IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

MONTIPO’ 6 Nella prima parte di gara si rivedono le solite incertezze nelle uscite. Poi si riprende, alla distanza e trova anche la sicurezza giusta. Tra i pali è attento e, a onor del vero, non corre grandi rischi, visto che il Verona costringe il Milan a tirare quasi sempre solo da fuori. Ora i soliti diranno che il gol è colpa sua. Perché alla fine bisogna sempre e comunque trovare un colpevole e ci dimentichiamo che capita che gli avversari facciano la differenza, soprattutto tecnicamente.

DAWIDOWICZ 6 Sottil ha poco stasera per mettergli paura. Non deve fare chissà che per avere la meglio del giovane attaccante rossonero. Fa il suo, senza strafare. Quando entra Leao ci si aspetta un bagno di sangue, invece è bravo a tenere a bada il portoghese che tra indolenza e tuffi inutili, trova comunque l’assist gol, ma non certo per colpa del polacco. 

COPPOLA 6 Parte ad handicap facendosi subito ammonire da Forneau. Un giallo che potrebbe condizionarlo, ma ormai il grado di maturità è tale da evitare che accada. Il duello con Gimenez è bello, di sostanziale parità. Gioca spesso in anticipo e gli dice quasi sempre bene. L’attaccante del Milan alla fine segna, ma ripeto quanto detto per Montipò, non sempre è colpa dei nostri se prendiamo gol.

VALENTINI 7 Temperamento da vendere a pacchi. Lui l’effetto San Siro proprio non lo sente, d’altra parte è abituato all’argentina, dove le vibrazioni non mancano. Cresce esponenzialmente col passare dei minuti, mettendo grande attenzione nella fase difensiva, non disdegnando di prendersi la responsabilità di impostare da dietro. Bello ed efficace da vedere nei contrasti. La gamba  non la tira indietro manco morto. Peccato sia un prestito secco, ma intanto godiamocelo.

TCHATCHOUA 6.5 Sulla carta il duello con Theo Hernandez era scritto, tutto a favore del francese dai capelli rosa. E invece se non vince lui il duello, poco ci manca, perché va spesso fino in fondo, mettendo in grande difficoltà il francese che deve fare gli straordinari per non crollare. Come spesso succede, arriva bene al cross, ma poi la qualità del passaggio non è sempre all’altezza della giocata. Per esigenze finisce a sinistra, con la stessa voglia di trovare un pari che sarebbe stato il risultato più giusto.

DUDA 7 Passano dieci minuti e la prima cosa che mi viene in mente è: “quanto ci è mancato Duda nelle ultime tre partite”. E’ impossibile fare a meno di questo giocatore, con tutte le sue piccole imperfezioni, quella grinta che a volte è anche eccessiva. Ma la marcatura su Joao Felix è stupenda, e la fase difensiva perfetta. Ha anche una buonissima occasione per segnare, la mezza papera di Maignan ci fa sognare, invano. Nella ripresa quando il Milan preme, alla ricerca di gol, mantiene compatta la squadra. Poi, inevitabilmente, la stanchezza si fa sentire. Ma lunga vita a Duda.

NIASSE 6 – I primi trenta minuti del primo tempo sono da incubo. Lento, impacciato, fuori posizione, non marca stretto e si prende il terzo giallo in tre partite. Piano piano si scrolla di dosso la tensione, rompe il fiato e inizia a macinare chilometri. E’ bravo a rompere il gioco del Milan, ma non ha la stessa qualità nel costruire. Però dai, qualche piccolo segnale di miglioramento c’è. Deve lavorare su questi. E, soprattutto, deve smettere di prendere ammonizioni inutili.

BERNEDE s.v. (dall’85°)

BRADARIC 6 Ormai direi che è una certezza questo ragazzo, il cui impatto col campionato italiano era stato abbastanza tribolato. Non è sicuramente uno appariscente, dotato di colpi sopraffini, ma le cose le fa bene, senza fronzoli. Sempre più a suo agio in fase difensiva, quando deve attaccare si sente nella sua comfort zone.

OYEGOKE s.v. (dall’85°)

SUSLOV 6.5 Nel primo tempo, con Duda, è il migliore. Solito moto perpetuo, solita voglia di lottare su ogni pallone. Non dà punti di riferimento e il Milan fatica a limitarlo. Nonostante il suo compito sia creare pensieri davanti, è lucidissimo anche quando deve aiutare la squadra a difendere. Spende tantissimo e arriva ai minuti finale in evidente debito di ossigeno. 

CISSE s.v. (dall’85°)

KASTANOS 5 Dopo tanti spezzoni, riesce finalmente ad avere una maglia da titolare. Da lui ci si aspetta cose importanti, che cominci finalmente a fare la differenza. E invece, ancora una volta, rimane un vorrei ma non riesco. Fa numero a centrocampo, ma si limita alla presenza, senza mai incidere veramente. Dispiace perché la tecnica sarebbe dalla sua parte, ma la voglia di lasciare il segno è un’altra cosa.

LAZOVIC 5.5 (dal 62°) Ha un giustificazione: la pubalgia. Fatica, ma la condizione fisica non lo aiuta.

SARR 6 Una partita di lotta continua. Fa a sportellate tutto solo, contro la difesa del Milan. Si scaraventa con cuore e grinta su ogni pallone gli capiti a qualche metro di distanza. Fa tante cose buone, le più difficili, direi, e poi sbaglia le più semplici, passaggi elementari che potrebbero creare qualcosa di importante per il Verona. Ma lascia il campo dopo aver dato veramente tutto quello che aveva in corpo.

MOSQUERA 5.5 (dal 68°) Una fatica tremenda a tenere su palloni, nonostante la solita buona volontà.

ALL. ZANETTI 6 Decide di coprirsi un po’ di più rispetto alla partita contro l’Atalanta, buttando dentro dal primo minuto Kastanos, chiamato a fare numero in mezzo al campo. Il Verona è attento, difende bene e quando può riparte, mancando però spesso l’ultimo passaggio. Eppure le occasioni arrivano, ma non vengono finalizzate. Va sotto ingiustamente e mette dentro chi può per provare a riacciuffare il risultato. Nel Milan entrano Pulisic e Leao. Nell’Hellas Bernede, Cissè, Oyoegoke. Poi continuate a insultare l’allenatore. Perché la critica va bene, ma quando leggo gente santificare Baroni, dopo averne chiesto la testa per gran parte della scorsa stagione, mi sale il crimine.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

MONTIPO’ 4 Se ne torna a casa con cinque pappine sul groppone, uno paio sicuramente figli anche della sua scarsa reattività. Rimane imbambolato in almeno due gol e non è accettabile, al netto della strapotenza dell’Atalanta che in campo sembra averne 22. Non esce quando deve, e questa volta anche tra i pali si riduce a una presenza passiva.

DANILIUC 5Tutto sommato parte anche bene e concentrato. Ma basta uno strappo di De Ketelaere per far suonare il classico “tilt” dei flipper. Si fa saltare dal belga sul gol del vantaggio atalantino. Poi è una rumba senza fine, tant’è che Zanetti decide di invertirlo con Ghilardi e metterlo su Samardzic. Ma ormai i buoi sono abbondantemente scappati.

VALENTINI s.v. (dal 24° s.t.)

COPPOLA 4 Una timidezza che preoccupa, che non ti aspetti da un ragazzo che invece aveva fatto vedere di essersi perfettamente calato nei panni del leader della difesa. Al di là di qualche bell’anticipo di testa e qualche scivolata d’altri tempi, Retegue ne ha fatti quattro. Dire c Regala con Ghilardi il terzo gol Retegui

GHILARDI 4.5 Parte su Samardzic e il suo sembra anche farlo. Poi, per evidenti sofferenze di Daniliuc, va su De Ketelaere. Ma anche lui balla come Tony Manero, solo che la febbre è del pomeriggio, non del sabato sera. Mezzo voto in più rispetto al compagno di reparto, giusto un paio di uscite interessanti. Ma se la ricorderà a lungo questa Coppola.

TCHATCHOUA 5.5 Al fischio d’inizio è il migliore del Verona. Un paio di spunti sulla destra fanno pensare a un pomeriggio sempre di sofferenza, ma comunque gestibile. E invece, ancora una volta, la squadra ne prende quattro nel primo tempo. Non c’è partita e non è certo lui quello in grado di dare la scossa o di spezzare la superiorità schiacciante dell’Atalanta. Prova anche a fare il gol dell’orgoglio, ma il piede sinistro è quello che è. Due occasioni che poteva gestire meglio, ma almeno ce l’ha messa tutta.

NIASSE 4 Un manciata di minuti e si prende il secondo cartellino giallo in due partite (qualcuno gli spieghi che è il caso di darsi una calmata). Ma ammonizione a parte, non ci capisce una mazza, dal primo all’ultimo. Ederson lo mangia come si fa come una fetta di pizza bella croccante: si piega in due e via in un sol boccone. Sul gol del brasiliano fa quasi tenerezza. Per carità, ha fatto un pugno di allenamenti col Verona, le sue colpe sono inevitabili. Ma speriamo che questa lezione di calcio gli lasci qualcosa come esperienza professionale.

BERNEDE 5 Se Niasse affonda come il Titanic, con orchestrina annessa, lui va in acqua, ma si aggrappa a un salvagente. Inizia con buon piglio, ma quando le cose iniziano a marcare male, viene inghiottito dal grande nulla gialloblù. Sparisce dal campo, ma ogni tanto ha qualche sprazzo di vitalità che deve però scontrarsi con la dura realtà. Nessuna croce addosso, non sa nemmeno dove si trovi visto quanto è stato veloce e obbligato il suo debutto.

DAWIDOWICZ s.v. (dal 18° s.t.)

BRADARIC 5 Cuadrado non è più un ragazzino, ma la qualità non perde mai di brillantezza. Il colombiano spinge tanto e va spesso e volentieri sul fondo a crossare e il terzino gialloblù deve davvero faticare non poco per stargli dietro. Qua e là gli capiti di spingersi oltre la linea di metà campo, ma le decisioni finali sono spesso nove volte su dieci scellerate.

OYEGOKE s.v. (dal 18°s.t.)

SUSLOV 4 Il nostro unico fantasista oggi ha visto il mondo in bianco e nero, o in nerazzurro, se volete. I colori delle sue giocate si sono annacquati al primo gol dell’Atalanta, così come è successo a tutto il resto della truppa. Viene surclassato dagli avversari e questa volta non è riuscito nemmeno a metterci la grinta, che non gli è mai mancata. Vabbè, vogliamo pagina, perché ha tutto per poterlo fare.

LAMBOURDE s.v. (dal 34° s.t.)

SARR 4 Tante spizzate, tanti controlli non male. Ma poi un miliardo di passaggi sbagliati, a due metri dal compagno. Cioè, sono errori che non ci si può permettere, soprattutto davanti a uno schiacciasassi come l’Atalanta. Leggero, non di peso, ma come atteggiamento. Stai prendendo una passata clamorosa, cosa ti metti a fare i colpi di tacco??? Torniamo alla realtà, dai.

KASTANOS (dal 18° s.t.)

MOSQUERA 4 La buona volontà non gli manca mai. Anzi, potesse dispensarne un po’ a qualche compagno sarebbe una gran cosa. Però i limiti tecnici sono davvero sotto gli occhi di tutti. Un banale stop diventa un’impresa e anche quando non è marcato a venti centimetri dall’avversario di turno, va in confusione, manco dovesse scalare l’Everest. Ripeto, buona volontà 10. Ma lì ci fermiamo, almeno oggi.

ALL. ZANETTI s.v. Non mi sono mai sottratto alle critiche verso il mister che, secondo me, in alcuni momenti della stagione, è andato oltre emotivamente parlando. Rimane il fatto che ha portato il Verona a 23 punti e questo non dimentichiamolo mai. E’ la sconfitta nella quale ha meno responsabilità in assoluto. Perché se già stai tentando un’impresa e a boicottarti ci si mette la tua società, allora i discorsi cambiano. E bene ha fatto a mandare in campo Bernede e Niasse, senza cedere alla tentazione di mettere Dawidowicz o Kastanos. Perché così il re è nudo. E non è lui il re, ma una società che ha fatto nulla per dire “crediamo nell’impresa, ecco i giocatori che ti servono”. Non funziona così. Non è giusto che siano sempre gli allenatori a pagare. Ognuno si prenda la sua responsabilità e la lista sarebbe già bella lunga. Mister Zanetti, oggi, non merita alcun voto.

IL PAGELLONE DI MONZA-VERONA

MONTIPO’ 6 Partita con pochi pensieri. Il Monza ci prova più che altro da fuori, con tiri che quando prendono lo specchio della porta non possono impensierire il portiere gialloblù. Nei minuti finali, quando la sua area diventa una tonnara, mantiene la posizione, ma qualche uscita in più non avrebbe fatto schifo.

DANILIUC 6 Dopo la trasferta di Venezia si merita la conferma. E se la merita sul campo, ripagando alla grande la fiducia di Zanetti. Tatticamente è bravo perché spariglia le carte e quando può diventa quasi ala, creando problemi agli esterni monzesi. Poi è sempre pulito, ordinato e difficilmente dalla sua parte si riesce a passare.

COPPOLA 7.5 Il duello con Mota è tutt’altro che banale perché, a di là della stazza del nostro Coppolone, l’attaccante del Monza ha buona tecnica e rischia di metterlo in difficoltà. E invece il difensore gialloblù spicca per classe, eleganza e tempismo. Sono tutti suoi i palloni, e Mota deve davvero accontentarsi degli scarti. Meravigliosa l’intesa con Ghilardi.

GHILARDI 7.5 Vale sempre ricordare che questo ragazzo ha vent’anni e gioca con il temperamento e la personalità del senatore. Inoltre, la sua zona di competenza è sul centro sinistra e per uno che calcia prevalentemente di destro è una nota di merito in più. Attentissimo ha sempre la testa alta, pronto anche a far ripartire la squadra. Ovvio che lo vogliano in tante, speriamo che Sogliano resista all’assalto.

TCHATCHOUA 6.5 Parte col freno a mano tirato e pensa più che altro a contenere che a sprigionare i cavalli che ha nel motore. Il primo tempo non è che sia una sofferenza, ma nemmeno una gioia. Nella ripresa, con il Monza che deve per forza di cose lasciare campo, trova spazi per poter galoppare. Lo fa bene, ma gli manca un po’ l’ultimo passaggio. Comunque inesauribile.

BELAHYANE 7 Gioca con la testa libera dai pensieri e dalle tante voci di mercato. E considerando la sua età è davvero incredibile. Finché rimane in campo Serdar, se ne sta basso e fa girare la squadra. Quando entra Niasse, fa salire i giri e diventa tuttocampista. Quando ha il pallone tra i piedi è impresa titanica toglierglielo. E anche quando lo perde, corre dietro all’avversario finché non se lo riprende. Che forte Reda. Chissà che non sia stata la sua ultima in gialloblù.

SERDAR 7 Parte ispiratissimo e si procura subito una grande occasione per segnare, se non fosse per il riflesso di Turati. Ma poi c’è lui nel gol del vantaggio, protagonista di una sgroppata che manda in confusione tutta la difesa brianzola, Lekovic su tutti. E’ dappertutto e quindi è ancora più doloroso l’infortunio muscolare, proprio perché sembrava essere in condizioni scintillanti. Speriamo non sia una cosa troppo seria, ma le sensazioni non promettono bene.

NIASSE 6 (dal 46°) Sbaglia un gol grande come una casa, quasi un rigore in movimento. Sarà l’emozione, fate voi, ma ci avrebbe evitato inutili sofferenze. Al di là di questo, si fa sentire, con buon posizionamento e qualche intercetto prezioso.

BRADARIC 6.5 Sicuramente il modulo lo ha aiutato nelle ultime partite. Giocare come esterno di centrocampo lo porta a mettere in evidenza le sue qualità, che sono sicuramente più offensive. In realtà fa cose buone anche quando deve rinculare e chiudere i timidi accenni d’attacco del Monza. Tanti cross, ma come spesso succede sono gli altri a non arrivare al momento giusto.

LAZOVIC s.v. (82°)

SUSLOV 7 Nel primo tempo, devo essere onesto, non mi ha fatto impazzire. Ma Stefano Rasulo, che è fine osservatore, fa notare che ha aiutato tanto in fase difensiva, sporcando tanti palloni avversari. Nella ripresa cresce esponenzialmente e lotta come un indemoniato. Corre senza conoscere pause. Si crea due ottime occasioni per chiudere la partita, ma non le sfrutta al meglio. Altrimenti gli avrei dato 8, eh.

SARR 5.5 L’impatto con la partita è buono e sembra anche trovare buon feeling con Mosquera. Con il Verona che domina la prima parte di gara sembra andare a nozze. Poi, però, si incarta e con i padroni di casa che provano a creare qualcosa, sparisce dal match. Fatica a tenere palloni e a far salire la squadra. Si abbassa troppo e manca quindi in area di rigore. Qualcosina meglio nella ripresa, ma non abbastanza per evitargli la sostituzione.

LIVRAMENTO s.v. (dal 73°)

AJAYI s.v. (dall’89°)

MOSQUERA 6.5 Anche lui ottimo impatto sulla partita. E anche lui, come Sarr, sparisce un po’ troppo presto. Poi, però, si rimette lui e con pazienza rientra nel match, fa sportellate, prende falli, dialoga coi compagni. Un enorme sacrificio e tanta generosità, sporcata da un cartellino giallo che doveva risparmiarsi. Nonostante questo condizionamento, rimane prezioso e fino a quando rimane in campo non arretra di un centimetro.

DAWIDOWICZ s.v. (dall’82°)

ALL. ZANETTI 7 Le scelte sono chiare: Dawidowicz e Lazovic, in questo momento, sono due riserve. E le decisioni pagano eccome. Fin dai primi minuti i suoi danno l’impressione di poter controllare la partita. Il Monza prova a rientrare, ma senza grande convinzione. I gialloblù gestiscono bene, compatti, come una vera squadra. Bisogna soffrire perché oltre all’avversario contro il Verona ci si mette anche la sfiga: vedi gli infortuni di Serdar e Livramento, che si aggiungono a quello di Tengstedt. La classifica è buona. Evitiamo di guardarla.

IL PAGELLONE DI VENEZIA-VERONA

MONTIPO’ 6 + L’unica vera parata la deve fare su Busio a cinque minuti dalla fine, ed è determinante. Per il resto è di fatto spettatore non pagante perché il Venezia, se escludiamo il gol, non si rende praticamente mai pericoloso.

DANILIUC 6 Gioca di fisico e di posizione. Non è certo uno appariscente, che si lascia andare a stravaganze offensive. Mantiene le consegne di Zanetti e quelle cerca di portare alla fine senza creare problemi. Quando il Verona prova ad alzare i giri, anche lui si accoda e ci mette appunto l’irruenza fisica. Scolastico, ma efficace.

COPPOLA 7 E’ testimone di quella che probabilmente sarà l’ultima partita di Pohjanpalo con la maglia del Venezia. Ma non ha alcuna intenzione di lasciarli la passerella d’onore, anzi. Il nostro Coppolone lo domina senza grandi fatica. Se non fosse per la pioggia, probabilmente, non suderebbe nemmeno la maglia. Cerca fortuna anche nell’area avversaria ed è fondamentale nei minuti finali di gara, quando il Venezia, con la forza della disperazione, prova a vincere.

GHILARDI 7 Per lui vale lo stesso discorso fatto per Coppola, cambia solo l’avversario, ossia Oristanio. Gioca con attenzione e massima sicurezza. Prova a impostare da dietro e non sempre gli va bene, ma l’idea c’è. E’ bravissimo negli ultimi concitati istanti del match, non sbaglia un pallone che sia uno e salva di fatto sull’ultima azione del Venezia. Continua la crescita di questo giovanotto.

TCHATCHOUA 7 Ha martellato come un ossesso su quella fascia, ha fatto chilometri su chilometri, senza mai mostrare stanchezza. C’è Ellertsson dalla sua parte e gli fa passare una serata impegnativa. E’ vero che i cross non sono sempre il miglior piatto della casa, ma dai e dai e qualcosa sta cambiando. Mette la corona alla partita con un gol importantissimo e non banale.

BELAHYANE 6.5 Pronti e via e lui è già dentro la partita, prima dei compagni che, invece, ci impiegano qualche minuto in più. Bravo a non sprecare palloni, a gestirli sempre con la testa e non solo coi piedi. Un paio di spunti sono illuminanti e utili a liberare il compagno più vicino. Tanta corsa, come sempre. E la dimostrazione di avere ancora il Verona nei suoi pensieri, nonostante le tante voci di mercato. Questo è l’atteggiamento che deve sempre avere un professionista.

SERDAR 7 Inizio timido, ma è solo un’impressione. Perché ci impiega poco a prendere possesso del centrocampo, grazie anche al fedele scudiero Belahyane. Quantità e qualità e anche l’occasione per trovare il gol. Il secondo tempo la crescita non si ferma, col Verona costantemente nella metà campo dei padroni di casa. Si sacrifica come un ossesso anche in fase difensiva e sa come e quando rallentare o accelerare. Finisce stremato.

BRADARIC 6 Ha Zerbin dalla sua parte, non Garrincha, nonostante segni il gol del Venezia. E infatti ha forza e occasioni per spingere. Lo fa anche con buona qualità, alternando cross interessanti ad altri magari non precisissimi. Ma non si può dire che non ci metta tutto quello che ha, fino a quando Zanetti decide di lasciarlo in campo. 

MOSQUERA 6.5 (dal 62°) Importante nel gol del pareggio, ma è l’atteggiamento generale che merita di essere premiato. Concentrato e tignoso su ogni pallone, lotta con enorme determinazione.

SUSLOV 6.5 Moto perpetuo per Tommasino, che va come un matto. Va nonostante i veneziani non giochino proprio a carte pulite con lui. Visto che faticano a controllare il suo primo metro di scatto, cosa fanno, lo abbattono. Finisce tante volte per terra e nessuno si becca cartellini. Ma lui, noncurante, va avanti per la sua strada, svaria su tutto il fronte d’attacco e cerca sempre la soluzione migliore. Voglio più coraggio al tiro, perché ce l’ha.

LAZOVIC s.v. (dall’82°)

TENGSTEDT 5.5 Non sta bene fisicamente e si vede lontano anni luce. Si abbassa tanto a cercare la manovra, ma quando poi serve veramente in area di rigore, non c’è. Gli manca il guizzo e anche con Sarr fatica a trovarti. Già in condizioni problematiche, viene azzoppato in maniera vergognosa da Candé, che non si prende nemmeno il cartellino giallo. Costretto a uscire, accendiamo qualche moccolo perché non sia qualcosa di grave.

KASTANOS 6 (dal 39°) Entra al posto di Tengstedt costretto a uscire per infortunio, ma le caratteristiche sono diametralmente opposte. Ci impiega un pochino a trovare la posizione, finendo un po’ nel traffico della partita. Poi si mette in linea di galleggiamento, pur non brillando. Ha occasione per far male da fuori, ma perde l’attimo. Lotta comunque insieme alla squadra.

SARR 5.5 Un po’ più dentro la partita rispetto a Tengstedt. Ma la scusa del danese è una condizione fisica non eccellente. Lui ha avuto un po’ meno alibi. Tanto macchinoso, poco dentro l’area di rigore, dove servirebbe lui per i tanti cross che mettono dentro sia Bradarici, sia Tchatchoua. Fisicamente non brillante e mi auguro che non stia diventando una prassi. Vero che non giocava tante partite di fila da un’eternità, ma deve lavorare di più per essere determinante.

LIVRAMENTO s.v. (dall’82°)

ALL. ZANETTI 6 Costretto a rinunciare agli squalificati Dawidowicz e Duda, può comunque contare su sostituti più che validi, a cominciare da Belahyane che non è ovviamente un rincalzo. E’ il Verona a fare la partita, lasciando al Venezia solo qualche timida ripartenza. E su una di queste prendiamo gol. Peccato, ma bugiardo come risultato. Non mi convince Kastanos per Tengstedt, ma tant’è, è un’opinione umile e personale. Nella ripresa i gialloblù dominano, ma sono poco concreti sotto porta. Finisce comunque con un pari, che non bisogna buttare via. Anche se vista la classifica, una vittoria avrebbe davvero risolto tanto. Ma vabbè, vorrà dire che toccherà andare a vincere a Monza. E chi se ne frega della scaramanzia.

IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

MONTIPO’ 4.5 Va bene che Coppola si dimentica di marcare completamente Gigot, libero di colpire di testa senza contrasti. Ma dovrebbe capire il nostro portiere che si può anche uscire dalla porta, soprattutto quando il pallone è nell’area piccola. Gli manca tremendamente questa cosa. Anche sul raddoppio della Lazio ci prova a pagare, goffamente, coi piedi, ma il risultato è pessimo. Sul terzo gol, obiettivamente, non può nulla.

DAWIDOWICZ 5 Deve marcare una vecchia conoscenza gialloblù, Mattia Zaccagni. Che ogni volta che ha il pallone tra i piedi lo punta senza pietà. E ha ragione a farlo. Fa una fatica tremenda a stare dietro al talento laziale e va sempre in apnea in tutte le situazioni di attacco degli ospiti. Si becca anche un giallo che gli farà saltare la difficilissima trasferta di Venezia.

LIVRAMENTO 5 (dal 1° s.t.) Non pervenuto, ma non è ancora dotato del dono dei miracoli.

COPPOLA 5 In serie A non ci si può permettere di distrarsi nemmeno mezzo secondo e quando la partita inizia, inizia. Sul calcio d’angolo che porta al gol della Lazio, si perde clamorosamente Gigot, che non deve fare altro che appoggiare di testa, dentro l’area di rigore. Poi non che conceda tantissimo a Castellanos, ma rimane davvero su quell’errore. Nervoso, si fa anche ammonire e questo condiziona ulteriormente una partita già compromessa.

GHILARDI 5 L’uomo di competenza è Isaksen, non proprio una passeggiata di salute. Quando può, l’esterno della Lazio lo punta e spesso gli va via. Il giovanotto gialloblù prova a metterci il fisico, ma poche volte gli va bene. Tutte le volte che la squadra di Baroni scende non è esente da attacchi di panico onestamente inspiegabili.

TCHATCHOUA 4 Tavares sembra Giggs al cospetto dell’esterno gialloblù che è totalmente in bambola. Non ha mezzi tecnici e fisici per contrastare l’esterno laziale che fa il bello e il cattivo tempo. Prende un po’ di coraggio quando la partita è di fatto finita. Qualche cross gli riesce, ma un po’ a caso. Quando il Verona aveva una seppur piccola speranza di rientrare in partita si è inventato un retropassaggio osceno per Montipò. Lo intercetta Dia che imbecca Zaccagni per lo 0-3. Disastroso.

FARAONI s.v. (dal 28° s.t.)

DUDA 5 Si fa travolgere senza pietà dal centrocampo della Lazio, che si trova delle vere e proprie praterie per arrivare dalle parti di Montipò. Viene costantemente saltato e quando si ritrova col pallone tra i piedi, complice anche l’immobilismo dei compagni, non sa cosa farsene. Non dirige, non contiene. Insomma, quello che fa lo fa male male. E si prende anche l’ennesimo cartellino rosso.

SERDAR 4.5 Vedi Duda. Con l’aggiunta che si mangia un gol clamoroso a mezzo metro dalla linea di porta di Provedel.

BRADARIC 5 Deve aiutare Ghilardi su Isaksen e vabbè. Poi, seppur timidamente prova anche a spingere. E tutto sommato va spesso sul fondo con la possibilità di crossare anche abbastanza liberamente. Quello che ne esce, però, non è che rimarrà nella storia del calcio, diciamocelo senza timore di smentita.

SUSLOV 5 Un primo tempo da incubo per il talentino gialloblù che paga una condizione fisica non eccellente, dopo l’influenza settimanale. Viene saltato sistematicamente, con una facilità clamorosa. Corre male e con poca lucidità, ma co passare dei minuti sembra trovare leggermente il ritmo. E’ comunque una semplice illusione. Nella ripresa qualche piccola fiammata, spenta con una semplice folata di vento.

KASTANOS s.v. (dal 20° s.t.)

TENGSTEDT 4 Non ne ha imbroccata una giusta. Per quanto sia dentro il gioco, sbaglia tutto quello che è possibile sbagliare e anche l’impossibile. Ha subito una grande occasione per pareggiare il gol della Lazio ma non controlla come saprebbe fare. Giova freneticamente, perché sa, probabilmente, di non essere in giornata. Anche il fraseggio con Sarr è disastroso. Giornata che più storta non si può.

LAZOVIC s.v. (dal 20° s.t.)

SARR 4 Se non altro Tengstedt ha le occasioni, lui nemmeno quello. Totalmente fuori dal gioco, non è mai in grado di impensierire la difesa della Lazio. La cosa migliore la fa con un recupero difensivo. E questo la dice lunga sulla sua partita.

BELAHYANE s.v. (dal 27° s.t.)

ALL. ZANETTI 5 Partita condizionata dai soliti errori individuali, con tre gol presi per sbagli clamorosi dei gialloblù. Però quello che colpisce è la mancanza di reazione o, quantomeno, troppo tardiva, quantomeno nel primo tempo. Perché sullo 0-2 il Verona meriterebbe di rientrare in partita. E invece si becca il terzo gol per una sciagurata cappella di Tchatchoua. Da lì in avanti il nulla più totale e anche i cambi dalla panchina non danno nulla. Ora in successione si andrà a Venezia e Monza. Le parole, ancora una volta, stanno a zero. E anche lui deve recuperare lucidità.

IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

MONTIPO’ 6 Anche lui entra, suo malgrado, nella lista dei giocatori del Verona che hanno fatto almeno un gol in questa stagione. Purtroppo se lo fa nella sua porta, complice un palo bastardo. Peccato, perché nonostante la tanta pressione del Napoli, non è chiamato a parate esemplari. Bravo comunque su un bel tiro dal limite di McTominay

MAGNANI 6 Un primo tempo in difficoltà. Accusa non poco gli strappi di Neres, che quando va su di giri fa fatica a tenerlo. Punta tutto sulle scivolate, che non danno grandi risultati. Inoltre, ogni volta, fatica a rialzarsi. Ci si aspetta qualcosa di meglio quando ha il pallone tra i piedi, libero di impostare. E invece è spesso poco preciso. Più a fuoco nella ripresa, chiude bene situazioni potenzialmente esplosive. Migliora non di poco la sua partita e alla fine la sua la dice.

COPPOLA 6.5 Molto difficile giudicare la prestazione di Coppolone. Perché è vero che i due assist gol sono proprio di Lukaku, che è l’uomo che lui deve marcare. Però è altrettanto vero che in quelle situazioni, forse, più di così non poteva fare. Il resto per il belga sono di fatto solo briciole. Mai alla conclusione, mai capace di manovrare. Ai punti la vince il nostro difensore, nonostante le due “disattenzioni” sull’attaccante napoletano.

DAWIDOWICZ 6 – Politano lo conosciamo bene, se ti prende il tempo col primo passo, sei fregato. E capita che gli vada via, sarebbe strano il contrario. Ma gli lascia spesso i soliti ghirigori tanto fumo e poco arrosto. Ecco, un po’ meglio poteva fare in occasione del vantaggio napoletano, ma è un discorso abbastanza generale.

FARAONI 7 Con Duda il migliore del Verona. Avevamo aspettative basse, forse in maniera un po’ ingenerosa. E lui ci ha sbertucciati tutti mettendo insieme una prestazione pazzesca, proprio come ai vecchi tempi. Bene dietro, anche meglio quando attacca. Dai suoi piedi partono cross che fanno male. Passano i minuti e prende le misure anche a Neres, che è un bel diavoletto. Ah, come se non bastasse, salva un gol su linea di porta.

DANILIUC s.v. (dal 76°)

DUDA 7 Per me la miglior partita di questa sua stagione, un po’ condizionata dagli infortuni. Tralasciando la prima parte di gara, col Napoli pronto a prendere l’Hellas alla gola, manco fosse il Conte Orlok, non sfigura di fronte al centrocampo partenopeo, che è tra i migliori d’Europa. Recupera una marea di palloni, riparte, detta i tempi, “parla” la stessa lingua con Belahyane. Anche in fase difensiva un vero leone, mai domo. Anche quando deve andare muso a muso contro gli avversari.

BELAHYANE 6.5 Inizia annaspando, travolto dal centrocampo del Napoli, che sembra più uno tsunami. La differenza fisica con McTominay è devastante e quindi gli serve qualche minuto per capire dove si trovi. Secondo voi si è fatto intimorire? Manco un po’. E infatti alla distanza esce bene, con personalità e anche con “arroganza” fisica, nonostante pesi 50 kg. Ottima l’intesa con Duda. Quando non arriva lo slovacco c’è lui, e viceversa. Non è stato facile, ma lui ha risposto presente.

MOSQUERA s.v. (dall’83°)

LAZOVIC 6 Come tutto il Verona soffre la prima manciata di minuti quando, presto sotto di un gol, la squadra si fa soffocare dai padroni di casa. Ma riesce anche lui, con le giuste chiusure e altrettanto azzeccate ripartenze, a togliere un po’ di certezze al Napoli. Sicuramente più prezioso in fase difensiva che offensiva. Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, finisce prima lui la benzina rispetto a Faraoni.

BRADARIC 6 (dal 68°) Si è visto poco, ma non sempre è una cosa negativa.

SUSLOV 6 + Grande spirito di sacrificio, tutto corsa e temperamento, con enorme voglia di soffrire con tutta la squadra e, quando necessario, ripartire. Il grande impegno nel distruggere il gioco dei padroni di casa gli toglie qualcosa in fase creativa, ma è davvero una furia e non arretra di mezzo centimetro. Nonostante la stanchezza finale, non molla. E’ un altro rispetto a qualche mese fa. Allora chiusure come quelle viste al Maradona non le avrebbe fatte.

TENGSTEDT 6 Si è fatto un mazzo tanto per la squadra, correndo su tutto il fronte dell’attacco e tornando ad aiutare i compagni molto più velocemente rispetto al compagno di reparto Sarr. Vero, un po’ meno lucido sotto porta e nelle decisioni finale. Qualche passaggio sbagliato di poco, ma quando meno era richiesto. Rimane perno fondamentale per il fronte offensivo gialloblù.

KASTANOS 6 (dal 76°) Subito in partita.

SARR 5.5 Contro la difesa del Napoli è dura per i fenomeni, per lui, che comunque fenomeno non è, non ci sono esenzioni. Tenta di non dare riferimento, abbassandosi anche lui come Tengstedt a cercare palloni giocabili. Ma fa fatica. Il primo tempo cerca di stringere i denti. Nella ripresa un paio di sussulti che fanno ben sperare, ma poco più. E infatti Zanetti lo richiama in panchina

LIVRAMENTO 6 (dal 68°) Anche lui come Kastanos prova subito a incidere.

ALL. ZANETTI 6 Difficile criticare questo Verona, che va subito sotto con un gol sfortunatissimo, sembra poter affondare come già fatto nella storia recente, e invece rialza la testa con orgoglio. Un primo tempo in cui Lazovic e compagni hanno giocato a calcio, non a calci. Mai un pallone sprecato, lanciato a caso. Sempre scambi a terra, con qualità. Poi, per carità, la qualità della capolista la senti. Al Pacino diceva che la vittoria è spesso questione di centimetri. Quelli che fanno la differenza tra vivere o morire. E ora siamo certi, che quei centimetri il Verona li vuole fare fino all’ultimo.

IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE

MONTIPO’ 7.5 Parata più scenografica che altro nel primo tempo sulla punizione Thauvin. Nella ripresa nervi saldi e riflessi pronti sul tiro al volo di Lovric. Si supera su Lucca, soprattutto parando a terra un colpo di testa a trenta centimetri dalla linea di porta. Salva il risultato quando con le unghie mette sulla traversa la bomba da fuori di Atta. Azzecca sempre i tempi giusti anche sulle uscite, non sempre il piatto forte della casa.

DAWIDOWICZ 6 Thauvin ha grande talento e lui, lo sappiamo può controbattere più che altro con cuore e grinta. Non è semplice eppure pare concentrato, anche se a volte non si capiscono certi black out clamorosi, soprattutto col pallone tra i piedi. Finisce la partita a centrocampo, tentando di fare muro con le ultime energie che gli rimangono in corpo

COPPOLA 6.5 La sfida con Lucca è d’altri tempi, senza che i due risparmino colpi, anche al limite del proibito. La mettono tutta sul fisico e benché l’attaccante dell’Udinese abbia le sue occasioni, sembrano più frutto del bomber friulano che demerito di Coppolone. Giocare con continuità gli sta dando quell’ultimo pezzo che gli mancava per potersi sentire a tutti gli effetti un gran bel giocatore per la categoria

GHILARDI 6.5 Cresce, cresce il ragazzo, che ha ormai perso ogni tipo di timore della categoria. Come Coppola, che ha un compito ben più arduo nel duello con Lucca, rimane sul pezzo dall’inizio alla fine, senza mai lasciarsi andare a cose inutili. Fa le cose facili, semplici, lasciando perdere fronzoli e vezzi inutili. Non male anche quando provo a lanciare gli attaccanti.

TCHATCHOUA 6 Qualcosina meglio rispetto alle ultime partite. Ancora arruffone, soprattutto quando deve difendere, fa meglio nella metà campo avversaria. Kamara è una bella gatta da pelare e le prova tutte, buone o cattive che siano per avere la meglio. Tutto sommato gli va bene, anche con quel pizzico di astuzia che non manca mai.

DUDA 6.5 Già, anche quando sembra che non sia al 100% si fa fatica a toglierlo e quando non ce l’hai ne senti tremendamente la mancanza. Gioca di qualità e di quantità, con tempi giusti e ottime interazioni con Serdar. Anche quando il Verona si ritrova in dieci è bravo a stringere i denti e a reggere l’impeto dei bianconeri.

SERDAR 6.5 Nel primo tempo va vicino al gol non una ma due volte, diventando il più pericoloso dei gialloblù. Passano i minuti si appropria del centrocampo e la sua è una partita in crescendo, di grande corsa, forza fisica e caparbietà nello spezzare le ripartenze udinesi. Proprio nel suo momento migliore, per eccesso di generosità, dopo un pallone perso, si fa cacciare per doppio gialloblù. Peccato, salterà Napoli.

BRADARIC 6.5 Lo abbiamo tanto bastonato, anche giustamente, ma questa volta è indubbiamente uno dei migliori del Verona. Fa bene tutte e due le fasi e se sappiamo che ha capacità di attaccare, sorprende positivamente per la facilità con la quale copre e aiuta in fase difensiva. Gli riescono anche tanti bei cross, che hanno poca fortuna. Ah, ricordo che aveva Ehizibue, non facilissimo da marcare.

DANILIUC s.v. (dall’81°)

SUSLOV 6.5 Grandissimo lavoro tattico su Lovric. Lo segue davvero come un’ombra. Corre come un disperato e quando ha il pallone tra i piedi suona comanda l’arrembaggio gialloblù, con i suoi zig zag e i continui cambi di velocità. Crea una delle occasioni più ghiotte, con quella bella punizione che impegna Sava in calcio d’angolo. Viene richiamato in panchina quando forse ha ancora qualcosa da dare.

MAGNANI s.v. (dall’81°)

TENGSTEDT 5.5 Un po’ meglio rispetto a Sarr, ma questa volta la sua grande qualità tecnica e di pensiero non ha fatto la differenza. In tutta la partita ha avuto una sola grandissima occasione da gol e, onestamente, poteva fare meglio. Rimane comunque irrinunciabile e Zanetti deve chiamarlo in panca solo perché costretto dall’inferiorità numerica.

BELAHYANE 6 (dal 73°) Lotta insieme ai compagni.

SARR 5.5 Cominciamo dicendo che Bijol è un bell’animale, ma nel senso buono del termine. L’attaccante svedese ha il suo bel da fare per trovarsi un posto al sole e le cose gli si complicano non poco. Partecipa alla manovra, qualche sponda qua e là, ma non tanto altro. Anche il dialogo con Tengstedt, questa volta si inceppa, nonostante diano sempre l’impressione di potersi innescare.

MOSQUERA 5.5 (dal 57°) Non meglio rispetto a Sarr. Ma per lui è ancora più difficile dopo che il Verona rimane in dieci.

ALL. ZANETTI 6 Riconferma la squadra vincente a Bologna, eccezion fatta per Lazovic ancora non al meglio. Il Verona parte forte, meglio rispetto all’Udinese e va vicino al vantaggio. Poi una serie di circostanze gli cambiano un po’ i piani, soprattutto l’espulsione di Serdar che lo costringe a coprirsi. Arriva finalmente il primo pareggio della stagione, tre risultato utile nelle ultime quattro partite. Sembrava Rocky nei primi due match contro Apollo Creed. Incredibile come sia sempre riuscito a rialzarsi.

IL PAGELLONE DI BOLOGNA-VERONA

MONTIPO’ 6 Come talvolta succede, sicuro tra i pali, meno quando è chiamato a uscire. E’ attento sui tiri da lontano, ma quando il Bologna fa spiovere palloni nell’area di rigore della quale lui è titolare dimostra qualche incertezza di troppo. Può nulla sui gol, ma ormai è impossibile finire una partita senza prenderne almeno uno.

DAWIDOWICZ 6 Dopo il disastro contro l’Empoli sembra essere tornato quello dei vecchi tempi. Mai bello da vedere tecnicamente, ma sempre concentrato, disposto a lasciare tutto sul campo per questi colori. Dominguez è un bel peperino e lui è spesso costretto a mettere le toppe ai tanti errori di Tchatchoua, in serata “horror”. Zanetti lo richiama in panchina subito dopo l’ammonizione.

MAGNANI 7 (dal 59°) Entra in campo come Massimo Decimo Meridio al Colosseo, pronto a uccidere tigri, gladiatori e, servisse, anche l’imperatore. E’ indemoniato, non sbaglia un colpo, di testa è impossibile superarlo, ma anche palla a terra non fa prigionieri.

COPPOLA 7 Altra grande prestazione del nostro Coppolone, che sta diventando sempre più sicuro di sé. Castro è forte, ma lui ci mette fisico e astuzia e anche l’ignoranza calcistica che serve nei momenti più difficili. Sul gioco aereo è insuperabile, un veterano, mi verrebbe da dire. Una certezza che aveva solo bisogno di fiducia e continuità.

GHILARDI 6.5 Per lui vale lo stesso discorso fatto per Coppola, solo con qualche piccola sbavatura in più. Effettivamente Odgaard lo impensierisce quando lo punta, ma anche quando pare andare in difficoltà, non si scompone esageratamente. Quando il campo diventa un’arena insanguinata, lui si infila l’elmetto e sfodera la baionetta. Fiducia, fiducia, fiducia.

TCHATCHOUA 4.5 Una delle sue partite peggiori da quando è a Verona, se non la peggiore in assoluto. E’ disastroso sul gol di sul gol di Dominguez. Prova a rinviarla di testa e la mette proprio sui piedi degli avversari. Soffre tremendamente Dominguez, che gli va via nove volte su dieci. E così succede anche nel pareggio del Bologna. Fortunatamente il risultato sorride al Verona, altrimenti avrebbe avuto davvero tante cose da rimproverarsi.

SERDAR 6.5 Fatica tanto nella prima parte di gara, più che altro in fase di copertura. Ha grandi problemi in marcatura su Pobega, che fa letteralmente quello che vuole. Poi cresce, trova le misure e l’apice della sua partita lo raggiunge con quell’assist pizzicato per il gol dell’1-2 di Tengstedt. Corre come un dannato e stringe i denti alla morte fino al 95°. Ricordiamoci che due settimana fa aveva la polmonite, così per dire.

DUDA 6 Una partita di grande sofferenza per lo slovacco, che non riesce a spezzare il fiato e a trovare il ritmo. Arriva sempre un secondo dopo sul pallone e i bolognesi hanno gioco facile nel superarlo. In più è tanto nervoso, perché si rende conto che le cose non gli girano per il verso giusto. Cambia tutta dall’episodio dell’espulsione di Pobega. Paradossalmente si tranquillizza e inizia a giocare il pallone con calma. Quando le cose si fanno serie, tira fuori il temperamento che serve.

SUSLOV 5 Ha il compito di annullare Freuler e tatticamente la consegna gli riesce, per lo svizzero sparisce dal campo. Ma sulla prestazione dello slovacco pesano due errori pesantissimi, che potevano davvero determinare una stagione. Due contropiedi gestiti in maniera scriteriata, soprattutto il primo: si fa ingolosire e tira, sbagliando, senza darla a Tengstedt per il più facile dei gol. Pochi minuti dopo un’altra ripartenza buttata nel cesso. In più si becca un giallo e Zanetti lo cambia.

BELAHYANE 6 (dal 59°) Non ha certamente paura di finire in mezzo a questa tonnare da paura.

LAZOVIC 5.5 Voto condizionato da una forma fisica che fin da subito non sembra ottimale. Cerca lo spunto, ma le gambe non fanno quello che dice la testa. E infatti si blocca ed è costretto a chiedere il cambio.

BRADARIC 6 (dal 30°) Entra in campo freddo e si vede. Una sequela di errori da far venire i brividi, ma quando il motore si scalda prende le misure agli avversari. C’è anche lui, tra l’altro, nel gol del raddoppio del Verona, con quel bel cross di destro che Serdar spizza quanto basta per mandare in porta Tengstedt.

TENGSTEDT 7.5 Il vero fenomeno del Verona è lui. Un’intelligenza calcistica sopraffina. E’ regista d’attacco, con visione alla Pirlo. Grande nel mandare in confusione Lukumì e a rubargli palla. L’assist col contagiri per Sarr è la più semplice conseguenza. Dialoga in maniera impeccabile col compagno di reparto. Nel momento più difficile per l’Hellas spunta lui, imbeccato perfettamente dal capoccione di Serdar e segna la rete del vantaggio gialloblù. Ne aveva ancora, ma Zanetti non era dello stesso parere.

LIVRAMENTO 7 (dal 70°) Un paio di sgasate in barba al nuovo codice della strada. Spaventa i difensori del Bologna che, stanchi, riescono solo a prendergli la targa. L’atteggiamento è quello giusto.

SARR 7 Terzo gol per l’attaccante, che di partite, soprattutto per tanti problemi fisici, ne ha giocate poche. Ma quando ha avuto le occasioni giuste raramente ha sbagliato. Parla la stessa lingua calcistica di Tengstedt e ogni mattoncino del loro gioco è un magico Tetris. Svaria su tutto il fronte d’attacco ed è freddo a segnare un gol per niente banale. Forte forte sto ragazzo. Speriamo che la salute lo assista a lungo.

MOSQUERA 6 (dal 70°) Ci mette il fisico e poco altro. Ma questa volta basta così.

ALL. ZANETTI 7 Quali sono le sue colpe nel primo gol che prende il Verona? E’ un problema di fase difensiva? Non penso proprio. Detto questo, manda in campo la miglior formazione possibile, con una coppia d’attacco meravigliosa. I suoi ragazzi sono aggressivi e compatti, vanno a prendere alto il Bologna, al quale, però regalano un gol. Ma il Verona questa volta non si scioglie, rimane in partita e la ribalta come un calzino. Raggiunto sul 2-2, l’Hellas soffre un po’ troppo, nonostante sia in superiorità numerica. Ma poi San Culo, per una volta guarda dalla parte giusta e regala una vittoria che può cambiare la stagione. Due vittorie nelle ultime tre. Peccato prendere tanti gol, ma finché ne facciamo uno un più degli altri, chi se ne fotte.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

MONTIPO’ 6 Chiamato due parate interessanti, una su Terracciano, l’altra, nella ripresa su Jimenez, che lo impegna. Bene nelle uscite, spesso sui limite, anche quando il pallone è a terra. Impossibile fare qualcosa sul gol di Reijnders.

DAWIDOWICZ 6.5 Conferma quanto di buono fatto vedere a Parma. Attento, concentrato e finalmente non più nervoso. Deve prima fare i conti con Leao, che poi si rompe, quindi gli tocca Jimenez. In entrambi i casi il risultato non cambia e per quanto mai appariscente, il suo lo fa bene. Il giallo che si becca, però, condiziona la sua partita, almeno secondo Zanetti, che preferisce non rischiare e cambiarlo dopo l’intervallo.

DANILIUC 6 (dal 1° s.t.) Si perde Reijnders sul gol del Milan, non riuscendo a rimediare alla prima sbavatura di Duda. Si riscatta comunque con un paio di buone giocate arrembanti verso la porta di Maignan. Corre, ci mette il fisico e la giusta dove di coraggio nei constasti con i bestioni rossoneri

COPPOLA 6.5 In fiducia dopo Parma, ingaggia un duello interessante con Abraham, che, a dire il vero, vince in maniera anche più semplice di quanto ci si poteva aspettare. Guida bene la difesa, non lascia profondità e nei duelli uomo a uomo esce sempre a testa alta. Anche nel gioco aereo non perde mai di vista l’obiettivo.

GHILARDI 6 Anche lui è attento, anche se incespica qualche volta spinto forse dalla voglia di strafare. Ma non combina guai e dimostra di poterci stare eccome in questa squadra, con addosso la maglia da titolare. Quando non c’è Coppola su Abraham, arriva in soccorso lui. Prova anche a impostare da dietro, ma c’è da lavorare in questo senso.

TCHATCHOUA 6 Senza infamia e senza lode. Era uno dei sorvegliati speciali, incaricato insieme a Dawidowicz di prendersi cura di Leao. Qualche brivido, ma non preoccupante. Meglio, come sempre, quando gioca una trentina di metri più avanti. Va tante volte sul fondo, ma la qualità è un po’ a corrente alternata.

DUDA 6 Un buon primo tempo, tatticamente azzeccato, nonostante la grande forza del centrocampo milanista. Nella ripresa perde un po’ passo e lucidità, ma cerca di limitare. I rossoneri tornano in campo con più voglia e lui soffre l’onda d’urto. Ma ciò nonostante non sbraca e la porta a casa, pur con qualche affanno.

BELAHYANE 6 Un po’ timidino, e non è da lui. Non è male quando deve contenere, ma nella metà campo avversaria fa un po’ fatica e non è sempre sempre arrivare sul pallone coi giri giusti. Fisicamente fa sempre valere la voglia di arrivare, ma è stato più un “vorrei ma non posso” che altro.

TENGSTEDT s.v. (dal 34° s.t.)

KASTANOS 5.5 Aveva il duro compito di rimpiazzare il miglior Harroui visto finora e le cose non vanno come vorrebbe. Pensa più a contenere che altro e questo sai riflette sulla creatività, questa sconosciuta. Oggi solo comparsa, ma ha colpi per essere protagonista.

SERDAR 5.5 (dal 14° s.t.) Impossibile pensare che potesse essere in condizione dopo la broncopolmonite che lo ha allettato.

LAZOVIC 5.5 Un paio di passi indietro rispetto a Parma ha trasformato tutto in oro. La sua stella polare rimane l’equilibrio, che è bravo a impreziosire con le sue giocate. Proprio quei guizzi che gli sono mancati contro il Milan, perlomeno con la continuità che tutti ci aspettiamo. Tante possibilità di crossare, ma non sempre la ciambella gli riesce col buco. E con quel delizioso zucchero a velo.

MOS QUERA 5 (dal 27° s.t.) Litiga col pallone, inspiegabilmente.

SUSLOV 6.5 E’ il più pericoloso dei gialloblù, l’unico a creare due occasioni degne di questo nome. Bel tiro, infatti, nel primo tempo, che obbliga Maignan a distendersi non senza problemi. Buona occasione anche nella ripresa, sempre col 16 milanisti bravo a parare. Corre come un dannato, con criterio, bravo a infastidire sempre gli avversari. Nonostante i chilometri fatti, rimane lucido, anche se negli ultimi secondo gestisce male l’ultima chance per il Verona.

SARR 5.5 Fa sicuramente più fatica rispetto a Parma, anche perché il Verona controlla e prova a ripartire. Ma di palloni gliene arrivano gran pochi e, non essendo lui un mago, non può tirar fuori il classico coniglio dal cilindro. Qualche discreta sponda e poco più, un po’ pochino.

LIVRAMENTO 5 (dal 1° s.t.) Doveva dare lo sprint. Non ci è riuscito.

ALL. ZANETTI 6 – Verona equilibrato, confermato dopo la vittoria di Parma, eccezion fatta per Kastanos che sostituisce l’infortunato Harroui (in bocca al lupo). I suoi ragazzi giocano tatticamente nel migliore dei modi, facendo innervosire il Milan, che non riesce a trovare ritmo. Il Verona dimostra di essere squadra e, purtroppo, prende il gol proprio nel momento in cui sembra prendere coraggio. L’atteggiamento è finalmente quello giusto. E si è confermato dopo la partita da acqua alla gola di Parma. Le scelte in corsa, però, non hanno pagato.

IL PAGELLONE DI PARMA-VERONA

MONTIPO’ 7 Para bene su Haj, che spara da due passi ma non supera il portiere gialloblù. Attento, di lì a poco, anche su Bonny. Torna a dare sicurezza al reparto, che con i tre difensori, lo tiene un po’ più al riparo. Meglio poteva fare la squadra nel gol del pari dei padroni di casa. Ma sul 2-3 era impotente. Attento nei minuti finali, quando prende coraggio ed esce con precisione.

DAWIDOWICZ 7 Doveva dimostrare più di molti altri, di sentire ancora addosso questa maglia, questi colori. Lo fa, giocando una partita di cuore e massima concentrazione. Lo sappiamo tutti che tipo di giocatore sia, certo stilisticamente non assimilabile a Nesta, ma quando mette l’anima, va oltre qualsiasi cosa. E così, dalle sue parti gli avversari fanno fatica a superarlo. Ma non finisce qui, perché è lunga e solo con questo atteggiamento può riprendersi la fiducia di tutta la piazza.

COPPOLA 7.5 Da lui e da Ghilardi doveva ripartire Zanetti. E ci ha visto bene. Non solo perché Diego lo ripaga con una partita di spessore, ma anche perché segna un gol bellissimo, che in un colpo solo fa sparire la nuvola di Fantozzi dalla testa dei gialloblù. Nell’arrembaggio finale le prende tutte lui di testa, con forza, coraggio e la calma del senatore.

GHILARDI 7 Per troppo tempo, sparito dal campo, in maniera, a mio avviso, inspiegabile. Se togliamo un guizzo di Man, che gli va via con discreta facilità, regala la sua miglior partita da quando veste questa maglia. E’ un ragazzino, ma non accusa la delicatezza di questa sfida, che poteva davvero determinare tanto della stagione del Verona. Anche lui come Coppola è super attento nei minuti di assalto finale dei padroni di casa.

TCHATCHOUA 6.5 Primo tempo, cosi così, ripresa totalmente di altro livello. Cresce in precisione e spinta e c’è anche lui nel terzo gol del Verona. Quando deve difendere gli tocca sempre fare gli straordinari e capita che soffra, ma non si scompone più del dovuto.

BELAYHANE 7.5 Non sa nemmeno lui come riesce a scendere in campo, dopo giorni con un brutto virus intestinale. Ed effettivamente il primo tempo cerca di giocarlo limitandosi al compitino. Il capolavoro si materializza nella ripresa. E’ DE-VA-STAN-TE. Ha una forza fisica che non riesci a spiegarti, va corpo a corpo contro tutti, poco conta la differenza fisica. Recupera centomila palloni e con la stessa forza li issa nella metà campo del Parma. Non contento prova anche a segnare, costringendo Suzuki a distendersi con fatica. Rinato.

DUDA 7 Anche lui in condizioni non eccellenti, va al piccolo trotto, giocando a bassi giri del motore. Non corre tanto, ma cerca di far viaggiare l’unica cosa che conta, il pallone. La cosa incredibile è che, come tanti, fatica a entrare in ritmo, ma poi quando rompe il fiato diventa un fattore. Non è brillante, ma efficace ed emotivamente, per presenza, per leadership, imprescindibile.

HARROUI 7 Cross pazzesco per il gol del vantaggio, ancora più pazzesco, di Coppola. Passano pochi minuti e sbaglia però il raddoppio, a porta vuota. Conferma di essere assist man anche nella ripresa, dando un pallone magico a Sarr che segna il raddoppio gialloblù. Sarebbe da 8 se segnasse il gol del 3-1, facile facile. E invece, provandoci, si infortuna ed esce dal campo sorretto dai medico. Speriamo nulla di serio, perché questo Harroui è oro per il Verona.

MOSQUERA 7 (dal 66°) Segna il terzo gol, alla fine, determinante.

LAZOVIC 7.5 Era la partita nella quale si dovevano vedere prima gli uomini, poi i calciatori. Il capitano ha deciso di giocare la sua miglior gara, nel match più difficile della stagione, quello da dentro o fuori. Una prestazione perfetta lungo tutto il campo del Tardini. E’ il primo a difendere, è il primo ad attaccare. Quando accelera tira inventa sempre qualcosa. Tanti bellissimi cross, non sfruttati a dovere dagli attaccanti gialloblù. Ma che partita, Darko.

DANILIUC 6.5 (dal 66°) Ottimo impatto.

SUSLOV 7 Lo aspettavamo al varco, perché ci dimostrasse di essere l’uomo fondamentale per questa squadra, visto per gran parte della scorsa stagione. Magari non bellissimo tecnicamente, ma determinante nello spezzare il ritmo del Parma, andando in pressione su ogni avversario che gli si palesi davanti agli occhi. Recupera tantissimi palloni ed è bravo a convertirli in azioni offensive. C’è lui nell’azione che dà il via al terzo gol dell’Hellas. Capisci che a ha dato tutto perché finisce massacrato dai crampi.

DANI SILVA s.v. (dall’85°)

SARR 7 Primo tempo di sportellate da manuale. Bravo a prendersi sempre la posizione e a dettare il passaggio ai compagni. Gli manca lo scatto esplosivo dei primi due metri, ma quando li recupera, non lo sposti. Dentro la partita, con grande focus, segna il raddoppio del Verona quando sempre aver finito la benzina. Attaccante d’area, che con Tengstedt potrebbe formare la coppia più bella dai tempi Brad Pitt-Angelina Jolie.

LIVRAMENTO 7 (dal 66°) Entra con una voglia pazzesca. Non sfrutta al meglio due grandi occasioni, ma poco conta, perché su uno dei suoi tiri parati da Suzuki c’è Mosquera in agguato che la chiude.

ALL. ZANETTI 8 Ha vissuto una settimana surreale, una di quelle che fai fatica a digerire. Per qualche giorno è stato un corpo estraneo per il Verona. Non ha parlato in conferenza stampa alla vigilia, concentrandosi solo sul campo. Ha fatto scelte precise, al netto di assenze pesantissime (Serdar e Tengstedt) e le ha azzecca tutte. Quindi, era un asino prima e un fenomeno adesso? Oppure, banalmente, questa volta erano i giocatori che dovevano dimostrare di essere uomini? Ecco, vediamola così ragazzi. Perché è difficile pensare che un allenatore possa stravolgere le cose in due giorni. Forse chi doveva si è preso le sue responsabilità, senza più la scusa dell’allenatore. Lui a Parma ha fatto il suo, bene. Comprese le sostituzioni, decisive. Avanti con le scelte, però, non si torni più indietro.