MONTIPO’ 6 Nella prima parte di gara si rivedono le solite incertezze nelle uscite. Poi si riprende, alla distanza e trova anche la sicurezza giusta. Tra i pali è attento e, a onor del vero, non corre grandi rischi, visto che il Verona costringe il Milan a tirare quasi sempre solo da fuori. Ora i soliti diranno che il gol è colpa sua. Perché alla fine bisogna sempre e comunque trovare un colpevole e ci dimentichiamo che capita che gli avversari facciano la differenza, soprattutto tecnicamente.
DAWIDOWICZ 6 Sottil ha poco stasera per mettergli paura. Non deve fare chissà che per avere la meglio del giovane attaccante rossonero. Fa il suo, senza strafare. Quando entra Leao ci si aspetta un bagno di sangue, invece è bravo a tenere a bada il portoghese che tra indolenza e tuffi inutili, trova comunque l’assist gol, ma non certo per colpa del polacco.
COPPOLA 6 Parte ad handicap facendosi subito ammonire da Forneau. Un giallo che potrebbe condizionarlo, ma ormai il grado di maturità è tale da evitare che accada. Il duello con Gimenez è bello, di sostanziale parità. Gioca spesso in anticipo e gli dice quasi sempre bene. L’attaccante del Milan alla fine segna, ma ripeto quanto detto per Montipò, non sempre è colpa dei nostri se prendiamo gol.
VALENTINI 7 Temperamento da vendere a pacchi. Lui l’effetto San Siro proprio non lo sente, d’altra parte è abituato all’argentina, dove le vibrazioni non mancano. Cresce esponenzialmente col passare dei minuti, mettendo grande attenzione nella fase difensiva, non disdegnando di prendersi la responsabilità di impostare da dietro. Bello ed efficace da vedere nei contrasti. La gamba non la tira indietro manco morto. Peccato sia un prestito secco, ma intanto godiamocelo.
TCHATCHOUA 6.5 Sulla carta il duello con Theo Hernandez era scritto, tutto a favore del francese dai capelli rosa. E invece se non vince lui il duello, poco ci manca, perché va spesso fino in fondo, mettendo in grande difficoltà il francese che deve fare gli straordinari per non crollare. Come spesso succede, arriva bene al cross, ma poi la qualità del passaggio non è sempre all’altezza della giocata. Per esigenze finisce a sinistra, con la stessa voglia di trovare un pari che sarebbe stato il risultato più giusto.
DUDA 7 Passano dieci minuti e la prima cosa che mi viene in mente è: “quanto ci è mancato Duda nelle ultime tre partite”. E’ impossibile fare a meno di questo giocatore, con tutte le sue piccole imperfezioni, quella grinta che a volte è anche eccessiva. Ma la marcatura su Joao Felix è stupenda, e la fase difensiva perfetta. Ha anche una buonissima occasione per segnare, la mezza papera di Maignan ci fa sognare, invano. Nella ripresa quando il Milan preme, alla ricerca di gol, mantiene compatta la squadra. Poi, inevitabilmente, la stanchezza si fa sentire. Ma lunga vita a Duda.
NIASSE 6 – I primi trenta minuti del primo tempo sono da incubo. Lento, impacciato, fuori posizione, non marca stretto e si prende il terzo giallo in tre partite. Piano piano si scrolla di dosso la tensione, rompe il fiato e inizia a macinare chilometri. E’ bravo a rompere il gioco del Milan, ma non ha la stessa qualità nel costruire. Però dai, qualche piccolo segnale di miglioramento c’è. Deve lavorare su questi. E, soprattutto, deve smettere di prendere ammonizioni inutili.
BERNEDE s.v. (dall’85°)
BRADARIC 6 Ormai direi che è una certezza questo ragazzo, il cui impatto col campionato italiano era stato abbastanza tribolato. Non è sicuramente uno appariscente, dotato di colpi sopraffini, ma le cose le fa bene, senza fronzoli. Sempre più a suo agio in fase difensiva, quando deve attaccare si sente nella sua comfort zone.
OYEGOKE s.v. (dall’85°)
SUSLOV 6.5 Nel primo tempo, con Duda, è il migliore. Solito moto perpetuo, solita voglia di lottare su ogni pallone. Non dà punti di riferimento e il Milan fatica a limitarlo. Nonostante il suo compito sia creare pensieri davanti, è lucidissimo anche quando deve aiutare la squadra a difendere. Spende tantissimo e arriva ai minuti finale in evidente debito di ossigeno.
CISSE s.v. (dall’85°)
KASTANOS 5 Dopo tanti spezzoni, riesce finalmente ad avere una maglia da titolare. Da lui ci si aspetta cose importanti, che cominci finalmente a fare la differenza. E invece, ancora una volta, rimane un vorrei ma non riesco. Fa numero a centrocampo, ma si limita alla presenza, senza mai incidere veramente. Dispiace perché la tecnica sarebbe dalla sua parte, ma la voglia di lasciare il segno è un’altra cosa.
LAZOVIC 5.5 (dal 62°) Ha un giustificazione: la pubalgia. Fatica, ma la condizione fisica non lo aiuta.
SARR 6 Una partita di lotta continua. Fa a sportellate tutto solo, contro la difesa del Milan. Si scaraventa con cuore e grinta su ogni pallone gli capiti a qualche metro di distanza. Fa tante cose buone, le più difficili, direi, e poi sbaglia le più semplici, passaggi elementari che potrebbero creare qualcosa di importante per il Verona. Ma lascia il campo dopo aver dato veramente tutto quello che aveva in corpo.
MOSQUERA 5.5 (dal 68°) Una fatica tremenda a tenere su palloni, nonostante la solita buona volontà.
ALL. ZANETTI 6 Decide di coprirsi un po’ di più rispetto alla partita contro l’Atalanta, buttando dentro dal primo minuto Kastanos, chiamato a fare numero in mezzo al campo. Il Verona è attento, difende bene e quando può riparte, mancando però spesso l’ultimo passaggio. Eppure le occasioni arrivano, ma non vengono finalizzate. Va sotto ingiustamente e mette dentro chi può per provare a riacciuffare il risultato. Nel Milan entrano Pulisic e Leao. Nell’Hellas Bernede, Cissè, Oyoegoke. Poi continuate a insultare l’allenatore. Perché la critica va bene, ma quando leggo gente santificare Baroni, dopo averne chiesto la testa per gran parte della scorsa stagione, mi sale il crimine.