IL CAPITANO

Ripeto anche qui quello che ho scritto nelle pagelle: non se la prenda Omar Milanetto, che è un giocatore che, così come piace a me, piace anche al pubblico di Padova per le grandi qualità che indiscutibilmente ha. Ha sempre fatto il titolare in serie A, figuriamoci lo straordinario apporto che può dare in serie B al Padova e che senz’altro darà in una stagione che, alla fine, speriamo tutti di battezzare come "eccezionale".

Oggi, però, il cuore dei tifosi è tutto per Vincenzo Italiano, il capitano. Questo ragazzo, richiamato a sorpresa (almeno per noi) a vestire la maglia da titolare dopo tre turni passati in silenzio in panchina, ha regalato ancora una volta emozioni incredibili, mettendo Cacia nella condizione di segnare l’1-0 e buttando dentro su punizione il 2-0 della tranquillità. L’immagine più bella che ho in testa è quella dei suoi due bambini, Riccardo e Christian, che lo aspettano dietro la porta di casa per saltargli in braccio e festeggiare con l’abbraccio più bello la prestazione e il gol di oggi!

Sì, perché il calcio è anche questo, anzi il bello del calcio è anche questo. Non poteva esserci scena più bella per dimenticare i veleni e le code polemiche del dopo Verona.

Con Vincenzo Padova ha condiviso tantissimo: una salvezza in B, una quasi promozione in A, alti e bassi ma sempre con negli occhi del giocatore la voglia di venir fuori dalle difficoltà per portare il Padova in alto. E’ naturale che oggi l’Euganeo l’abbia abbracciato fortissimo e abbia urlato a gran voce il suo nome.

Vincenzo è IL capitano.    

SIAMO TOSTI, MA POSSIAMO ESSERLO ANCORA DI PIU’

La cosa più bella che ha detto Dal Canto al termine della partita vinta contro il Bari venerdì scorso è stata: "Ho una squadra tosta di B. Non c’è bisogno di chiedere ai miei giocatori più intensità perché già ce la mettono tutta". E’ vero. Il Padova ce la mette sempre tutta e questo impegno viene a tal punto recepito dai tifosi che, anche quando in campo sembra mettersi male, si ha sempre la sensazione che prima o poi i nostri troveranno la strada e la forza per rimettere le cose a posto.

Anche stasera al Bentegodi è andata così: il Verona si è portato avanti due volte e il Padova lo ha riacciuffato tutte e due le volte con due perle bellissime, la prima di Cutolo, la seconda di Cacia. Però, nel primo tempo, l’Hellas, aggressivo e intraprendente, l’abbiamo sofferto troppo: i due esterni, soprattutto Gomez, ci hanno fatto impazzire e non riuscivamo a ripartire con ordine, tenendo anche poco la palla quando era nostra. Certo, l’ambiente in cui ci siamo ritrovati a giocare, è stato molto difficile da affrontare (20.000 spettatori, o giù di lì, infuocati come non mai non si vedono tutti i giorni!) ma ha altrettanta ragione Dal Canto quando sottolinea che, con la squadra che abbiamo, non possiamo assolutamente permetterci di farci intimorire dalla cornice di pubblico in cui andiamo a giocare. Insomma, siamo tosti e vendiamo cara la pelle, ma dobbiamo imparare a farlo di più e in tutte le situazioni ambientali, anche le più dure. Sotto questo profilo, Verona è stata un bel banco di prova.

Vorrei, in questo finale di post, spendere due parole per Aniello Cutolo, fischiato e insultato dal pubblico veronese fin dal riscaldamento della partita. Se ci sta che un ex non troppo amato venga fischiato dai tifosi della sua vecchia squadra, allora ci sta anche che, se segna, si porti il dito indice alla bocca dicendo a quegli stessi tifosi di stare zitti e faccia un balletto in campo per scaricare la tensione accumulata. E’ il calcio, niente di più e niente di meno. Anzi, questo ragazzone napoletano è stato proprio bravo a sfoderare una prestazione straordinaria nel peggiore dei contesti in cui si poteva ritrovare a giocare. Tutto il Padova deve prendere ispirazione dal suo temperamento.  

 

 

BENTEGODI STIAMO ARRIVANDO!

Si sente ancora l’eco del triplice fischio finale di Padova-Bari, partita che ha fatto mantenere al Padova la vetta della classifica grazie alla terza vittoria nelle prime quattro giornate di campionato. Eppure il pensiero è già lì, al derby contro l’Hellas Verona di venerdì prossimo al "Bentegodi"!

Anzi: i tifosi biancoscudati e quelli gialloblù non hanno nemmeno aspettato che si giocasse questa giornata per iniziare a beccarsi. Gli sfottò sono iniziati già martedì sera, attraverso gli sms letti dal nostro Marco Campanale durante la diretta di "Biancoscudati channel" e sono continuati qui sul blog mio e in quello di Gianluca Vighini, nonchè sul social network Facebook. Poco male: il clima è quello giusto!

Il Padova sbarcherà nello stadio veronese da capolista, con l’obbligo dunque sempre più marcato di confermarsi "squadra tosta" di questo campionato di serie B così come l’ha definita il suo allenatore, Alessandro Dal Canto, stasera durante l’intervista in diretta in coda alla nostra trasmissione "Tuttocalcio".

Sì, siamo ancora all’inizio, mancano tante partite e la serie B è strana, dura, lunga e atipica. Però è sempre più forte la sensazione di avere un’importante qualità abbinata ad uno spirito di sacrificio e ad una dedizione alla causa comune che non possono che farla crescere sempre più. 

Dunque "Bentegodi stiamo arrivando": il derby di Verona sarà davvero un bel banco di prova per questo gruppo.

  

CHE BELLO ESSERE LASSU’

Siamo solo alla terza giornata e la classifica, ora come ora, lascia giustamente il tempo che trova. Però è troppo bello, parlando per un attimo solo ed esclusivamente con il cuore del tifoso, vedere il Padova lassù, in vetta, seppur in compagnia.

Questo non cambierà di una virgola l’atteggiamento di allenatore e giocatori, come già Dal Canto si è affrettato a precisare, sottolineando appunto che non è il caso di gongolarsi troppo osservando la graduatoria. Nessuno d’ora in avanti ci verrà a dire che il Padova è da promozione diretta e men che meno mi sognerò, almeno per un altro po’, di dirlo io. L’unica cosa che mi permetto di ribadire è che comunque i biancoscudati, con questo 4-1 a Cittadella e in generale con questo avvio promettente, hanno lanciato dei segnali importanti.

Quando abbiamo letto il calendario è venuto a tutti un ‘coccolone’ leggendo i nomi di Sampdoria, Reggina, Cittadella, Bari e Verona nelle prime cinque giornate. Il ciclo terribile non è ancora finito, ma almeno abbiamo dimostrato di saper prendere il toro per le corna. E soprattutto, altro aspetto fondamentale da non trascurare, di esserci definitivamente lasciati alle spalle le scorie negative della rincorsa playoff dello scorso anno, conservando invece intatto l’entusiasmo generato da quella cavalcata. Il Sassuolo e il Cittadella, tanto per fare due esempi, nel torneo 2010-2011 non ci sono riusciti, rendendosi protagonisti di una stagione resa molto difficile dal fatto di aver sfiorato la serie A ai playoff nell’annata precedente.

Ripeto: siamo solo alla terza giornata e il cammino è ancora lungo. Ma i segnali che sono arrivati nei primi 270 minuti sono tanto tanto confortanti.  

SUCCI GOL!

Il gol questa volta l’ha fatto Rino Foschi. Dritto al cuore dei tifosi. Non c’è notizia di mercato che abbia scatenato quest’estate nei supporters biancoscudati l’entusiasmo e la gioia che ha acceso l’ultimissima: il ritorno di Davide Succi. Sì, quel ragazzone umile, determinato e con il vizio del gol che avevamo dovuto salutare all’improvviso e nel suo momento più bello nella prima partita di ritorno a Novara della passata stagione a causa della rottura del tendine d’Achille. "Ritornerò e più forte di prima", aveva detto Succi all’indomani del grave infortunio, chiedendo ai compagni di regalargli la conquista dei playoff per avere l’opportunità di rientrare e giocarli. 

Non è andata così: i biancoscudati i playoff li hanno conquistati, ma Davide ha avuto una ricaduta e non è riuscito a tornare in campo in tempo utile per viverli da protagonista. Dal cuore dei tifosi, però, non si è mai allontanato. Ci è sempre rimasto, proprio per il legame speciale che ha saputo creare con loro nei sei mesi in cui è stato il capocannoniere della B con 15 gol in 20 partite.

L’ultimo fotogramma di lui che è rimasto nella memoria è l’uscita in barella e in lacrime dal sintetico dello stadio "Piola": non poteva finire così un amore così grande. E allora eccolo di nuovo qui a vestire questa maglia, anche se il suo importantissimo contributo potrà iniziare a darlo solo tra qualche mese.

Bentornato Cigno, facci ancora sognare!     

UNA PASSEGGIATA DI SALUTE? ANCHE NO!

Alzi la mano chi si aspettava Pescara e Sassuolo prime in classifica dopo due giornate. Sicuramente nessuno. Nel precampionato si è parlato di Torino e Sampdoria. Di Livorno. Di Bari. E di Padova. La classifica che si è delineata invece, anche se sono passati solo 180 minuti, riserva già due belle sorprese.

Certo tutto può cambiare, siamo solo all’inizio e, sicuramente, alla distanza i valori delle grandi emergeranno. Ma il responso di questa seconda giornata ribadisce una volta di più il concetto che per il Padova non ci sarà niente di facile in questa stagione. Il mercato che ha fatto il direttore sportivo Foschi è stato importante, anzi importantissimo, tanto più che ieri è arrivata pure la ciliegina sulla torta Cacia, ma niente ci è dovuto. Non è che perché abbiamo preso giocatori forti, facendo grandi investimenti, di sicuro saremo protagonisti.

Bisognerà sempre dare il massimo sotto tutti gli altri profili e la sfida contro la Reggina ce lo ha insegnato una volta di più. La squadra amaranto, quest’estate, di movimenti di mercato ne ha fatti pochissimi ma l’anno scorso è arrivata in semifinale playoff. E all’Euganeo stasera ha dato molto filo da torcere ai biancoscudati, mostrando molte qualità. Così come Sassuolo e Pescara, appunto, le attuali capoliste della serie B.

Chiudo questo post con un pensiero per Vincenzo Italiano. Si rincorrono in queste ore le voci che lo vorrebbero in partenza per Torino. Io, in cuor mio, spero che rimanga. Dal Canto non è allenatore che cambia facilmente: quando trova una sua fisionomia di squadra, difficilmente si affida a staffette e turnover, a meno che non ci sia una ragione particolare per farlo. Quindi ora è il momento di Omar Milanetto. Ma di uno come Vincenzo Italiano io non mi priverei mai perché di sicuro una "ragione particolare" per metterlo in campo al più presto l’allenatore la troverà. E se non sarà a Cittadella, di sicuro sarà in un’altra gara non troppo in là nel tempo. Se saprà aspettare il suo momento, di sicuro ‘Vince’ farà vedere le cose stupende dell’ultima parte della passata stagione. L’allenatore è con lui e non contro di lui. E quando l’allenatore ‘ti vede’ è solo questione di tempo.  

UN FONDAMENTO C’E’ GIA’: IL CARATTERE

La difesa è un po’ da registrare, la condizione da migliorare. In generale, i meccanismi tattici necessitano di un po’ di tempo per essere completamente collaudati. Ma siamo alla prima giornata, tutto ciò è normalissimo ed è un problema anche di Gianluca Atzori, tanto per fare un esempio stasera molto vicino a noi, che si ritrova per le mani la corazzata del campionato.

Quel che mi ha colpito ancora una volta positivamente di questo Padova è il carattere. Lo stesso che l’anno scorso ha trascinato i biancoscudati e di conseguenza la piazza intera ad un passo dalla serie A. Quello stesso carattere che Alessandro Dal Canto è riuscito a tirare fuori nel momento più difficile ad un gruppo che pareva ad un certo punto non averne mai avuto.

Non ho la presunzione o la leggerezza di dire che siamo già a metà dell’opera, ma di sicuro questo temperamento è un elemento fondamentale per puntare ad un campionato nel gruppetto di testa della classifica. Se poi arrivasse davvero Cacia nelle prossime ore, al carattere si aggiungerebbe un altro giocatore di grande qualità ad una rosa già molto competitiva.

Non voglio sprecare molte parole, perché siamo appunto all’esordio e l’esperienza mi insegna che bisogna aspettare diverse partite prima di esprimere giudizi che abbiano un che di concreto e attendibile. Per cui: buona la prima e sotto con la Reggina!  

PAROLE D’ORDINE: PAZIENZA E FIDUCIA

Stamattina sono stata inviata in centro a fare un servizio per il tg cronaca di Telenuovo sulla città che non è ancora tornata a pieno regime, nonostante Ferragosto sia ormai alle nostre spalle. E’ vero: qualche negozio è ancora chiuso, per le strade si circola che è una meraviglia (a parte qualcuno che va un po’ troppo piano per i miei gusti!) e il centro è godibilissimo. A non mancare invece (evidentemente non vanno in ferie!) sono alcuni tifosi pessimisti del Padova. Non ho fatto in tempo a transitare per le riviere ad immortalare il ritorno in pista del metrotram e a passeggiare per le piazze che subito mi son sentita urlare: "Martina, abbiamo perso a Bologna. Ah che male che siamo messi". Oppure: "Be’, il Bologna è in serie A e non è un problema se abbiamo perso, ma non è possibile che duriamo solo un tempo". Il terzo che ho incrociato ha solo provato a dirmi: "Ahhh cominciamo bene con questo Padova" che subito l’ho zittito senza fargli finire la frase: "Siamo al 22 di agosto, aspettiamo almeno di aver iniziato il campionato prima di metterci le mani nei capelli?". Certo, poi mi sono imbattuta anche in qualcuno che mi ha detto: "Dai che abbiamo una bella squadra e a Bologna abbiamo venduto cara la pelle", ma quanta fatica conservare un po’ di sano equilibrio!

Certo, dispiace aver perso all’ultimo 2-1 dopo essere andati in vantaggio e aver visto Pelizzoli parare un rigore, ma avevamo di fronte il Bologna, mica una squadra di categoria inferiore come le tante affrontate dal Padova in queste settimane di continue amichevoli. Ribadisco il concetto già espresso nel post del 4 agosto: ci vorrà tempo per vedere un Padova frutto maturo. Non ci si può e non ci si deve attendere un inizio con chissà quale botto. I cambiamenti sono stati tanti e importanti, l’impasto richiede del tempo per lievitare. Ecco perché le parole d’ordine, specie di fronte ad un calendario con un inizio come quello che attende i biancoscudati, devono essere PAZIENZA e FIDUCIA.

A proposito di PAZIENZA e FIDUCIA, lancio in questo post un ultimissimo avvertimento. Se non verrà colto e messo in pratica, mio malgrado, passerò ai fatti: la mia PAZIENZA nei confronti di chi in questo spazio oltre a scrivere ciò che pensa offende liberamente gli altri frequentatori è finita. Non tollererò mai più attacchi personali e offese da parte di nessuno. Ripeto ciò che ho già sostenuto in passato: ho sempre accettato qualunque critica, anche pesante, nei miei confronti, nell’ottica di un confronto costruttivo. Accetto che non siate d’accordo l’un l’altro su qualunque cosa a patto che ve lo diciate con educazione e rispetto reciproco. Le offese gratuite, invece, mi fanno salire il sangue alla testa. Mi fermo qui. Ho FIDUCIA che chi si è comportato male abbia recepito il messaggio e che d’ora in avanti non succeda più.   

 

UN PO’ DI SOFFERENZA CI STA

L’importante era passare il turno perché si voleva avere la possibilità di giocare un’altra partita vera domenica prossima a Bologna prima dell’esordio in campionato con la Sampdoria e il Padova ce l’ha fatta.

Certo l’esordio in Tim Cup contro il Carpi qualche ombra la porta con sè: fare quattro gol è cosa buona, prenderne due un po’ meno perché è sintomo che ancora non si sono raggiunti gli equilibri di una squadra che deve essere quadrata, ma siamo ancora al calcio di metà agosto, c’è tempo per migliorare. Anzi, meglio mostrare ora qualche limite su cui lavorare che a novembre. 

Passando ai singoli, per l’ennesima volta ieri sera mi ha impressionato Lazarevic, che quando prende palla davvero si trasforma in qualcosa di simile a un razzo e non lo prendi più. Benissimo anche Cutolo (anche se, alla prima palla gol sbagliata dopo 24 secondi di partita, c’è chi, dalla tribuna ovest, ha urlato a Dal Canto: "Cambialo", impareremo mai ad avere un po’ di pazienza???). A centrocampo poi mi ha colpito molto Marcolini che, specie nel primo tempo, ha dispensato lanci e aperture di gioco di pregevole fattura. Milanetto ha fatto bene finchè la condizione fisica glielo ha permesso. Poi è calato, ma siccome a Genova, causa squalifica di Italiano, dovrà giocare lui in cabina di regia, ha fatto bene Dal Canto a tenerlo in campo più possibile per far prendere minutaggio alle sue gambe ancora un po’ in ritardo di preparazione. 

Passiamo al capitolo difesa, quello su cui magari si è messa in evidenza qualche debolezza. Schiavi a me piace moltissimo, purtroppo ieri sera da un suo liscio è nato uno dei gol del Carpi: speriamo che, come Cano nel 2005 contro la Triestina sul gol di Godeas, si sia giocato il jolly e non gli succeda più. Donati ha fatto il suo nella fase difensiva ma è salito poco. Pelizzoli non mi ha dato in qualche circostanza l’impressione di grandissima sicurezza: sul palo colpito da Cesca, l’ha battezzata proprio male la palla, ma poi si è rifatto con un paio di buone parate nella ripresa.

Questo il quadro che ho visto io. Un quadro ancora in evoluzione e con qualche ombra, ma tutto sommato buono. Credo che aldilà degli aspetti in cui si deve "fare luce", sia il momento di dare massima fiducia a questo gruppo e, soprattutto alle scelte operate dal suo allenatore, per spingere la squadra ad un positivo avvio di campionato. Per ora, quindi, mi fermo qui e lascio a voi la parola per le vostre impressioni.      

L’ATALANTA RESTA IN A

Sei punti di penalizzazione all’Atalanta da scontare nel prossimo campionato di serie A, tre anni e mezzo di squalifica al suo capitano Cristiano Doni e tre anni all’altro giocatore nerazzurro Thomas Manfredini. Questa la parte più rilevante della sentenza della Commissione Disciplinare della Figc sulla vicenda del calcioscommesse sulla quale sta indagando penalmente la Procura di Cremona. Sei i punti di penalizzazione inflitti invece all’Ascoli da scontare nel prossimo campionato di serie B.

Mah, sinceramente, non ho molte parole da aggiungere a questa sentenza.

E voi ci riuscite?