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IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE?

Quelli che va sempre tutto bene e “basta solo qualche ritocco”. Quelli invece che vedono nero perché, a loro dire, “hanno comprato degli scarti”. Quelli che… a prescindere, come diceva Totò. In mezzo… i fatti, questi sconosciuti. Come ho scritto una settimana fa, il Verona è una squadra ancora a metà, cioè in costruzione, eppure sta cominciando a delinearsi un gruppo, una spina dorsale. Ne ho avuto conferma ieri a Trento. L’impressione? Al momento siamo una buona rosa (con un parco riserve migliore rispetto alla stagione scorsa), ma una cattiva squadra (troppe caselle mancanti tra i titolari).

Sogliano sinora ha operato soprattutto per rinforzare le seconde linee, non trascurando contestualmente, ove possibile, di piazzare qualche colpo di rilievo. Tre in particolare: Obbadi e Lazaros, mezze ali in grado di assemblare insieme un centrocampo più tecnico e imprevedibile rispetto allo scorso anno; e Luna, terzino sinistro molto offensivo, considerato prossimo al salto di qualità. E gli altri? Scommesse intriganti (Valoti, Gollini e Zampano, ma anche Tachtsidis), incognite (Martic) e comprimari di categoria (Rodriguez, Nené e Ionita). E questo, è chiaro come il sole, non basta.

Rimangono infatti delle falle aperte in alcuni ruoli chiave. Servono 4-5 innesti. Uno o due esterni di fantasia (“qualche calciatore in grado di darci imprevedibilità” diceva ieri Mandorlini) che sostituiscano Iturbe e Marquinho, pur non volendo sminuire Gomez (che i suoi gol li farà) e Jankovic. Un terzino destro. Un forte centrale difensivo, che sia il punto di riferimento per uno tra “Superman” Moras (un abbraccio al fratello e alla famiglia), Marques e Rodriguez. E un mediano davanti alla difesa, perché lì il solo Tachtsidis non basta. Taxi a Verona può consacrarsi e questo è l’auspicio, ma ad oggi in serie A rimane un’incompiuta e il suo – è bene sottolinearlo – è il ruolo più importante della squadra (la partenza di Jorginho è sempre lì a ricordarcelo).

Sogliano sa e agisce, e infatti sta trattando giocatori “che contano” in tutti i reparti. Rafa Marquez per la difesa, il centromediano Susic e il fantasista Nico Lopez sono nomi di spessore e noti da tempo. Magari non saranno loro a vestire il gialloblu, forse ne arriveranno altri, poco importa. Quei nomi danno l’idea della fascia di mercato a cui si sta rivolgendo il Verona: quella di un club di medio livello che punta a un campionato tranquillo e non certo a una salvezza al fotofinish con altre 5-6 squadre. L’irrequietezza del ds (“non mi accontento di comprare tanto per fare, ma voglio portare qui chi dico io”) e la malcelata smania di Mandorlini (“sappiamo dove dobbiamo intervenire”) si spiegano così. Che il meglio debba ancora venire?

P.S. Mi trovate su fb qui sotto per parlare tutti insieme del Verona.

(https://www.facebook.com/pages/Francesco-Barana/1421212388102512?ref_type=bookmark)

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