CHE BELLO ESSERE LASSU’

Siamo solo alla terza giornata e la classifica, ora come ora, lascia giustamente il tempo che trova. Però è troppo bello, parlando per un attimo solo ed esclusivamente con il cuore del tifoso, vedere il Padova lassù, in vetta, seppur in compagnia.

Questo non cambierà di una virgola l’atteggiamento di allenatore e giocatori, come già Dal Canto si è affrettato a precisare, sottolineando appunto che non è il caso di gongolarsi troppo osservando la graduatoria. Nessuno d’ora in avanti ci verrà a dire che il Padova è da promozione diretta e men che meno mi sognerò, almeno per un altro po’, di dirlo io. L’unica cosa che mi permetto di ribadire è che comunque i biancoscudati, con questo 4-1 a Cittadella e in generale con questo avvio promettente, hanno lanciato dei segnali importanti.

Quando abbiamo letto il calendario è venuto a tutti un ‘coccolone’ leggendo i nomi di Sampdoria, Reggina, Cittadella, Bari e Verona nelle prime cinque giornate. Il ciclo terribile non è ancora finito, ma almeno abbiamo dimostrato di saper prendere il toro per le corna. E soprattutto, altro aspetto fondamentale da non trascurare, di esserci definitivamente lasciati alle spalle le scorie negative della rincorsa playoff dello scorso anno, conservando invece intatto l’entusiasmo generato da quella cavalcata. Il Sassuolo e il Cittadella, tanto per fare due esempi, nel torneo 2010-2011 non ci sono riusciti, rendendosi protagonisti di una stagione resa molto difficile dal fatto di aver sfiorato la serie A ai playoff nell’annata precedente.

Ripeto: siamo solo alla terza giornata e il cammino è ancora lungo. Ma i segnali che sono arrivati nei primi 270 minuti sono tanto tanto confortanti.  

SUCCI GOL!

Il gol questa volta l’ha fatto Rino Foschi. Dritto al cuore dei tifosi. Non c’è notizia di mercato che abbia scatenato quest’estate nei supporters biancoscudati l’entusiasmo e la gioia che ha acceso l’ultimissima: il ritorno di Davide Succi. Sì, quel ragazzone umile, determinato e con il vizio del gol che avevamo dovuto salutare all’improvviso e nel suo momento più bello nella prima partita di ritorno a Novara della passata stagione a causa della rottura del tendine d’Achille. "Ritornerò e più forte di prima", aveva detto Succi all’indomani del grave infortunio, chiedendo ai compagni di regalargli la conquista dei playoff per avere l’opportunità di rientrare e giocarli. 

Non è andata così: i biancoscudati i playoff li hanno conquistati, ma Davide ha avuto una ricaduta e non è riuscito a tornare in campo in tempo utile per viverli da protagonista. Dal cuore dei tifosi, però, non si è mai allontanato. Ci è sempre rimasto, proprio per il legame speciale che ha saputo creare con loro nei sei mesi in cui è stato il capocannoniere della B con 15 gol in 20 partite.

L’ultimo fotogramma di lui che è rimasto nella memoria è l’uscita in barella e in lacrime dal sintetico dello stadio "Piola": non poteva finire così un amore così grande. E allora eccolo di nuovo qui a vestire questa maglia, anche se il suo importantissimo contributo potrà iniziare a darlo solo tra qualche mese.

Bentornato Cigno, facci ancora sognare!     

UNA PASSEGGIATA DI SALUTE? ANCHE NO!

Alzi la mano chi si aspettava Pescara e Sassuolo prime in classifica dopo due giornate. Sicuramente nessuno. Nel precampionato si è parlato di Torino e Sampdoria. Di Livorno. Di Bari. E di Padova. La classifica che si è delineata invece, anche se sono passati solo 180 minuti, riserva già due belle sorprese.

Certo tutto può cambiare, siamo solo all’inizio e, sicuramente, alla distanza i valori delle grandi emergeranno. Ma il responso di questa seconda giornata ribadisce una volta di più il concetto che per il Padova non ci sarà niente di facile in questa stagione. Il mercato che ha fatto il direttore sportivo Foschi è stato importante, anzi importantissimo, tanto più che ieri è arrivata pure la ciliegina sulla torta Cacia, ma niente ci è dovuto. Non è che perché abbiamo preso giocatori forti, facendo grandi investimenti, di sicuro saremo protagonisti.

Bisognerà sempre dare il massimo sotto tutti gli altri profili e la sfida contro la Reggina ce lo ha insegnato una volta di più. La squadra amaranto, quest’estate, di movimenti di mercato ne ha fatti pochissimi ma l’anno scorso è arrivata in semifinale playoff. E all’Euganeo stasera ha dato molto filo da torcere ai biancoscudati, mostrando molte qualità. Così come Sassuolo e Pescara, appunto, le attuali capoliste della serie B.

Chiudo questo post con un pensiero per Vincenzo Italiano. Si rincorrono in queste ore le voci che lo vorrebbero in partenza per Torino. Io, in cuor mio, spero che rimanga. Dal Canto non è allenatore che cambia facilmente: quando trova una sua fisionomia di squadra, difficilmente si affida a staffette e turnover, a meno che non ci sia una ragione particolare per farlo. Quindi ora è il momento di Omar Milanetto. Ma di uno come Vincenzo Italiano io non mi priverei mai perché di sicuro una "ragione particolare" per metterlo in campo al più presto l’allenatore la troverà. E se non sarà a Cittadella, di sicuro sarà in un’altra gara non troppo in là nel tempo. Se saprà aspettare il suo momento, di sicuro ‘Vince’ farà vedere le cose stupende dell’ultima parte della passata stagione. L’allenatore è con lui e non contro di lui. E quando l’allenatore ‘ti vede’ è solo questione di tempo.  

UN FONDAMENTO C’E’ GIA’: IL CARATTERE

La difesa è un po’ da registrare, la condizione da migliorare. In generale, i meccanismi tattici necessitano di un po’ di tempo per essere completamente collaudati. Ma siamo alla prima giornata, tutto ciò è normalissimo ed è un problema anche di Gianluca Atzori, tanto per fare un esempio stasera molto vicino a noi, che si ritrova per le mani la corazzata del campionato.

Quel che mi ha colpito ancora una volta positivamente di questo Padova è il carattere. Lo stesso che l’anno scorso ha trascinato i biancoscudati e di conseguenza la piazza intera ad un passo dalla serie A. Quello stesso carattere che Alessandro Dal Canto è riuscito a tirare fuori nel momento più difficile ad un gruppo che pareva ad un certo punto non averne mai avuto.

Non ho la presunzione o la leggerezza di dire che siamo già a metà dell’opera, ma di sicuro questo temperamento è un elemento fondamentale per puntare ad un campionato nel gruppetto di testa della classifica. Se poi arrivasse davvero Cacia nelle prossime ore, al carattere si aggiungerebbe un altro giocatore di grande qualità ad una rosa già molto competitiva.

Non voglio sprecare molte parole, perché siamo appunto all’esordio e l’esperienza mi insegna che bisogna aspettare diverse partite prima di esprimere giudizi che abbiano un che di concreto e attendibile. Per cui: buona la prima e sotto con la Reggina!  

PAROLE D’ORDINE: PAZIENZA E FIDUCIA

Stamattina sono stata inviata in centro a fare un servizio per il tg cronaca di Telenuovo sulla città che non è ancora tornata a pieno regime, nonostante Ferragosto sia ormai alle nostre spalle. E’ vero: qualche negozio è ancora chiuso, per le strade si circola che è una meraviglia (a parte qualcuno che va un po’ troppo piano per i miei gusti!) e il centro è godibilissimo. A non mancare invece (evidentemente non vanno in ferie!) sono alcuni tifosi pessimisti del Padova. Non ho fatto in tempo a transitare per le riviere ad immortalare il ritorno in pista del metrotram e a passeggiare per le piazze che subito mi son sentita urlare: "Martina, abbiamo perso a Bologna. Ah che male che siamo messi". Oppure: "Be’, il Bologna è in serie A e non è un problema se abbiamo perso, ma non è possibile che duriamo solo un tempo". Il terzo che ho incrociato ha solo provato a dirmi: "Ahhh cominciamo bene con questo Padova" che subito l’ho zittito senza fargli finire la frase: "Siamo al 22 di agosto, aspettiamo almeno di aver iniziato il campionato prima di metterci le mani nei capelli?". Certo, poi mi sono imbattuta anche in qualcuno che mi ha detto: "Dai che abbiamo una bella squadra e a Bologna abbiamo venduto cara la pelle", ma quanta fatica conservare un po’ di sano equilibrio!

Certo, dispiace aver perso all’ultimo 2-1 dopo essere andati in vantaggio e aver visto Pelizzoli parare un rigore, ma avevamo di fronte il Bologna, mica una squadra di categoria inferiore come le tante affrontate dal Padova in queste settimane di continue amichevoli. Ribadisco il concetto già espresso nel post del 4 agosto: ci vorrà tempo per vedere un Padova frutto maturo. Non ci si può e non ci si deve attendere un inizio con chissà quale botto. I cambiamenti sono stati tanti e importanti, l’impasto richiede del tempo per lievitare. Ecco perché le parole d’ordine, specie di fronte ad un calendario con un inizio come quello che attende i biancoscudati, devono essere PAZIENZA e FIDUCIA.

A proposito di PAZIENZA e FIDUCIA, lancio in questo post un ultimissimo avvertimento. Se non verrà colto e messo in pratica, mio malgrado, passerò ai fatti: la mia PAZIENZA nei confronti di chi in questo spazio oltre a scrivere ciò che pensa offende liberamente gli altri frequentatori è finita. Non tollererò mai più attacchi personali e offese da parte di nessuno. Ripeto ciò che ho già sostenuto in passato: ho sempre accettato qualunque critica, anche pesante, nei miei confronti, nell’ottica di un confronto costruttivo. Accetto che non siate d’accordo l’un l’altro su qualunque cosa a patto che ve lo diciate con educazione e rispetto reciproco. Le offese gratuite, invece, mi fanno salire il sangue alla testa. Mi fermo qui. Ho FIDUCIA che chi si è comportato male abbia recepito il messaggio e che d’ora in avanti non succeda più.   

 

UN PO’ DI SOFFERENZA CI STA

L’importante era passare il turno perché si voleva avere la possibilità di giocare un’altra partita vera domenica prossima a Bologna prima dell’esordio in campionato con la Sampdoria e il Padova ce l’ha fatta.

Certo l’esordio in Tim Cup contro il Carpi qualche ombra la porta con sè: fare quattro gol è cosa buona, prenderne due un po’ meno perché è sintomo che ancora non si sono raggiunti gli equilibri di una squadra che deve essere quadrata, ma siamo ancora al calcio di metà agosto, c’è tempo per migliorare. Anzi, meglio mostrare ora qualche limite su cui lavorare che a novembre. 

Passando ai singoli, per l’ennesima volta ieri sera mi ha impressionato Lazarevic, che quando prende palla davvero si trasforma in qualcosa di simile a un razzo e non lo prendi più. Benissimo anche Cutolo (anche se, alla prima palla gol sbagliata dopo 24 secondi di partita, c’è chi, dalla tribuna ovest, ha urlato a Dal Canto: "Cambialo", impareremo mai ad avere un po’ di pazienza???). A centrocampo poi mi ha colpito molto Marcolini che, specie nel primo tempo, ha dispensato lanci e aperture di gioco di pregevole fattura. Milanetto ha fatto bene finchè la condizione fisica glielo ha permesso. Poi è calato, ma siccome a Genova, causa squalifica di Italiano, dovrà giocare lui in cabina di regia, ha fatto bene Dal Canto a tenerlo in campo più possibile per far prendere minutaggio alle sue gambe ancora un po’ in ritardo di preparazione. 

Passiamo al capitolo difesa, quello su cui magari si è messa in evidenza qualche debolezza. Schiavi a me piace moltissimo, purtroppo ieri sera da un suo liscio è nato uno dei gol del Carpi: speriamo che, come Cano nel 2005 contro la Triestina sul gol di Godeas, si sia giocato il jolly e non gli succeda più. Donati ha fatto il suo nella fase difensiva ma è salito poco. Pelizzoli non mi ha dato in qualche circostanza l’impressione di grandissima sicurezza: sul palo colpito da Cesca, l’ha battezzata proprio male la palla, ma poi si è rifatto con un paio di buone parate nella ripresa.

Questo il quadro che ho visto io. Un quadro ancora in evoluzione e con qualche ombra, ma tutto sommato buono. Credo che aldilà degli aspetti in cui si deve "fare luce", sia il momento di dare massima fiducia a questo gruppo e, soprattutto alle scelte operate dal suo allenatore, per spingere la squadra ad un positivo avvio di campionato. Per ora, quindi, mi fermo qui e lascio a voi la parola per le vostre impressioni.      

L’ATALANTA RESTA IN A

Sei punti di penalizzazione all’Atalanta da scontare nel prossimo campionato di serie A, tre anni e mezzo di squalifica al suo capitano Cristiano Doni e tre anni all’altro giocatore nerazzurro Thomas Manfredini. Questa la parte più rilevante della sentenza della Commissione Disciplinare della Figc sulla vicenda del calcioscommesse sulla quale sta indagando penalmente la Procura di Cremona. Sei i punti di penalizzazione inflitti invece all’Ascoli da scontare nel prossimo campionato di serie B.

Mah, sinceramente, non ho molte parole da aggiungere a questa sentenza.

E voi ci riuscite?

AVVISO AI NAVIGANTI

Sampdoria fuori casa, Reggina in casa. Poi due derby infuocati, contro il Cittadella e l’Hellas Verona, nel giro di poche settimane, inframmezzati dalla partita contro un’altra retrocessa dalla serie A, il Bari. Niente male come inizio per un Padova che stavolta parte con il chiaro obiettivo di "far meglio dell’anno scorso" e quindi, per forza, di puntare alla serie A.

Non è però sulle avversarie che incontrerà per prime che voglio soffermarmi in questo post. Anche perché sono convinta che affrontare la Sampdoria alla prima giornata sia molto meglio che incontrarla alla dodicesima: a fine agosto sicuramente i meccanismi e l’amalgama non saranno ancora quelli dei tempi migliori, quindi, forse, non è andata così male.

Aldilà di questo ragionamento, comunque, di cui si scoprirà la validità o l’erroneità al fischio finale di Sampdoria-Padova, tengo tantissimo a sottolineare un pensiero che ho in testa fin dal giorno dopo la sconfitta di Novara: il direttore sportivo Rino Foschi ha fatto un ottimo lavoro, rinforzando questa squadra con elementi di qualità, ma non per questo dobbiamo aspettarci una partenza sprint o un filotto di risultati fin da subito. Oddio, se arriveranno l’una e l’altro bene: ma è meglio se ci mettiamo tutti nell’ordine di idee che ci vorranno tempo e pazienza per costruire un gruppo vincente e arrivare ai livelli che l’anno scorso ci hanno fatto girare la testa.

Sarebbe un errore aspettarsi una partenza simile all’ultima parte della scorsa stagione. La squadra è cambiata molto e un gruppo vero non si costruisce in un mese: ci vogliono le vittorie che creano entusiasmo ma anche le sconfitte che ti spingono, in spogliatoio, a guardarti negli occhi e a scoprire quanto sei disposto a sacrificare di te stesso per riportare anche tutti gli altri sul giusto itinerario. 

Ci sono ancora diverse partite per aumentare il livello di sintonia tra i vecchi e i nuovi prima di cominciare la stagione vera: ma sappiamo tutti che giocare un’amichevole o la Tim Cup non è come giocare il campionato. Quindi il vero test lo avremo proprio quando inizieranno le partite che contano veramente.

Armiamoci di pazienza, quindi, e partiamo per questa nuova avventura!    

 

STA NASCENDO UN BEL PADOVA

Sono stata due giorni a Folgaria a vedere il ritiro del Padova.

Di questi tempi è facile ricavare buone impressioni: normale che tutti diano il cento per cento per fare bella impressione, per ricavarsi un ruolo importante, per far vedere al mister e alla società di meritare la fiducia che è stata in loro riposta al momento dell’ingaggio o al momento della riconferma. I veri esami saranno più avanti, quando arriveranno le partite vere, quelle che contano, e allora si potrà verificare sul campo a che punto è la coesione del gruppo e quanto è grande la forza caratteriale di ognuno degli elementi della rosa.

Qualcosa però già si intravvede. Ed è un qualcosa di positivo. Butto lì le sensazioni che ho ricavato nell’ordine in cui le ho provate: il terzino destro Donati mi piace molto. Ieri in amichevole ha fatto un paio di discese e un paio di cross che mi hanno subito fatto pensare che non ci farà rimpiangere il pur bravissimo Crespo. Schiavi lì in mezzo è una garanzia. Testa alta, personalità: si è sempre detto che il Padova mancava di un giocatore così nel cuore della difesa e ora c’è. Lazarevic è una forza della natura, Cutolo ha un signor sinistro. Certo Ruopolo è ancora un po’ indietro ma è normale visto il fisico che si ritrova.

Poi ci sono quelli che conosciamo già: il destro di Italiano non ha perso il calibro (e chi se ne importa se ieri in amichevole ha sbagliato un rigore, che per la prima volta ha tirato senza incrociare!), Cuffa è il solito guerriero. Ripeto: è ancora prestissimo per un giudizio assoluto, ma questo Padova mi piace. E sono convinta che presto ci convincerà del tutto. 

P.S.: in questo blog ho sempre lasciato spazio a tutti, anche, e anzi soprattutto, a chi ha critiche nei miei confronti, che ritengo siano sempre costruttive e comunque da accettare anche quando non lo sono, visto il lavoro che faccio. Per la prima volta invito qualcuno, nel qual caso La Padova Bene, perlomeno a limitare i suoi post. Parlare della tessera del tifoso mi sta bene, monopolizzare la conversazione solo su questo argomento, come se il Padova non fosse a Folgaria e non ci fosse nient’altro di cui parlare, anche no. Grazie per la collaborazione.    

INNESTI FORTI, ORA NON SBAGLIAMO IL CENTRAVANTI

Il Padova è partito per Folgaria. Rimarrà in montagna due settimane piene per mettere le basi, atletiche e di spogliatoio, del suo campionato. Rino Foschi, lasciatemelo dire, ha fin qui svolto un ottimo lavoro. Marcolini e Osuji a centrocampo sono due signori rinforzi, così come lo è Schiavi al centro della difesa (di questo centrale non si parla bene, si parla benissimo!) e come lo è Donati per il ruolo di terzino destro. C’è poi un pieno di giovani speranze (Lazarevic, Jelenic e Perin), c’è in porta un Pelizzoli che ha tanta voglia di lasciarsi definitivamente alle spalle la brutta avventura in terra russa, c’è Cutolo, c’è Ruopolo, c’è un allenatore, Alessandro Dal Canto, che non vede l’ora di dimostrare tutto il suo valore partendo dall’inizio con una squadra costruita, oltre che dal direttore sportivo, anche da lui.

Manca ancora qualche pedina perché la scacchiera sia completa: un altro centrale difensivo (si sta lavorando su Pesoli: Trevisan potrebbe essere ceduto da qui alla fine del mercato estivo), un altro terzino destro, un altro esterno d’attacco e, soprattutto, IL BOMBER.

Se è vero quel che diceva un famoso tecnico ("Datemi un portiere che para e un attaccante che segna e io vincerò il campionato"), si tratta della scelta più delicata. Girano tanti nomi (e di questi tanti accetterebbero la soluzione Padova ad occhi chiusi!) ma Foschi sta attendendo ancora prima di tirare i fili delle varie trattative perché vuol essere sicuro di pescare quello giusto. Quello che faccia come ha fatto Succi l’anno scorso, fin dal ‘pronti via’.

Una volta che sarà completato anche questo tassello, allora sì che potremo dire fino in fondo di che pasta siamo fatti. E quanto in alto possiamo puntare per il campionato 2011-2012, senza correre il rischio di soffrire di vertigini.