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IMPRESSIONI: UN VERONA A META’

Mutazioni genetiche. Una volta in ritiro valutavi il lavoro di un allenatore, oggi la preparazione è il termometro dei direttori sportivi. Vale per molte, vale anche per il Verona, che contro il Rubin Kazan si è mostrato (ancora) largamente incompleto.

Non giriamoci intorno: se la squadra è quella del primo tempo c’è da aver paura. La difesa Martic-Gonzalez-Marques-Agostini e il suo scudo protettivo Donati non danno garanzie. Ok sarà la pesantezza della preparazione, gli equilibri da trovare e bla bla bla… Sarà quel che sarà cantava la Rivale, ma il reparto arretrato titolare va totalmente rinnovato. Lo diciamo da tempo e lo confermiamo: nella rosa, ma come riserve, meritano di restare i soli Agostini, l’ancora assente Moras e forse Marques e Zampano. A parte Bianchetti, che va valorizzato e quindi mandato a giocare, gli altri non sembrano all’altezza. 

Meglio – decisamente – nella ripresa, cogli ingressi del bravo Tachtsidis (che si può rilanciare, ma che rimane pur sempre una scommessa in A, fossi Sogliano penserei comunque a un’alternativa) e soprattutto dell’ottimo Obbadi (ma si sapeva) schierato nel suo ruolo naturale di interno destro (da mediano sarebbe sacrificato) che l’ha rivelato nel Monaco. Mi è piaciuto Valoti, trequartista che permette di passare al 4-3-1-2, mentre Gomez è una conferma ovunque lo metti.

In attesa di Lazaros, interno sinistro di ruolo, ma all’occorrenza anche trequartista o esterno d’attacco, che sulla carta rimane sinora l’acquisto più importante con Obbadi, va rivisto Sala, che forse nel nuovo Verona potrebbe essere più convincente spostato qualche metro avanti, all’ala destra, ruolo dove potrebbe liberare la sua qualità migliore (la corsa) e dare anche quella copertura che un esterno d’attacco classico non garantirebbe, in modo da avvicinare alla porta l’altro esterno (la X titolare da comprare, o in alternativa Gomez). Rimandati per ora i tanto acclamati dalla stampa Chanturia e Jankovic, volenterosi ma un po’ impalpabili.

Insomma, work in progress e fiducia in Sogliano, ma metà Verona rimane da costruire.

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