Seconda peggior difesa; peggior attacco; solo un gol su azione. E zero vittorie in 11 partite. Numeri impietosi, che dicono (quasi) tutto, senza bisogno di ulteriori commenti. Invece i commenti – in ordine temporale – di direttore sportivo, direttore generale, ancora ds e infine – per dirla con il collega Benny Calasanzio – del “rappresentante della proprietà” Maurizio Setti, senza contare quelli bisettimanali (pre e post partita) dell’allenatore, sono improntati a sminuire, snocciolare alibi, parlare d’altro e individuare stucchevolmente a tutti i costi nemici immaginari.
Mai un’analisi seria della crisi, un’autocritica, un affrontare a muso duro la realtà (anziché alcuni giornalisti, che hanno il ‘demerito’ di saper fare il loro mestiere). Solo fatalismo, frasi fatte e l’immancabile “ci rifaremo alla prossima”.
E allora avanti con il Bologna, parso rinsavito con Donadoni, tecnico di recente accostato al Verona e faccia che qualcuno giura di aver avvistato in città nelle settimane scorse. Avanti con il Bologna e speriamo bene, appellandoci alla fortuna e alla statistica (prima o poi una la dovremo anche vincere). D’altro canto come diceva sarcasticamente Flaiano “la situazione è grave, ma non è seria”. E infatti Mandorlini, superando se stesso e riguadagnando il primato nella sfida, tutta interna, delle strane dichiarazioni, ci ha ricordato che “abbiamo preso un punto sul Frosinone” e “fatto la partita”. Sono soddisfazioni.
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