato continuità e sta segnando sempre". I rimproveri riguardavano sia le qualità dei giocatori sia, in qualche caso, anche le scelte di Dal Canto.

La vittoria di stasera contro il Brescia non solo ha spento quella piccola paura come una raffica forte di vento farebbe con una candelina, liberandoci dalle cattive sensazioni, ma ha anche lasciato, al posto della paura, una piacevolissima convinzione: quella, cioè, che questi ragazzi sanno soffrire. Il Brescia è davvero un’ottima squadra. Ci ha messo in difficoltà per più di un tratto della partita. Però, paradossalmente, abbiamo mostrato il nostro lato migliore non quando l’abbiamo sbloccata con Cutolo la prima volta, ma quando, su leggerezza di Portin, abbiamo preso il pareggio. E’ lì che si è visto il Padova tirare fuori le unghie. Nel momento in cui una squadra senza carattere va giù, noi ci siamo tirati su. Senza mai disunirci, trascinandoci, l’un l’altro, verso la vittoria.

Son segnali importanti che ai tifosi non possono che far piacere. Così come fa piacere vedere il grandissimo Aniello Cutolo, o’ professore, sempre più lanciato sulla sua cattedra…  

  

SERATA STRANA, ARCHIVIAMOLA SUBITO!

Prima o poi doveva capitare. Dispiace però tantissimo aver perso la prima partita dopo la lunghissima serie positiva tra l’anno scorso e quest’anno contro una squadra che fa tutto fuorché giocare a calcio. Le occasioni le abbiamo avute e non le abbiamo sfruttate a dovere. L’AlbinoLeffe invece una sola volta (a parte il tiro finale di Cisse deviato in corner da Perin) si è proposto pericolosamente e ha fatto sua la partita attraverso un episodio che dire dubbio è dire poco. L’intervento di Legati a me è parso sulla palla e, se anche il difensore ha messo la mano sulla spalla di Foglio, il contatto è iniziato fuori dall’area, non dentro. Per il resto si è visto solo un catenaccio nudo e puro da parte dei bergamaschi, con l’unica punta Cocco praticamente sulla stessa linea dei suoi difensori. 

Bisogna accettare il verdetto del campo, anche se il pareggio ci stava tutto, e voltare pagina. I lati positivi sono almeno due: 1) l’approccio mentale alla gara da parte del Padova non è stato quello della squadra che si rilassa e si accontenta dopo la goleada di Empoli. Mentalmente siamo ancora completamente sul pezzo, significa che non ci si è assolutamente montati la testa, anche se davanti non siamo stati brillanti e cinici come al solito; 2) sabato c’è subito una partita di quelle che ci piacciono tanto, contro il Brescia, che verrà senz’altro giocata a viso aperto e dunque con la possibilità di sciogliere le briglie ai tanti assi che abbiamo in rosa per lasciarli esprimere al meglio.

Archiviamo questa sconfitta e pensiamo subito al Brescia. E’ l’unico modo per liberarci dalle primissime scorie che il campionato ci ha riservato stasera…       

SALUTATE LA CAPOLISTA

Che gioia oggi a fine gara poter gridare: "Salutate la capolista". Mai avrei pensato che il Padova sarebbe andato a "maramaldeggiare" così in casa dell’Empoli, laddove, due anni fa, era stato l’undici toscano a rifilargli un 4-0 senza storia, facendolo precipitare nelle zone basse della classifica e nella paura di ritrovarsi a tu per tu con lo spettro della retrocessione.

Tutto passato. Tutto cancellato. Oggi il Padova è una squadra forte e quando dico forte non dico solo che ha Cacia, Cutolo, Italiano, Milanetto e Schiavi (tanto per citare qualcuno dei suoi fuoriclasse) ma dico, e anzi sottolineo, che ha un grandissimo carattere. Che gli permette di andare sotto a Empoli dopo pochi minuti e di recuperare la partita senza perdere il filo del gioco, la compattezza e i nervi saldi. Tutti i giocatori della rosa, poi, sono motivati al punto giusto: non può più essere considerato un caso se chi entra per la prima volta nell’undici titolare non solo gioca benissimo ma gode, nella stessa giornata, perfino della gioia di andare in gol. Oggi è successo a Portin, altre volte, andando a ritroso nel calendario, a Cuffa, Cacia, Italiano e Milanetto. Il merito è di un allenatore bravissimo a far sentire tutti partecipi del progetto alla stessa maniera, non è certo una cosa facile.  

Non so se rimarremo primi. Il Torino è forte, il Brescia pure, la Sampdoria anche. Però con questo temperamento e questa qualità possiamo davvero andare lontano e giocarci fino alla fine il nostro sogno. Un sogno che non nominiamo ancora, ma che abbiamo inciso nel cuore a caratteri cubitali.  

IL CAPITANO

Ripeto anche qui quello che ho scritto nelle pagelle: non se la prenda Omar Milanetto, che è un giocatore che, così come piace a me, piace anche al pubblico di Padova per le grandi qualità che indiscutibilmente ha. Ha sempre fatto il titolare in serie A, figuriamoci lo straordinario apporto che può dare in serie B al Padova e che senz’altro darà in una stagione che, alla fine, speriamo tutti di battezzare come "eccezionale".

Oggi, però, il cuore dei tifosi è tutto per Vincenzo Italiano, il capitano. Questo ragazzo, richiamato a sorpresa (almeno per noi) a vestire la maglia da titolare dopo tre turni passati in silenzio in panchina, ha regalato ancora una volta emozioni incredibili, mettendo Cacia nella condizione di segnare l’1-0 e buttando dentro su punizione il 2-0 della tranquillità. L’immagine più bella che ho in testa è quella dei suoi due bambini, Riccardo e Christian, che lo aspettano dietro la porta di casa per saltargli in braccio e festeggiare con l’abbraccio più bello la prestazione e il gol di oggi!

Sì, perché il calcio è anche questo, anzi il bello del calcio è anche questo. Non poteva esserci scena più bella per dimenticare i veleni e le code polemiche del dopo Verona.

Con Vincenzo Padova ha condiviso tantissimo: una salvezza in B, una quasi promozione in A, alti e bassi ma sempre con negli occhi del giocatore la voglia di venir fuori dalle difficoltà per portare il Padova in alto. E’ naturale che oggi l’Euganeo l’abbia abbracciato fortissimo e abbia urlato a gran voce il suo nome.

Vincenzo è IL capitano.    

SIAMO TOSTI, MA POSSIAMO ESSERLO ANCORA DI PIU’

La cosa più bella che ha detto Dal Canto al termine della partita vinta contro il Bari venerdì scorso è stata: "Ho una squadra tosta di B. Non c’è bisogno di chiedere ai miei giocatori più intensità perché già ce la mettono tutta". E’ vero. Il Padova ce la mette sempre tutta e questo impegno viene a tal punto recepito dai tifosi che, anche quando in campo sembra mettersi male, si ha sempre la sensazione che prima o poi i nostri troveranno la strada e la forza per rimettere le cose a posto.

Anche stasera al Bentegodi è andata così: il Verona si è portato avanti due volte e il Padova lo ha riacciuffato tutte e due le volte con due perle bellissime, la prima di Cutolo, la seconda di Cacia. Però, nel primo tempo, l’Hellas, aggressivo e intraprendente, l’abbiamo sofferto troppo: i due esterni, soprattutto Gomez, ci hanno fatto impazzire e non riuscivamo a ripartire con ordine, tenendo anche poco la palla quando era nostra. Certo, l’ambiente in cui ci siamo ritrovati a giocare, è stato molto difficile da affrontare (20.000 spettatori, o giù di lì, infuocati come non mai non si vedono tutti i giorni!) ma ha altrettanta ragione Dal Canto quando sottolinea che, con la squadra che abbiamo, non possiamo assolutamente permetterci di farci intimorire dalla cornice di pubblico in cui andiamo a giocare. Insomma, siamo tosti e vendiamo cara la pelle, ma dobbiamo imparare a farlo di più e in tutte le situazioni ambientali, anche le più dure. Sotto questo profilo, Verona è stata un bel banco di prova.

Vorrei, in questo finale di post, spendere due parole per Aniello Cutolo, fischiato e insultato dal pubblico veronese fin dal riscaldamento della partita. Se ci sta che un ex non troppo amato venga fischiato dai tifosi della sua vecchia squadra, allora ci sta anche che, se segna, si porti il dito indice alla bocca dicendo a quegli stessi tifosi di stare zitti e faccia un balletto in campo per scaricare la tensione accumulata. E’ il calcio, niente di più e niente di meno. Anzi, questo ragazzone napoletano è stato proprio bravo a sfoderare una prestazione straordinaria nel peggiore dei contesti in cui si poteva ritrovare a giocare. Tutto il Padova deve prendere ispirazione dal suo temperamento.  

 

 

BENTEGODI STIAMO ARRIVANDO!

Si sente ancora l’eco del triplice fischio finale di Padova-Bari, partita che ha fatto mantenere al Padova la vetta della classifica grazie alla terza vittoria nelle prime quattro giornate di campionato. Eppure il pensiero è già lì, al derby contro l’Hellas Verona di venerdì prossimo al "Bentegodi"!

Anzi: i tifosi biancoscudati e quelli gialloblù non hanno nemmeno aspettato che si giocasse questa giornata per iniziare a beccarsi. Gli sfottò sono iniziati già martedì sera, attraverso gli sms letti dal nostro Marco Campanale durante la diretta di "Biancoscudati channel" e sono continuati qui sul blog mio e in quello di Gianluca Vighini, nonchè sul social network Facebook. Poco male: il clima è quello giusto!

Il Padova sbarcherà nello stadio veronese da capolista, con l’obbligo dunque sempre più marcato di confermarsi "squadra tosta" di questo campionato di serie B così come l’ha definita il suo allenatore, Alessandro Dal Canto, stasera durante l’intervista in diretta in coda alla nostra trasmissione "Tuttocalcio".

Sì, siamo ancora all’inizio, mancano tante partite e la serie B è strana, dura, lunga e atipica. Però è sempre più forte la sensazione di avere un’importante qualità abbinata ad uno spirito di sacrificio e ad una dedizione alla causa comune che non possono che farla crescere sempre più. 

Dunque "Bentegodi stiamo arrivando": il derby di Verona sarà davvero un bel banco di prova per questo gruppo.

  

CHE BELLO ESSERE LASSU’

Siamo solo alla terza giornata e la classifica, ora come ora, lascia giustamente il tempo che trova. Però è troppo bello, parlando per un attimo solo ed esclusivamente con il cuore del tifoso, vedere il Padova lassù, in vetta, seppur in compagnia.

Questo non cambierà di una virgola l’atteggiamento di allenatore e giocatori, come già Dal Canto si è affrettato a precisare, sottolineando appunto che non è il caso di gongolarsi troppo osservando la graduatoria. Nessuno d’ora in avanti ci verrà a dire che il Padova è da promozione diretta e men che meno mi sognerò, almeno per un altro po’, di dirlo io. L’unica cosa che mi permetto di ribadire è che comunque i biancoscudati, con questo 4-1 a Cittadella e in generale con questo avvio promettente, hanno lanciato dei segnali importanti.

Quando abbiamo letto il calendario è venuto a tutti un ‘coccolone’ leggendo i nomi di Sampdoria, Reggina, Cittadella, Bari e Verona nelle prime cinque giornate. Il ciclo terribile non è ancora finito, ma almeno abbiamo dimostrato di saper prendere il toro per le corna. E soprattutto, altro aspetto fondamentale da non trascurare, di esserci definitivamente lasciati alle spalle le scorie negative della rincorsa playoff dello scorso anno, conservando invece intatto l’entusiasmo generato da quella cavalcata. Il Sassuolo e il Cittadella, tanto per fare due esempi, nel torneo 2010-2011 non ci sono riusciti, rendendosi protagonisti di una stagione resa molto difficile dal fatto di aver sfiorato la serie A ai playoff nell’annata precedente.

Ripeto: siamo solo alla terza giornata e il cammino è ancora lungo. Ma i segnali che sono arrivati nei primi 270 minuti sono tanto tanto confortanti.  

SUCCI GOL!

Il gol questa volta l’ha fatto Rino Foschi. Dritto al cuore dei tifosi. Non c’è notizia di mercato che abbia scatenato quest’estate nei supporters biancoscudati l’entusiasmo e la gioia che ha acceso l’ultimissima: il ritorno di Davide Succi. Sì, quel ragazzone umile, determinato e con il vizio del gol che avevamo dovuto salutare all’improvviso e nel suo momento più bello nella prima partita di ritorno a Novara della passata stagione a causa della rottura del tendine d’Achille. "Ritornerò e più forte di prima", aveva detto Succi all’indomani del grave infortunio, chiedendo ai compagni di regalargli la conquista dei playoff per avere l’opportunità di rientrare e giocarli. 

Non è andata così: i biancoscudati i playoff li hanno conquistati, ma Davide ha avuto una ricaduta e non è riuscito a tornare in campo in tempo utile per viverli da protagonista. Dal cuore dei tifosi, però, non si è mai allontanato. Ci è sempre rimasto, proprio per il legame speciale che ha saputo creare con loro nei sei mesi in cui è stato il capocannoniere della B con 15 gol in 20 partite.

L’ultimo fotogramma di lui che è rimasto nella memoria è l’uscita in barella e in lacrime dal sintetico dello stadio "Piola": non poteva finire così un amore così grande. E allora eccolo di nuovo qui a vestire questa maglia, anche se il suo importantissimo contributo potrà iniziare a darlo solo tra qualche mese.

Bentornato Cigno, facci ancora sognare!     

UNA PASSEGGIATA DI SALUTE? ANCHE NO!

Alzi la mano chi si aspettava Pescara e Sassuolo prime in classifica dopo due giornate. Sicuramente nessuno. Nel precampionato si è parlato di Torino e Sampdoria. Di Livorno. Di Bari. E di Padova. La classifica che si è delineata invece, anche se sono passati solo 180 minuti, riserva già due belle sorprese.

Certo tutto può cambiare, siamo solo all’inizio e, sicuramente, alla distanza i valori delle grandi emergeranno. Ma il responso di questa seconda giornata ribadisce una volta di più il concetto che per il Padova non ci sarà niente di facile in questa stagione. Il mercato che ha fatto il direttore sportivo Foschi è stato importante, anzi importantissimo, tanto più che ieri è arrivata pure la ciliegina sulla torta Cacia, ma niente ci è dovuto. Non è che perché abbiamo preso giocatori forti, facendo grandi investimenti, di sicuro saremo protagonisti.

Bisognerà sempre dare il massimo sotto tutti gli altri profili e la sfida contro la Reggina ce lo ha insegnato una volta di più. La squadra amaranto, quest’estate, di movimenti di mercato ne ha fatti pochissimi ma l’anno scorso è arrivata in semifinale playoff. E all’Euganeo stasera ha dato molto filo da torcere ai biancoscudati, mostrando molte qualità. Così come Sassuolo e Pescara, appunto, le attuali capoliste della serie B.

Chiudo questo post con un pensiero per Vincenzo Italiano. Si rincorrono in queste ore le voci che lo vorrebbero in partenza per Torino. Io, in cuor mio, spero che rimanga. Dal Canto non è allenatore che cambia facilmente: quando trova una sua fisionomia di squadra, difficilmente si affida a staffette e turnover, a meno che non ci sia una ragione particolare per farlo. Quindi ora è il momento di Omar Milanetto. Ma di uno come Vincenzo Italiano io non mi priverei mai perché di sicuro una "ragione particolare" per metterlo in campo al più presto l’allenatore la troverà. E se non sarà a Cittadella, di sicuro sarà in un’altra gara non troppo in là nel tempo. Se saprà aspettare il suo momento, di sicuro ‘Vince’ farà vedere le cose stupende dell’ultima parte della passata stagione. L’allenatore è con lui e non contro di lui. E quando l’allenatore ‘ti vede’ è solo questione di tempo.  

UN FONDAMENTO C’E’ GIA’: IL CARATTERE

La difesa è un po’ da registrare, la condizione da migliorare. In generale, i meccanismi tattici necessitano di un po’ di tempo per essere completamente collaudati. Ma siamo alla prima giornata, tutto ciò è normalissimo ed è un problema anche di Gianluca Atzori, tanto per fare un esempio stasera molto vicino a noi, che si ritrova per le mani la corazzata del campionato.

Quel che mi ha colpito ancora una volta positivamente di questo Padova è il carattere. Lo stesso che l’anno scorso ha trascinato i biancoscudati e di conseguenza la piazza intera ad un passo dalla serie A. Quello stesso carattere che Alessandro Dal Canto è riuscito a tirare fuori nel momento più difficile ad un gruppo che pareva ad un certo punto non averne mai avuto.

Non ho la presunzione o la leggerezza di dire che siamo già a metà dell’opera, ma di sicuro questo temperamento è un elemento fondamentale per puntare ad un campionato nel gruppetto di testa della classifica. Se poi arrivasse davvero Cacia nelle prossime ore, al carattere si aggiungerebbe un altro giocatore di grande qualità ad una rosa già molto competitiva.

Non voglio sprecare molte parole, perché siamo appunto all’esordio e l’esperienza mi insegna che bisogna aspettare diverse partite prima di esprimere giudizi che abbiano un che di concreto e attendibile. Per cui: buona la prima e sotto con la Reggina!