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SIAM PRONTI…AL NAUFRAGIO

Non bastasse la Milano devastata, mancava la stronzata dell’Inno di Mameli riveduto e corretto: non siam più pronti alla morte, l’Italia chiamò, adesso siamo pronti alla vita…
C’è chi dice che la variante è stata introdotta perchè cantavano i bambini, e guai evocare loro la morte, chi dice che, essendo la nutrizione del pianeta il tema dell’Expò, andava evocata la vita e non la morte. Comunque sia, resta una stronzata tipica di un Paese che, oltre al resto, ha perso pure l’identità e la sua storia
Lo slogan delle Olimpiadi è “l’importante è partecipare” quindi, dovessimo mai ospitarne una prossima edizione, prepariamoci a cantare: “Siam pronti a partecipare, l’Italia chiamò!”. Premio Nobel al genio che ha ideato la variante valida per ogni evento ospitato in Italia
Siam pronti alla vita e, naturalmente, all’accoglienza. Dato che i devastatori sono “teppistelli figli di papà”, come li ha definiti Renzi, non sono abituati alle intemperie. Mica possiamo lasciarli per sei mesi all’addiaccio, che si prendono il raffreddore e ci accusano di averli torturati…Bisogna che le nostre cooperative – così caritatevoli e disinteressate – trovino subito appartamenti privati dove alloggiarli.
Se anche sporcano e imbrattano, no problem: i milanesi sono già abituati a dover fare le pulizie per gli altri…Tutti a lodare il loro gran senso civico, all’indomani della devastazione. Nessuno a sottolineare la vergogna che, ancora una volta, devono essere i cittadini a porre rimedio alle inadempienze dello Stato.
Un Paese serio, a calci in culo (cioè con condanna ai servizi sociali), avrebbe mandato i devastatori a ripulire e riparare i danni. Il nostro Paese li ha invece subito liberati perchè – così ha stabilito il giudice – sono solo dei “writer”, degli scrittori…magari anche degli artisti con la libertà di espressione! E, se servono pure auto bruciate e vetrine infrante, le esigenze dell’artista vanno comunque assecondate…
Quanto alla polizia la regola d’ingaggio è una, semplice e chiara: prenderle senza reagire.
Inno di Mameli quanto mai attuale: siam pronti alla morte, l’Italia naufragò…

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